TRICOLORE STORY: PELLIZOTTI 2012
Concludiamo la rassegna sui campionati nazionali più recenti (ma nei prossimi giorni ve ne riproporremo due più “datati” con l’edizione del 2012, conquistata da Franco Pellizotti sul difficile circuito di Borgo Valsugana
PELLIZOTTI, UNA GIOIA ATTESA TRE ANNI
Dopo il podio al Giro 2009, la maglia a pois al successivo Tour de France e la lunga squalifica malgrado non fosse mai risultato positivo a nessun controllo antidoping il Delfino di Bibione torna alla ribalta in un durissimo campionato italiano imponendosi per distacco in quel Borgo Valsugana davanti a Di Luca e Moser. Grande protagonista anche Scarponi autore di una fuga di oltre 100 km e 6° al traguardo subito dietro a Nibali.
La prova in linea del campionato italiano professionisti, che si è disputata con un giorno di anticipo rispetto a quanto avviene nella grande maggioranza delle nazioni europee, è andata in scena lungo un percorso di 254,7 km da Pergine a Borgo Valsugana contrassegnato dopo i primi 50 km in linea da un circuito di 13,8 km da ripetere 15 volte considerato in assoluto il più duro delle ultime stagioni per via della salita di Telve, che altro non è che l’inizio dell’ascesa verso il Passo Manghen affrontato all’ultimo Giro d’Italia: 3 km con una pendenza media intorno all’8% e punte oltre il 10 con la vetta posta a 9 km dal traguardo per un totale di quasi 4000 metri di dislivello complessivo. Gli uomini da battere erano pertanto gli scalatori o in ogni caso gli atleti a proprio agio in classiche come la Liegi o il Lombardia da Nibali e Moser (Liquigas) a Cunego, Scarponi e Ulissi (Lampre) passando per Pellizotti (Androni), Giampaolo Caruso (Katusha), Nocentini (Ag2r), Pozzovivo (Colnago-Csf), Rebellin (Meridiana), Di Luca (Acqua&Sapone), Cataldo (Omega-QuickStep) e il campione uscente Visconti (Movistar), che si presentava però al via con una condizione non ideale dopo aver abbandonato il Giro d’Italia nella tappa di Piani dei Resinelli.
Per la prima volta in tutta la Settimana Tricolore le temperature sono state miti e nelle prime ore di gara anche la pioggia ha fatto la sua comparsa sul percorso ma la corsa si è ugualmente rivelata molto dura fin dalle prime battute con la fuga di Baggio (Utensilnord), De Marchi (Androni), Belletti (Ag2r), Bandiera (Omega-QuickStep), Modolo, Delle Stelle e Paolo Locatelli (Colnago-Csf), Viviani (Liquigas), Donati (Acqua&Sapone), Guardini e Caccia (Farnese), Palini (Team Idea) e Cimolai (Lampre) che hanno guadagnato oltre 6′ sul gruppo che guidato dalla Liquigas ha imposto fin dalle prime tornate del circuito di Borgo Valsugana un’andatura elevata di cui hanno fatto le spese tra gli altri Visconti, Cataldo, l’iridato di Varese Ballan (Bmc), un Cunego che già al Tour de Suisse aveva mostrato di essere ormai in riserva dopo una prima parte di stagione molto intensa e Nocentini dal quale invece ci si attendeva molto di più dopo le ottime prove al Giro del Delfinato. La corsa si è accesa nel sesto giro quando Scarponi, reduce da un periodo in altura allo Stelvio per preparare il Tour de France dopo la delusione del Giro in cui ha fallito l’obiettivo podio, si è mosso in prima persona portandosi dietro l’atleta di casa Oss (Liquigas) in compagnia del quale ha recuperato il minuto che ancora separava il gruppo dai battistrada e ha proseguito nell’azione supportato da Cimolai, con i soli De Marchi, Donati, Belletti e Bandiera oltre a Oss in grado di mantenere il ritmo dei due Lampre che ha consentito loro di guadagnare fino a 3′ sul plotone già ridotto a una cinquantina di unità e sempre tirato principalmente dalla Liquigas coadiuvata in parte da Farnese e Astana: una volta esauritosi il lavoro del compagno di squadra Scarponi ha tirato dritto rimanendo dapprima con Oss e un tenace De Marchi e quindi involandosi in solitudine aulla quartultima ascesa di Telve a circa 50 km dal traguardo.
