SVIZZERA STORY: DAVOS 2016
La nota cittadina di sport invernali di Davos ospitò le due frazioni che decisero l’edizione 2016 del Tour de Suisse, una cronometro di circa 17 Km e un circuito d’alta montagna di 118 Km che poi fu ridotto a soli 57 Km a causa della neve. Oggi vi riproproniamo la cronaca di quelle due giornate di gara, che sancirono la vittoria finale del colombiano Miguel Ángel López
18 giugno 2016 – 8a tappa: circuito a cronometro di Davos
CRONO PAZZA, LÓPEZ MORENO SECONDO VA IN MAGLIA, TAPPA A IZAGIRRE E DOMANI FINALE AL CARDIOPALMA
Izagirre vola nella breve, ma non banale, cronometro del Giro di Svizzera e va a dare un dispiacere a Cancellara che verrà poi superato anche dal colombiano Lopez Moreno, vera sorpresa odierna, che va a vestirsi di giallo con 8 secondi di vantaggio su Talansky. La classifica, ancora piuttosto corta, fa presagire scintille per domani con Albula e Fluela.
Che la crono dopo le montagne premi maggiormente i corridori dotati di recupero e di fondo piuttosto che gli specialisti è dato notorio, tuttavia la tappa di oggi, primo atto della due giorni conclusiva nel Canton Grigioni, ha sconvolto tutte le previsioni possibili. Che Thomas non fosse al top della forma lo si era capito, che Kiriyenka potesse pagare il duro lavoro svolto ieri era anche da pensare, più difficile immaginare che Tejay Van Garderen, che pure ieri ha speso molte energie, potesse offrire una prestazione opaca. Oggi gli specialisti hanno avuto disco rosso. L’unico che ha a lungo conservato speranze di vittoria è stato il padrone di casa Fabian Cancellara, la locomotiva di Berna si è mantenuto a lungo in testa alla classifica provvisoria ed ha alla fine ceduto solo nelle battute finali rispetto ad un Izagirre che, all’intertempo, sembrava destinato a finire alle spalle dell’elvetico. Proprio le caratteristiche della prova di oggi potrebbero aver giocato un ruolo fondamentale nell’economia della gara. Vi era infatti una fase molto complicata, con stradine estremamente strette, in cui era fondamentale stare attenti alle guida più che a spingere. La salita infatti ha fatto registrare il sorpasso tra Izagirre e Cancellara, mentre la discesa in cui i migliori hanno superato i 110 orari, non ha permesso ulteriori rimescolamenti. Lopez Moreno, che è un giovanissimo scalatore, ha affrontato a tutta il tracciato ed il suo risultato è andato oltre le più rosee aspettative. Il giovane colombiano della Astana sembra essere quello che ha maggiormente recuperato gli sforzi delle tappe di montagna. Pare anzi che le frazioni alpine abbiano aiutato la nuova maglia gialla a carburare ed a trovare il giusto colpo di pedale, alla luce di questo dato Lopez Moreno può affrontare con fiducia la tappa di domani, anche se dovrà guardarsi non solo da Talansky, a distanza colmabile con l’abbuono previsto per il primo, ma anche dal vincitore di tappa di oggi che è a soli 16 secondi. Izagirre infatti ha vinto la frazione proprio nel tratto di salita e nella successiva discesa, riuscendo a guadagnare moltissimi secondi su Cancellara.
La tappa di domani poi prevede lo scollinamento del Fluela a 18 chilometri dall’arrivo ed un distacco di 16 secondi si può recuperare anche in discesa, senza contare gli abbuoni. Viste le doti messe il luce dallo spagnolo al prologo del Romandia ed oggi, anche un distacco di pochissimi secondi al termine della discesa potrebbe consentire ad Izagirre di superare Lopez Moreno. Certo coloro che intendono attaccare Lopez Moreno dovranno tentare di tenere cucita la corsa perché l’arrivo di una fuga li priverebbe di abbuoni che potrebbero risultare decisivi, dato che staccare il capitano dell’Astana in salita non appare impresa semplice. Potrebbe provarci Barguil, quarto in generale a 18 secondi, il quale nonostante il minuto accusato oggi si è tutto sommato difeso in modo abbastanza dignitoso, considerando le sue caratteristiche ed è comunque l’uomo che è uscito in maglia gialla dalla tre giorni di montagna appena passata.
