IL PORTOGALLO GODE: GUERREIRO VINCE, ALMEIDA TIENE LA ROSA
Sorride al Portogallo la 9a tappa del Giro d’Italia 2020. Ad alzare la braccia al cielo, al termine di una tappa condizionata dalla pioggia e infine anche da un forte vento, è stato il lusitano Ruben Guerreiro. Il corridore della EF Pro Cycling ha avuto la meglio su Jonathan Castroviejo (Ineos Grenadiers) al termine di una fuga nata ad una settantina di chilometri dal via. Il suo connazionale Joao Almeida (Deceuninck-Quick Step) è invece riuscito a difendere la maglia rosa, conquistata ormai 6 giorni fa sull’Etna, nonostante abbia perso qualche secondo lungo le dure rampe finali che portavano ai 1658 metri di Piano Aremogna.
La tappa odierna si presentava come una delle più complicate della prima parte di Giro con i suoi 4000 metri di dislivello. I primi 30 km, tutti lungo la costa adriatica, erano pianeggianti. Arrivati a Fossacesia, si iniziava a salire verso Guardiagrele (km 75,6) dove era posto il primo traguardo volante di giornata. Superato un breve tratto in discesa, iniziava la salita più dura di giornata, il Passo Lanciano (12,4 km al 7,1%) la cui vetta era posta al km 91,9. Dopo la successiva discesa la strada ricominciava a salire, seppur senza grandi pendenze, vista la presenza di altri due gpm, il Passo di San Leonardo (km 146) e la salita di Bosco Sant’Antonio (km 181,4), entrambi di seconda categoria.
Proprio in cima al 3° gpm di giornata iniziava un tratto sostanzialmente pianeggiante che terminava nell’abitato di Roccaraso (km 198,8), dove aveva inizio la salita finale, lunga quasi 10 km. L’ascesa era divisa in due parti: la prima, lunga 5 km e con pendenze compese tra il 5 e il 7 %, era seguita da tre km di falsopiano; la seconda parte terminava in sotto il traguardo ed era lunga 1,6 km con pendenze sempre intorno al 10%.
Da segnalare il ritiro di Rudy Barbier (Israel Start-Up Nation) che non è partito a causa di problemi intestinali.
La partenza della corsa è avvenuta sotto una fitta pioggia. Sin dal via è iniziata la bagarre visto che in tanti avevano intenzione di entrare nella fuga di giornata. Tra i più attivi, da segnalare Filippo Ganna (Ineos Grenadiers) e Victor Campenaerts (NTT Pro Cycling). Proprio perchè la fuga interessava a tanti, nessuno è riuscito ad evadere e la battaglia ha continuato ad infuriare per tantissimi km. Ne è venuto fuori un inizio ad altissima velocità. A farne le spese Pavel Kochetkov (CCC Team) e Stephane Rossetto (Cofidis) che hanno subito perso contatto dal gruppo e si sono ritrovati ad inseguire per tutta tappa. Il russo si è poi ritirato dopo neanche 100 km.
Intorno al km 40 si sono avvantaggiati un instancabile Filippo Ganna, Kilian Frankiny (Groupama-FDJ), Luca Chirico (Androni Giocattoli-Sidermec) e Dario Cataldo (Movistar). I 4 attaccanti hanno raggiunto circa mezzo minuto di vantaggio prima di essere ripresi. Dopo un’ora di corsa i corridori avevano già percorso 50 km, ma la fuga non era riuscita ancora ad andare via.
I tentativi si sono speracati. Dopo un attacco di Matteo Spreafico (Vini Zabù-Brado-KTM), è stato il turno di un terzetto formato da Josef Cerny (CCC Team), Matthew Holmes (Lotto-Soudal) e Simon Pellaud (Androni-Giocattoli), già protagonista di numerose fughe nel corso delle prime tappe. I tre sono evasi poco prima dell’inizio della salita che portava a Guardagrele ma sono stati ripresi al km 70 km. Poco prima del traguardo volante posto al km 75,6, hanno provato ad avvantaggiarsi Jack Haig (Mitchelton-Scott), Jonathan Narvaez (Ineos Grenadiers) e il duo del Movistar Team formato da Davide Villella e Sergio Samitier. Con loro inizialmente si è ritrovato anche Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo), che ha ovviamente subito desistito. Anche questo attacco non ha avuto fortuna.
