I TABELLONI FINALI DEL TOUR 2010: PROMOSSI E BOCCIATI
luglio 28, 2010
Categoria: Approfondimenti
Si è conclusa da qualche giorno l’edizione 2010 del Tour de France, una corsa che è stata tanto incerta quanto monotona, dominata da attendismi logoranti e insensati tatticismi. Per la terza volta in carriera è stato il madrileno Alberto Contador a trionfare mentre gli italiani si consolano con la maglia verde di Petacchi.
Foto copertina: la stretta tra Contador e Schleck nel corso dell’ultima tappa del Tour (foto Bettini)
Alberto Contador. Anche quest’anno vince un GT con un esiguo margine di vantaggio sul secondo. I distacchi risicati grazie ai quali batte gli avversari sono indicativi delle reali capacità dell’atleta spagnolo. Delle sue prestazioni in montagna ho già scritto in una precedente pagella ma quest’anno, a differenza di quelli passati, anche nelle prove a cronometro ha deluso o, per meglio dire, ha fatto registrare dei tempi adeguati alle sue caratteristiche fisiche. Vince grazie al supporto di una grande squadra ma non convince. VOTO 8
Andy Schleck. Aveva ragione, con un minuto di vantaggio su Contador la Grand Boucle sarebbe stata sua. Resta il fatto però che, aldilà dell’ormai famigerato inconveniente tecnico, non ha mai attaccato seriamente il “Pistolero”. Sulla salita di Avoriaz aspetta l’ultimo chilometro per dare la stoccata mentre sul Tourmalet si accontenta delle briciole. Sorvoliamo, poi, sui deleteri surplace cui si è reso mesto protagonista sulle altre salite pirenaiche. A cronometro è molto migliorato ma gli manca una squadra in grado di sostenerlo nelle frazioni più impegnative e, soprattutto, una mentalità vincente. VOTO 7,5
Denis Menchov. Regolarista per eccellenza, patisce sulle Alpi ma sfrutta il controllo esasperato tra Schleck e Contador nella tappa di Ax-3-Domaines per rosicchiare qualche secondo al duo. Sul Tourmalet resiste agli attacchi di un dolorante Samuel Sanchez e, grazie ad una buona gara contro il tempo, strappa all’olimpionico la terza piazza finale. Poteva rischiare di più considerando che questo piazzamento non impreziosisce certo la sua già ricca carriera. VOTO 6,5
Samuel Sanchez. A differenza del russo capitano della Rabobank, per il campione olimpico un piazzamento nei primi 5 della generale è da considerarsi soddisfacente. Senza la brutta caduta della 17° tappa sarebbe potuto arrivare sul podio, dato che è riuscito comunque a staccare Menchov negli ultimi 2 km di ascesa verso il Tourmalet. Bisogna chiedersi se un quarto posto finale vale quanto una possibile vittoria nelle classiche delle Ardenne, gare che lo spagnolo ha disertato per concentrarsi unicamente sulla corsa a tappe francese. VOTO 7
Fabian Cancellara. Si conferma il più forte passista al Mondo, gregario prezioso per Schleck sia sul pavè che sul Tourmalet. VOTO 10
Alexandre Vinokourov. Rimango dell’idea che, senza le tante energie sprecate tra solerti azioni di gregariato, fughe e scatti, avrebbe vinto il Tour. La sua rabbiosa vittoria a Revel resta l’immagine più bella della Grande Boucle. VOTO 9
Alessandro Petacchi. Essere il secondo velocista al Mondo, a 36 anni suonati, significa avere classe e spirito di abnegazione nei confronti della disciplina. Aspettiamo con trepidazione l’evolversi della vicenda sul doping che lo riguarda. VOTO 8
Mark Cavendish. Dotato di accelerazioni brucianti, vince anche grazie alla penuria di giovani velocisti sul panorama internazionale e all’età avanzata dei grandi sprinter del passato. VOTO 8,5
Ivan Basso. La tracheobronchite che lo ha colpito durante la corsa non può giustificare l’andamento di un Tour in cui Ivan non è mai stato protagonista. L’anno prossimo deve puntare a vincere la maglia gialla. VOTO 4
Cadel Evans. Corre due settimane di Tour con un gomito rotto e questo pregiudica fortemente il risultato finale. A differenza di Basso si toglie almeno la soddisfazione di portare, seppur per un giorno, la maglia gialla. VOTO 5
Carlos Sastre. Prova a far saltare il banco nella tappa del Tourmalet, per poco non gli riesce ma poi crolla. Onorevole Tour per un ciclista che se avesse avuto qualche anno in meno avrebbe potuto far male a molti. VOTO 5
Bradley Wiggins. Invisibile. VOTO 2
Francesco Gandolfi
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