SVIZZERA STORY: FLUMSERBERG 2013 & AROSA 2012

giugno 14, 2020
Categoria: News

Concludiamo la nostra escursione sui Tour de Suisse del recente passato con le prime due edizione vinte dal portoghese Rui Costa, delle quale rivivremo la cronoscalata del Flumserberg e il tappone di Arosa

16 Giugno 2013 – 9a tappa: cronoscalata Bad Ragaz – Flumserberg

RUI COSTA INARRESTABILE, FLOP BMC

Il portoghese della Movistar domina la durissima crono del Flumserberg davanti a Tanel Kangert e a Bauke Mollema e per il secondo anno consecutivo si aggiudica il Tour de Suisse con 1′02” sull’olandese e 1′10” su Roman Kreuziger che resiste all’assalto di Thibaut Pinot, mentre i grandi sconfitti di giornata sono l’ex maglia gialla Matthias Frank e il suo compagno Tejay Van Garderen che chiudono ben lontani dal podio.

Per la settima volta nelle ultime dieci edizioni il Tour de Suisse si è concluso con una cronometro ma, a differenza delle precedenti occasioni, non si è trattato della classica prova contro il tempo su percorso più o meno pianeggiante che spesso ribaltava i verdetti emersi in salita, come avvenuto ad esempio nel 2010, quando Frank Schleck scavalcò Robert Gesink, e nel 2011, quando Levi Leipheimer fece lo stesso con Damiano Cunego, e neppure di una cronoscalata propriamente detta come quella di Klausenpass in cui Roman Kreuziger costruì il suo successo finale nel 2008, ma bensì di una durissima prova di 26,8 km da Bad Ragaz a Flumserberg con i primi 16 km completamente pianeggianti e i successivi tutti in salita con una pendenza media del 9%, affrontati per l’ultima volta in una frazione in linea cinque anni fa con il successo di Igor Antón.
La classifica generale della vigilia, che vedeva Matthias Frank (Bmc) in maglia gialla con 13” su Rui Alberto Faria da Costa (Movistar), 23” su Kreuziger ora alla Saxo-Tinkoff, 44” su Thibaut Pinot (Fdj), 46” su Bauke Mollema (Blanco) e 1′17” sul compagno Tejay Van Garderen, faceva presagire una lotta per il successo finale che si sarebbe decisa sul filo dei secondi ma Rui Costa non ha lasciato scampo ai suoi avversari, dominando la prova in particolare negli ultimi 5 km, nei quali ha scavalcato Tanel Kangert (Astana), il solo a riuscire a insidiarlo per quanto riguarda la vittoria di tappa, e conquistando così per il secondo anno consecutivo il Giro di Svizzera, impresa riuscita in passato ai soli Gino Bartali, Pasquale Fornara ed Andrew Hampsten. Se, però, quello del 2012 fu un successo sofferto in cui determinante fu l’apporto di un gregario di lusso come Alejandro Valverde, questa volta il portoghese si è rivelato nettamente il più forte lungo tutti i nove giorni di gara, aggiudicandosi la tappa regina di La Punt oltre alla crono finale. Kangert ha chiuso con un distacco di 21”, risalendo a sua volta al sesto posto della generale, mentre 3° a 29” si è piazzato Mollema, che al pari di Rui Costa è andato molto forte negli ultimi 5 km e con questa prestazione è balzato al secondo posto della generale, con il rammarico per il tempo perso nella tappa di Meiringen in cui ha mancato per poco l’aggancio con il quartetto di testa di cui faceva parte il portoghese, perdendo in quella circostanza 39”. 