DOPPIO TERREMOTO AL GIRO: IL COVID MANDA A CASA DUE SQUADRE; TAPPA FOLLE, ANARCHIA TOTALE.
Con i tamponi molecolari del giorno di riposo, vengono trovati 8 positivi di cui due corridori e quattro meccanici della Mitchleton. Positivo uno degli attesi protagonisti sulle montagne, l’olandese Steven Kruijswisjk e il cacciatore di tappe Matthews. La Jumbo non si presenta al foglio firma, mentre la Sunweb parte regolarmente. Sagan conquista la tappa da campione dopo un attacco portato via di forza, nonostante il tentativo di Démare di impedire il formarsi della fuga con lo slovacco che si avvicina al francese nella classifica a punti.
Purtroppo oggi non è possibile parlare solo della interessantissima tappa andata in scena, perché il giorno di riposo è stato, come di consueto, giorno di tamponi e stavolta i tamponi hanno provocato un terremoto che non ha nulla da invidiare ai terremoti provocati da un tappone di montagna o da una tappa a cronometro.
La positività di quattro membri dello staff ha portato al ritiro della squadra della Mithcleton che già aveva perso il proprio capitano Simon Yates, il quale non era però affatto brillante forse proprio a causa del virus SarsCov 2 in incubazione.
Positivo anche l’olandese Steven Kruijswick, atteso protagonista per la classifica generale anche se, pure lui, nella tappa con arrivo all’Aremogna non era apparso brillante ed aveva perso diversi secondi nel finale. Anche in questo caso, la squadra ha deciso per il ritiro, non presentandosi alla partenza. In questo caso però, la squadra non ha rispettato il protocollo UCI che prevedeva il ritiro della squadra con almeno due positività .
Protocollo che invece ha deciso di rispettare la Sunweb che, con il solo Matthews positivo, ha deciso di prendere il via.
Ora i controlli dovrebbero essere rafforzati in quelle squadre con i test rapidi mentre, nel secondo giorno di riposo, verranno ripetuti i tamponi molecolari.
In questi giorni, tra le neve che sta cominciando a cadere copiosa sulle alpi e il covid che comincia a serpeggiare, nonostante la bolla, il povero Vegni si ritrova con diverse gatte da pelare.
Tutti gli appassionati sperano che si possa arrivare a Milano senza altre defezioni e dopo aver percorso integralmente il tracciato previsto.
Nonostante le defezioni di atleti importanti, la tappa è stata molto interessante sin dalle prime battute. Dopo una iniziale girandola di scatti e controscatti, si forma in testa una coppia di lusso formata da Sagan e Ganna. In questa fase, la tappa doveva affrontare il GPM di Chieti che prevedeva la salita da Via del Tricalle (chiamata dal locali la salita del gas). Il sottoscritto può garantire per esperienza personale che le pendenze sono di quelle che fanno davvero male ben oltre il 20% nonostante la brevità del tratto duro.
I due non riescono a guadagnare moltissimo perché il gruppo dietro viaggia ad elevata velocità . Poco dopo, sulla coppia di testa, si porta un drappello di contrattaccanti con Jhonatan Restrepo (Androni Giocattoli-Sidermec), Simon Clarke (EF), Ignatas Konovalovas (Groupama-FDJ), Davide Villella e Dario Cataldo (Movistar), Ben Swift e Filippo Ganna (Ineos-Grenadiers), Stéphane Rossetto (COF) e Nicolas Edet (COF).
In gruppo Démare mette la squadra davanti a tirare a tutta per chiudere sulla fuga, in particolare per via della presenza di Sagan che è l’unico che potrebbe insidiare la sua maglia ciclamino.
Il ritmo porta al riassorbimento di un gruppetto di ulteriori contrattaccanti con Jaakko Hänninen (Ag2r La Mondiale), Simon Pellaud (Androni Giocattoli-Sidermec), Kamil Malecki (CCC), Thomas De Gendt (Lotto Soudal) e Giovanni Visconti (Vini Zabù KTM) che si era formato alle spalle della testa della corsa.
Dopo una prima fase di inseguimento, nella quale il vantaggio era rimasto stabilmente oltre i 30 secondi, il gruppo riesce a recuperare un po’ portandosi a 20 secondi dalla testa. Giulio Ciccone, che faceva parte della fuga, poco convinto della possibilità della fuga di andar via, si rialza mentre Edet e Rossetto sembrano non aver le gambe per reggere il ritmo indiavolato dei battistrada che cercano disperatamente di prendere il largo e non vogliono rassegnarsi al ritorno del gruppo.
La testardaggine dei fuggitivi ha la meglio perché, nonostante il gruppo viaggi a 60 km orari con Démare che si mette anche a tirare in prima persona, il distacco non viene significativamente eroso perché davanti c’è un passistone come Ganna ed altri ottimi corridori che si danno cambi regolari. Il ritmo elevato dei fuggitivi causa addirittura il distacco in pianura di alcuni componenti del drappello meno brillanti.
In gruppo nessuna squadra offre collaborazione al ritmo folle imposto dalla Groupama ed alla fine la squadra della maglia ciclamino è costretta a tirare in remi in barca e lasciare che la fuga prenda un vantaggio che arriva quasi a 5 minuti con un perfetto accordo tra i componenti.
