SPETTACOLO ALLA TIRRENO. IMPRESA VAN DER POEL CHE RESISTE AL RITORNO DI POGACAR
E’ successo di tutto in questa stupenda tappa della Tirreno Adriatico che ha riservato uno spettacolo degno di un tappone di montagna di una grande corsa a tappe. Distacchi abissali tra i big, attacchi da lontano ed impresa di Van der Poel, che resiste stoicamente e non ha neppure la forza di alzare le braccia all’arrivo. Pogacar ora ha un margine rassicurante per la vittoria finale
Lo scorso anno, al termine della Corsa dei due mari, il vincitore Yates concluse la corsa con 17 secondi di vantaggio su Geraint Thomas che conquistò il secondo gradino del podio. Quest’anno, a due tappe dalla fine, i distacchi in generale sono più simili a quelli di una grande corsa a tappe.
Il primo ed il secondo sono separati da un minuto e 15 secondi ed il terzo è addirittura a 3 minuti
Del resto, i distacchi di oggi sono stati degni di una tappa di montagna. La corsa è esplosa prestissimo, proprio per le iniziative di Van der Poel che, prima ha assottigliato il gruppo, riducendolo a poche unità e poi ha dato il la ad una azione solitaria, scattando con la barretta energetica tra i denti. Un allungo perentorio a quasi 50 Km dall’arrivo ed un assolo di gran pregio. L’olandese riuscirà a prendere un vantaggio massimo superiore ai 3 minuti sul gruppo dei migliori ma, quando Pogacar deciderà di innestare il turbo, il vantaggio inizierà a diminuire, prima poco alla volta, poi sempre più velocemente. Il peso di una azione solitaria molto dispendiosa e la qualità dell’inseguitore si faranno sentire, ma il fresco vincitore della strade bianche 2021 riuscirà a stringere i denti e mantenere una decina di secondi di vantaggio sul capoclassifica che si accontenterà di aver messo una seria ipoteca sulla generale.
Lo sforzo per il campione nazionale dei Paesi Bassi è stato davvero immane, il vincitore di oggi ha tagliato il traguardo privo anche della forza di alzare la braccia ed è letteralmente caduto dalla bicicletta prima di riuscire ad appoggiarsi alle transenne, sorretto dai massaggiatori. Un grande esempio di come si può andare oltre quelli che sembravano i propri limiti quando ci si mette testa, cuore, polmoni e gambe al 100% senza risparmiarsi.
Oltre alla grande impresa di Van der Poel c’è stata una grande impresa anche di Pogacar, che ha letteralmente sgretolato la concorrenza. Oggi l’ultimi vincitore della Grande Boucle, che ieri era rimasto senza squadra, ha potuto contare su un Davide Formolo che ce l’ha messa tutta ed è arrivato sul traguardo sesto insieme ad Egan Bernal. Lo sloveno però non ha avuto bisogno neppure oggi dell’aiuto della squadra. Prima è andato a prendere da solo Felline e Soler e poi li ha staccati con un allungo senza possibilità di replica e si è involato, infliggendo sulle colline marchigiane distacchi degni una tappone dolomitico. Alla fine sono volati minuti a grappoli nei confronti di big di primo piano come Landa, Bernal, Quintana ecc. L’unico che è riuscito a pagare meno di un minuto alla maglia azzurra è stato uno stoico Van Aert. L’unico che ha tentato disperatamente di limitare i danni nella speranza ormai tramontata di rimontare a cronometro, viste le sue ottime doti contro il tempo che gli hanno permesso di conquistare il secondo posto ai mondiali alle spalle dell’imbattibile Ganna. Naturalmente, Pogacar dovrà tenere gli occhi bene aperti. E’ di pochi minuti fa la notizia della sconfitta a causa di due cadute di Primoz Roglic che sembrava ormai sicuro della vittoria della Parigi Nizza.
La tappa è partita ad andatura folle con la prima mezz’ora corsa ai 54,7, velocità molto vicina al record dell’ora di Campenaerts, e questo ha impedito la formazione di fughe nonostante i numerosi attacchi.
