A CAVENDISH LA PRIMA ROSSA
La HTC – Columbia conquista la cronosquadre inaugurale della Vuelta 2010, sui 13 km del tracciato di Siviglia, e regala al suo velocista principe la prima maglia di leader. Bene la Liquigas di Vincenzo Nibali, seconda a 10’’, davanti alla Saxo Bank. Oggi arrivo a Marbella, al termine di 173 km favorevoli agli sprinter.
Foto copertina: Gli HTC – Columbia alla partenza della cronosquadre di Siviglia (foto AFP)
Si inaugura nel segno di un grande nome la nuova divisa rossa di capoclassifica della Vuelta. La cronosquadre in notturna di Siviglia ha infatti visto imporsi la HTC – Columbia di Mark Cavendish, che ha scelto alla fine, mentre andava a fissare un tempo da subito apparso difficilmente battibile, di far transitare per primo sul traguardo proprio lo sprinter dell’Isola di Man, come già al Giro d’Italia dello scorso anno. La vittoria degli uomini in bianco e giallo è stata piuttosto netta; non in termini assoluti (appena 10’’ tra loro e i Liquigas, secondi), ma relativamente ai distacchi molto risicati creatisi fra le altre formazioni. Basti pensare che, se solamente gli uomini di Nibali sono giunti entro i 10’’, Saxo Bank, Cervélo, Lampre, Garmin, Omega Pharma, Milram e Katusha sono giunte entro i 20’’ di distacco.
Benché Cavendish rappresenti uno degli atleti più blasonati al via di questa Vuelta, il tempo degli HTC non preoccupa in ottica graduatoria generale, e non soltanto perché questa manciata di secondi assumerà verosimilmente un peso minimo nell’economia delle tre settimane. La ex High Road schiera infatti una squadra che ha nel giovanissimo Tejay Van Garderen, classe 1988, 3° al Delfinato, la carta migliore in chiave classifica, che ben difficilmente potrà comunque mantenersi nei quartieri alti fino a Madrid. Non è dunque una forzatura dire che Vincenzo Nibali, in coppia con il co-capitano Kreuziger, è al momento il meglio piazzato tra i veri pretendenti al successo finale, per quanto il vantaggio nei confronti di corridori quali i fratelli Schleck, Sastre, Vande Velde e Joaquin Rodriguez sia da considerarsi sostanzialmente trascurabile.
Fra i grandi, è Denis Menchov ad essere uscito peggio dalla prima tappa, avendo lasciato per strada 36’’. Un fatto che forse preoccupa il russo più pensando alla condizione generale dei compagni di squadra che non per il divario cronometrico. 25’’ il ritardo della Caisse d’Epargne di Luis Leon Sanchez, Arroyo e Bruseghin, uno in meno rispetto alla Xacobeo di Mosquera, e due rispetto alla Euskaltel di Igor Anton.
Mentre si continua a dibattere sull’opportunità di far disputare una tappa in notturna – termine quanto mai appropriato in questo caso, dal momento che la Andalucia-Cajasur, ultima squadra a prendere il via, è arrivata a pochi minuti dalla mezzanotte – per esigenze televisive, alla vigilia di un’altra giornata di gara e di un pur breve trasferimento, la Vuelta guarda avanti, ai 173,7 km da Alcalà de Guadaira a Marbella. Avendo la corsa spagnola mantenuto gli abbuoni, la maglia rossa di Cavendish sarebbe teoricamente in bilico sin da oggi. Di fatto, i secondi in palio finiranno probabilmente per rafforzare la leadership del britannico, in vista di una 3a tappa – quella di Malaga – in cui il doppio passaggio sul Puerto de Leon minaccia già di accendere la bagarre tra i migliori. Le più serie minacce a Cannonball dovrebbero venire, oltre che dalla sua eterna ombra Tyler Farrar, da sprinter italiani. Non soltanto Alessandro Petacchi, che si ripropone di dare degno seguito ai due successi di tappa con annessa maglia verde al Tour de France, ma anche un Daniele Bennati che non vince dalla Tirreno – Adriatico e che, se vuole effettivamente raccogliere l’eredità dell’ormai 36enne spezzino, farebbe bene a dimostrarsi all’altezza già prima del ritiro di Alejet, anche in virtù di un’età che nemmeno per lui è più verdissima (30 anni fra meno di un mese).
Difficile pensare, per oggi, ad epiloghi diversi dallo sprint di gruppo, vista la facilità dell’Alto de Pruna (5,6 km al 5,2%) e la sua distanza dal traguardo (100 km). Per Pozzato, Gilbert e tutti coloro che si sono presentati a Siviglia per preparare al meglio la prova iridata australiana, l’appuntamento con le prove generali non sarà comunque rimandato più di tanto. Forse già a Malaga, quando il già citato doppio transito sul Puerto del Leon, oltre ai velocisti, rischia però di tagliar fuori prima dello strappo finale anche cacciatori di tappe e uomini da classiche poco propensi alle lunghe ascese; più probabilmente a Valdepenas de Jaen, altro finale in leggera ascesa, che giungerà al termine di un finale nervosissimo. Per il momento, dovremo accontentarci di ammirare la sfilata in rosso di Cavendish, finendo probabilmente per doverci scervellare, a fine tappa, dopo l’ennesimo sprint imperioso, per non ripetere il già detto.
Matteo Novarini