GANNA SENZA RIVALI, ALMEIDA ORA CI CREDE

ottobre 17, 2020
Categoria: News

Solo uno superspecialista come Rohan Dennis riesce a contenere sotto il minuto il distacco da uno strepitoso Filippo Ganna, che riesce a far registrare il miglior tempo anche in cima al muro di Ca’ del Poggio, posto nella prima parte della tappa. Buona prova di Kelderman, ottima quella di Mc Nulty. Vicini gli altri uomini di classifica come Nibali Pozzovivo e Majka. Un po’ peggio Fuglsang, mentre Almeida guadagna su tutti i rivali diretti…. ed ora ci crede.

Una bellissima prova contro il tempo, molto ben disegnata tra i vigneti dai quali si ricava il prosecco, una tappa a cronometro in pieno stile Giro d’Italia sui 30/35 Km molto varia con pianura salita e discesa. Il percorso ideale, una crono più tecnica che da pedalare, ma anche con tratti in cui spingere il lungo rapporto. Il giusto mix per valorizzare la completezza di un corridore. Il vincitore del resto ha dimostrato in questo Giro d’Italia di essere in grado di far fruttare le proprie doti di potenza anche su salite con pendenze non impossibili come il valico di Montescuro. Oggi però Filippo Ganna è andato oltre, perché ha fatto registrare il miglior tempo anche in cima al Muro di Ca’ del Poggio, con pendenze vicine al 20%, che iniziava dopo soli 6 Km di corsa.
Per tutta la frazione, ha costantemente guadagnato sugli altri corridori, con un rapporto massimo impressionante 58×11. Soltanto un grande specialista due volte campione del mondo di specialità come Rohan Dennis, tra l’altro suo compagno di squadra, è riuscito a contenere il distacco sotto il minuto. La posizione perfetta, lo stile, la grande potenza sprigionata da Ganna sono uno spettacolo da vedere. Nei programmi originari dell’uomo che vestiva oggi la maglia iridata non c’era questa frazione, in quanto l’idea era quella di non disputarla a tutta per conservare le energie ed essere di aiuto al capitano Thomas, ma l’impressione è stata che, seppure avesse corso a mezzo gas, Ganna probabilmente avrebbe vinto ugualmente, anche perché anche Dennis si sarebbe dovuto risparmiare per aiutare Thomas.
Ora Ganna punta alla cronometro conclusiva di Milano, ma bisognerà vedere come uscirà dalla terza settimana del cui tracciato non si può ancora essere sicuri, ma che sarà comunque disputata in montagna.
Una menzione speciale merita Mc Nulty che, dopo aver rotto ieri il treno della Deceunick, mossa probabilmente determinante per la vittoria di Ulissi, ha disputato un’ottima prova, chiudendo in terza posizione e fermando i cronometri sul tempo di 43:49, superiore di poco più di un minuto rispetto a quello di Ganna. L’americano rientra in classifica, piazzandosi al quarto posto con un distacco dalla maglia rosa simile a quello degli altri uomini di classifica coma Nibali, Pozzovivo e Majka.
Passando all’argomento classifica generale, il migliore è stato certamente Joao Almedia. La maglia rosa ha disputato un’ottima prova nella prima e nell’ultima parte, mentre nella parte centrale è sembrato un po’ meno brillante, tanto che aveva dissipato il considerevole vantaggio che aveva su Kelderman in cima al muro di Ca’ del Poggio. Negli ultimi chilometri invece ha recuperato un buon colpo di pedale ed è riuscito ad infliggere 16 secondi di distacco al secondo della generale che ora si trova con un distacco che sfiora il minuto. Questo dimostra che, nonostante la giovane età, Almeida non ha pagato l’inesperienza e l’esuberanza, ma è riuscito a gestire bene la prova molto più lunga di quella inaugurale che lo aveva visto siglare il secondo tempo dietro solo a Ganna.
