DELFINATO STORY: PIPAY 2019
La prima settimana di giugno era destinata alla 73a edizione del Critérium du Dauphiné, rinviata ad agosto a causa della pandemia. In questi sette giorni vi proporremo una selezione di tappe delle più recenti edizioni della corsa francese, cominciando dalla frazione che decise l’ultima edizione del Delfinato, vinta dal danese Jakob Fuglsang
LA PIOGGIA NON FERMA POELS. FUGLSANG NUOVA MAGLIA GIALLA
In una seconda parte di tappa tormentata da condizioni meteo inclementi con pioggia e vento, i big di classifica si danno battaglia sull’ultima salita verso Pipay. E’ Wout Poels (Team INEOS) a sferrare l’attacco vincente ed a imporsi su Jakob Fuglsang (Astana) ed Emanuel Buchmann (Bora Hansgrohe). Fuglsang è la nuova maglia gialla e alla vigilia dell’ultima tappa di Champéry deve amministrare 8 secondi di vantaggio su Adam Yates (Mitchelton Scott).
La penultima tappa del Giro del Delfinato 2019 da Saint-Genix-les-Villages a Les Sept Laux-Pipay è lunga poco meno di 134 km ma presenta tre GPM di prima categoria ed un “hors catégorie” che dovrebbero finalmente delineare i veri valori in campo, all’interno di una classifica generale che sembra ancora troppo corta, visto che tra il primo – Adam Yates (Mitchelton Scott) – ed il decimo – Wout Poels (Team INEOS) – ci sono soltanto 40 secondi di differenza. Non prendeva il via Tom Dumoulin (Sunweb), ancora dolorante al ginocchio sinistro infortunato al Giro d’Italia. Vedremo nelle prossime settimane come proseguirà il recupero dell’olandese, che a questo punto ipotizziamo in dubbio per il Tour de France. La partenza subiva qualche minuto di ritardo per via della paventata decisione degli organizzatori di annullare la tappa, visto che era segnalata pioggia molto forte lungo il tracciato. Compiute le dovute verifiche la tappa partiva senza problemi ed erano immediati gli attacchi per portare via una fuga. Una ventina di ciclisti accumulava un vantaggio di circa 20 secondi intorno al km 20 e rra gli attaccanti si segnalava Julian Alaphilippe (Deceuninck Quick Step), vincitore della tappa di ieri. Gli altri componenti il tentativo erano Gianni Moscon e Dylan van Baarle (Team INEOS), Jack Haig e Damian Howson (Mitchelton-Scott), Mikaël Chérel (AG2R-La Mondiale), Philippe Gilbert (Deceuninck-Quick Step), Felix Grossschartner (Bora-Hansgrohe), Alexey Lutsenko e Magnus Cort Nielsen (Astana), Jesper Hansen (Cofidis), Rubén Fernández (Movistar), Lennard Hofstede (Jumbo Visma), Niklas Eg ed Edward Theuns (Trek-Segafredo), Michael Woods (EF Education First), Rémy Mertz (Lotto-Soudal), Mark Padun (Bahrain-Merida), Joey Rosskopf (CCC Team), Quentin Pacher (Vital Concept), Kévin Ledanois (Arkéa-Samsic) e Robert Power (Sunweb). Dopo 35 km il vantaggio della fuga era di 1 minuto sul gruppo. Lutsenko, con soli 30 secondi di ritardo da Adam Yates, era il ciclista meglio piazzato in classifica generale. Era ovviamente la Mitchelton Scott a imprimere il giusto ritmo al gruppo evitando che la fuga dilatasse il proprio vantaggio. Woods si aggiudicava il traguardo volante di Nances, dopodichè iniziava la scalata verso il primo GPM di giornata, il Col de l’Épine, posto al km 43. Uno scatenato Alaphilippe scollinava in prima posizione rafforzando il proprio primato nella classifica degli scalatori, e si lanciava nella discesa insieme ad Hofstede, unico a restare in scia al francese. Rimasto da solo in testa a causa della caduta che metteva momentaneamente fuori gioco Hofstede, Alaphilippe iniziava la scalata verso il Col du Granier, seconda asperità di giornata, con una trentina di secondi di vantaggio sul grosso della fuga iniziale, mentre il gruppo maglia gialla inseguiva con circa 3 minuti di ritardo. Alaphilippe scollinava ancora una volta in prima posizione mentre Hofsteve riusciva a riprendere il francese. Si formava così una coppia in testa anche se per poco, visto che Alaphilippe e Hofstede venivano ripresi dal numeroso gruppo al loro inseguimento. A 38 km dal termine il gruppo di testai aveva 2 minuti di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Sul successivo Col de Marcieu, affrontato sotto una vera e propria tempesta, era Woods a transitare in prima posizione, seguito da Lutsenko. La nuova coppia di testa guadagnava una trentina di secondi di vantaggio sugli immediati inseguitori, poi il kazako rimaneva da solo al comando in seguito ad una foratura del canadese. L’ultima salita verso Pipay veniva percorsa sotto una fitta pioggia. Iniziavano gli attacchi nel gruppo maglia gialla e il primo ad accendere le micce era Nairo Quintana (Movistar). Provavano ad attaccare anche Romain Bardet (AG2R La Mondiale), Thibaut Pinot (Groupama FDJ) e Jakob Fuglsang (Astana). Lutsenko e Woods, rimasti nuovamente soli al comando, venivano ripresi a 4 Km chilometri dal traguardo, dopodichè prendevano la testa della corsa Fuglsang, Emanuel Buchmann (Bora Hansgrohe) e Wout Poels (Team INEOS). Era proprio l’olandese – alla prima vittoria stagionale – ad imporsi con un secondo di vantaggio su Fuglsang e Buchmann. Chiudevano la top five Pinot e Daniel Martin (UAE Team Emirates) a 10 secondi mentre la maglia gialla Adam Yates, sesto, perdeva il simbolo del primato che andava sulle spalle di Fuglsang. Il danese adesso ha 8 secondi di vantaggio su Yates, mentre più staccati sono Tejay Van Garderen (EF Education First), Buchmann e Poels, rispettivamente staccati a 20, 21 e 28 secondi. Domani è in programma l’ultima tappa da Cluses a Champéry per un totale di 113,5 km. Si tratta di una frazione ancora più corta di quella odierna ma infarcita di GPM, ben 7 che, seppur complessivamente non durissimi, potrebbero riservare interessanti scenari, con attacchi tra i big già dai primi chilometri. Fuglsang ha un vantaggio non trascurabile sugli avversari e resta a ben vedere il favorito principale per la vittoria nel Giro del Delfinato 2019.
Giuseppe Scarfone