L’ÉTAPE DU JOUR: MARTIGNY – BOURG SAINT MAURICE

luglio 21, 2009
Categoria: News

Il Tour torna definitivamente in Francia e lo farà con una frazione che attraverserà l’Italia. Si entrerà in Valle d’Aosta per il Gran San Bernardo e se ne uscirà per il “fratellino minore”, ma nessuna di queste due ascese faranno della frazione di Bourg Saint Maurice un percorso particolarmente appetitoso: troppo distante dal traguardo la prima, troppo pedalabile la seconda, questa sarà un’occasione d’oro per portare a termine una fuga scaturita su strade prestigiose. Tra i possibili protagonisti di giornata inseriamo ancora Pellizotti, che ne approfitterà per far man bassa di punti per la maglia a pois. Tra i big, attenzione a Nibali: la picchiata dal Piccolo San Bernardo è un invito a nozze per lo “Squalo dello Stretto”.

Col du Grand-Saint-Bernard, Col du Petit-Saint-Bernard: sono due paroloni che pronuciati così, alla “français”, riempiono la bocca e basta. Un po’ come accadrà oggi, quando le due storiche ascese farciranno il percorso della 16a frazione della Grande Boucle e si manterranno fedeli alla loro millenaria storia di punti di passaggio. E basta, perché mai come in questo caso è valido il proverbio “l’abito non fa il monaco”. E due salite di grido, pur affrontate di fila, non faranno l’altimetria della Martigny – Bourg Saint Maurice quella di una frazione pericolosa. Poteva accadere una volta, quando i mezzi erano meno “sofisticati” e le strade sterrate (ricordate l’impresa di Gaul nella frazione di Courmayeur del 1959, durante la quale si scalarono entrambi i passi valdostani?), ma in questa tappa pochi saranno i margini per un tentativo al vertice. La prima ascesa è la più idonea, per quota, lunghezza e pendenze (ultimi 6,6 Km al 8,2%) ma, per l’appunto, è la prima ed è inutile un tentativo così presto, quando mancano quasi 120 Km al traguardo, gran parte dei quali tracciati sull’interminabile strada di fondovalle. Il “piccolo” non è poi così piccolo, dall’alto dei suoi 2188 metri, ma non presenta mai pendenze adatte alla selezione e, lassù, il gruppo maglia gialla dovrebbe aver mantenute agganciate le vetture di testa, quelle sulle quali viaggeranno assai comodamente i migliori del Tour 2009. Insomma, un’altra tappa sprecata, alla quale sarebbe bastato qualche ingrediente in più per renderla “utile”: il Colle di San Carlo ad interrompere il lungo tratto facile tra i due San Bernardo, oppure il posticipo del traguardo a Les Arcs, che non avrebbe affatto scontentato gli amministratori locali (è una frazione di Bourg Saint Maurice) e che avrebbe potuto anche proporre qualche sorpresa (è in quella località che si concluse bruscamente la quinquennale egemonia di Indurain al Tour, nel 1996).
Il copione di questa frazione, dunque, sarà il solito: una fuga nata nei primi chilometri e con ottime probabilità d’andare all’arrivo, perché nessuno vorrà sprecare energie per gettarsi all’inseguimento, preferendo conservarle per le dure giornate che si prospettano nelle 48 ore successive. A provarci saranno tutti quei corridori che sognano un traguardo al Tour e che non par loro vero di poterlo firmare al termine d’una frazione di montagna. Vuoi mettere il loro nome nell’albo d’oro, in calce ad una frazione che segnala due ascese storiche, una delle quali considerata “Hors catégorie”, ovvero di massima durezza? Questo ci permette di lanciarci nella previsione nel nome d’un sicuro attaccante, quello di Pellizotti, che sul Gran San Bernardo avrà la preziosa opportunità di farsi una sostanziosa scorpacciata di punti e distanziare i più prossimi pretendenti alla maglia a pois. Un altro nome che vorremmo fare è quello di Nibali, per un’attacco nella picchiata finale: lo “Squalo dello Stretto” è un eccellente discesista e giù dal Piccolo San Bernardo potrebbe tentare di fare secco il gruppo maglia gialla. Non sarà facile, perché in classifica è 7° a 2’51” e sicuramente gli staranno alle calcagna, ma tentar non nuoce e potrebbe anche riuscire a guadagnare qualcosa, gestendo poi il margine acquisito nel tratto finale della discesa, poco propenso agli inseguimenti perché più ripido e tortuoso. Il fatto che molti non lo vedono come un potenziale pericolo per Contador potrebbe giocare a suo favore: se dello stesso pensiero fosse anche il diretto interessato in giallo, allora il tuffo dello Squalo nella terra dei Delfini potrebbe sollevare fragorosi spruzzi.

SOUVENIRS DU TOUR 1
Un traguardo volante conquistato dal colombiano Cabrera, affrontato nel corso della frazione Sion – Villefranche-sur-Saône (primo allo sprint il belga Hoste) costituisce l’unico precedente del Tour a Martigny, datato 20 luglio 1984. Stranamente, anche il Giro di Svizzera non ha mai proposto traguardi di tappa in questo centro che, invece, ha accolto 7 volte il Tour de Romandie, tra il 1953 (anno nel quale ospitò sia la partenza assoluta, sia la tappa conclusiva della corsa) ed il 1996, quando Mario Cipollini ebbe ragione in volata di Svorada e Traversoni.
Più ricco d’esperienze di Tour è il curriculum di Bourg Saint Maurice che in 70 anni ha accolto quattro “sprint”, una partenza ed un arrivo, entrambe in occasioni d’impegnative frazioni a cronometro. Particolarmente massacrante fu la prova contro il tempo che segnò l’ingresso di questo centro nel novero delle “ville-étape”, ancor più dura della frazione disputata pochi mesi fa alle Cinque Terre: il 27 luglio del 1939 si pedalò individualmente tra Bonneval-sur-Arc ed il “Borgo di San Maurizio”, percorrendo 64,5 Km e salendo fino ai 2770 metri del Colle dell’Iseran! Il più veloce fu il belga Sylvère Maes che impiegò quasi 2 ore a completare il tragitto, viaggiando ad una media di 33,5 Km/h. E pensate che quella non era una frazione singola, ma solo il momento centrale di una giornata suddivisa in ben tre semitappe, l’ultima delle quali si concluse a notte fonda! Altri tempi, altri Tour!

