PARIGI-NIZZA CON FINALE A SORPRESA: ROGLIC CADE E CROLLA. BIS DI SCHACHMANN
Una tappa apparentemente semplice che avrebbe dovuto accompagnare Primoz Roglic (Jumbo-Visma) alla conquista della Parigi-Nizza si è clamorosamente trasformata nella più sorprendente delle debacles. Lo sloveno, dominatore finora della corsa Francese, è stato vittima di due cadute, la seconda delle quali lo ha estromesso dalla lotta per la vittoria finale. Il tedesco Maximilian Schachamann (Bora-Hansgrohe), stamane 2° in graduatoria alle spalle di Roglic, è dunque balzato in testa alla classifica bissando il successo ottenuto nel 2020. La frazione finale è andata al Danese Magnus Cort Nielsen (EF Education Nippo), bravo ad anticipare allo sprint Christophe Laporte (Cofidis) e Pierre Latour (Total Direct Energie).
L’8a ed ultima tappa della Paris-Nice era stata completamente ridisegnata venerdì a causa del divieto di far passare la corsa da Nizza imposto dal Prefetto della città della costa azzurra per motivi legati all’emergenza covid. Non più la classica tappa con partenza e arrivo a Nizza ed una lunga serie di colli e cotes attorno alla città che diede i natali a Garibaldi. Al suo posto una frazione brevissima (appena 92,7 km) con partenza a Le Plan-du-Var e arrivo a Levens. Il percorso prevedeva un circuito di circa 36,2 km da ripetere due volte per intero e poi un’ultima volta fino al traguardo posto al termine di una leggera salita a Levens. La principale difficoltà altimetrica di un percorso decisamente più semplice di quello ogirinario era la Cote de Duranus (3,9 km al 3,7% di pendenza media), strappo posto a metà del circuito.
Sin dal chilometro zero diversi corridori hanno provato a ‘prendere’ la fuga di giornata ma l’andatura tenuta dal gruppo non ha consentito a nessuno di avvantaggiarsi. Per contro, l’alto ritmo del plotone ha messo in difficoltà diversi corridori provocando la rottura del plotone in più tronconi.
Dopo una decina di chilometri hanno provato ad evadere Dylan Van Baarle (Ineos Grenadiers), Dylan Teuns (Bahrain-Victorius), Sergio Henao (Team Qhubeka-Assos) e Quentin Pacher (B&B Hotels p/b KTM) a cui si è poi aggiunto Dorian Godon (Ag2r Ciroen Team). I fuggitivi sono transitati in testa al primo passaggio sul gpm de la Cote de Duranus, ma pochi chilometri dopo sono stati riassorbiti dal gruppo.
Ai -70 una caduta ha coinvolto Primoz Roglic. Il leader della classifica generale è scivolato sul fianco sinistro procurandosi delle abrasioni sulla parte alta della coscia ma è comunque rientrato rapidadamente in gruppo. Un’altra caduta ha successivamente coinvolto Cyril Gauthier (B&B Hotels p/b KTM) e Scott Thwaites (Alpecin-Fenix). Entrambi si sono rialzati senza conseguenze e sono ripartiti.
A 59 km dall’arrivo si è finamelmente composta la fuga di giornata. Jonas Rutsh (EF Education First) , Tim De Clercq (Deceuninck-Quick Step) e Sven Bystrom (UAE Team Emirates), immediatamente seguiti da Edward Theuns (Trek-Segafredo), hanno provato ad allungare sul gruppo, guadagando subito un margine di una decina di secondi. Poco dopo alle loro spalle si è formato un quartetto inseguitore composto Stefano Oldani (Lotto-Soudal), Johan Jacobs (Movistar Team), Cees Bol (Team DSM) e Warren Barguil (Team Arkea-Samsic).
Il quattro fuggitivi sono riusciti a guadagnare un margine di 40” sul gruppo (ai -50) mentre gli inseguitori sono rimasti ancora per qualche chilometro a metà strada prima di rientare ai -47,5 dall’arrivo. Tra di loro non vi era però l’elvetico Jacobs, staccatosi poco prima. Si era invece riaccodato Laurens De Plus (Ineos Grenadiers), uscito dal gruppo in un tratto in salita. Il plotone, tirato dalla Bora-Hansgrohe, continuava a pagare un distacco di circa 40”. Da segnalare in questa fase una brutta caduta di Alexey Lutsenko (Astana Premier Tech), costretto al ritiro.