Proprio in prossimità del traguardo volante di Guardiagrele, è finalmente andata via la fuga di giornata grazie all’azione di un quartetto formato da Ruben Guerreiro (EF Pro Cycling), Ben O’Connor (NTT Pro Cycling), Jonathan Castroviejo (Ineos Grenadiers) e Eduardo Sepulveda (Movistar Team). Il gruppo ha rallentato e il drappello di testa ha immediatamente guadagnato, imboccando l’ascesa al Passo Lanciano con un paio di minuti di vantaggio. Dietro di loro, con circa 30” di ritardo, inseguivano Giovanni Visconti (Vini Zabù-Brado-KTM) e Larry Warbasse (Ag2r La Mondiale). Poco più dietro vi era invece l’elvetico Kilian Frankiny (a 40”). I tre inseguitori sono riusciti a rientrare sulle prime rampe della salita dando vita ad un gruppetto di 7 uomini.
Nel frattempo anche il danese Mikkel Bjerg (UAE-Team Emirates) era uscito dal gruppo all’inseguimento dei battistrada, iniziando la salita con circa 4’ di ritardo. Il danese ha man mano recuperato ed è passato al gpm di Passo Lanciano (vinto da Giovanni Visconti davanti a Guerreiro e Castroviejo), con uno svantaggio di circa 1’, prima di rientrare al termine della discesa (ai -89). Il gruppo, dopo essere transitato al gpm con 6’30” di ritardo, ha condotto la discesa a velocità altissima recuperando un minuto agli 8 battistrada. In particolare sono stati gli uomini della Trek-Segafredo, guidati da Giulio Ciccone, ad imporre l’andatura in discesa spaccando il gruppo in più tronconi. Tra i corridori rimasti attardati anche Filippo Ganna (Ineos Grenardiers) e Harm Vanhoucke (Lotto-Soudal). Finita la discesa, l’andatura del gruppo è calata e i vari drappelli si sono ricongiunti. Il distacco si è così stabilizzato intorno ai 6’20” per diversi km, mentre sulla corsa tornava il maltempo.
Lungo la salita verso Passo San Leonardo (km 154,7) il gruppo, tiratato dagli uomini di Deceuninck-Quick Step, Astana Pro Team e Trek-Segafredo, ha aumentato notevolmente l’andatura facendo staccare diversi corridori e recuperando oltre due minuti ai fuggitivi. In cima al gpm, vinto nuovamente da Giovanni Visconti davanti a Guerreiro e Castroviejo, il distacco del gruppo era di poco inferiore ai 4’. Il gap è rimasto costante nella successiva discesa, al termine del quale iniziava subito l’ascesa verso Bosco di Sant’Antonio (9,4 km al 5,1%). Appena iniziata la salita, Bjerg e Castroviejo hanno provato ad avvantaggiarsi. Su di loro sono rientrati rapidamente Frankiny, Warbasse e quindi anche Guerreiro che ha poi vinto il gpm davanti a Castroviejo e Frankin. Lo svantaggio in questa fase è nuovamente diminuito (3′22″ al gpm) a causa della ricomparsa in testa degli uomini della Trek-Segafredo. Nel successivo tratto di falspoiano il gruppo ha però rallentato e la fuga ha riguadagnato qualche secondo.