Molto regolare invece Kelderman, non ha patito crisi né ha avuto particolari acuti, sempre molto composto e molto regolare, questa è la sua dote che cercherà di mettere a frutto sulle grandi salite che cominciano domani. L’olandese ha meno di un minuto dalla maglia rosa ed un buon vantaggio sugli altri uomini di classifica che oggi hanno patito distacchi non risibili.
Nibali in particolare è sembrato un po’ legnoso, ha disputato gran parte della prova col 56×10, lo stesso rapporto di Rohan Dennis, un po’ troppo lungo da spingere per un uomo come Vincenzo Nibali che si difende abbastanza nelle prove contro il tempo, ma non può certo mettersi sullo stesso piano degli specialisti. Il distacco è stato di 2:54 dal vincitore e di 1:23 dalla maglia rosa. Ha fatto comunque meglio di Pozzovivo che però, sulla carta, avrebbe dovuto pagare molto di più del siciliano. Per questa ragione, nel complesso, la prova di Pozzovivo può essere considerata migliore di quella di Nibali. Il Lucano ha accusato un ritardo di 3:01 da Ganna e di 1:30 da Almedia, solo sette secondi peggio di Nibali.
Se l’è cavata bene anche Majka, che ha chiuso sedicesimo con un distacco di 2:37 da Ganna e di 1:06 dal leader delle generale.
Come ci si poteva aspettare, non ha esaltato Fuglsang che ha chiuso ventinovesimo con il tempo di 45:53 a 3:13 da Ganna ed è uscito dalla top ten provvisoria, trovandosi ora dodicesimo con un ritardo superiore ai 4 minuti.
Vicini a quelli di Nibali e Pozzovivo anche i tempi di Masnada e Pello Bilbao.
La classifica ora vede quindi Almeida ancor più saldamente in maglia rosa, con Keldermana 56 secondi, segue un plotoncino composto da Pello Bilbao, Mc Nulty, Nibali, Majka e Pozzovivo con distacchi tra i 2:11 di Pello Bilbao ed i 2:33 di Pozzovivo.
A questo punto, per Almeida è impossibile non crederci. Il portoghese ha retto molto bene sia sull’Etna che all’Aremogna e negli ultimi giorni non è apparso affatto in fase calante, anche se si sa che nella terza settimana la benzina potrebbe finire improvvisamente (Yates docet).
L’attuale maglia rosa ha poi a disposizione un’altra cronometro l’ultimo giorno e la memoria ci insegna che sia nel 2012 che nel 2017 la cronometro finale vide il cambio al vertice, in particolare nel 2017 con Dumoulin che perse la rosa sulle montane, cedendola a Quintana, e la riprese l’ultimo giorno. Per gli appassionati dei corsi e ricorsi storici anche il quel giro c’era un arrivo a Piancavallo ed una crono finale con arrivo Milano.
Domani tappa con 4 salite, non si tratta di salite impossibili e neppure attaccate l’una all’altra tuttavia la salita di Piancavallo nella prima parte potrebbe far male, le pendenze infatti arrivano sino al 14%. Nella seconda parte, però, anche i passisti possono difendersi egregiamente. Nel 1998 Pantani attaccò ad inizio salita, ma riuscì a rosicchiare solo 12 secondi a Zulle che invece patì molto di più le severe pendenze del Fedaia.
I distacchi non sono indifferenti, a questo punto bisogna chiedersi se Almeida può reggere sulle grandi salite e se ha il fondo per reggere le tre settimane. Dietro è tutto ancora aperto perché Kelderman ha sì oltre un minuto sul gruppo che lo segue, ma sinora il suo miglior piazzamento al giro è stato un settimo posto nel 2014.
La corsa in ottobre ed il freddo che i corridori troveranno in quota potranno però sconvolgere i consueti valori.

Benedetto Ciccarone

Filippo Ganna in azione sulle rampe del muro di Cà del Poggio (foto Bettini)

Filippo Ganna in azione sulle rampe del muro di Cà del Poggio (foto Bettini)

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