TIRRENO – ADRIATICO, AI PRATI DI TIVO POGACAR SI LIBERA DELLA MORSA INEOS
Tadej Pogacar fa quasi cappotto. Tappa, maglia azzurra, maglia verde degli scalatori e maglia bianca dei giovani. Solo la ciclamino resta sulle spalle di Van Aert che, sulle rampe verso i Prati di Tivo, si difende molto bene, considerato che non ha avuto un cambio. Bernal e Thomas sono i primi ad attaccare ma poi perdono le ruote del gruppetto dei migliori e salutano chanches per la vittoria finale. Buoni segnali da Yates ed Almeida, discreti da Landa e Quintana.
La sfida a distanza tra i due designati leader del prossimo Tour de France prosegue. Roglic fa man bassa alla Parigi Nizza, dove, a dir la verità , non ha grandi avversari, Pogacar si prende il primo posto in generale alla Tirreno Adriatico dove la concorrenza è decisamente più nutrita e pericolosa.
Oggi, lo sloveno ha dimostrato di essere il più forte in salita, senza squadra ha conquistato agevolmente il successo di tappa con un unico cambio di ritmo nel punto più duro della salita, che si trova nell’abitato di Pietracamela, con la pendenza che tocca il 12%. Il resto dell’ascesa è molto regolare sempre intorno al 6/7% e pertanto non favorisce più di tanto gli scattisti.
Tuttavia, anche il vincitore, nel finale, ha perso un po’ di brillantezza rischiando di essere raggiunto un ottimo Simon Yates, detentore del titolo che, dopo essere uscito di classifica, oggi ha sfornato un’ottima prestazione, levandosi di ruota scalatori di razza come Landa, Quintana e Bernal, con una accelerazione da grimpeur puro. Nel finale, il britannico è riuscito a ridurre lo svantaggio dal vincitore fino ad arrivare a pochissimi secondi. Pogacar, accortosi del ritorno di un cliente scomodo come Yates, dotato di buona esplosività , ha stretto i denti, riuscendo a mantenere un minimo margine.
Grande sconfitta la Ineos che ha tentato di fare la corsa. Bernal e Thomas hanno messo a tirare Filippo Ganna, che ha imposto un gran ritmo sulla salita finale, ritmo ha avuto come esito sia quello di ridurre il vantaggio dell’ultimo reduce della fuga di giornata, sia quello di assottigliare il gruppo che ha perso sin dalle prime rampe uomini importanti come Pinot e poco dopo Nibali.
L’azione era stata studiata bene, prima ha provato Bernal, seguito subito da Pogacar e, una volta esaurito quel tentativo, è partito in contropiede Thomas. Il vincitore dell’ultimo Tour de France però ha mangiato la foglia ed ha capito che non poteva correre dietro a tutti, perché avrebbe innescato una girandola di allunghi alternati. Ha quindi deciso di lasciare andare Thomas e di aspettare il punto più duro della salita per piazzare l’allungo decisivo, con il quale ha staccato tutti, ha raggiunto Thomas e poi ha staccato anche lui. La tattica della Ineos, nonostante fosse molto buona, si è inceppata, perché i due leader non erano evidentemente in grande giornata. I tentativi di Bernal e Thomas fanno pensare che neppure loro si fossero resi conto di non essere in gran condizione, tuttavia nel finale i due non sono riusciti neppure a reggere il ritmo di Van Aert ed hanno pagato circa un minuto sul traguardo. Anche se il Giro d’Italia è ancora lontano ed essere al meglio già ora potrebbe essere addirittura controproducente, il Bernal visto al Laigueglia ed alla Strade Bianche era sembrato decisamente più in palla.
Yates ha forse perso il momento giusto, ma su un successivo allungo di Bernal, Landa e Quintana si è fatto trovare pronto e, dopo aver preso la ruota dei due colombiani e dello spagnolo, è partito in contropiede con un bell’allungo.
Van Aert ha cercato di resistere e di perdere il meno possibile, conscio che, tra la tappa di domani e la cronometro conclusiva, può ancora sperare nella vittoria finale.
I muri previsti nel finale di domani sorridono alle caratteristiche di Van Aert ed il tracciato potrebbe essere molto complicato per un corridore come Pogacar che, anche se in ottima condizione, ha dimostrato di non avere una squadra all’altezza della situazione.
In un tracciato come quello di domani, la squadra potrebbe rivelarsi un arma molto importante. Oggi Pogacar ha potuto sfruttare il lavoro degli altri e piazzare il colpo vincente al momento giusto, ma domani toccherà alla UAE controllare la corsa ed allora le cose potrebbero complicarsi.
Proprio sulla base di questi ragionamenti, Van Aert ha cercato di gestirsi al meglio, di salire regolare, al massimo possibile, ed è riuscito a contenere molto bene il ritardo, specialmente se si pensa che non ha mai ricevuto un cambio.
Buoni segnali sono arrivati anche da Joao Almeida che, liberato dalle incombenze di gregariato in favore del campione del mondo, ha offerto una buona prova, rispondendo ad alcuni allunghi e concludendo a 35 secondi da Pogacar, più o meno insieme a Landa e Quintana. Questi ultimi hanno offerto una prova discreta, si sono dimostrati reattivi e battaglieri, ma nulla hanno potuto sugli allunghi di Pogacar e di Yates, tuttavia, come si diceva prima, è presto per essere al top della condizione.
La frazione è stata animata da una fuga composta da Mattia Bais (Androni-Sidermec) e Mads Würtz Schmidt (Israel Start-Up Nation), Emil Vinjebo (Qhubeka-Assos), Benjamin Thomas (Groupama-FDJ) e Marco Canola (Gazprom-Rusvelo) , formatasi nelle prime fasi di gara.
Sin dalla prima salita di Sella d Corno, il vantaggio, che era arrivato a toccare i nove minuti, comincia a scendere. Poco prima di scollinare il Passo dell Capannelle, rimangono davanti in tre, perché si staccano definitivamente Canola e Vinjebo.
Sulla salita di Prati di Tivo, Schmidt resta solo al comando, mentre dietro ci prova Ciccone ma Ganna fa buona guardia.
La battaglia scoppia quando prova Bernal con Pogacar, Landa e Quintana che reagiscono. E’ quindi la volta di Thomas, che va via da solo, ma a Pietracamela Pogacar lo raggiunge facilmente e lo stacca. In concomitanza, anche Schmidt viene riassorbito ai -6.
Mentre Pogacar procede in solitudine verso l’arrivo, dietro continua la battaglia con Bernal che riprova ad attaccare senza riuscire a fare il vuoto e pagando poi lo sforzo.
All’arrivo, il migliore dietro a Pogacar ed a Yates è Higuita, che precede Landa, Quintana, Almedia e Fabbro (migliore degli italiani) arrivati un po’ alla spicciolata. Van Aert chiude con 45 secondi ed in virtù degli abbuoni, si trova ora a 35 secondi dal capoclassifica. Landa e Higuita a 38, Quintana a 41 e Almeida a 45.
Visto le tappe rimanenti, l’unico che può aspirare a lottare ancora per la generale è proprio Van Aert che domani punterà al successo di tappa
Vale la pena di segnalare che Pogacar ha fatto il record della scalata che è comunque stata condotta a ritmi infernali, visto che il tempo di 36:06 è di ben due minuti e mezzo inferiore a quello fatto registrare da Froome nel 2013.
Benedetto Ciccarone