SVIZZERA STORY: SAN GOTTARDO & GOMS 2019
Il Giro di Svizzera, che avrebbe dovuto disputarsi in questi giorni, a differenza del Delfinato non sarà recuperato quest’anno e dovrete così aspettare il 2021 per le leggere cronache dell’84a edizione della corsa elvetica. Nell’attesa della ripresa della stagione vi proporremmo in questi giorni le cronache delle tappe chiave delle ultime edizioni del Tour de Suisse. Cominciamo con il racconto dei due tapponi alpini del San Gottardo e di Goms che lo scorso anno sancirono la vittoria di Egan Bernal, il colombiano che il mese successivo si imporrà al Tour de France. Buona lettura
21 Giugno 2019 – 7a tappa: Unterterzen – San Gottardo
BERNAL DOMA IL SAN GOTTARDO E IPOTECA IL GIRO DI SVIZZERA
Egan Bernal (Team INEOS) sfrutta il proverbiale treno della formazione britannica che, a poco a poco, riduce il gruppo maglia gialla sull’ultima salita del tappone alpino e sferra l’attacco decisico a circa 2 km dall’arrivo. Nessuno riesce a rispondergli ed il colombiano trionfa così sul San Gottardo. Domani cronometro individuale di 19 km che non dovrebbe impensierire più di tanto il talento andino.
La settima tappa del Giro di Svizzera, la più lunga dell’edizione 2019 con gli oltre 216 km da percorrete da Unterterzen al Passo del San Gottardo, ha tutte le caratteristiche di un tappone alpino. I ciclisti saranno in sella per 6 ore e la fatica si farà sentire specialmente sull’interminabile ascesa finale che, tra fondovalle e salita vera e propria, misura oltre 40 km e presenta il tratto conclusivo interamente pavimentato in pavè. Prima ci saranno anche i GPM di Flims e del Passo del Lucomagno a rendere ulteriormente complicata una tappa che, se non deciderà il vincitore della corsa, metterà una seria ipoteca sui giochi finali. Egan Bernal (Team INEOS) già si frega le mani per un percorso a lui favorevole e dopo la maglia gialla conquistata ieri potrà oggi fare un passo decisivo in classifica generale, anche perchè guardando alle sue spalle la concorrenza non sembra agguerritissima. La tappa è stata caratterizzata dalla fuga di Koen Bouwman (Jumbo Visma), Tsgabu Grmay (Mitchelton Scott), Steve Morabito (Groupama FDJ), Gino Mäder (Dimension Data) e Winner Anacona (Movistar). L’olandese si aggiudicava i primi due GPM dma il gruppo non lasciava molto spazio all’azione dei fuggitivi. Era naturalmente il Team INEOS a imporre l’andatura ed a riprendere i fuggitivi sulle prime rampe del San Gottardo. Il gruppo maglia gialla si riduceva sempre di più e a 5 km dall’arrivo si contavano non più di una ventina di ciclisti nel gruppo principale. Ai meno 4 scattava Enric Mas (Deceuninck Quick Step) ma il Team INEOS continuava senza patemi ad imporre un ritmo costante che non consentiva allo spagnolo di prendere troppo vantaggio, che si assestava intorno ai 15 secondi. Ai meno 2 era finalmente Bernal a imprimere l’accelerazione decisiva, che sgranava ulteriormente il gruppo maglia gialla. Lo spagno si involava tutto solo all’inseguimento di Mas e l’unico a cercare di restargli attaccato era Domenico Pozzovivo (Bahrain Merida), che però si staccava poco dopo e al quale non restava che fare il gregario al compagno Rohan Dennis, alle sue spalle. Ripreso Mas Bernal continuava per la sua strada lasciando sul posto anche il giovane spagnolo e trionfando tutto solo sul traguardo del San Gottardo. Secondo a 23 secondi di ritardo era Pozzovivo che precedeva Dennis. Chiudevano la top five parziale Patrick Konrad (Bora Hansgrohe) e Jan Hirt (Team Astana), entrambi classificati con 34 secondi di ritardo da Bernal. Il colombiano ipoteca così la maglia gialla, avendo adesso 41 secondi di vantaggio su Dennis e 1 minuto e 13 secondi su Konrad. Domani la penultima tappa di Goms prevede una cronometro individuale di 19 km. Il favorito è sicuramente Dennis, attuale campione del mondo della specialità e già vincitore nella cronometro iniziale di Langnau. Ma Bernal, a meno di clamorose sorprese, non dovrebbe avere troppe difficoltà a contenere il ritardo dall’australiano.
Giuseppe Scarfone
23 Giugno 2019 – 9a tappa: circuito di Goms
BERNAL CAPITALIZZA LO SVIZZERA ED ORA SOGNA IL TOUR….
