PLOUAY COLONIA AUSTRALIANA

agosto 22, 2010
Categoria: News

Dopo il successo di Simon Gerrans nella passata stagione, il GP Ouest-France 2010 va a Matthew Goss, sprinter HTC – Columbia. L’australiano ha regolato un drappello di una sessantina di corridori, precedendo a sorpresa Tyler Farrar, naturale favorito dell’epilogo a ranghi compatti, partito troppo lungo, e il padrone di casa Yoann Offredo. Migliore degli italiani Santambrogio, 5°. Protagonista nel finale Daniel Martin, ripreso all’ultimo chilometro.

Foto copertina: Matthew Goss brucia Tyler Farrar sul traguardo di Plouay (foto www.ouest-france.fr)

Non è bastato aggiungere un giro ai dodici tradizionali del percorso perché il Grand Prix de Ouest France di Plouay si discostasse dagli epiloghi degli anni passati, premiando maggiormente gli obiettivamente non moltissimi attaccanti. All’opposto, a dispetto dei 19 km e delle tre salitelle in più, mai come in questo 2010 la corsa ha visto gli sprinter grandi protagonisti, con due velocisti puri o quasi a giocarsi la vittoria in uno sprint folto come non mai. Addirittura una cinquantina i corridori arrivati compatti sulla linea d’arrivo, fra i quali un Tyler Farrar fresco di successo ad Amburgo, e pertanto da considerarsi necessariamente come il più che logico favorito. Forse i quasi 250 km nelle gambe e certamente una gestione della volata decisamente rivedibile hanno però scombinato i piani dell’americano, troppo audace nel lanciare la sua progressione. Il più bravo – anzi l’unico – ad approfittare dell’inusuale avventatezza dello yankee è stato Matthew Goss, già vincitore quest’anno della frazione di Cava de’ Tirreni al Giro d’Italia, capace di rimontare e scavalcare nettamente lo sprinter Garmin nei metri finali, andando a cogliere la quarta affermazione stagionale. Il padrone di casa Yoann Offredo, classe 1986 come il vincitore, ha conquistato il gradino più basso del podio, mentre quattro italiani – Santambrogio, Gavazzi, Marcato e Apollonio – si collocavano in top 10, rispettivamente al 5°, 7°, 8° e 10° posto.
Certo, detto della scarsa incidenza della tornata supplementare, a favorire lo sprint di massa ha provveduto anche la scarsissima belligeranza dei favoriti della vigilia, fra i quali spiccavano i nomi di Damiano Cunego, Philippe Gilbert, Samuel Sanchez e Sylvain Chavanel, mai apparsi davvero determinati a combattere. Solamente l’alfiere Quick Step si è reso autore di un timido tentativo sul finire del penultimo giro, ritornando poi nell’anonimato dopo il prevedibile rientro del plotone. Cunego e Gilbert si sono invece accontentati di far lavorare le rispettive formazioni in occasione del penultimo passaggio sulla Cote de Ty-Marrec, consentendo lo sganciamento di un drappello di una ventina di corridori subito rientrato poi nei ranghi. A prendersi la scena sono stati così uomini meno attesi (fra gli altri i nostri Mori, all’attacco ad una settantina di chilometri dal traguardo, e Gavazzi, sganciatosi per alcuni chilometri fra il penultimo e l’ultimo giro), che hanno sì reso la corsa vivace, ma senza mai dare l’impressione di poter sventare la volata.
L’unica reale minaccia alle formazioni degli sprinter è stata portata in occasione dell’ultimo transito sull’ascesa di Ty-Marrec, allorché Daniel Martin, il corridore più caldo di questo agosto ciclistico, già vincitore di una tappa e della classifica finale del Giro di Polonia e della Tre Valli Varesine, ha replicato ad un attacco di Davide Apollonio, andandosene tutto solo a meno di 5 km dalla conclusione. Quello che per l’irlandese, capace di guadagnare sulle ali dell’entusiasmo alcune centinaia di metri di vantaggio, sarebbe stato il quarto successo del mese è però sfumato in corrispondenza della flame rouge dell’ultimo chilometro, momento in cui il gruppo si è riportato su di lui, avviandosi alla volata di cui si diceva in apertura.
A pochi giorni dal via della Vuelta, da sottolineare come quasi nessun favorito per l’ultimo GT della stagione abbia scelto di prendere parte alla corsa, e fra questi nessuno ha provato a mettersi in luce. Un nulla di fatto che sta benissimo a Vincenzo Nibali, che il suo guanto di sfida lo ha già gettato con la perentoria affermazione al Trofeo Melinda. Per quel che concerne la sua condizione, gli unici dubbi potrebbero essere legati alla possibilità di mantenere questo stato di forma fino a Madrid, interrogativi sui quali i precedenti primaverili inducono all’ottimismo. Per le prime certezze, basterà attendere poco più di una settimana, quando la Vuelta targata ASO prenderà le mosse da Siviglia con una cronosquadre.

Matteo Novarini

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