Per gli altri invece le cose sembrano più complicate, Pantano, che oggi ha fatto un’ottima prova, dimostrando buone doti di recupero e fondo, si trova infatti a 52 secondi e, per sperare in una vittoria, dovrebbe fare un’impresa, staccando tutti sul Fluela e conseguendo un vantaggio non indifferente. Stesso discorso per Kelderman, Van Garderen, Thomas e per il detentore del titolo Spilak. Mentre Kelderman ha fatto un’ottima prova, chiudendo quarto a 21 secondi davanti a Talansky, Spilak, che lo scorso anno strappò la vittoria a Pinot proprio a cronometro, non è riuscito ad essere all’altezza le aspettative, pagando oltre un minuto a Izagirre. Questi uomini pagano oltre un minuto in generale e, se l’impresa è comunque possibile in virtù della lontananza dal traguardo del Fluela, è anche vero che sarà necessario staccare tutti coloro che si trovano davanti in classifica generale e che hanno dimostrato di trovarsi in condizione ottima tanto da battere oggi gli specialisti delle lancette.
Con una sfida che probabilmente vedrà coinvolti i primi 4 della classifica generale gli appassionati si apprestano vivere una frazione finale davvero al cardiopalma.
Benedetto Ciccarone
19 giugno 2016 – 9a tappa: La Punt-Chamues-ch – Davos
COLOMBIA FELIX A DAVOS: TAPPA A PANTANO, GENERALE A LÓPEZ
Prova di forza del 22enne atleta dell’Astana che, in una tappa accorciata a soli 57 km per via delle condizioni meteo, non si limita a controllare i più diretti avversari ma fa il vuoto sul Flüelapass per poi essere raggiunto da 4 avversari nella successiva discesa e va ad aggiudicarsi comunque il Giro di Svizzera, mentre il successo di giornata premia il suo connazionale della Iam Cycling che batte allo sprint il sorprendente Sergei Chernetckii e Ion Izagirre. Buona operazione anche per il basco della Movistar e per Warren Barguil, che salgono al 2° e al 3° posto della classifica finale, mentre paga dazio nella discesa del Flüela Andrew Talansky che finisce fuori dal podio.
La nona e ultima frazione del Giro di Svizzera si sarebbe originariamente dovuta disputare sulla distanza di 117 km con partenza e arrivo a Davos ma le avverse condizioni meteo hanno costretto gli organizzatori a cancellare l’ascesa dell’Albulapass, prevista nella prima parte del percorso, e a spostare il via in quel di La Punt, riducendo così il chilometraggio a soli 57 km, comunque impegnativi per via della presenza della scalata verso il Flüelapass, la cui vetta era posta ai -17 dal traguardo. Peraltro si è arrivati fin qui con una situazione ancora apertissima alla luce di una classifica generale condotta da Miguel Ángel López (Astana) con 8” su Andrew Talansky (Cannondale), 16” su Ion Izagirre (Movistar) e 18” su Warren Barguil (Giant-Shimano).