Pittoresco scorcio di Bourg Saint Maurice (panoramio)

Pittoresco scorcio di Bourg Saint Maurice (panoramio)

SOUVENIRS DU TOUR 2
Martigny è la quartà città per importanza del Canton Vallese, importante nodo stradale per il suo collocarsi all’incrocio delle strade del Gran San Bernardo e del Sempione, dove queste si fondono nella direttrice per il Lago di Ginevra ed il nord della nazione. La fondarono i Galli col nome di “Octodurus”, che poi mutò in “Forum Claudii Valensium” a seguito dell’occupazione romana, mentre l’odierno Martigny deriva da Martiniorum, significante “appartenente a Martino” e probabilmente riferito ad una villa suburbana oggi scomparsa. Le antiche vestigia sono ancora visibili e costituiscono la principale attrazione turistica. L’anfiteatro romano, restaurato negli anni ’90, oggi ospita rappresentazione teatrali e la “Foire du Valais” (Fiera del Vallese), in occasione della quale si svolgono i tradizionali “combat de reines” (battaglie tra vacche). Attorno ai resti di un tempio gallo-romano, invece, è sorta l’importante Fondazione Pierre Giannada, sede di diverse esposizioni temporanne e permanenti: queste ultime contemplano il museo archeologico, un’altro museo dedicato all’automobile, una mostra permanente su Leonardo Da Vinci ed una collezione di sculture moderne esposte negli spazi aperti.
“Martignerains” celebri sono San Teodoro di Sion, santo patrono del cantone e Pascal Couchepin, presidente della Confederazione Elvetica nel 2003 e nel 2008.
Bagnata dal fiume Isère, Bourg Saint Maurice è un’importante stazione di villeggiatura e di sport invernali, per i quali è stata realizzata, a partire dagli anni ’60, la stazione sciistica di Les Arcs, composta da quattro siti collocati tra i 1600 e i 2000 metri, collegati da una funicolare alla città base. Questa, sorta sul luogo dell’antica Bergintrum (anch’essa di genesi gallo-romana), deve il nome alla massicia diffusione, al di qua e al di là delle Alpi, del culto di San Maurizio, generale dell’impero romano che, in seguito alla sua adesione alle religione cristiana, fu martirizzato presso la città di Agaunum, centro oggi ridenominato proprio Saint Maurice e situato non lontano da Martigny, la località di partenza di questa frazione che, a pieno titolo, può essere soprannominata “mauriziana”.
Il più celebre “borain”, così vengono chiamati gli abitanti di questo comune, è Hervé Gaymard, attuale presidente del Consiglio Generale della Savoia ed ex ministro dell’economia, delle finanze e dell’industria, carica che ha rivestito nel terzo governo di Jean-Pierre Raffarin, subentrando nel ruolo al futuro presidente della repubblica Nicolas Sarkozy.

LA MÉTÉO
Possibilità di pioggia, alternata a schiarite, alla partenza di Martigny, dove si potrebbero incontrare anche condizioni di vento teso (max 23 Km/h). Temperature e umidità saranno attestate sui 25°C e sul 58%, mentre lo zero termico sarà registrato a 3600 metri di quota. Nessun problema, dunque, per il passaggio ai 2473 metri del Gran San Bernardo, dove la colonnina di mercurio si fermerà ai 14°C e la pioggia potrebbe scendere più copiosa rispetto alla partenza. Scongiurato il rischio neve, evento raro a luglio ma non impossibile (rammentate la tappe del Sestriere del 1996, accorciata a 46 Km per l’impossibilità di salire su Iseran e Galibier?), il tempo volgerà definitivamente al bello: poco nuvoloso e 25° C ad Aosta (passaggio attorno alle 15), identica (ma senza più nuvole) la situazione a Prè-Saint-Didier, il centro nel quale s’inizierà la seconda ed ultima ascesa di giornata. Inevitabilmente sul passo farà più fresco (16°C), poi la temperatura tornerà progressivamente a salire nella picchiata verso il traguardo. A Bourg Saint Maurice previste nuovamente temperature estive (max 27°C), poco “addomesticate” dal vento, che spirerà in maniera debole, mentre gli igrometri registreranno un tasso d’umidità del 44%.

BOULE DE CRISTAL
Dopo la giornata di riposo i corridori transiteranno in Italia, affrontando il Gran San Bernardo e successivamente il Piccolo San Bernardo. La tappa sarà caratterizzata da una fuga che, con ogni probabilità, andrà all’arrivo. Vedremo sicuramente qualche corridore italiano cercare la vittoria di tappa.
Per quanto riguarda gli uomini di classifica, il Piccolo San Bernardo potrà essere effettuato con un ritmo molto alto, cercando di mettere in crisi corridori in difficoltà visto che l’arrivo è subito dopo la discesa e spazio per recuperare non ce n’è.

LA TERNA SECCA DI LUCA ZANASCA

1° Pellizotti
2° Moreau
3° Le Mevel

Mauro Facoltosi & Luca Zanasca

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