4° a 42” ha chiuso Jean-Christophe Péraud (Ag2r), che ha compromesso le sue chance di alta classifica nella tappa di La Punt, 5° a 43” è giunto l’ormai non più sorprendente costaricano Andrey Amador (Movistar) e, 6° a 55”, Pinot ha confermato i suoi progressi nelle prove contro il tempo anche se, contrariamente alle aspettative, ha fatto meglio nel tratto pianeggiante che in quello in salita, il che gli ha impedito di strappare il terzo posto nella generale a un Kreuziger che non ha brillato piazzandosi 7° a 1′00” e venendo scavalcato nella generale da Mollema; ma, quantomeno, ha difeso il gradino più basso del podio dall’assalto del francese. Chiudono la top ten di tappa Simon Spilak (Katusha), 8° a 1′05” e sempre a proprio agio sulle strade elvetiche, Janez Brajkovic (Astana) 9° a 1′06” ma autore di un Tour de Suisse nel complesso non esaltante che, nelle gerarchie di squadra per il Tour de France, lo pone in secondo piano rispetto a uno Jacob Fuglsang ottimo protagonista al Giro del Delfinato, e Tejay Van Garderen solo 10° a 1′19” da Rui Costa: lo statunitense sembrava alla vigilia poter puntare anche al successo finale e ha realizzato il miglior tempo nei primi 16 km ma, forse anche a causa di un errore della scelta dei rapporti, ha ceduto di schianto nel tratto in salita al pari di Frank, che a sua volta si è difeso nel tratto pianeggiante per poi naufragare fino al 19° posto a 1′56” e precipitare al quinto posto della generale. Meglio dell’elvetico ha fatto Michele Scarponi (Lampre-Merida), che ha chiuso un Tour de Suisse che non l’ha visto protagonista anche a causa delle cadute con una dignitosa 14a piazza a 1′36”, davanti a uno specialista come Cameron Meyer (Orica-GreenEdge), 15° a 1′48”. Da segnalare in positivo, soprattutto in prospettiva futura per quanto riguarda i grandi Giri, anche la prestazione di Peter Sagan (Cannondale) che si è piazzato 20° a 2′01” mentre il suo compagno Moreno Moser, malgrado la prova fosse sulla carta adatta alle sue caratteristiche, non è andato oltre il 56° posto a 4′19”. Deludentissima è stata anche la prestazione di Fabian Cancellara (RadioShack), 65° a 5′03” e mai nelle prime posizioni durante tutto il Tour de Suisse.
La classifica finale vede dunque il successo di Rui Costa con 1′02” su Mollema, 1′10” su Kreuziger che per la terza volta sale sul podio del Tour de Suisse dopo il successo del 2008 e il 3° posto del 2009, 1′26” su Pinot, 1′43” su Frank, 1′51” su Kangert, 2′23” su Van Garderen, 2′42” su Daniel Martin (Garmin) e su Spilak e 3′44” su Meyer, mentre per quanto riguarda le altre classifiche Robert Vrecer (Euskaltel) si è aggiudicato la graduatoria degli sprint intermedi e quella di miglior scalatore e Sagan quella a punti. L’attenzione si sposta ora sui campionati nazionali del prossimo weekend, che per quanto riguarda l’Italia avranno luogo in Trentino, e soprattutto sul Tour de France che scatterà dalla Corsica il prossimo 29 giugno.

