COLPO GROSSO PER BRAMBILLA NELLE ALPI MARITTIME
Gianluca Brambilla (Trek – Segafredo) ha conquistato la vittoria nell’ultima frazione del Tour des Alpes Maritimes et du Var al termine di una fuga che lo ha visto resistere al ritorno del gruppo. Il vantaggio al traguardo gli ha inoltre permesso di portare a casa il successo finale con 5” su Michael Woods (Israel Start-Up Nation) e 6” sul compagno di squadra Bauke Mollema (Trek – Segafredo). Nella classifica di tappa il secondo posto è andato all’appannaggio di Tao Geoghegan Hart (INEOS Grenadiers) su Ben O’Connor (AG2R – Citroen).
La tappa conclusiva del Tour des Alpes Maritimes et du Var prometteva spettacolo con i suoi 131 chilometri che si svolgevano sulle montagne delle Alpi Marittime al confine con l’Italia. La partenza e l’arrivo erano poste a Blausasc, mentre il percorso erano un continuo su e giù con un totale di 3500 metri di dislivello. Le salite da affrontare, alcune categorizzate come GPM e altre no, erano la salita di Berre-les-Alpes a inizio tappa lunga 4.5 km al 6.1%. Dopo la discesa veniva affrontata un’accoppiata di salite con Coaraze (6 km al 5.8%) seguita dopo un riascquio dal Col Saint-Roch (5.8 km al 7.2%), prima salita categorizzata. Un’altra discesa anticipava il secondo GPM di giornata del Col de Braus (10 km al 6.3%) che portava la carovana nei pressi di Sospel, dove scalando il Col de Castillon (6.2 km al 5.7%) si riscendeva sfiorando Menton. Da qui si scalava l’ultimo gran premio di montagna del Col de La Madone de Gorbio che con i suoi 11.2 chilometri al 6.9% prometteva attacchi da parte di chi volesse conquistare il successo finale. Dalla vetta mancano 25 chilometri alla conclusione, dei quali metà in discesa, seguiti da un doppio strappo dove l’azione decisiva poteva anche prendere piede e gli ultimi 7 chilometri nuovamente in discesa fino all’arrivo di Blausasc.
La St Michel-Auber 93 non prendeva il via in mattinata a causa di un caso di covid-19 all’interno della formazione francese. Michael Woods (Israel Start-Up Nation) partiva coi favori del pronostico avendo la maglia di leader, ma i distacchi sui rivali erano molto ridotti, con in particolare Bauke Mollema (Trek – Segafredo) distante soltanto un secondo.
Nei primi chilometri erano tantissimi i corridori che provavano la fuga con la Israel Start-Up Nation a controllare la corsa. Il primo tentativo che riusciva a prendere un margine sul gruppo era rappresentato da Anthony Perez (Codifis), Rudy Molard (Groupama – FDJ), Fabio Felline e Hugo Houle (Astana-Premier Tech), Martijn Tusveld (Team DSM), Julien El Farès (EF Education-Nippo) e Quentin Pacher (B&B Hotels p/b KTM). Al loro inseguimento era presente un secondo gruppo formato da Jimmy Janssens (Alpecin-Fenix), Tao Geoghegan Hart (INEOS Grenadiers), Julien Bernard (Trek-Segafredo) e Simon Clarke (Team Qhubeka ASSOS), con David De la Cruz (UAE – Emirates) che riusciva ad unirsi a loro poco dopo. Un terzo gruppo di fuggitivi era quindi composto da Valentin Madouas (Groupama – FDJ), Nans Peters (AG2R Citroen), Gianluca Brambilla (Trek-Segafredo) e Alexis Vuillermoz (Team Total Direct Energie).
Lungo la salita di Coaraze questi gruppi si univano con un vantaggio sul gruppo di 50”. Sul Col Saint-Roch anche Angel Madrazo (Burgos-BH), Bruno Armirail (Groupama – FDJ) e Gorka Izagirre (Astana – Premier Tech) attaccavano dal gruppo. Madrazo restava però attardato rispetto ai compagni di attacco, mentre il gruppo scollinava il primo GPM con 1’20” di ritardo da De la Cruz, il quale attaccava in solitaria andando a iniziare la scalata al Col de Braus con 25” sul resto della fuga che comprendeva anche Armirail e Izagirre, mentre il gruppo si trovava a 2’. Appena iniziava la salita, erano Janssens, Geoghegan Hart, Molard ed El Fares ad attaccare rientrando su De La Cruz, che rimaneva attardato a causa di un problema meccanico. Inoltre, riuscivano a rientrare su di loro anche Armirail, Brambilla, Perez, Madouas, Molard, Tusveld e Vuillermoz; formando così un gruppo di undici elementi in testa alla corsa. Nel finale di salita restava attardato El Fares che scollinava in compagnia di Houle e Izagirre, i quali erano quindi i primi inseguitori attardati di 40”, mentre il gruppo principale si trovava a 2’10” nel momento dello scollinamento. Il primo gruppo inseguitore riusciva a sfruttare la discesa per rientrare sui primi fuggitivi, dal quale si staccava De la Cruz, probabilmente per un problema meccanico. Sul Col de Castillon la fuga, comandata principalmente dalla Groupama – FDJ, aumentava il suo vantaggio fino a tre minuti sul gruppo guidato dalla AG2R – Citroen, mentre El Fares rimaneva nuovamente attardato.