Complice anche la strada in leggera discesa nei chilometri iniziali gli attacchi sono stati molteplici fin dalle prime battute, ma l’Astana ha fatto buona guardia, badando soprattutto a evitare che potessero avvantaggiarsi compagni di squadra dei più diretti rivali di López, che avrebbero potuto risultare utili soprattutto nel tratto che dalla vetta del Flüela portava al traguardo, e concedendo spazio ai soli Ariel Richeze (Etixx-QuickStep), che è transitato per primo nei due sprint intermedi assicurandosi definitivamente la conquista della classifica a punti, Jasper Stuyven (Trek-Segafredo) e Magnus Cort Nielsen (Orica-GreenEdge), tre uomini non pericolosi che sono stati riassorbiti sulle prime rampe dell’unica ascesa di giornata. E’ stato Michele Scarponi, ultimo uomo rimasto al fianco della maglia gialla, a scandire il ritmo nei primi chilometri di salita, provocando il cedimento tra gli altri di Geraint Thomas (Team Sky), che uscirà definitivamente dalle zone alte di una classifica generale in cui, pur non avendo mai brillato particolarmente, occupava l’8° posto con un distacco di 1′30” dalla vetta. Successivamente a fare il forcing si sono portati prima Darwin Atapuma (Bmc) e poi Matvey Mamykin (Katusha), per lanciare rispettivamente Tejay Van Garderen e il campione uscente Simon Špilak, e per un attimo questo cambio di ritmo è sembrato mettere in difficoltà López, che è scivolato al centro del gruppetto dei migliori, ridotto a una trentina di elementi: in realtà poi s’e capito che quella del colombiano era semplicemente una tattica per controllare meglio gli avversari. A provare a prendere il largo sono stati prima David López Garcia (Team Sky) e poi Hubert Dupont (Ag2r), che si è riportato sul basco per poi distanziarlo e proseguire nell’azione, ma ad accendere la miccia tra gli uomini di classifica è stato, a circa 6 km dalla vetta, Špilak che si è portato dietro Rui Costa (Lampre-Merida) e soprattutto Jarlinson Pantano (Iam Cycling), 5° nella generale a 52” da López, che hanno raggiunto e staccato Dupont. A questo punto è arrivata la poderosa reazione della maglia gialla, che è scattato a sua volta andando a riprendere chi lo precedeva, con il solo Van Garderen in grado di replicare e riportarsi a sua volta sul gruppetto di testa, mentre Talansky, Izagirre e Barguil sono rimasti nel plotoncino inseguitore insieme a Joe Dombrowski (Cannondale), Winner Anacona (Movistar), Victor De La Parte (CCC-Sprandi) e Sergei Chernetskii (Katusha). Con questi inizialmente era da segnalare anche il 6° della generale Wilco Kelderman (Lotto-Jumbo), che però strada facendo ha ulteriormente perso terreno.
Non pago di essere ritornato in testa alla corsa López ha tirato dritto togliendosi di ruota Špilak, che andrà in crisi tanto da essere ripreso e staccato anche dagli inseguitori, e Rui Costa; qualche centinaio di metri dopo neppure Van Garderen e Pantano sono riusciti a resistere allo scatenato corridore dell’Astana, che ha incrementato il vantaggio scollinando in vetta al Flüela con circa 30” sul connazionale e sullo statunitense, raggiunti da Izagirre e dai sorprendenti Chernetckii e De La Parte, mentre poco più indietro è rimasto il gruppetto comprendente Rui Costa, Barguil e un Talansky costantemente guidato da Dombrowski. Nella successiva discesa, resa molto insidiosa dalla pioggia che ha iniziato a cadere in prossimità dello scollinamento, le carte si sono ulteriormente rimescolate con De La Parte che ha perso terreno e Talansky, non nuovo ad avere difficoltà quando si tratta di sapere guidare la bicicletta, che a sua volta non è riuscito a rimanere con Rui Costa e Barguil, che dal canto loro si sono lanciati alla rincorsa di chi li precedeva.
