A VIESTE SCOCCA L’ORA DI DOWSETT, IL COVID METTE FUORI CORSA YATES
Una lunga fuga terminata con l’assolo di un emozionatissimo Alex Dowsett (Israel Start-Up Nation). E’ questo il riassunto dell’8a tappa del Giro d’Italia 2020. Il britannico, ex-recordman dell’ora, è riuscito ad imporsi con un’azione solitaria nata ai -18 dall’arrivo, al termine di una lunga fuga che ha visto protagonisti 6 corridori. Alle sue spalle un bravo Salvatore Puccio (Ineos Grenadiers) e l’altro britannico Matthew Holmes (Lotto-Soudal). Resta in maglia rosa Joao Almeida (Deceuninck-Quick Step) alla vigilia della tappa di Roccaraso che potrebbe dare una nuova svolta alla corsa. Ritirato Simon Yates (Mitchelton-Scott), risultato positivo al coronavirus.
L’8a tappa, 200 km da Giovinazzo a Vieste, si presentava come una delle frazioni interlocutorie visto che si prestava a diversi epiloghi. I primi 95 km erano piatti come un biliardo. Giunti a Manfredonia, dove era posto il primo traguardo volante di giornata, iniziava la salita di Monte Sant’Angelo (km 106,2) classificata come gpm di 2a categora. Al termine della successiva discesa, i corridori dovevano affrontare un finale costellato di strappetti che terminava con un circuito di 14,5 km da percorrere quasi per due volte. Particolarmente insidioso era lo strappo di La Chiesuola (1 km al 9,3 % di pendenza media) posto ad appena 10 km dall’arrivo
La grande notizia della giornata è arrivata ancora prima della partenza. Simon Yates (Mitchelton-Scott) è risultato positivo al covid e ha dovuto abbandonare la corsa. Il britannico aveva avvertito i primi sintomi ieri sera ed è stato sottoposto al tampone che ha dato esito positivo. Fortunatamnte sono risultati negativi i tamponi effettuati ai suoi compagni di squadra.
Oltre a Yates, altri 4 corridori sono stati costretti ad alzare bandiera bianca a causa degli infortuni subiti durante la tappa di Matera: Matteo Affini (Mitchelton-Scott) ha rimediato una frattura alla mano destra, Tony Gallopin (Ag2r La Mondiale) una frattura al polso sinistro, mentre Sean Benntt (EF Pro Cycling) si è rotto lo scafoide sinistro. Tante botte invece per Patrick Gamper (Bora-Hansgrohe), anche lui costretto al ritiro.
Pronti, via ed è subito scoppiata la battaglia per andare in fuga. Per diversi chilometri si sono consumati numerosi attacchi, nessuno dei quali ha avuto successo, finchè al km 21 è riuscito ad avvantaggiarsi un drappello formato da Matthias Brandle e Alex Dowsett, entrambi della Israel Start-Up Nation, Matthew Holmes (Lotto-Soudal), Salvatore Puccio (Ineos Grenadiers), Simone Ravanelli (Androni Giocattoli-Sidermec) e Joey Rosskopf (CCC Team). Il gruppo non ha lasciato andare subito la fuga, tenendola a 20” per qualche chilometro, prima di arrendersi una volta usciti da Barletta. I fuggitivi hanno così avuto via libera e nel giro di un paio di km il distacco ha superato i 3’. Per tutta la prima fase di tappa, il gruppo è stato tirato da Iljo Keisse (Deceuninck-Quick Step) con a ruota gli uomini della Bahrain-McLaren. Il belga ha imposto un ritmo piuttosto blando che ha consentito al sestetto di testa di dilatare a dismisura il vantaggio: dopo 60 km il gruppo pagava già 7’35”, mentre al km 90 il gap aveva superato i 9’30”.
Poco prima del traguardo volante di Manfredonia (km 90,3), in testa al gruppo sono arrivati altri corridori della Deceuninck e il ritmo è leggermente aumentato. Lungo la salita Monte Sant’Angelo (9,6 km al 6,1%) non si sono registrati attacchi ne cambi di ritmo e il distacco si è così stabilizzato intorno ai 10’20”. Il gpm, così come il precedente traguardo volante, è stato conquistato dal britannico Holmes. Nel gruppo invece a trasitare per primo è stato Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo) che ha voluto imboccare in testa la discesa.
Proprio lungo la discesa è avvenuta una caduta che ha visto coinvolti Filippo Fiorelli (Bardiani-CSF-Faizanè) e Ben Gastauer (Ag2r La Mondiale). Il lussemburghese è stato costretto al ritiro a causa di una sospetta frattura alla clavicola sinistra. Problemi anche per Jakob Fuglsang (Astana Pro Team) che ha forato ed è stato costretto ad attendere l’ammirglia perdendo oltre 1’ dalla testa del gruppo, nel frattempo spaccato in più tronconi. Ai – 70 il gruppo maglia rosa, sempre guidato dalla Trek-Segafredo, pagava 7’55” mentre il gruppo in cui era rientrato Fuglsang e che vedeva presente anche Peter Sagan (Bora-Hansgrohe) si trovava a 8’45”. Nel mezzo vi era un ulteriore drappello con Arnaud Demare (Groupama-FDJ) che stava per rientrare sul gruppo principale.
