LA TAPPA DEL GIORNO: BASE AEREA RIVOLTO (Frecce Tricolori) – PIANCAVALLO
ottobre 18, 2020
Categoria: Approfondimenti
Le abbiamo a lungo attese e finalmente il Giro è arrivo al cospetto delle Alpi, che debutteranno con l’impegnativo arrivo in salita a Piancavallo, traguardo in salita affrontato in sole due occasioni al Giro ma già nobilitato dalle vittorie di Pantani nel 1998 e di Landa nel 2017. Chi sarà stavolta a scrivere il suo nome nel ristretto albo d’oro dell’ascesa friulana?
Con la classifica rivoluzionata dalla crono il Giro si appresta ad affrontare le Alpi, quest’anno suddivise in quattro frazioni la prima delle quali proporrà un arrivo in salita poco frequentato dalla Corsa Rosa ma che è già riuscito a ritagliarsi un paio di momenti di celebrità. Tre volte l’ascesa verso Piancavallo è stata inserita nel percorso del Giro e in due casi ha lasciato il segno, la prima volta nel 1998 (l’anno del debutto di questa salita) quando lassù si impose Marco Pantani e la seconda nel 2017 quando a vincere fu lo spagnolo Mikel Landa, alle cui spalle si verificò un ribaltone in classifica con il passaggio della maglia rosa dalle spalle dell’olandese Tom Dumoulin a quelle del colombiano Nairo Quintana, un ribaltone temporaneo perché due giorni più tardi Dumoulin ristabilì l’ordine nella conclusiva crono di Milano. Sono precedenti che fanno pensare e che riportano alla memoria le parole pronunciate nella primavera del 1998 dal russo Evgenij Berzin quando, dopo esser stato in sopralluogo sulla salita friulana, paragonò Piancavallo all’Alpe d’Huez. I numeri gli danno ragione perché la salita francese è più corta di qualche centinaio di metri rispetto a quella friulana, che invece ha un dislivello complessivo leggermente superiore. Anche la struttura della salita – 14. Km al 7.8% – è simile, con i tratti più impegnativi all’inizio (i primi 6.5 Km salgono al 9.4% medio) e il finale progressivamente più dolce, proprio come capita nei chilometri conclusivi della mitica ascesa del Tour. Non ci sarà solo il Piancavallo in questa frazione, il cui percorso ricorda molto quello della tappa del 2017; come quel giorno si dovrà affrontare l’ascesa alla Sella Chianzutan (ma dal versante opposto), mentre non faceva parte del tracciato della frazione vinta da Landa l’impegnativa Forcella di Monte Rest (7.4 Km al 7.5%), selettiva non solo per le pendenze ma anche per la carreggiata ristretta che la caratterizza su ambo i versanti. È una salita storica questa, perché è lassù che al Giro del 1987 si verificò il celebre attacco dell’irlandese Stephen Roche a Roberto Visentini, suo capitano in maglia rosa: è l’episodio passato alla storia come il “tradimento di Sappada” dal nome della località dove si concluse quella frazione, vinta dall’olandese Johan van der Velde
METEO
: Base Area Rivolto (Frecce Tricolori): cielo coperto, 13.9°C (percepiti 13°C), vento debole da NNE (4 Km/h), umidità al 39%
Pinzano al Tagliamento (37.2 Km): cielo coperto, 14.1°C, vento debole da E (2-3 Km/h), umidità al 69%
Villa Santina (traguardo volante – 81.3 Km) : nubi sparse, 13.5°C, vento debole da S (4-6 Km/h), umidità al 60%
Poffabro (traguardo volante – 135.9 Km) : nubi sparse, 12.9°C, vento debole da S (4 Km/h), umidità al 62%
Aviano (inizio salita finale – 170.6 Km) : poco nuvoloso, 15.3°C, assenza di vento, umidità al 60%
Piancavallo : cielo coperto, 7.5°C, vento debole da SSW (6-8 Km/h), umidità al 78%
GLI ORARI DEL GIRO
10.15: inizio collegamento RaiSport (50 minuti prima della partenza)
11.20: partenza dalla base aerea di Rivolto
12.25: inizio collegamento Eurosport Player (a circa 42 Km dalla partenza)
13.00-13.15: scollinamento Sella Chianzutan
13.20-13.35: traguardo volante di Villa Santina
14.00: inizio collegamento Rai2 (a circa 100 Km dalla partenza)
14.05-14.30: scollinamento Forcella di Monte Rest
14.45-15.10: traguardo volante di Poffabro
15.00-15.30: scollinamento Forcella di Pala Barzana
15.35-16.05: inizio salita finale
16.10-16.50: arrivo a Piancavallo
UN PO’ DI STORIA
Abbiamo già detto degli arrivi a Piancavallo (ai quali aggiungere il passaggio in testa di Emanuele Sella nel 2011, in occasione del tappone del Gardeccia vinto dallo spagnolo Mikel Nieve) e anche della tappa di Sappada, forse la più celebre tra le frazioni di montagna disputate in Friuli, regione che grazie all’intraprendenza di Enzo Cainero negli ultimi vent’anni è divenuta spesso sede di appassionanti frazioni della Corsa Rosa. In particolare è stato Cainero a far scoprire agli organizzatori della Corsa Rosa il Monte Zoncolan, una delle salite più dure d’Italia, che in precedenza era stata “offerta” al Giro d’Italia femminile, anche se nella tappa vinta dalla toscana Fabiana Luperini nel 1997 si affrontava il versante meno impegnativo, quello di Sutrio, e ci si fermava ai piedi del tratto più duro, che invece sarà inserito nel finale della tappa del Giro del 2003, conquistata dal trentino Gilberto Simoni. All’epoca direttore del Giro era Carmine Castellano, il quale fece capire a Cainero che mai si sarebbe potuto salire da Ovaro perché, a suo dire, non c’erano le condizioni di sicurezza per far transitare la corsa nelle basse gallerie che caratterizzano il finale e che non avrebbero consentito né il passaggio delle ammiraglie, né delle ambulanze. L’anno successivo ci sarà il cambio al vertice della Corsa Rosa e il nuovo direttore Angelo Zomegnan è di diverso parere: così nel 2007 si è per la prima volta saliti da Ovaro, dal difficilissimo versante che in seguito è stato riproposto altre cinque volte, consacrato da un’altra affermazione di Simoni (2007) e poi dalle vittorie del varesino Ivan Basso (2010), dallo spagnolo Igor Antón (2011), dall’australiano Michael Rogers (2014) e dal britannico Chris Froome nel 2018, nella stessa stagione che vedrà anche le donne misurarsi con questo versante, in cima al quale s’imporrà l’olandese Annemiek Van Vleuten. Altre difficili salite friuliane che Cainero in tempi recenti a fatto scoprire al Giro sono state il Passo Duron, il Passo del Pura, la Sella di Razzo, il Passo del Cason di Lanza e l’Altopiano del Montasio, mentre è rimasta sulla carta l’ascesa al difficile Monte Crostis, in programma nella tappa dello Zoncolan del 2011 ed estromessa dal tracciato all’ultimo momento in seguito alla protesta di alcuni direttori sportivi, a causa dell’impossibilità delle ammiraglie di accedere ad un lungo tratto di percorso per la strada eccessivamente stretta. Intanto il vulcanico Cainero non si ferma qui: per il 2021 ha già annunciato il difficilissimo arrivo al Monte Lussari, sopra Tarvisio, al termine di una ripida salita dal fondo sterrato.