Sotto l’impulso soprattutto di Izagirre, intenzionato a distanziare il più possibile Talansky per superarlo in classifica generale, il plotoncino comprendente il basco, Pantano, Van Garderen e Chernetckii si sono riportati su López, che una volta messa definitivamente al sicuro la leadership nella generale non si è preso ulteriori rischi. Questo quintetto è andato a disputarsi lo sprint conclusivo che ha visto il successo di Pantano su Chernetckii, entrambi rimasti quasi sempre a ruota negli ultimi chilometri anche se il colombiano in un paio di occasioni aveva timidamente tentato di andarsene. Il corridore della Iam Cycling ha dimostrato una netta superiorità e alla fine ha avuto la meglio, conquistando quello che è il suo primo successo in una carriera in cui, prima di questo Giro di Svizzera, non aveva dimostrato quelle doti che gli venivano riconosciute qualche anno fa; il russo della Katusha ha dovuto invece accontentarsi della piazza d’onore davanti a Izagirre, a López e a Van Garderen, mentre anche Rui Costa e Barguil proprio in prossimità dell’arrivo sono riusciti a riaccodarsi senza però potersi giocare il successo. Talansky, grande sconfitto del giorno, ha chiuso con un ritardo di 56” insieme a De La Parte e Dombrowski; invece, gruppetto comprendente Kelderman e Špilak è giunto al traguardo a 1′17”.
Con la dimostrazione di forza mostrata nell’ultima frazione il 22enne López, atteso da tutti a un radioso futuro per quanto riguarda i grandi Giri, si è dunque aggiudicato un Giro di Svizzera in cui non aveva particolarmente brillato nei primi giorni ma è cresciuto di prepotenza nel finale; 2° a 12” si è piazzato Izagirre, che ha pagato il terreno perso nella prima tappa di montagna con arrivo a Carì e che solo in parte è riuscito a recuperare nella vittoriosa crono di Davos ma che si dimostra ancora uno degli uomini più competitivi per quanto riguarda le gare a tappe di una settimana o poco più, 3° a 18” è giunto un Barguil convincente e abile anche ad approfittare delle occasioni in cui i diretti rivali si marcavano ma che non ha potuto giocarsi il successo finale per le sue lacune nelle prove contro il tempo; 4° a 42” un Pantano che ha rimpiazzato al meglio Mathias Frank, che sarebbe dovuto essere l’uomo di classifica della Iam Cycling ma è stato costretto al ritiro; 5° a 1′04” Talansky, che si conferma comunque ritrovato al di là del podio sfumato nell’ultima tappa; 6° a 1′26” un Van Garderen complessivamente molto forte che si è tolto la soddisfazione di aggiudicarsi la tappa regina di Sölden ma che ha compromesso un possibile successo finale con la crisi nella tappa di Amden, nella quale ha sofferto per il grande freddo; 7° a 2′09” un Rui Costa nel complesso piuttosto anonimo nella corsa che lo aveva visto trionfare per tre volte di fila tra il 2012 e il 2014; 8° a 2′38” un Kelderman che è stato anche leader della classifica generale ma che nell’arco di tutta la stagione è apparso regredito quando la strada sale; 9° a 2′48” uno Špilak cui non è mancata la buona volontà ma che, a differenza di un anno fa, non ha avuto le gambe per essere al top; 10° a 5′08” un Chernetckii risalito fino alla top ten grazie alla grande prestazione dell’ultimo giorno. Altri grandi protagonisti del Tour de Suisse sono stati Peter Sagan (Tinkoff), che ha conquistato due tappe e soprattutto in quella di Rheinfelden ha dato una dimostrazione di superiorità impressionante, Richeze che oltre ad aggiudicarsi la frazione di Champagne e la classifica a punti è stato protagonista lungo tutto l’arco della prova, Fabian Cancellara (Trek-Segafredo) che ha messo a segno la sua zampata conquistando il prologo di Baar e Peter Weening (Roompot-Oranje), vittorioso ad Amden al termine di una lunga fuga, senza dimenticare infine il suo compagno e connazionale Antwan Tolhoek, che si è imposto nella classifica degli scalatori.
Marco Salonna