VALLE D’AOSTA, L’ARMATA DI FRANCIA ESPUGNA IL FORTE DI BARD
L’avevano rinforzato nell’800 per protezione contro gli assalti delle truppe francesi, memori della sconfitta patita anni prima da parte di Napoleone. Il forte di Bard soccombeva invece sotto i colpi dell’alfiere della nazionale francese Bonnin che, a colpi di pedale, aggrediva l’arcigna rupe valdostana coronando con il successo il suo tentativo di fuga. Per la quarta giornata consecutiva, dunque, al traguardo approdavano gli ardimentosi andati all’attacco sin dal mattino. Dietro infuriava la battaglia tra le teste di serie della classifica, conclusa con la conquista da parte del russo Ignatienko di un magro bottino di guerra, una manciata di secondi che gli consentivano, però, di aumentare il vantaggio sugli avversari più diretti.
Foto copertina: il francese Bonnin “assalta” con successo il forte di Bard (foto Riccardo Scanferla)
Impresa eroica del francese Thomas Bonnin nella quarta tappa del “Valle d’Aosta”.
Il francese, supportato per buona parte della sua fatica dal compagno di squadra Nicolas Edet, prossimo al passaggio al professionismo, ha salutato i compagni di fuga sulla salita di Saint-Barthélemy. I due galletti di comune accordo hanno scavato un discreto divario tra loro e gli inseguitori. Il sacrificio di Edet, fattosi raggiungere dopo aver tirato in pianura per stoppare le velleità di chi inseguiva, ha fatto si che Thomas Bonnin arrivasse solitario e festante al Forte di Bard.
“Quando sul primo colle ho visto scattare Gazzara – ha detto il francese – mi sono accodato, e con me Nicolas Edet. Poi il siciliano ha mollato, mentre io ho proseguito con una fuga di cinque uomini. Non pensavo che arrivassimo in porto, invece anche quando siamo rimasti soli io e il mio compagno di squadra tutto è filato per il meglio. Lui si è sacrificato in pianura per me, se oggi ho rivinto qui al Forte di Bard è anche grazie a lui”.
L’impresa del francese non ha intaccato la leadership del russo Ignatienko in classifica, anche se qualche momento di suspence si è avuto.
Una caduta in discesa di Ignatienko e Ignatiev ha, infatti, alimentato le speranze di Monsalve, sfumate però quando il duo Katusha è rientrato in gruppo.
Cosa non riuscita a un altro russo, Novikov, che occupava la terza posizione in classifica. Il russo è arrivato con più di mezz’ora di ritardo e questo fatto ha favorito il sardo Fabio Aru, salito in terza posizione a 2’05 dal leader; secondo a 55’ da Ignatienko è il venezuelano della Mastromarco Jonathan Monsalve.
“Sono caduto nella discesa di Saint-Barthélemy, – racconta il russo in testa alla classifica – ho avuto paura che il mio sogno andasse in frantumi. Ma come ieri Dmitri Ignatiev mi ha dato una grande mano: ho recuperato la sua bicicletta, ho raggiunto il gruppo dei migliori e li ho controllati fino al traguardo. Adesso mi rimane domani: con la mia squadra cercherò di controllare la tappa, anche se non sarà facile”.
Oggi il Giro si sposta nella Savoia francese per le ultime due frazioni. La penultima si correrà tra Marignier e Ville-La-Grand per quasi 150 chilometri, con tre colli di prima categoria (Joux Plane, Ramaz e Plaine Joux) nei primi cento chilometri di gara.
Mario Prato