Nonostante la presenza di una fuga corposa, la bagarre non si è fermata principalmente per merito dell’iniziative di Luis Leon Sanchez (Astana Premier Tech) che ha provato un paio di volte a lanciarsi all’inseguimento dei battistrada. Il secondo tentativo, avvenuto ai -40, è stato quello buono visto che al Murciano si sono man mano accodati altri 7 corridori: Krists Neilands (Israel Start-Up Nation), Julien Bernard (Trek-Segafredo), Dylan Teuns (Bahrain-Victorius), Michael Matthews (Team BikeExchange), Omar Fraile (Astana Premier Tech), Damien Touzè (Ag2r Citroen Team) e Matteo Trentin (UAE Team Emirates). Si è così formato un drappello di 8 corridori all’inseguimento dei battistrada. All’ultimo passaggio sulla linea del traguardo (-36,2) I fuggitivi vantavano ancora 25” di vantaggio sugli inseguitori, mentre il grupppo principale era segnalato ad oltre 1′ di ritardo.
Ai -24 Roglic è rimasto coinvolto in una seconda caduta, stavolta con conseguenze ben peggiori rispetto alla prima. Il capitano della Jumbo-Visma è stato costretto a cambiare bici perdendo tempo prezioso. Il gruppo principale, vista l’assenza di Roglic, ha aumentato visibilmente l’andatura. A prendere il comando delle operazioni sono stati gli uomini della Bora-Hansgrohe, compagni di Maximilian Schachamann.
Nel frattempo l’inseguimento del gruppo di Luis Leon Sanchez si era completato con successo e in testa alla corsa si era così formato un gruppo di ben 16 corridori. L’accordo è però durato poco e Jonas Rutsh ha provato ad andaresene tutto solo per poi essere raggiunto da Sven Bystrom ai -20. In questa fase il gruppo è risucito a ridurre il gap sotto il minuto, mentre Roglic pagava già circa 1′30”. L’inseguimento dello sloveno è stato facilitato per alcuni chilometri dal prezioso lavoro svolto da Steven Kruijswijk, ma quando il neerlandese ha esaurito le energie, Roglic è rimasto in compagnia solo di Nacer Bouhanni (Team Arkea-Samsic) ed ha iniziato ad affondare anche a causa dell’andatura sempre più alta imposta al gruppo da Bora-Hansgrohe, Cofidis e Astana.
Nel contempo, Julien Bernard e Warren Barugil erano rientrati su Rutsch e Bystrom, mentre gli altri 12 fuggitivi sono stati invece ripresi alla spicciolata a 16 km dall’arrivo. Ma anche il destino dei 4 superstiti era ormai sengato visto che il gruppo si era ulteriormente avvicinato, portandosi a 30” dai battistrada. Roglic era invece crollato a 1′30” perdendo ogni speranza di conservare la leadership visto che Schachamann era distante appena 52” in classifica generale.
Il ricongiugimento coi fuggitivi ha avuto luogo ai – 11. Da lì in poi in testa al gruppo, ormai ridotto ad una trentina di unità, sono iniziati gli scatti. Il primo, a 10 km dall’arrivo, è stato sferrato da Alexander Vlasov (Astana Premier Tech), terzo in classifica alla partenza. Sulle ruote del russo si è però portato immediatamente Schachamann con Ion Izagirre (Astana Premier Tech) in scia.
Ai 5,5 dall’arrivo è stato il turno proprio di Izagirre, mentre 300 metri dopo è giunto l’attacco di Sergio Henao. Infine, quando mancavano 4,7 km, è arrivata l’azione di Krists Neilands (Israel Start-Up Nation), Gino Mader (Bahrain-Victorius) e Guillaume Martin (Cofidis). Questi ultimi sono stati ripresi ai 1800 dal traguado.
Il gruppo ridotto a poco più di venti unità si è così giocato la tappa allo sprint. Magnus Cort (EF Education First) è partito lungo e sfruttando una curva posta a meno di 100 metri dall’arrivo è riuscito ad evitare il ritorno di Christophe Laporte (Cofidis) e Pierre Latour (Total Direct Energie). Alle loro spalle Dylan Teuns (Bahrain-Victorius), Warren Barguil (Team Arkea-Samsic) e Dylan Van Baarle (Ineos Grenadiers). Roglic ha mestamente tagliato il traguardo con un distacco di ben 3′08”.
A trionfare per il secondo anno consecutivo è dunque Maximilian Schachamann che precede Alexander Vlasov di 19”, Ion Izagirre di 23” e Lucas Hamilton (Team BikeExchange) di 41”. Tiesj Benoot (Team DSM) si deve accontentare della quinta piazza (a 42”) davanti a Guillaume Martin 6° a 1′14”, Jack Haig (Bahrain-Victorius) 7° a 1′18” e Matteo Jorgenson (Movistar Team) 8° a 1′29”. Chiudono la top ten Aurelien Paret-Peintre (Ag2r Citroen) a 1′31” e Gino Mader a 1′32”. Roglic crolla in 15a piazza (a 2′16” da Schachamann).
Pierpaolo Gnisci