URAN RISORGE AD ANDERMATT. CARAPAZ RESTA LEADER ALLA VIGILIA DELLA TAPPA REGINA

giugno 12, 2021
Categoria: News

Dopo quasi 3 anni dall’ultimo successo, Rigoberto Uran torna alla vittoria al Tour de Suisse con una prestazione spettacolare. Il colombiano della EF Education-Nippo ha letteralmente dominato la settima tappa della corsa elvetica, una cronometro individuale di 23 km caratterizzata da una lunga salita nella parte iniziale. Alle spalle di Uran, che non vinceva dal Giro di Slovenia del 2018, un ottimo Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step), giunto a 40” da Uran e il sorprendente Gino Mader (Bahrain-Victorius) arrivato a 54”, stesso tempo del leader Richard Carapaz (Ineos Grenadiers). Male invece Jakob Fulsang (Astana-Premier Tech) e Maximilian Schachmann, arrivati rispettivamente con un passivo di 1′43” ed 1′23”.
Piuttosto rivoluzionata la classifica generale, che vede sempre in testa il corridore Ecuadoriano ma con un margine che si è ridotto ad appena 17” su Uran, risalito dalla 5a alla seconda posizione. Un vantaggio non del tutto rassicurante in vista della tappa regina che si disputerà domani.

La 7a tappa del Tour de Suisse, una crono di 23 km da Disentis Sedrun ad Andermatt, offriva agli uomini di classifica una nuova opportunità per darsi battaglia. La prova contro il tempo, decisamente atipica, proponeva una prima parte quasi tutta all’insù e un finale tutto in discesa. Dopo i primi 2 km pianeggiati, i corridori erano chiamati a scalare la salita dell’Oberlapass (9,5 km al 6,5% di pendenza media) in cima alla quale era posto l’intermedio (km 11,5). Dalla vetta fino all’arrivo il percorso era invece quasi totalmente in discesa, a parte un breve tratto finale nell’abitato di Andermatt. Da segnalare la suddivisione dei corridori in due maxiblocchi per permettere ai veicoli al seguito della corsa di rientrare verso la partenza. Il primo gruppo, formato dagli ultimi 67 corridori della classifica generale, partiva tra le 12:29 e le 13:20, mentre la partenza degli altri 75 atleti era prevista dalle 15:20 in poi.

Il primo corridore a prendere il via è stato il neozelandese Connor Brown, ultimo nella classifica generale. Il giovane del Team Qhubeka-Assos è riuscito a concludere con un tempo di 40′24” che gli ha consentito di restare in testa alla classifica provvisoria per quasi un’ora, fino all’arrivo del connazionale Tom Scully (EF Education-Nippo), il primo a scendere sotto i 40 minuti (39′50”). Di lì a poco il duo kiwi è stato superato prima dall’elvetico Johan Jacobs (Movistar Team) con un tempo di 39′38” e poi dal bravo Jonas Rutsch, anche lui in forza alla EF. Il corridore tedesco, capace di abbassare il miglior tempo di oltre 2 minuti con un ottimo 37′37”, è rimasto tranquillamente in testa alla graduatoria fino alla partenza del secondo blocco di corridori, mentre alle sue spalle si inserivano in seconda posizione prima Rob Britton (Rally Cycling) con un tempo di 39′07” e poi Marc Soler (Movistar Team) con un buon 38′04”. Non altrettanto si può dire di Stefan Bissegger (EF Education-Nippo), già secondo nella crono d’apertura e poi vincitore a Gstaad: per il giovane Svizzero quasi 3 minuti di ritardo del compagno di squadra Rutsch.

Terminata la lunga pausa, il primato di Rutsch è stato immediatamente messo in discussione da Soren Kragh Andersen (Team DSM). Il danese è partito fortissimo, transitando all’intertempo posto in cima al gpm con ben 34” sul tedesco, e ha poi difeso il vantaggio in discesa, tagliando il traguardo con un tempo di 38′06”, mezzo minuto in meno rispetto a Rutsch.
Nel frattempo erano partiti in rapida sequenza tre dei cronoman più attesi, ovvero Tom Dumoulin (Jumbo-Visma), Rohan Dennis (Ineos Grenadiers) e Stefan Kung (Groupama-FDJ), quest’ultimo vincitore della prima crono del Tour de Suisse. Dumoulin è transitato all’intertempo con 6” di vantaggio su Andersen, ma è stato superato poco dopo di 9” dal sorprendente Gino Mader (Bahrain-Victorius) che era partito 3 minuti dopo di lui. Il Limburghese ha poi guadagnato qualche secondo in discesa, transitando sul traguardo con 8” su Andersen. Mader ha invece interpretato meno bene la seconda parte della crono ma è riuscito comunque a difendersi da Dumoulin chiudendo con un vantaggio di appena 2 secondi e 57 centesimi.
Meno positive le prestazioni di Dennis e Kung, passati in cima al gpm con un ritardo di oltre 30” da Mader. L’australiano ha mantenuto inalterato lo svantaggio in discesa, terminando a 34” dal corridore della Bahrain-Victorius; Kung è invece andato fortissimo, recuperando una ventina di secondi e chiudendo con 11” di ritardo dal connazionale, in quarta posizione provvisoria alle spalle anche di Dumoulin e Kragh Andersen.