A 36 chilometri dall’arrivo la strada iniziava a salire verso il Col de La Madone de Gorbio con il gruppo attardato di 2’40” guidato dalla Israel Start-Up Nation. Perez, Tusveld e Houle erano i primi a cedere contatto, mentre ai -34 Geoghegan Hart provava ad aumentare il ritmo senza però fare la differenza. Il ritmo della Israel Start-Up Nation era importante riducendo a una ventina di unità il gruppo e a 2’ il ritardo dalla fuga ai -32. Dal gruppo provavano ad evadere molti atleti con Ben O’Connor (AG2R – Citroen) e Pavel Sivakov (INEOS Grenadiers), poco dopo anche Simon Carr tentava un attacco, senza grande successo però. Dalla fuga, nel frattempo, perdeva contatto Vuillermoz, dal gruppo faceva lo stesso un Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) evidentemente ancora in fase di preparazione. A trenta chilometri dalla conclusione, anche Janssens cedeva il passo della fuga, mentre in gruppo Dan Martin (Israel Start-Up Nation) aumentava considerevolmente il ritmo, mentre in testa era stato Armirail a tirare per tutta la salita con un vantaggio ai -28 che segnava ancora 1’30”. In questa fase, Madouas accelerava, con il solo Brambilla in grado di resistere al suo attacco, e addirittura in grado di rilanciare poco dopo, anche se Madouas era pronto a rispondere. In gruppo, Jakob Fuglsang (Astana – Premier Tech) attaccava con Michael Woods (Israel Start-Up Nation), Nairo Quintana (Team Arkéa Samsic) e David Gaudu (Groupama – FDJ), mentre Bauke Mollema (Trek – Segafredo) rimaneva leggermente attardato. Era poi il turno di Woods, poco prima dello scollinamento, ad attaccare riuscendo a iniziare la discesa con un piccolo gap sul resto del gruppo che a sua volta aveva un piccolo margine su Mollema. Questo gruppo perdeva 55” da Brambilla e Madouas, che avevano inoltre 25” su Geoghegan Hart. In discesa Molard e Izagirre rientravano su Geoghegan Hart. Mentre nel gruppo maglia gialla, Sivakov e O’Connor venivano ripresi dal gruppetto maglia gialla che si ricompattava, con l’atleta russo che incappava in una foratura venendo costretto a restare attardato.
La discesa terminava a 12 chilometri dalla conclusione con il duetto di testa che aveva 15” sul resto della fuga e 1’10” sul gruppo maglia gialla. Woods attaccava nuovamente sullo strappo e nessuno riusciva a chiudere su di lui in un primo momento, ma, poco dopo, Fuglsang, Quintana e Gaudu trovavano la collaborazione necessaria per chiudere su Woods, mentre Mollema riusciva a rientrare nel falsopiano seguente. Era però davanti che si decideva la corsa, quando Brambilla riusciva a liberarsi di Madouas vittima di crampi. Nel gruppetto inseguitore, invece, Izagirre cedeva contatto e si sacrificava per il suo capitano Fuglsang, in un gruppo sul quale riusciva a rientrare O’Connor. Seguiva una lunga fase di attacchi a ruota di tutti i componenti del gruppo, con il solo O’Connor a riuscire ad avvantaggiarsi, evidentemente meno marcato degli avversari.
Nel frattempo, Madouas veniva ripreso da Molard e Geoghegan Hart scollinando con un ritardo di 25” da Brambilla, il quale poteva inoltre contare di un margine di 40” sul gruppo maglia gialla. In discesa, Madouas scivolava attardando anche Geoghegan Hart, mentre O’Connor riusciva a chiudere su questo gruppetto, che in seguito rientrava su Molard che aveva sfruttato la situazione per avvantaggiarsi momentaneamente.
Il gruppo di Woods riusciva ad avvicinarsi su tutti questi ex fuggitivi con anche la collaborazione di Mollema, senza però mai riuscire a chiudere il buco. Brambilla, autore di una bellissima azione, riusciva a difendersi in discesa sia per conquistare il successo di tappa, ma soprattutto per conquistare il successo finale della corsa. Infatti, il gruppo inseguitore chiudeva a 13” con Geoghegan Hart che regolava la volata su O’Connor, e il gruppo maglia gialla arrivava a 18” sufficienti per garantire all’atleta italiano di conquistare il successo finale.
Dietro al corridore azzurro la classifica generale finale ha visto Michael Woods 2° a 5”, Bauke Mollema 3° a 6”, Rudy Molard 4° a 9” e David Gaudu 5° a 11”.
Carlo Toniatti.