Giunti nell’abitato di Roccaraso, ai piedi della salita finale, il gruppo si è frazionato a causa del vento e del ritmo imposto dagli uomini del Team Sunweb. Iniziata la salita, però, è stato nuovamente Antonio Nibali (Trek-Segafredo) a prendere la situazione in mano favorendo la selezione del gruppo. Nel frattempo, ai -6, nel gruppo di testa Castroviejo ha provato a scrollarsi di dosso i quattro compagni di fuga. L’unico a resistergli è stato Guerreiro, mentre Frankiny, Warbasse e Bjerg sono andati in difficoltà.
Il primo a rompere gli indugi nel gruppo è stato invece Lucas Hamilton (Mitchelton-Scott) seguito a ruota da Tao Geoghegan Hart (Ineos Grenadiers). I due contrattaccanti all’imbocco della rampa finale avevano già guadagnato circa 40 secondi sul gruppo. Davanti invece Warbasse, Frankiny e Bjerg inseguivano i due battistrada a 30”. Prorio all’inizio dell’ultimo tratto di salita, il vento è diventato ancora più insistente spirando in direzione laterale rispetto alla marcia dei corridori.
Forse anche a causa di questo aspetto i due battistrada hanno proseguito insieme giocandosi la tappa in volata. Castroviejo, che ha condotto in testa per tutto l’ultimo km, ha provato ad accelerare ai 200 metri ma Guerreiro gli è facilmente uscito di ruota, tagliando il traguardo con 8” di vantaggio sullo spagnolo. 3° posto, a 58”, per Mikkel Bjerg che ha preceduto Kilian Frankiny (4°) e Larry Warbasse (5°), entrambi giunti ad 1’16”. A pochi secondi da loro sono arrivati i due contrattanti, ovvero Tao Geoghegan Hart (6° ad 1’19”) e Lucas Hamilton (7° a 1’32”).
Nel gruppo maglia rosa la battaglia si è consumata soltanto dopo il triangolo dell’ultimo chilometro. A fare la selezione sono stati Wilco Kelderman (Team Sunweb) e Jakob Fuglsang (Astana Pro Team) giunti ad 1’38” insieme all’altro corridore del Team Sunweb, Jai Hindley. Poco dietro il duo Bora formato da Rafal Majka e Patrick Konrad, arrivato ad 1’41”. Domenico Pozzovivo (NTT Pro Cycling) ha tagliato il traguardo ad 1’44” in compagnia di Brandon McNulty (UAE Team Emirates). Non bene Vincenzo Nibali, arrivato 16° ad 1’52”, mentre Joao Almeida (Deceuninck-Quick Step) ha perso 1’56”, conservando la maglia rosa. Ancora peggio Steven Kruijswijk (Jumbo-Visma), giunto ad 1′59″ insieme ad Harm Vanhoucke (Lotto-Soudal).
Nella nuova classifica generale il portoghese guida con 30” su Wilco Kelderman, 39” su Pello Bilbao (Bahrain-McLaren) e 53” su Domenico Pozzovivo. Vincenzo Nibali resta in 5a posizione a 57” dal portoghese e con appena 4” di vantaggio su Jakob Fuglsang, ora 6°. Il giovane Harm Vanhoucke è scivolato in 7a posizione, ad 1’02”. Chiudono la top ten Patrick Konrad (8° a 1’11”), Jay Hindley (9° a 1’15”) e Rafal Majka (10° a 1’17”).
Domani è in programma il primo giorno di riposo della Corsa Rosa. Si ripartirà martedì con la 10a tappa, da Lanciano a Tortoreto per un totale di 177 km. La prima parte del percorso sarà abbastanza semplice, nononostante un paio di strappi di cui uno classificato come gpm di 4a categoria. Ben più insidiosi saranno invece I 40 km finali a causa della presenza di 5 muri in rapida sequenza nel giro di neanche 20 chilometri. Tra questi da segnalare in particolare il primo a Colonnella (km 140) e l’ultimo a Tortoreto (km 168). Gli ultimi 10 km saranno invece completamente piatti. Tappa insidiosa che potrebbe favorire una nuova fuga e stuzzicare qualche uomo di classifica.
Pierpaolo Gnisci