LA JUMBO NON SMETTE DI VOLARE, STAVOLTA DECOLLA ROGLIČ
Anche nella tappa odierna prova di forza della Jumbo-Visma con Primož Roglič taglia per primo il traguardo conquistando tappa e classifica generale. Secondo Thibaut Pinot, solo decimo un generoso Egan Bernal.
Dopo essere partito quando mancava poco più di un chilometro alla linea del traguardo, Primož Roglič (Jumbo-Visma) ha vinto la seconda tappa del Critérium du Dauphiné, frazione che era partita da Vienne e terminata dopo 135 impegnativi chilometri sul Col de Porte, salita lunga quai 17 km e caratterizzata da una pendenza media del 6.2%. Salendo verso il Porte il talento sloveno sfruttava appieno il lavoro dei suoi compagni di squadra e del Team Ineos, formazioni che avevano tenuta chiusa la corsa. Pedalata dopo pedalata, dopo aver lasciato tutti i contendenti alle spalle – per ultimo Egan Bernal (Ineos), il quale provava a tenergli testa per poi crollare e farsi superare da Thibaut Pinot (Groupama – FDJ) e company – Roglič andava a trionfare con 8 secondi di vantaggio sugli immediati inseguitori.
La fuga di giornata, nata subito dopo la partenza, era composta dal francese Bruno Armirail (Groupama-FDJ), che sarà l’ultimo ad arrendersi al gruppo, Fabien Doubey (Circus-Wanty Gobert), Kasper Asgreen (Deceuninck-Quick Step), Ben O’Connor (NTT Pro Cycling), Michael Schär (CCC Team), Jasha Sütterlin (Sunweb), Jérôme Cousin e Geoffrey Soupé (Total Direct Énergie). Prima la Jumbo, con il solito Tony Martin, poi il Team Ineos concludevano l’inseguimento e rendevano il gruppo compatto, gruppo che perdeva pezzi importanti sul Col de Porte come Davide Formolo (UAE Team Emirates), Bob Jungels e Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step), che si staccava a 6 km dall’arrivo. Il ritmo Ineos dettato da Michał Kwiatkowski, che faceva male ai meno 4,5 km ad Adam Yates (Mitchelton Scott), ad Alejandro Valverde (Movistar) e allo stesso Chris Froome, che si lasciava sfilare mesto mesto nelle retrovie senza dare il suo contributo alla causa Bernal: per il keniano bianco un brutto segnale in vista del Tour de France.
Altri ciclisti si staccavano a causa dell’andatura imposta da Pavel Sivakov (Ineos), ultimo gregario rimasto a disposizione di Bernal, a partire dai meno 3 km al traguardo. La corsa scoppiava completamente con lo scatto di Emanuel Buchmann (Bora – Hansgrohe), caduto ieri, a 2,5 km dall’arrivo. Il tedesco veniva raggiunto da Sepp Kuss (Jumbo-Visma), Pinot, Roglič e Nairo Quintana (Cofidis). Doopo qualche metro rientrava un altro gruppetto di big, tra i quali c’erano Miguel Ángel López (Astana), Richie Porte (Trek Segafredo), Bernal e Mikel Landa (Bahrain-McLaren). Bernal provava lo scatto, Roglič lo agguantava e, dopo aver aspettato l’avvicinarsi dell’arco che che segnava un chilometro all’arrivo, piazzava l’affondo finale. Per lui tappa e primo posto nella classifica generale, secondo posto per Pinot a 8 secondi e terzo Buchmann subito dietro.
Prima dell’ascesa finale da segnalare una brutta caduta che coinvolgeva diversi ciclisti tra i quali Sergio Higuita (EF Pro Cycling), Daniel Martin (Israel Start-Up Nation), Pierre-Roger Latour (Groupama-FDJ) e Luis León Sánchez (Astana), costretti a dire addio ai sogni di gloria, almeno in questa tappa.
Domani è in programma un altro arrivo in salita a Saint-Martin-de-Belleville, 15 Km all’5.9% che costituiscono la parte iniziale dell’intermabile ascesa verso Val Thorens, dove al Tour dell’anno scorso si impose Vincenzo Nibali. In precedenza si salirà ai quasi 2000 metri del Col de la Madeleine, tradizionale valico che sarà però affrontato dall’inedito versante di Montgellafrey, 18 Km all’8.2% sui quali tra un mese – il 16 settembre – i corridori torneranno a misurarsi in occasione della tappa di Méribel del Tour de France.
Luigi Giglio