UNA VITTORIA NON TROPPO CHIARINA

agosto 2, 2010
Categoria: News

Salti di gioia in casa De Rosa-Stac Plastic per il successo a sorpresa di Riccardo Chiarini che a Pescara batte Bertagnolli e Rubiano nel trofeo “Matteotti”. Decisiva una fuga a quattro (c’era anche Pozzovivo) e, soprattutto, una condotta di sprint di Miguel Rubiano tutt’altro che cristallina che, di fatto, ha tolto quasi tutte le possibilità a Bertagnolli di poter vincere la corsa. Ed il trentino ha reclamato, e nemmeno poco.

Foto copertina: l’esultanza di Chiarini sul ritrovato traguardo di Pescara (foto Riccardo Scanferla)

Dopo un anno di stop, ritorna il “Trofeo Matteotti” che era saltato nel 2009 dopo il terremoto che aveva sconquassato L’Aquila. Una gara caratterizzata dal gran caldo ma anche da un ritmo intenso che si è decisa al penultimo passaggio quando, verso l’ascesa a Pescara Colli, in testa è balzato quel Domenico Pozzovivo che sta vivendo, in questi giorni, uno dei momenti più intensi della sua carriera. Dopo il Brixia Tour ci ha provato anche al “Matteotti” ma, onestamente, il percorso non era proprio adatto alle sue caratteristiche. Però è sempre lì davanti e non può che farci piacere.
Alla partenza l’argomento di discussione principale era se Isd-Neri e Androni Giocattoli fossero in grado di tenere unita la corsa per poter arrivare al duello fra i due pistoiesi Visconti e Ginanni. La strada, però, ha detto ben altro soprattutto quando dopo pochi chilometri lo stesso Francesco Ginanni si è messo in testa, prima a tirare, e poi a cercare la fuga per andarsene a dimostrazione che è ancora alla ricerca della miglior condizione possibile. Con lui in testa, per un tratto abbastanza lungo, rimangono Serpa, Fayard, Di Paolo, Muraglia e Huzarski con la Ceramica Flaminia che, a quel punto, si trovava costretta ad andare in testa al gruppo per non dare troppo vantaggio alla fuga.
Azione che viene comunque ripresa ad una cinquantina di chilometri dal traguardo e sarà il preludio al penultimo momento decisivo.
Venticinque all’arrivo, tratto in salita, se ne va Daniele Callegarin (Centro della Calzatura) al quale, successivamente si uniscono altri diciotto: tre ISD (Visconti, Gatto e Clarke), due Acqua & Sapone (Ciavatta e Donati), due Androni (Ginanni e Bertagnolli), due Miche (Muto e Szczawinski), ben quattro CDC (D’Angelo, Muraglia, Torosantucci oltre allo stesso Callegarin) e poi Bailetti per la Flaminia, Chiarini per la De Rosa, Ratto per la Carmiooro, Pozzovivo per la Colnago, Proch per la Tecnofilm e Rubiano per la Meridiana. Saranno questi diciannove a giocarsi la corsa, anche se resta da affrontare la salita finale ancora per l’ultima volta.
Ed è proprio lì che la fuga “scoppia”: Pozzovivo piazza la sua rasoiata, inizialmente irresistibile per nessuno. Però lo strappo non è lunghissimo e quindi alla spicciolata qualcuno rientra, per la precisione Rubiano, Bertagnolli e Chiarini. Al loro inseguimento ce ne sono altri quattro (Bailetti, Gatto, Muto e Callegarin). E’ l’azione decisiva della corsa con lo scricciolo lucano della Colnago che deve inventarsi qualcosa prima dell’arrivo, visto che in volata parte decisamente battuto. E così, ai trecento metri finali, prova a partire lungo ma il più lesto ad inserirsi alla sua ruota è Miguel Angel Rubiano che con un occhio tiene a tiro Pozzovivo e con l’altro cerca di non far partire Leo Bertagnolli. L’obiettivo del colombiano riesce alla perfezione ma non fa i conti con il terzo incomodo, vale a dire il corridore della De Rosa-Stac Riccardo Chiarini che rimonta tutti a centro strada e si tiene dietro anche Bertagnolli che, una volta riuscito ad evitare per un paio di volte di finire contro le transenne, riesce a superare Rubiano ma oramai a quel punto è troppo tardi.
Vittoria di prestigio, quindi, per lo stesso Chiarini e per la sua squadra che era rimasta a digiuno da diversi mesi dopo i successi di inizio stagione firmati dal velocista Roberto Ferrari.
E indicazioni utili anche per Paolo Bettini, presente alla gara, per iniziare a stilare una prima lista di possibili azzurri da convocare in vista di Melbourne.

Saverio Melegari

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