POKER DI DÉMARE, TAPPE PER VELOCISTI DA RIPENSARE
La quarta vittoria del campione francese Démare in una tappa per velocisti puri con il più classico dei copioni, con fuga tenuta a bagnomaria tutta la tappa e raggiunta negli ultimi chilometri, impone una seria riflessione sul disegno delle tappe per velocisti che, pur essendo tappe di trasferimento, vanno ripensate in chiave moderna.
Spesso si osserva da più parti come, nel ciclismo moderno, le andature sempre più elevate per via della tecnologia e di diversi altri arcinoti fattori provochino effetti poco desiderabili, come la difficoltà di fare la vera differenza in salita, corse sempre più chiuse e quindi anche meno spettacolo e meno inviti ai corridori all’intraprendenza.
Se questa è la situazione riguardo alla salite, non vi è chi non intuisca che nelle tappe di pianura gli effetti siano amplificati oltremodo.
Già da moltissimi anni, nelle tappe pianeggianti, il copione abbastanza monotono è sempre quello di una fuga di un drappello composto principalmente da giovani di belle speranze che tentano di mettersi in mostra per gli sponsor e per far emergere le loro potenzialità . Oggi, con la situazione sopra descritta anche tappe con difficoltà altimetriche non impossibili difficilmente sfuggono alle grinfie dell’epilogo in volata a ranghi compatti.
Per questo motivo, ad avviso di chi scrive, le tappe completamente pianeggianti non possono più essere proposte se non in situazioni nella quali sia assolutamente impossibile comportarsi diversamente, come ad esempio per le tappe al centro delle desolate pianure dell’interno della Francia, dove il Tour in tempi andati si recava per quasi tutta la prima metà della corsa.
In Italia, una simile situazione si verifica, per nostra fortuna, solo nella pianura padana mentre, nelle altre zone del Paese è possibile trovare delle asperità da porre nella parte finale della tappa per offrire almeno una possibilità non solo teorica, per chi ha coraggio, di anticipare lo sprint.
Non è che non si riconosca che è necessario inserire in un grande giro delle tappe dedicate agli sprinter, tuttavia si ritiene che lo sprint debba essere comunque conquistato e che ci debba essere una battaglia non solo in astratto tra chi va in fuga e il gruppo che insegue.
Come si diceva oggi gli sprinter sono in grado di resistere su ascese non durissime, quindi l’inserimento di asperità nella parte finale della tappa non va a modificare la natura della tappa che rimane per sprinter, ma va ad inserire un barlume di interesse per la possibilità , seppur minima, di sottrarre la frazione da un esito scontato.
Nella zona di Rimini, è possibile trovare delle ascese fattibili come ad esempio nei dintorni di San Marino, anche se l’antica Repubblica era già stata toccata lo scorso anno in occasione della tappa a cronometro.
Detto ciò, la cronaca della corsa risulta davvero scarna; già nella battute iniziali evadono Mattia Bais (Androni Giocattoli – Sidermec), Marco Frapporti (Vini-Zabù), Sander Armée (Lotto Soudal), Francesco Romano e Fabio Mazzucco (Bardiani-CSF).
Questi uomini sono stati costantemente tenuti sotto tiro dal gruppo che ha mantenuto per moltissimi chilometri il gap nell’ordine dei tre minuti per opera delle squadre dei velocisti. Dopo il traguardo volante di Coriano, Elia Viviani viene investito da una moto per fortuna senza conseguenze, mentre davanti si rompe l’accordo tra i fuggitivi con Sander Armée e Mattia Bais che staccano gli altri attaccanti.
Elia Viviani rientrerà in gruppo senza particolari problemi mentre, quando mancano 25 chilometri all’arrivo Armée, resta solo in testa alla corsa, ma il gruppo procede ad elevatissima velocità e riassorbe l’ultimo baluardo della fuga ai -6.
A quel punto, parte la solita girandola dei treni con l’epilogo che non cambia rispetto a quanto visto sinora, Démare conferma la propria superiorità allo sprint e si rifà dei punti che Sagan era riuscito a recuperare ieri nella classifica per la maglia ciclamino.
Domani è prevista la tappa di Cesenatico che ricalca il percorso della Nove Colli, ci si aspetta battaglia anche se difficilmente entreranno in azione gli uomini di classifica.
Non è però escluso che qualcuno ci voglia provare, vista la mala parata che si profila per le montagne.
Non bisogna dimenticare infatti che Almeida, nella cronometro inaugurale ha viaggiato sui tempi di Geraint Thomas e si è classificato secondo dietro a Ganna a quindi potrebbe incrementare il proprio vantaggio in classifica generale nella cronometro di sabato che ha anche un chilometraggio di un certo rilievo.
Venerdì ci sarà un’altra tappa pianeggiate ma, fortunatamente, poco prima dell’arrivo di Monselice, saranno affrontati due dentelli con pendenze severe che potrebbero consentire a chi ha il coraggio di provarci di evitare la volata a ranghi compatti.
Benedetto Ciccarone