L’ETNA BRUCIA THOMAS E YATES. TAPPA A CAICEDO, IL PORTOGHESE ALMEIDA IN ROSA.
La prima tappa di montagna del Giro d’Italia 2020, posizionata al 3° giorno di corsa dopo l’annullamento (causa emergenza covid) delle 3 tappe inizialmente previste in Ungheria, ha subito riservato tanti colpi di scena e una netta rivoluzione della classifica generale. A trionfare in cima all’Etna è stato l’Ecuadoriano Jonathan Caicedo (EF Pro Cycling) che ha preceduto di una ventina di secondi il compagno di fuga Giovanni Visconti (Vini Zabù-Brado-KTM) al termine di un’azione iniziata appena dopo il via della corsa. Ma le notizie del giorno riguardano i britannici Geraint Thomas (Ineos Grenadiers) Simon Yates (Mitchelton-Scott): il primo è malamente caduto nel tratto di trasferimento verso il chilometro zero ed poi è giunto sofferente al traguardo con 12’ di ritardo; il secondo è andato in crisi lungo la salita finale perdendo oltre 3 minuti dai principali rivali per la classifica. Cambia la maglia rosa, finita sulle spalle del sorprendente Joao Almeida (Deceuninck-Quick Step) che guida la classifica con pochi centesimi di vantaggio su Caicedo. Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo) è risalito fino alla 6a posizione con un distacco di 55” da Almeida, mentre Jakob Fuglsang (Astana Pro Team) è ora 9° ad 1’13”.
La terza frazione, da Enna al Monte Etna per un totale di 150 km, proponeva il primo arrivo in quota della 103a edizione del Giro. Dopo un primo tratto in discesa, i corridori dovevano affrontare una serie di saliscendi e successivamente un breve tratto di pianura che terminava a Paternò (km 78). Nella seconda parte della tappa la strada tornava ad essere più impegnativa grazie alla presenza di tre brevi salite che precedevano la scalata finale. Giunti a Linguaglossa, appena dopo il secondo traguardo volante (km 130,9), iniziava la lunga ascesa che conduce fino ai 1793 m di altitudine della stazione sciistica di Piano Provenzana, sul versante nord del Monte Etna. La salita, lunga 18,8 km con una pendenza media del 6,6%, proponeva un tratto finale di 3 km al 8,5%, con punte del 13%. Terreno ideale per gli scalatori e prima vera occasione di confronto in salita tra i favoriti per la conquista della maglia rosa.
Il primo colpo di giornata si è consumato addirittura nel tratto di trasferimento verso il km 0: Geraint Thomas (Ineos Grenadiers), 3° in classifica e tra i principali favoriti per la vittoria finale, è caduto a dopo aver colpito una borraccia piena d’acqua caduta dalla bici di un corridore della Bahrain-McLaren. Il gallese ha rimediato una brutta botta sul fianco sinistro che lo poi condizionato per tutto il resto della tappa.
Non appena abbassata la bandierina che da il via alla corsa, si è immediatamente verificato l’attacco di Matthew Holmes (Lotto-Soudal) seguito a ruota da Giovanni Visconti (Vini Zabù-Brado-KTM), Francesco Romano (Bardiani-CSF-Faizanè) e Josip Rumac (Androni Giocattoli-Sidermec). Nel giro di una manciata di km sui 4 attaccanti sono rientrati anche Victor Campenaerts (NTT Pro Cycling) e Lawson Craddock (EF Pro Cycling), rimasti inizialmente fuori dall’azione ma bravi a rimediare immediatamente. I fuggitivi hanno subito guadagnato un buon margine, complice il disinteresse del gruppo. Dopo una decina di km però Holmes è stato appiedato da una foratura che lo ha costretto a perdere contatto dagli altri 5 fuggitivi. Il britannico è riuscito a rientrare al km 14 in compagnia dell’Ecuadoriano Jonathan Caicedo (EF Pro Cycling) e del danese Mikkle Bjerg (UAE-Team Emirates) che nel frattempo erano evasi dal gruppo all’inseguimento dei battistrada.
Gli 8 fuggitivi hanno proseguito di comune accordo incrementando il vantaggio, che ha toccato i 4’40” dopo appena 17 km dalla partenza. A quel punto in testa al gruppo sona apparsi i corridori della Mitchelton-Scott, intenzionati a tenere la fuga sotto controllo e a fare la corsa per il capitano Simon Yates. Grazie al ritmo imposto dai corridori della formazione australiana, il gap si è così stabilizzato, oscillando tra i 4’20” e i 4’50” per tutta la prima parte della tappa.
La corsa ha quindi proceduto senza particolari sussulti. I fuggitivi, approfittando del rallentamento del gruppo avvenuto in corrispondenza del rifornimento posto subito dopo Paternò, hanno nuovamente incrementato il gap che ha raggiunto un massimo di 5’37” a 60 km dall’arrivo.
Il primo traguardo volante di giornata, posto a Zafferana Etnea (km 107,4) e valido solo pei punti della maglia ciclamino, è stato vinto dal croato Rumac davanti al duo della EF Caicedo-Craddock, mentre il gruppo è transitato con un distacco di poco inferiore ai 5’. Da lì in poi, il plotone ha iniziato a recuperare in maniera più sensibile grazie all’arrivo nelle prime posizioni degli uomini della Trek-Segafredo e della Bora-Hansgrohe che hanno ridotto il distacco dai battistrada (4’ ai -35). Proprio mentre la Trek-Segafredo stava iniziando il suo forcing, un sofferente Geraint Thomas, scortato da uno straordinario Filippo Ganna, ha perso contatto dal gruppo. Per il gallese è così iniziato il lungo calvario verso il traguardo.