Malgrado il vantaggio in quel momento non superasse il 1′30” e il grande sforzo compiuto nei km precedenti sembrava che la coraggiosa azione dell’Aquila di Filottrano potesse risultare vincente dal momento che in gruppo la Liquigas era rimasta solo con un Agnoli come sempre encomiabile a poter tirare e tutte le altre squadre si erano ormai sfaldate, e non a caso fossero iniziati gli scatti, il più significativo dei quali quello di Puccio (Sky) e Montaguti (Ag2r) che si sono riportati su Oss e De Marchi: il quartetto è stato comunque riassorbito e al penultimo passaggio a Telve si è avuta la svolta della corsa con Nibali e Moser, strepitoso se si considera che per la prima volta in carriera disputa una prova di oltre 250 km, si sono mossi con decisione immediatamente seguiti da un brillantissimo Pellizotti che ha rilanciato l’azione scollinando con una decina di secondi sulla coppia Liquigas, su Giampaolo Caruso e Di Luca mentre Pozzovivo, reduce da un ottimo Giro di Slovenia concluso al 2° posto a soli 6” da Brajkovic, ha a sua volta tentato di replicare all’accelerazione ma è stato costretto a cedere venendo raggiunto da Ponzi e Gavazzi (Astana), seguiti a breve distanza da Mori e Bertagnolli (Lampre), Ratto (Liquigas), Failli e Rabottini (Farnese), Santaromita (Bmc) e Rebellin; tutti gli atleti che si trovavano alle loro spalle hanno invece abbandonato la corsa al termine della quale hanno tagliato il traguardo solo 16 corridori, ulteriore dimostrazione della durezza del percorso.
Nella successiva discesa Pellizotti è stato ripreso dapprima da Nibali e Moser e poche centinaia di metri dopo anche da Caruso e Di Luca e il quintetto si è riportato su un ormai stremato Scarponi, con Nibali che ha tentato un allungo solitario nel tratto pianeggiante che precedeva l’ultimo passaggio sulla salita di Telve; quello del messinese è apparso un segnale di debolezza e in effetti sulla salita finale sia lui che Scarponi hanno immediatamente perso contatto mentre uno scatenato Pellizotti si è prodotto in un primo allungo al quale hanno resistito Moser e Caruso e, replicando a un contrattacco dell’atleta della Katusha, ha proseguito in maniera ben più decisa rimanendo solo al comando e ha continuato a incrementare il vantaggio negli ultimi 9 km pianeggianti, tagliando il traguardo con 27” su un ottimo Di Luca, che dopo l’esclusione della sua Acqua&Sapone dal Giro d’Italia aveva preparato specificatamente il campionato italiano; l’abruzzese ha superato nello sprint per la piazza d’onore Moser e Caruso con Nibali, che seppur nettamente cresciuto rispetto al Giro del Delfinato continua a destare qualche perplessità a una settimana dall’inizio del Tour de France, 5° a 2′11”, l’eroe di giornata Scarponi 6° a 2′13”, Ponzi 7° a 2′30” e Ratto 8° a 3′11” davanti a Gavazzi, Rabottini, Santaromita, Failli, Mori, Pozzovivo, Rebellin e Bertagnolli. Per Pellizotti, si tratta della fine di un incubo iniziato nell’aprile 2010 quando, a pochi giorni dall’inizio del Giro d’Italia, a causa di anomalie nel passaporto biologico è stato costretto a rinunciare alla corsa rosa e successivamente squalificato per due anni e privato del podio ottenuto al Giro 2009 e della maglia a pois conquistata al successivo Tour de France, sebbene non fosse mai risultato positivo ad alcun controllo antidoping; l’Androni di Gianni Savio ha in ogni caso dato fiducia al 34enne di Bibione che, malgrado dopo la lunga inattività abbia potuto disputare solo il Trofeo Melinda chiuso al 5° posto e la Route du Sud in Francia, si è presentato in grande condizione a Borgo Valsugana e ha conquistato il più grande successo della sua carriera: poco edificante peraltro quanto accaduto sul palco della premiazione con il presidente della FCI Renato Di Rocco che ha evitato di stringere la mano sia a Pellizotti che a Di Luca in nome di una presunta guerra al doping condotta negli ultimi anni. La Settimana Tricolore si concluderà con le prove a cronometro, che per i professionisti si disputerà lungo due giri di un circuito con partenza e arrivo a Levico Terme per un totale di 37 km e avrà in Pinotti (Bmc), Malori (Lampre) e Boaro (Saxo Bank) gli uomini da battere; in gara anche le categorie under 23 e donne elite sulla medesima distanza di 22,8 km e quella amatori che ne dovranno percorrere 16.
Marco Salonna