Marco Salonna

16 Giugno 2012 – 8a tappa: Bischofszell – Arosa

RUGGITO DI FRANK SCHLECK, TOUR DE SUISSE RIAPERTO NEL GIORNO DI ALBASINI

Il successo parziale in quel di Arosa va ad Albasini che stacca i compagni di fuga ma il grande protagonista è il lussemburghese che attacca nel finale con i soli Nieve e Leipheimer in grado di tenere il ritmo e si porta a soli 14” nella generale da Rui Costa, che già in difficoltà sulla salita di Castiel mantiene la maglia gialla grazie al supporto di Valverde.

Dopo la cronometro di Gossau che ha delineato la classifica con Rui Costa (Movistar) che ha acquisito un buon margine su tutti i rivali il Tour de Suisse ha proposto il suo secondo arrivo in salita in quel di Arosa, dove si era approdati per l’ultima volta nel 2005 con il successo per distacco di Horner davanti all’allora 20enne Vincenzo Nibali, che in quell’occasione si rivelò per la prima volta a livello internazionale: l’ottava e penultima tappa con partenza da Bischofszell presentava i primi 120 km sostanzialmente pianeggianti seguiti dalla lunghissima ascesa finale, anche se in realtà gli unici tratti impegnativi con pendenze anche in doppia cifra erano solo quello che portava al gpm di Castiel dai -30 ai -22 al traguardo e quello dai -5 ai -1, inframezzati da un lungo falsopiano all’insù. Dopo pochi km è nata la fuga che ha caratterizzato la giornata con Albasini (Orica-GreenEdge), Cusin (Fdj), Dekker (Garmin) e Peter Velits (Omega-QuickStep), 3° alla Vuelta 2010 ma incapace di ripetersi a quei livelli nel prosieguo della sua carriera e già uscito di classifica nelle giornate precedenti, che hanno accumulato oltre 7′ di margine finchè la Rabobank e la RadioShack, interessate a riprendere i fuggitivi in modo da dare la possibilità ai rispettivi leader Gesink e Frank Schleck di conquistare secondi di abbuono sul traguardo, hanno iniziato a ridurre il distacco che però ai piedi della salita finale era ancora intorno ai 5′.
Sulle rampe che portavano a Castiel Peter Velits e Albasini sono rimasti soli al comando e alle loro spalle Ten Dam (Rabobank) ha operato un grandissimo forcing che ha ridotto il gruppo dei migliori a 23 unità e ha fatto vittime illustri in Cunego (Lampre), che ormai fuori classifica ha scelto di risparmiarsi per puntare alla tappa di Soerenberg, Moreno Moser (Liquigas) e Gadret (Ag2r) e ha messo in seria difficoltà anche Rui Costa, rimasto subito privo di compagni di squadra al fianco ad eccezione di Valverde, che è scivolato in coda al plotoncino dando la sensazione di potersi staccare da un momento all’altro ma è riuscito a rimanere aggrappato e ha approfittato del successivo falsopiano per recuperare.
Proprio nel tratto in apparenza più insignificante degli ultimo 30 km Albasini ha lasciato sul posto uno stremato Velits, successivamente raggiunto e superato anche dal gruppo dei migliori, e si è involato verso il quarto successo stagionale dopo due tappe e la classifica generale del Giro di Catalogna nonchè il terzo in carriera al Tour de Suisse dopo quelli di Altdorf nel 2005 e di Serfaus nel 2009. La battaglia tra i big si è accesa a 5 km dal traguardo con una tirata di Fuglsang (RadioShack) che ha fatto perdere contatto a Rui Costa e ha spianato la strada a uno scatenato Frank Schleck alla cui accelerazione ha immediatamente risposto Nieve (Euskaltel) con il campione uscente Leipheimer (Omega-QuickStep), trasformato rispetto alla deludente cronometro di Gossau, che come al suo solito è rinvenuto in progressione, mentre alle loro spalle si è formato un gruppetto con Gesink e Kruijswijk (Rabobank), Lovkvist (Sky), Danielson (Garmin) e Pinot (Fdj) seguiti a breve distanza dal secondo della classifica generale Kreuziger (Astana), ancora una volta competitivo ma non all’altezza dei primissimi, e Fuglsang (RadioShack) e più indietro dalla maglia gialla, che grazie anche al supporto di Valverde ha ritrovato un discreto ritmo rimontando su molti dei corridori che erano davanti. Anche Nieve e Leipheimer hanno sofferto moltissimo nel mantenere la ruota di Frank Schleck ma sul traguardo hanno preceduto il lussemburghese rimasto così a bocca asciutta in termini di abbuoni, mentre il basco e lo statunitense hanno conquistato rispettivamente 6 e 4”; il terzetto ha chiuso a 1′15” da Albasini seguito da Gesink, Pinot e Danielson a 1′36”, da Kruijswijk a 1′39”, da Kreuziger e Fuglsang a 1′57” e dal gruppetto di Rui Costa comprendente anche il nostro Giampaolo Caruso (Katusha) a 2′05”.
La nuova classifica generale vede il portoghese ancora in maglia gialla ma con soli 14” su Frank Schleck, 21” su Leipheimer, 25” su Gesink, 40” su Nieve, 42” su Kreuziger e 43” su Danielson: il Giro di Svizzera è dunque apertissimo alla vigilia della nona e ultima tappa, la più dura della corsa elvetica con i suoi 215,8 km da Naefels-Lintharena a Soerenberg lungo un tracciato che prevede le dure scalate al Glaubenbielen e al Glaubenberg, 14,5 km al 7,1% con la vetta posta a 37 km dal traguardo, e l’ascesa finale molto più pedalabile che però alla luce dei distacchi così risicati potrà risultare decisiva.

Marco Salonna

Il portoghese Rui Alberto Faria da Costa in azione sulla salita del Flumserberg nella frazione decisiva del Tour de Suisse 2013 (foto Bettini)

Il portoghese Rui Alberto Faria da Costa in azione sulla salita del Flumserberg (foto Bettini)

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