A questo punto l’ordine d’arrivo provvisorio si è stabilizzato, in attesa dell’entrata in scena degli uomini di classifica che sono partiti di lì a poco. Il primo ad avvicinarsi a Mader è stato Mattia Cattaneo (Deceuninck-Quick Step), già 3° nella crono d’apertura. Il corridore bergamasco è transitato al gpm con appena 5” di ritardo da Mader e ha poi concluso in terza posizione a soli 4” dallo svizzero e 2” da Dumoulin. Degna di nota anche la prestazione di Rui Costa (UAE Team Emirates). Il portoghese è transitato con 21” di ritardo da Mader a causa anche di un cambio di bici in vetta, ma ha poi recuperato tantissimo lungo la discesa, andando a chiudere in 4a posizione ad appena 2” da Cattaneo.

Nel frattempo, l’intermedio di Mader era stato superato da Domenico Pozzovivo (Team Qhubeka-Assos) bravo a far meglio di 7 secondi. Il lucano ha però trovato difficoltà in discesa ed ha chiuso in 37′02”, stesso tempo di Rui Costa. Chi però ha fatto la voce grossa dal primo all’ultimo chilometro è stato Rigoberto Uran (EF Education-Nippo). Il colombiano, capace di battere il tempo di Pozzovivo al gpm di ben 29 secondi, si è imposto al traguardo con un tempo di 36′02”, addirittura 54 secondi meglio di Mader. Bene anche Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step), secondo sia all’intertempo (a 12”) sia al traguardo dove è giunto con un passivo di 40” da Uran.
In difficoltà i primi tre della classifica generale. Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe) che già aveva un ritardo di 1′15” in vetta, ha perso ancora qualche secondo nella seconda parte, terminando la sua prova in 1′22”. Peggio ancora Jakob Fulgsang (Astana-Premier Tech) che già in cima pagava 1′35” ed ha poi concluso ad 1′43” da Uran. Ha invece limitato i danni Richard Carapaz (Ineos Grenadiers), giunto al traguado a 54” da Uran in 4a posizione. Il corridore Ecuadoriano è così riuscito a difendere la leadership.

L’ordine d’arrivo della tappa vede dunque Rigoberto Uran dominatore della crono con 40” su Alaphilippe, 54” su Mader e Carapaz, 56” su un redivivo Tom Dumoulin e 58” sul bravo Mattia Cattaneo. Chiudono la top ten di giornata Domenico Pozzovivo e Rui Costa, rispettivamente 7° ed 8° ad un minuto da Uran, Soren Kragh Andersen (9° a 1′04”) e Stefan Kung (10° a 1′05”).
La nuova classifica generale vede sempre in testa Richard Carapaz, con un margine di soli 17” su Uran e 39” su Alaphilippe. Quest’ultimo stasera abbandonerà la corsa per assistere alla nascita del figlio. Retrocede in 4a posizione Schachmann (a 1′07”), davanti a Fuglasang (1′15”). Molto più staccati Michael Woods (Israel Start-Up Nation), oggi autore di una prova pessima e scivolato a 3′10”, Domenico Pozzovivo (a 3′16”) e Sam Oomen (Jumbo-Visma) che occupa l’8a piazza a 3′39”.

Domani è in programma la tappa regina del Tour de Suisse, la Andermatt-Andermatt di 160 km. Subito dopo la partenza i corridori affronteranno nuovamente l’Oberalpass, questa volta dal versante opposto (10,8 km al 5,5% di media) rispetto a quello scalato nella cronometro. Quindi troveranno il Passo di Lucomagno (16,5 km al 5,3%) e infine il Passo del San Gottardo dal versante della Val Tremola (punte fino al 12% e tratti in pavè), riaperto in extremis per evitare il passaggio della corsa attraverso la superstrada. Dalla vetta della salita mancheranno soltanto 15 km di cui i primi 10 tutti in discesa. Una tappa che potrebbe dare una nuova fisionomia, questa volta definitiva, alla corsa.

Pierpaolo Gnisci

Uran risorge ad Andermatt (fonte: Getty Images)

Uran risorge ad Andermatt (fonte: Getty Images)

Commenta la notizia