Come succede in questi casi, la fuga è andata via di forza per iniziativa di Robert Stannard (BikeExchange), Jonas Rickaert (Alpecin-Fenix), Pello Bilbao (Bahrain Victorious), Filippo Ganna (Ineos Grenadiers) e Davide Ballerini (Deceuninck-QuickStep).
Il gruppo ha concesso un vantaggio massimo di 4 minuti e 30, vista la qualità degli uomini usciti dai ranghi.
Nel primo giro del circuito, il gruppo reagisce e si riavvicina ad un minuto e mezzo al secondo passaggio dal traguardo.
E’ proprio durante la seconda tornata che la corsa esplode. Van der Poel piazza un primo allungo a 62 km dal’arrivo e spezza il gruppo. Davanti restano in 15 e non ci sono i due Deceuninck Alaphilippe ed Almeida. Nessuno si aspettava un attacco brutale da così lontano.
Van der Poel ci riprova in discesa e si porta dietro Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), Wout Van Aert (Jumbo-Visma), Alex Aranburu (APT), Mikel Landa (TBV), Sergio Higuita (EFN), Egan Bernal (IGD), Tobias S. Foss (TJV), Tim Wellens (LTS), Romain Bardet (DSM) e Giulio Ciccone (TFS), prima del rientro di altri corridori.
Al terzo tentativo dell’olandese, la fuga capitola e Bernal prova l’allungo nella speranza di archiviare la giornata negativa vissuta ieri. All’attacco, rispondono prontamente Pogacar, Van Aert, Higuita e Van der Poel, Mentre il gruppo sta per ricucire sul quintetto, Van der Poel piazza l’allungo brutale con la barretta energetica tra i denti, segno che, forse, l’olandese ha deciso all’improvviso di resistere al ritorno del gruppo. Il traguardo è però ancora molto distante, quasi 50 Km.
L’azione è davvero poderosa e l’olandese guadagna più di tre minuti sugli inseguitori guidati da Formolo, oggi decisamente più pimpante di ieri.
Poco dopo la campanella dell’ultimo giro, Pogacar piazza un attacco deciso. Provano a resistere Van Aert e Landa, ma Pogacar fa il vuoto e va a riprendere Soler e Felline, che si erano portati in avanscoperta e, dopo pochi chilometri, li stacca inesorabilmente con un’altra accelerazione sul tratto in salita.
L’azione dello sloveno è ottima, va via con grande facilità , mentre davanti Van der Poel comincia a pagare lo sforzo e vede il vantaggio precipitare pericolosamente. Dietro, Van Aert resta solo ed arriva a pagare quasi un minuto.
Nel finale, anche Pogacar ha una lieve battuta di arresto, così che Van der Poel, stringendo i denti e dando tutto, riesce a vincere la tappa con soli 10 secondi sul leader della generale, mentre Van Aert, con altrettanto sforzo, riesce a ridurre in parte lo svantaggio nei confronti di Pogacar che sotto il traguardo si ferma 39 secondi. Ottima prova di Felline che giunge quarto con 1:26.
Lontanissimi tutti gli altri, Bernal e Formolo a 2:07, Wellens e De Marchi a 2:18, Landa a 2:25, Almeida a 4:00, Nibali a 4:20, Yates a 5:02, Quintana a 8:08, Thomas a 13:53.
Da anni, una corsa come la Tirreno Adriatico non vedeva attacchi come questi e distacchi di questo tipo. Pogacar, conscio che la tappa di oggi era adatta alle caratteristiche di Van Aert, ha deciso di attaccare da lontano ed ha avuto ragione, non ha voluto rischiare di andarsela a giocare a cronometro ed ha offerto un grande spettacolo insieme a Van der Poel che ha confezionato qualcosa di eccezionale.
Se queste sono le premesse, è lecito attendersi un grande spettacolo dalla stagione della classiche che inizierà a giorni con la Sanremo e da quella dei grandi giri che speriamo d vedere ricollocata nella sua normale finestra di calendario.
Benedetto Ciccarone