Il Tour de Suisse finisce a Bernal e non è solo un gioco di parole con il nome della capitale elvetica. Il campione colombiano, infatti, era uno dei massimi favoriti della vigilia e praticamente non ha avuto concorrenza in montagna, concludendo la corsa con un vantaggio di 19″ sull’avversario rivelatosi più insidioso, l’australiano Dennis, che aveva dalla sua parte le due cronometro, non bastate per contrastare del tutto il corridore sudamericano che tra poche settimane si presenterà al via del Tour de France come uomo di punta di un Team INEOS orfano di Froome
La nona e ultima tappa del Giro di Svizzera, partenza e arrivo a Ulrichen, era lunga solo 101 chilometri, ma era stata disegnata in modo da favorire gli attaccanti e le imprese ardite, e così oggi è stato. Tra le salite del Nufenenpass, del San Gottardo e del Furkapass, si assisteva ad una tappa frizzante che entrava subito nel vivo grazie a Hugh Carthy (EF Education First). Egan Bernal (Team INEOS), dopo il ritiro del co-capitano Geraint Thomas era divenuto l’unico leader del team anglosassone, ma la pressione che non lo turbava minimamente e, dopo aver guadagnato nelle tappe precedenti il primo posto in classifica generale, con una maturità, una calma e un’esperienza degna del miglior decano del gruppo controllava e amministrava la corsa, muovendosi e facendo lavorare i compagni di squadra sempre al momento giusto. Il colombiano riusciva a portarsi a casa una corsa storica e affascinante che fa il paio con la Parigi-Nizza vinta pochi mesi fa, segno importante per il predestinato ventiduenne.
Tornando alla corsa odierna il britannico dell’EF Education First, sfruttando anche il fatto di essere fuori classifica, è stato praticamente per tutto il giorno in fuga solitaria, attaccando subito dopo la partenza. Carthy conquistava incontrastato tutti e tre i GPM di giornata, amministrando un vantaggio che a tratti aveva superato anche i 4 minuti. Alle sue spalle in molti hanno tentato di inseguirlo vanamente, tra i quali Simon Špilak (Katusha Alpecin), Marc Soler (Movistar) e Fabio Aru (UAE-Team Emirates) sulle pendici del Nufenenpass. Il sardo, dopo aver tentato l’attacco nella prima parte di corsa, si adagiava nella pancia del gruppo per poi perdere posizioni su posizioni fino a rialzarsi definitivamente, arrivando al traguardo con oltre 10 minuti di ritardo dal vincitore di giornata. Dopo le belle impressioni che aveva lasciato nella prima parte di questa edizione del Giro di Svizzera, Aru terminava dunque in malomodo la corsa, lasciando i suoi tifosi con molti dubbi e molte preoccupazioni in vista del Tour de France. Enric Mas (Deceuninck – Quick Step) e Jan Hirt (Astana Pro Team) sono i nomi dei ciclisti più importanti che, invece, avevano tentato invano di raggiungere il passista-scalatore di sua maestà sul San Gottardo. Il gruppo a quel punto era spezzato in due tronconi principali e nel primo il Team Ineos controllava in testa scortando ottimamente il proprio capitano, raggiungendo piano piano tutti i ciclisti che avevano provato a raggiungere Carthy.
In vista dell’ultima asperità di giornata, il Furkapass, la situazione in testa al gruppo cambiava con la Bahrain-Merida che faceva capolino scalzando il Team INEOS. Rohan Dennis (Bahrain-Merida), che era secondo in generale con un ritardo di 22”, si giocava il tutto per tutto e dopo aver fatto lavorare un ottimo Domenico Pozzovivo, in ripresa dopo la crono opaca di ieri, si lanciava all’attacco a 27 km dall’arrivocon l’intenzione di staccare Bernal. L’australiano faceva il vuoto, ma l’unico che non riusciva a staccare era proprio il rivale colombiano. Mentre Carthy era ormai involato verso la vittoria leggendaria, Dennis e Bernal scollinavano da soli, lanciandosi nella discesa uno dietro l’altro.
Carthy tagliava il traguardo tra gli applausi della folla, conquistando anche la vittoria nella classifica riservata agli scalatori. Quasi cento i chilometri che ha percorso da solo in fuga, gran numero per lui. Dennis vedendo di non poter più riuscire a staccare Bernal, si metteva l’anima in pace e collaborava con il colombiano, arrivando insieme a lui al traguardo con 1′02” di ritardo dal vincitore. Dennis secondo guadagnava 3” di abbuono su Bernal, secondi che non cambiavano nulla, se non aumentando l’amaro in bocca per aver steccato la cronometro di ieri, disciplina che in passato gli aveva regalato molte gioie. A 1’52” giungevano il corridore di casa Mathias Fränk (AG2R La Mondiale) e Špilak, a 2’15” un gruppetto con Carlos Betancur (Movistar), Tiesj Benoot (Lotto Soudal), Pozzovivo, Patrick Konrad (Bora-Hansgrohe) e Hirt. Peter Sagan (Bora Hansgrohe) era il vincitore della classifica a punti mentre Bernal, oltre alla classifica generale, conquistava anche quella riservata ai giovani. La classifica finale vede quindi Bernal vincitore con 19″ su Dennis, 3’04” su Konrad, 3’12” su Benoot, 3’13” su Hirt, 3’48” su Špilak e 4’14” su Pozzovivo, primo degli italiani.
Egan Bernal, come già scritto, dopo aver vinto il Giro di Svizzera e la Parigi-Nizza si candida come uno dei favoriti principali per la vittoria del Tour de France. Il Team INEOS, che non vedrà al via Froome e ha in organico per la corsa francese un Geraint Thomas le cui condizioni atletiche saranno da valutare, lancerà Bernal all’inseguimento della Grande Boucle, impresa che oggi non sembra molto lontana dal potersi realizzare.
Luigi Giglio