La UAE Emirates di Ulissi, che potrebbe ambire ad un traguardo come quello odierno, si mette in testa per controllare il vantaggio ed eroderlo un po’, cosa che in effetti avviene perché ai piedi del muro di Colonnella il vantaggio è dimezzato. Sullo strappo prova ad avvantaggiarsi Cataldo, ma Sagan si riporta sulle ruote del corridore di casa trascinandosi dietro parte del gruppo di testa che però comincia a sfilacciarsi, con Ganna che perde terreno. Sul muro di Controguerra, non succede granchè anche perché le pendenze sono elevatissime e scattare diventa molto difficile, inoltre la distanza dal traguardo non consiglia di tentare una azione solitaria. In gruppo però Pozzovivo mette davanti la squadra ed il ritmo sale notevolmente.
Nella discesa però Ganna riesce a rientrare sulla testa, in modo egregio, mentre dietro è proprio Pozzovivo che, a causa di un incidente meccanico, è costretto a fermarsi e ad iniziare un disperato inseguimento per riprendere le ruote del gruppo maglia rosa che, sui due muri affrontati sino a quel punto, si era ridotto davvero parecchio. Il lucano riesce a riportarsi sul gruppo dei migliori dimostrando l’ottima condizione che lo assiste.
Nelle fasi successive, davanti si forma una coppia con Sagan e Swift che staccano tutti gli altri mentre dal gruppo evade Pello Bilbao che decide di attaccare la maglia rosa.
Sull’ultimo strappo verso Tortoreto alta, Bilbao supera Swift che patisce l’accelerazione di Peter Sagan che se ne va da solo quando il vantaggio su Pello Bilbao è di soli 10 secondi e di circa 20 sul gruppo maglia rosa. E’ proprio il leader della classifica generale che accelera sulle dure rampe al 18% per difendersi dall’attacco di Pello Bilbao che non riesce a riportarsi sullo slovacco al comando. Anche Pozzovivo prova ad allungare.
Nella discesa Pello Bilbao viene ripreso, mentre Sagan tira dritto a tutta. In gruppo fora Fuglsang in un punto in cui non c’è l’assistenza delle ammiraglie. Il danese si fa dare la bicicletta da Felline ma il ritardo è grave ed il capitano dell’Astana non riuscirà a rientrare.
Sul traguardo si presenta Sagan in perfetta solitudine mentre, dietro, Brandon McNulty (UAE Team Emirates) precede di pochi secondi il gruppo maglia rosa regolato allo sprint proprio dal capoclassifica che va a prendersi l’abbuono per il terzo posto.
Fuglsang, ritrovatosi in un gruppetto con tutti gregari dei suoi avversari, è costretto a prendere completamente sulle sue spalle l’inseguimento ed alla fine il passivo sul traguardo rispetto ai big sarà superiore al minuto.
Sagan ne ha fatta una delle sue: è partito nelle prime fasi di gara quando mancavano ben più di 100 Km al traguardo. Nonostante l’inseguimento forsennato del gruppo durato moltissimi chilometri, non ha ceduto ed è riuscito, grazie anche alla collaborazione degli altri fuggitivi, a resistere all’attacco della Groupama. Sull’attacco di Cataldo, è stato prontissimo e replicare ed infine è stato implacabile sul muro finale. Non ha avuto scampo Swift, ma neppure Pello Bilbao, che pareva in forte rimonta, è riuscito ad agganciarlo nel finale. La discesa lo ha aiutato a consolidare il vantaggio ma poi anche in pianura il campione slovacco ha retto bene, riuscendo a tornare alla vittoria dopo un lungo digiuno.
Ottimo anche Ganna che, nella prima fase, ha contribuito al buon esito della fuga grazie alle proprie doti di passista e che, a questo punto, se ancora in condizione potrà lottare per la vittoria nella tappa a cronometro del prosecco.
Almeida è apparso reattivo quando ha visto in pericolo il simbolo del primato. Non sarà un gioco da ragazzi strappargli le insegne rosa, specialmente se la terza settimana dovesse subire pesanti modifiche a causa del meteo. La situazione sembrerebbe in miglioramento tuttavia, anche se si dovesse riuscire a sgombrare la strada dalla neve caduta nei giorni scorsi, non bisogna sottovalutare le temperature che, se fossero particolarmente rigide alle quote del Passo dello Stelvio, Cima Coppi, e del Colle dell’Agnello, potrebbero far scattare il protocollo Uci sulle condizioni meteo estreme che prevede il blocco delle corse in caso di temperature sotto lo zero.
Domenico Pozzovivo sembra il più in condizione ed essendo ottimamente piazzato in generale diventa un candidato alla vittoria finale. Va però considerato che, in passato, lo scalatore lucano ha sempre accusato dei passaggi a vuoto nelle corse di tre settimane.
Nibali si è mantenuto tranquillo e, vista la mancanza di esplosività , sta sicuramente tramando qualche azione per le tappe con le salite vere.
Domani dovrebbero tornare in scena i velocisti, mentre dopodomani l’attesissima tappa di Cesenatico che ricalcherà il percorso della nove colli e renderà omaggio al Pirata.
In una corsa come quella che stiamo vivendo, nella quale non ci sono squadre a farla da padrone come abbiamo invece visto al Tour, c’è da aspettarsi di tutto.
Benedetto Ciccarone