Nel gruppo di testa intanto Francesco Romano e Josip Rumac avevano già perso contatto dagli altri 6 battistrada nel tratto di avvicinamento all’Etna. Ai -30 i fuggitivi avevano ancora 3’ sul gruppo principale guidato dagli uomini della Trek e 3’30” su Geraint Thomas, trainato da Rohan Dennis e Filippo Ganna. Proprio all’imbocco della salita finale ha perso contatto anche Lawson Craddock, vincitore del traguardo volante di Linguaglossa.
A fare il ritmo è stato soprattutto Jonathan Caicedo. Le tirate dell’Ecuadoriano hanno fatto staccare prima Victor Campenares (ai -15) e poco dopo anche Matthew Holmes e Mikkel Bjerg (ai -14).
Nel gruppo principale è stata invece la Bora-Hansgrohe a prendere le redini della corsa, in particolare grazie al straordinario lavoro di Matteo Fabbro. Il ritmo imposto dal Friulano ha mietuto la seconda vittima di giornata: Simon Yates. Il britannico, reduce dalla vittoria alla Tirreno e favorito n°1 per la vittoria di tappa, si è staccato ai -9 andando incontro ad una crisi inaspettata.
A 5 km dall’arrivo Jonathan Caicedo è riuscito a sbarazzarsi anche dell’ultimo avversario rimasto a ruota, Giovanni Visconti. Nel frattempo il gruppo aveva rallentato il ritmo vista l’assenza di una squadra in grado di prendere la situazione in mano. Ad approfittarne sono stati Jonathan Castroviejo (Ineos Grenadiers), Harm Vanhoucke (Lotto-Soudal) e Wilco Kelderman (Team Sunweb), scattati l’uno dopo l’altro proprio mentre il gruppo iniziava a trovare la pioggia.
Caicedo ha continuato la sua cavalcanta nonostante il forte vento contrario. Ai -3 il margine su Visconti era di 15” mentre il gruppo, ora tirato da Gianluca Brambilla (Trek-Segafredo), viaggiava con 1’45” di ritardo. Proprio ai -3 è arrivato l’attacco di Vincenzo Nibali a cui hanno resistito solo Jakob Fuglsang (Astana Pro Team), Rafal Majka (Bora-Hansgrohe), Domenico Pozzovivo (NTT Pro Cycling), Steven Kruijswijk (Jumbo-Visma), Antonio Pedrero (Movistar Team) e Hermann Pernsteiner (Bahrain-McLaren). Ai -2,5 è stato il turno di Jakob Fulgsang che ha prodotto una nuova accelerazione a cui Pernsteiner, Pedrero e infine anche Kruijswijk non hanno resistito. L’olandese poco dopo è rientrato sugli altri quattro che nel frattempo avevano rallentato l’andatura.
Caicedo è transitato sotto lo striscione dell’ultimo km con 20” su Visconti e poco meno di 1’ sul gruppo Nibali, margini che gli hanno permesso di godersi in pieno la sua prima grande vittoria della carriera. Jonathan Caicedo è giunto al traguado con 21” su Visconti, 30” su Harm Vanhoucke e 39” su Wilco Kelderman. Jakob Fuglsang (4°) ha regolato il gruppetto giunto a 51” e comprendente Rafal Majka, Vicenzo Nibali, Jonathan Castroviejo e Domenico Pozzovivo. Poco dopo sono arrivati Steven Kruijswijk (10° a 56”) e il sorprendente Joao Almeida (11° a 1’03”). Passivi pesanti per Simon Yates (31° a 4’22) e Geraint Thomas, giunto a 12’19 e scortato sulla linea del traguardo da Salvatore Puccio.
Letteralmente rivoluzionata la classifica generale. La nuova magliar rosa è Joao Almeida (Deceuninck-Quick Step) che precede di pochi centesimi Jonathan Caicedo. 3° è il basco Pello Bilbao (a 37”) davanti a Wilco Kelderman (4° a 42”) e Harm Vanhoucke (5° a 53”). Vincenzo Nibali è risalito fino alla 6a posizione (a 55”) mentre Pozzovivo è 7° a 59”. Completano la top ten Brandon McNulty (UAE-Team Emirates) a 1’11”, Jakob Fuglsang (9° a 1’13) e Steven Kruijswijk (10° a 1’15”)
Almeida è il 2° portoghese della storia a vestire la maglia rosa, 31 anni dopo Acacio da Silva che aveva indossato il simbolo del primato proprio sull’Etna.
Domani è in programma la 4a tappa, la Catania-Villafranca Tirrena, lunga appena 140 km. L’unica asperità di giornata sarà il gpm di Portella Mandrazzi posto al km 75,5. Una volta giunti in cima, i corridori affronteranno una lunga discea e poi un tratto pianeggiante di oltre 40 km. Grandi favoriti saranno i velocisti, finora rimasti nell’ombra.
Pierpaolo Gnisci