CAMAIORE, KOREN BRUCIA GLI AZZURRI
Lo sloveno della Liquigas-Doimo Kristjan Koren si è imposto nel GP Camaiore, bruciando sul rettilineo finale gli italiani Visconti, Ginanni, Chiarini, Ciavatta e Bertagnolli. I sei facevano parte del gruppetto evaso al penultimo passaggio sul Monte Piloro.
Foto copertina: Koren festeggia sul podio il successo di Camaiore (foto dailypeloton.com)
Non è bastato a due toscani, uno di adozione, ad avere la meglio sulle strade di casa della sorpresa del 61° Gp di Camaiore, la sloveno della Liquigas-Doimo Kristjan Koren, che ha regolato sul rettilineo finale della corsa versiliana proprio Giovanni Visconti (ISD-Neri) e Francesco Ginanni (Androni Giocattoli) seguiti da Riccardo Chiarini (De Rosa-Stac Plastic), Paolo Ciavatta (Acqua & Sapone) e Leonardo Bertagnolli (Androni Giocattoli), cioè tutti i componenti del sestetto che ha animato le fasi calde della corsa toscana.
«Sono emozionato per la prima vittoria da professionista – afferma lo sloveno – che arriva dopo la gioia di aver preso parte al Tour de France. Tornato a casa non mi sono concesso pause ma ho lavorato per mantenere la condizione. Il percorso di oggi, poi, si adattava alle mie caratteristiche. In un’eventuale volata sapevo di avere buone possibilità: a 100 metri dalla linea ho trovato il giusto tempo e spazio, cogliendo così questo bel successo».
Nonostante l’esiguo numero di partenti, solo 84, la corsa è stata frizzante, anche per merito della sequenza di “giri sprint” sul lungomare del Lido. Una sorta di kermesse all’interno della gara, nella quale il corridore di casa Francesco Chicchi ha fatto da padrone, aggiudicandosi la speciale classifica a punti dedicata alla memoria di Fabio Casartelli.
Ma come sempre accade è stato il monte Piloro, da valicare 6 volte, a dividere come si dice in gruppo “i maschi dalle femmine”.
In un susseguirsi di fughe e ricongiungimenti, con i ragazzi in maglia Liquigas-Doimo nel poco simpatico ruolo di sceriffi, si è arrivati così al penultimo passaggio sulla salita amata dai ciclisti locali. Ed è proprio in quel frangente che dal gruppo di testa forte di una trentina di unità a causa di un attacco di Visconti e Ginanni si sono avvantaggiati in sei, gli stessi sei che nonostante indossassero maglie diverse, e un ultimo tentativo del Campione Italiano sull’ultimo passaggio sul Piloro, hanno unito i loro interessi raggiungendo il traguardo di comune accordo.
L’arrivo in volata sembrava favorire Francesco Ginanni, ma dal testa a testa tra i due “ragazzi del luogo” è uscita la maglia verde Liquigas dello sloveno. Vincitore lo scorso anno, nel corso del Giro Bio, delle ultime due tappe con arrivo a Bucine (AR) e a Gaiole (quella con le strade bianche del chianti). «Mi serviva il sole – ha dichiarato a caldo il vincitore -. Prediligo la bella stagione, nella quale sono in grado di ottenere il meglio da me stesso».
Poche recriminazioni da parte dei battuti. «La sorpresa va bene – ha dichiarato Visconti sotto il traguardo, visibilmente provato dalla fatica -. Quando ci sono le gambe si affronta meglio anche gli avversari che si conoscono un po’ meno. Koren ci è passato davanti a forte velocità e non c’è stato niente da fare». Dello stesso parere anche Francesco Ginanni, anche se ha ammesso di «avere forse un po’ sottovalutato l’avversario, il quale ha approfittato anche dell’ottima condizione che gli ha procurato il Tour de France».
Soddisfatto anche Paolo Bettini, presente alla gara e con la mente già al lavoro per portare la miglior nazionale possibile al suo debutto mondiale come CT. «Sono contento della prova dei nostri – ha confidato il neo cittì azzurro -. Se oggi possono esserci stati degli errori di valutazione da parte di Visconti e Ginanni, l’importante sarà lavorare bene in terra australiana. L’esperienza di Camaiore potrà essere importante in futuro». Nella sua disamina Bettini ha poi parlato di Chiarini: «Un’altra conferma, dopo la bella prova al Matteotti». Soffermandosi anche su Bertagnolli: «L’estate è la sua stagione e quando sta bene Leonardo è un corridore che non si discute». Ha infine giustificato la non brillante prova di Riccardo Riccò, al rientro alle competizioni dopo la caduta al Giro d’Austria. «Riccardo è rientrato dalla squalifica offrendo sempre buone prestazioni – ha spiegato Bettini -. Ovvio che dopo l’incidente al Giro d’Austria e il conseguente riposo forzato, la sua forma potesse non essere al top».
Mario Prato