VAN DER POEL, RASOIATA D’AUTORE ALLA STRADE BIANCHE
Mathieu Van der Poel ha vinto l’edizione 2021 della Strade Bianche, con una accelerazione violenta sullo strappo di Santa Caterina che non ha lasciato scampo neppure ad un campione del mondo in grande spolvero come Alaphilippe. Corsa bellissima, esplosa già prima del tratto di Monte Sante Marie.
Nel 2020, la strade bianche aveva inaugurato la stagione ciclistica sconvolta dal restrizioni connesse al dilagare dell’epidemia a Covid19, quest’anno si è ritornati ad un calendario più tradizionale con il Laigueglia ad inaugurare la stagione delle corse serie.
Resta infatti incomprensibile a chi scrive come una corsa del calibro del Laigueglia possa essere tenuta fuori dal circuito world tour, in favore di corse di scarso valore tecnico, organizzate in posti del tutto inadatti ad ospitare corse ciclistiche.
Adattissimi sono invece gli sterrati senesi, teatro della battaglia odierna tra uomini di primo piano.
Questa corsa targata RCS non ha una grande tradizione, essendosi disputata, come corsa per professionisti, per la prima volta nel 2007 (con il nome di Monte Paschi Eroica) ma le strade affrontate sono perfette per offrire uno spettacolo ciclistico di grande spessore.
In breve infatti, la strade bianche è diventato un appuntamento irrinunciabile per i grandissimi delle corse di un giorno, ma quest’anno al via erano presenti anche grossi calibri delle grandi corse a tappe, come gli ultimi due vincitori del Tour de France Tadej Pogacar e Egan Bernal che è pure finito sul podio.
La corsa, anche quest’anno, non ha tradito le attese ed ha visto i big sugli scudi, con il gruppetto dei migliori che si è formato nel tratto di sterrato più difficile, quello di Monte Sante Marie. I componenti di questo drappello non verranno più ripresi e formeranno a loro volta altri meno folti gruppetti fino ad arrivare in tre ai piedi del severo strappo finale.
Non è stato semplice portar via la fuga, nonostante i continui attacchi nei primi chilometri.
I primi a sfuggire al controllo del gruppo sono stati Philipp Walsleben (Alpecin-Fenix), Kevin Ledanois (Arkea-Samsic) e Simone Bevilacqua (Vini Zabù) nel secondo tratto di sterrato. I tre sono poi stati raggiunti da Simone Petilli (Intermarché-Wanty-Gobert) e Samuele Zoccarato (Bardiani-CSF-Faizané).
Il gruppo però non ha lasciato un margine importante ai battistrada e questo ha favorito il rientro di Filippo Tagliani (Androni-Sidermec), Samuele Rivi (Eolo-Kometa) e Tosh Van der Sande (Lotto Soudal).
Così formato, il gruppo di 8 uomini in testa alla corsa è riuscito a scavare un solco massimo di 4 minuti e mezzo sul gruppo.
E’ stata la Jumbo Visma a polverizzare il vantaggio nel settore di sterrato di Lucignano d’Asso, con una accelerazione che ha portato il gruppo a meno di un minuto dalla testa della corsa in vista del fasi cruciali.
A questo punto, davanti si mescolano un po’ le carte con Tagliani che perde terreno, Petilli che prova l’azione solitaria, Rivi che fora e gli altri che vanno in difficoltà.
Dal gruppo, invece, rinvengono su ciò che resta della fuga Rudy Molard (Groupama – FDJ), Sergio Samitier (Movistar). Loïc Vliegen (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux).
Quest’ultimo stacca gli altri nel sesto settore di sterrato, ma viene a sua volta ripreso e staccato da Gianni Vermeersch (Alpecin-Fenix) e Gonzalo Serrano (Movistar).
A questo punto, ci prova l’intramontabile Greg Van Avermaet (Ag2r Citroen) che si porta dietro un gruppetto abbastanza folto dal quale sono però assenti gli uomini della squadre più attrezzate, la Jumbo e la Alpecin che organizzano l’inseguimento e riescono ben presto ad annullare il tentativo sullo sterrato di Monte Sante Marie.
E’ proprio questo difficile tratto di sterrato, intitolato al tre volte vincitore Fabian Cancellara, a dare alla corsa la fisionomia definitiva.
In testa, si forma un drappello composto da Wout Van Aert (Team Jumbo-Visma), Mathieu van der Poel (Alpecin-Fenix), , Michael Gogl (Team Qhubeka-Assos), Tadej Pogačar (Uae Team Emirates), Egan Bernal e Thomas Pidcock (Ineos-Grenadiers), Quinn Simmons (Trek-Segafredo) e Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick-Step).