Di lì a poco la Trek si è rialzata, il gruppo Fuglsang è rientrato (ai -68) e la fuga ha ricominciato a guadagnare. A quel punto è stato chiaro che la vittoria di tappa era una qustione che riguardava solo i sei battistrada.
I fuggitivi hanno proseguito di comune accordo fino ai -30, quando è arrivato il primo scatto, ad opera di Alex Dowsett su ci ha immediatamente chiuso Salvatore Puccio. Proprio l’uomo della Ineos ha tentato l’assolo sul primo passaggio dello strappo de La Chiesuola, ai -25. L’unico corridore in grado di resistergli è stato Matthew Holmes, mentre alle loro spalle provava a rientrare Joey Rosskopf. Più staccati Ravanelli, Dowsett e l’austriaco Brandle che ere stato il primo a perdre contatto.
Rosskopf è riuscito a rientrare subito dopo lo scollinamento, dando vita ad un terzetto in testa alla corsa. I tre inseguitori avaveno perso una quindicina di secondi lungo lo strappo ma sono rientrati a 18,5 km dall’arrivo in particolare per merito del lavoro svolto dal duo della Israel. Appena ricompattati, Alex Dowsett è partito in progressione lungo un tratto pianeggiante. Nessuno è riuscito a rispondere al britannico che, forte delle sue doti sul passo, ha subito guadagnato un buon margine, pari a 30” al penultimo passaggio sulla linea del traguardo. Il gruppo viaggiava tranquillamente ormai ad 12’.
Dowsett ha incrementato ancora il vantaggio che ha raggiunto I 55” ai piedi delo strappo de La Chiesuola. Lungo la rampe più dure Holmes e Puccio hanno vistosamente accelerato nel disperato tentativo di riavvicinare il corridre della Israel. Il duo inseguitore, alle cui spalle vi era di nuovo Rosskopf, ha letteralmente dimezzato il gap, portandolo a 23” allo scollinamento.
Così come successo nel precedente giro, Rosskopf è immediatamente rientrato su Holmes e Puccio. L’inseguimento di Dowsett però non ha dato buoni frutti e il britannico è riuscito nuovamente a guadagnare qualche secondo e ad arrivare tutto solo a braccia alzate sotto il traguardo di Vieste. Per il corridore Inglese si tratta della seconda vittoria di tappa al Giro, 7 anni dopo quella nella crono di Saltara. Per la Israel Start-Up Nation è invece la prima vittoria in assoluto in un grande giro.
Alle spalle dell’ex-recordman dell’ora, il terzetto inseguitore è arrivato ad 1’15” regolato da Salvatore Puccio, davanti Matthew Holmes e Joey Rosskopf. Matthias Brandle (a 2’10”) ha facilmente battuto Simone Ravanelli nello sprint per il quinto posto, mentre il gruppo ha tagliato il traguardo con ben 13’56” di ritardo, regolato da Michael Matthews (Team Sunweb) davanti a Fernando Gaviria (UAE-Team Emirates), Mikkel Bjerg (UAE-Team Emirates) e Andrea Vendrame (Ag2r La Mondiale).
In classificata generale non cambia niente. Resta in rosa Joao Almeida (Deceuninck- Quick Step) con 43” su Pello Bilbao (Bahrain-McLaren), 48” su Wilco Kelderman (Team Sunweb), 59” su Harm Vanhoucke (Lotto-Soudal) e 1’01” su Vincenzo Nibali. Seguono Domenico Pozzovivo (NTT Pro Cycling) a 1’05”, Jakob Fuglsang (Astana Pro Team) a 1’19” e Steven Kruijswijk (Jumbo-Visma) a 1’21”.
Domani è in programma la 9a tappa, la più dura della prima parte di Giro. La San Salvo-Roccaraso proporrà un inizio di corsa relativamente semplice, ma dopo 80 km il canovaccio cambierà completamente vista la presenza di numerose salite. La prima ascesa sarà quella del Passo Lancino (12,4 km al 7%), gpm di 1a categoria posto al km 100,9. Dopo la discesa la strada tornerà a salire fino a raggiungere il Passo di San Leonardo (2a categoria, km 146) e poi il penultimo gpm di giornata di Bosco di Sant’Antonio (km 172,8). Infine, dopo esser transitati per Pescocostanzo, I corrridori dovranno salire fino ai 1658 metri di Roccaraso/Piano Aremogna. Particolarmente impegnativo sarà l’ultimo km, al 10,6% di pendenza media.
Pierpaolo Gnisci