IL GIRO CHE VERRÀ (e altro ancora)
maggio 31, 2021
Categoria: Approfondimenti
Il Giro è finito, ma già qualche piccolo spiraglio si apre sulla prossima edizione della Corsa Rosa
Un Giro è finito e uno nuovo ne sta per cominciare. Conclusa l’edizione 2021 della Corsa Rosa gli organizzatori inizieranno nelle prossime settimana e comporre le tessere del puzzle che andrà a comporre il tracciato del Giro dell’anno venturo, il cui percorso sarà svelato a novembre. L’ha rivelato ieri Mauro Vegni, direttore della corsa forse al suo ultimo anno di attività (si vocifera che Urbano Cairo vorrebbe Davide Cassani al suo posto), che ha anche anticipato che il 2022 potrebbe anche essere l’anno della partenza dall’Ungheria, già prevista per la scorsa edizione e annullata a causa della pandemia: potrebbero aiutare in tal senso i tre giorni in rosa di Attila Valter, che hanno oltremodo galvanizzato i magiari. Mal che vada, la Grande Partenza da Budapest verrebbe nuovamente rinviata e, stando alle indiscrizioni del giornalista piemontese Beppe Conti, il Giro partirebbe dalle Marche. C’è ora da unire i vari tasselli del puzzle, le numerose candidature pervenute sulla scrivania di Vegni, anche se con tutta probabilità non sarà possibile accontentare tutti l’anno prossimo e qualche municipio voglioso di Giro dovrà attendere altri dodici mesi. Cominciamo dal Piemonte dove hanno richiesto la Corsa Rosa Santena e Asti, che si è proposta per una tappa a cronometro. Dalla Ligura si sono fatti avanti due centri balneari del savonese, Albisola e Albenga, mentre in Lombardia si punta a riportare il Giro in Valtellina, a Livigno per la precisione. L’Alto Adige sarà della partita (ma ancora non sono stati fatti i nomi delle località che dovrebbe ospitare il Giro), mentre succulente candidature arrivano dal Veneto, dove ci sarà una sorta di ballottaggio tra le Tre Cime di Lavaredo, il Nevegal e la zona dell’Alpago (ma anche Possagno, che si trova vicina al Monte Grappa, ha richiesto il Giro perchè nel 2022 cadrà il 200° anniversario della scomparsa del celebre scultore Antonio Canova, nativo di questo centro). In Emilia si è fatta avanti Reggio Emilia, dalla Toscana tutto tace mentre in Umbria sono ancora in pole position Foligno e Perugia (stavolta per una cronometro tra i due centri), ma si è fatta sentire anche Terni. In Lazio si vorrebbe riportare il Giro sul Terminillo a dodici anni dall’ultimo arrivo, mentre dal vicino Abruzzo è tutto un fiorire di candidature: la corsa è stata richiesta all’Aquila, Spoltore, Francavilla al Mare e ai Prati di Tivo, mentre da anni viene avanzata la proposta – finora rimasta inesaudita – di una cronometro lungo la Riva dei Trabocchi, percorsa anche quest’anno nel finale delle tappa di Termoli. Latitano le candidature del sud, ma comunque hanno già bussato alle porte della Gazzetta il centro molisano di Carpinone, quello campano di Monte di Procida, quello pugliese di Rutigliano e la città calabrese di Crotone.
La proposta più affascinante arriva ancora una volta dal friulano Enzo Cainero che, dopo aver riportato per l’ennesima volta il Giro sullo Zoncolan, ora ha in mente una difficilissima cronoscalata con arrivo fissato in uno dei luoghi più spettacolari del Friuli, il Monte Santo di Lussari, al quale si arriverebbe percorrendo un lungo e difficile tratto di strada bianca.

Il santuario costruito sulla sommità del Monte Santo di Lussari (www.borghistorici.it)
CIAK… SI GIRO
Il Giro è finito ma c’è ancora un film del quale vogliamo parlarvi e non poteva che essere “Totò al Giro d’Italia”, girato nel 1948 dal regista umbro marchigiano Mario Mattoli. Non lo faremo in questa pagina, rinviandovi all’articolo che Mauro Facoltosi scrisse lo scorso anno rivelando molti segreti sulla produzione di quella pellicola.
http://www.ilciclismo.it/2009/?p=51781

Una scena di "Totò al Giro d'Italia" (www.davinotti.com)
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo ventunesima tappa, Senago – Milano
1° Einer Rubio
2° Nicola Venchiarutti a 30″
3° Harm Vanhoucke a 40″
4° Natnael Tesfazion a 46″
5° Marton Dina s.t.
Classifica generale
1° Riccardo Minali
2° Attilio Viviani a 6′09″
3° Matteo Moschetti a 6′28″
4° Alexander Krieger a 10′47″
5° Umberto Marengo a 16′43″
Maglia nera: Egan Bernal, 143° a 5h35′49″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Fabretti: “Quello che abbiamo voluto portarvi sui vostri teleschermi sono stati i colori, i rumori e i PROFUMI del Giro d’Italia”
Orlando: “Minali lo stiamo seguendo dalla prima pedalata, da quando ha staccato dalla rampa di lancio”
Fabretti: “Dieci chilometri cavi” (di cavi)
Borgato: “È riuscito a salvare la curva”
Cassani: “Un paio di curve non le ha fatte benissime”
Borgato: “È sceso dal manubrio”
Pancani: “Bettiol è un corridore che ci ha fatto vivere tra emozioni forti”
Ganna: “Non riuscivo ad agganciare il pedalino”
Genovesi: “Un circuito che correvano i ciclisti”
Pancani: “È un’opinione mio”
Pancani: “L’ordine di partenza della classifica generale rovesciata”
Pancani: “Arrivo all’Alpe di Motta (Alpe Motta)
Pancani: “La cronometro conclusivo”
De Stefano: “Uno scenario naturale meraviglioso” (il Duomo di Milano non è una meraviglia della natura)
Genovesi: “La tasca di Ascoli Piceno”
Borgato (parlando di De Marchi): “La sua vittoria è stata l’espressione di una carriera” (non ha ottenuto vittorie di tappa, ha vestito per due giorni la maglia rosa)
Pancani: “Ganna veniva dal terzo posto alla Sanremo, parliamo di cronometro” (Ganna si è piazzato 64° alla Sanremo, terzo si era piazzato qualche giorno prima nell’ultima tappa a cronometro della Tirreno-Adriatico)
Televideo RAI: “Non ne approfitta Affini” (ne dubito, ha trovato chi è andato meglio di lui)
DISCOGIRO
Oh gloria Inmarcesible! (inno nazionale colombiano)