CAVENDISH CALA IL POKER
Il velocista britannico straccia la concorrenza sul traguardo di Bordeaux, precedendo nettamente Julian Dean e Alessandro Petacchi in uno sprint senza storia. Lo spezzino riconquista la maglia verde, approfittando del pessimo 14° posto di Hushovd. Bel tentativo nel finale di Daniel Oss, evaso ai -15 dal gruppetto di testa, con 30’’ di vantaggio, e riassorbito soltanto a 3 km e mezzo dall’arrivo. Invariata la classifica generale, alla vigilia dell’ultima cronometro.
Foto copertina: Mark Cavendish festeggia la quarta volata vincente in questo Tour de France (foto AFP)
14 tappe in tre Tour, mai meno di 4 vittorie per edizione dal 2008 in poi, numero pari alle volate vinte consecutivamente dopo le due delusioni iniziali nella Grande Boucle 2010. Sono queste solo alcune delle impressionanti cifre di Mark Cavendish, capace oggi di dimostrare definitivamente una supremazia che finora, a dispetto delle tre vittorie, non aveva mai espresso così chiaramente. Forse il motivo era unicamente da ricercarsi nell’animo di tifoso che alberga in chiunque scriva di ciclismo, e che voleva vedere in Petacchi un antagonista più temibile di quanto non fosse realmente; forse ci erano rimasti impressi fin troppo distintamente i primi due sprint di questo Tour, con altrettante nette affermazioni di Alejet. In ogni caso, fino ad ora ci era sempre piaciuto pensare – supportati da qualche indizio che avevamo forse troppo ottimisticamente tramutato in prova – che in condizioni ideali il velocista spezzino avrebbe potuto seriamente impensierirlo. Ma se è vero che neppure oggi Petacchi ha intrapreso la sua progressione nelle condizioni migliori – ha dovuto recuperare parecchie posizioni all’ultimo chilometro e ha preso un po’ troppo vento prima di lanciarsi -, altrettanto vero è che la facilità con cui Cavendish ha rimontato il tentativo di anticipo dello spezzino, per poi saltarlo a velocità doppia a 150 metri dal traguardo, senza neppure doverne sfruttare per un istante la scia, non può lascare dubbi circa i rapporti di forza in gioco.
Non solo, ma l’assenza di Mark Renshaw, formidabile apripista di Cannonball fino allo scambio di cortesie con Julian Dean, che ha costretto il britannico ad impostare diversamente la volata – questa volta lanciata da Lancaster in funzione di Thor Hushovd – rende ancora più significativa la sua affermazione: Cavendish ha dimostrato di poter vincere quasi da solo, andando in caccia della ruota giusta come chiunque non disponga di una corazzata come la HTC, con la stessa facilità con cui si impone se pilotato dal treno in bianco e giallo. Soltanto la forma certamente in calo di Petacchi, scavalcato nettamente nel finale anche da Julian Dean, e l’assenza del suo storico antagonista Tyler Farrar, apparso in crescita prima del ritiro, ridimensionano lievemente la portata della progressione inarrestabile di oggi.
A dispetto della netta sconfitta di Alejet, la giornata è comunque complessivamente positiva per i colori italiani, decisamente a secco di soddisfazioni dopo le due affermazioni del velocista Lampre nella prima settimana. Petacchi ha infatti ripreso possesso della maglia verde, approfittando della modestissima 14a piazza di Thor Hushovd, e può ora gestire 10 lunghezze di margine sul norvegese. Supponendo che nessun velocista vada a punti domani, nella cronometro di Pauillac, la minaccia maggiore per lo spezzino sembra non venire tanto dal vichingo,con il quale si è scambiato la maglia per tutto il Tour, quanto piuttosto dallo stesso Mark Cavendish, staccato ora di 16 lunghezze, divario che i due traguardi volanti in programma nella frazione conclusiva minacciano di far calare già prima dello sprint conclusivo. Fatto forse ancor più importante, il grande protagonista della giornata, prima dell’ennesimo show di Cannonball, è stato senz’altro Daniel Oss, 23enne trentino, facente parte della fuga della prima ora assieme a Breschel (Saxo Bank), Vaugrenard (Française des Jeux) e Pineau (Quick Step). Il giovane della Liquigas è stato l’ultimo ad arrendersi al ritorno del gruppo, trainato da HTC, Milram e Lampre, evadendo dal quartetto a 15 km scarsi dall’arrivo, quando il margine era già sceso ad appena 33’’, e riuscendo a resistere fino a 3700 metri dalla linea bianca, spaventando il gruppo per almeno 6-7 km (ai -10 il margine era ancora bloccato a 33’’).
Nulla è cambiato, naturalmente, in classifica generale, con Contador che si presenterà dunque alla crono di domani con 8’’ di margine su Andy Schleck, destinati quasi certamente a salire, a dispetto della fiducia del lussemburghese, dichiaratosi convinto di poter ancora dire la sua per la maglia gialla. 3’32’’ il ritardo di Samuel Sanchez, 3’53’’ quello di Denis Menchov, il più vicino in classifica fra coloro che sulla carta potrebbero fare meglio del leader Astana nei 52 km contro il tempo. Proprio la lotta fra l’asturiano della Euskaltel e il russo della Rabobank sarà probabilmente – per quel che concerne la classifica generale – il piatto forte della giornata di domani, che dovrebbe per il resto vivere soprattutto sulla lotta per il successo parziale (anche se con Cancellara logico favorito) e affiancare virtualmente Alberto Contador a Philippe Thys, Louison Bobet e Greg LeMond quale tri-vincitore del Tour. Dopo di che, sarà tempo di passerella e titoli di coda, con giusto il tempo di applaudire, verosimilmente, una ennesima dimostrazione di superiorità da parte di Cannonball.
Matteo Novarini