All’inseguimento di questi atleti, c’è un altro gruppetto popolato da Kevin Geniets (Groupama-FDJ), staccatosi dal gruppo di testa, Gianni Vermeersch e Petr Vakoč (Alpecin-Fenix), Tim Wellens (Lotto Soudal), Jakob Fuglsang (Astana-Premier Tech), Kévin Geniets (Groupama-FDJ), Rob Power e Simon Clarke (Team Qhubeka-Assos). Simon Carr (E.F.).
Il vantaggio dei battistrada è di una manciata di secondi, ma il tasso tecnico dei corridori di testa si fa sentire ed i 19 chilometri asfalto tra la fine del Monte Sante Marie e l’inizio del tratto sterrato di Monteaperti non servono a far tornare sotto gli inseguitori. Questo nono settore è molto breve, ma presenta uno strappo secco sul quale scatta Alaphilippe. La vittima illustre è un po’ a sorpresa il detentore del titolo Van Aert, che rimane staccato insieme a Pidcock che in un primo tempo aveva accennato un tentativo di rientro.
Con grande caparbietà però, l’uomo di punta della Jumbo riesce a rientrare nel tratto di sterrato di Colle Pinzuto, anche perché i battistrada non si scatenano sulle severe pendenze che arrivano al 15%.
Sull’ultimo tratto di sterrato di Le Tolfe, Van Der Poel accelera e l’unico a tenere la sua ruote è Alaphilippe. Dietro però Egan Bernal stringe i denti e si riporta sulla coppia, mentre gli altri componenti del gruppetto di testa rimangono inesorabilmente staccati.
Ai -3, Van der Poel prova una prima accelerata, ma il terreno non è favorevole e gli altri due non si fanno sorprendere. Sul tratto al 16% di Via Santa Caterina, però, l’olandese piazza una rasoiata impressionante, violenta, irresistibile. Neppure il campione del mondo che è specialista di finali come questo riesce a replicare, mentre Bernal, che non ha nell’esplosività la sua dote migliore, non ci prova nemmeno e perderà ben 20 secondi in soli 700 metri.
Van Der Poel ha vinto meritatamente, è sempre sembrato in ottime condizioni, sulle Tolfe ha piazzato il primo attacco che ha ridotto il gruppo a tre unità, con Bernal che ha fatto fatica a rientrare e poi, sullo strappo di Santa Caterina, ha impressionato per la violenza che ha scaricato sui pedali, una vera fucilata senza possibilità di appello.
Alaphilippe non ha sfigurato, è stato sempre attento ed attivo ed è sembrato oggettivamene in forma, ha ceduto solo alla rasoiata del campione olandese che però è stata davvero una cosa fuori dall’ordinario.
Buoni segnali anche da Bernal che, sulle accelerate violente, ha ovviamente accusato, non possedendo quella esplosività necessaria in finali come questo, ma ha comunque dimostrato tenacia nel rientrare dopo le Tolfe e comunque ha confermato quanto di buono aveva già mostrato al Laigueglia mercoledì. In vista del Giro d’Italia la preparazione sembra partita col piede giusto.
Una grande corsa con grandi nomi strappati alla Parigi Nizza che inizierà domani.
Il Giro d’Italia quest’anno proporrà una bellissima tappa sugli sterrati con arrivo a Montalcino. Sarebbe bello che gli sterrati diventassero un appuntamento fisso per la corsa rosa, anche andando in altre regioni. Quest’anno ad esempio si arriverà a Sega di Ala e, dal Passo Fittanze, si stacca una meravigliosa strada con uno sterrato tenuto molto bene.
Le corse ciclistiche sono anche un’occasione per preservare e riscoprire sterrati che costituiscono un patrimonio importante, sia per il paesaggio sia per le corse ciclistiche che, oggi come oggi, forse trovano più occasioni per far selezione sugli sterrati piuttosto che sulle salite. Il livellamento dei valori, la tecnologia, le squadre che fanno ritmi elevatissimi rendono infatti sempre più difficile fare la differenza anche in salite molto ripide, mentre sugli sterrati questi elementi hanno meno peso. Oggi, sul Monte Sante Marie, c’erano corridori ovunque, ognuno da solo con sé stesso, anarchia totale.
Unico neo di questa corsa è il chilometraggio che, essendo sotto i 200 km, non è ancora all’altezza di quello delle grandi classiche, tuttavia rimediare a questo unico inconveniente non dovrebbe essere difficile.
Benedetto Ciccarone