REMEMBER WEVELGEM: NEL 2019 LO SPRINT VINCENTE DI KRISTOFF
Domani si sarebbe dovuta correre l’82a edizione della Gand-Wevelgem, annullata come tutte le altre corse di questo periodo. A cavallo di questa data vi riproporremo le cronache di tre edizioni della classica belga seguite da ilciclismo.it, cominciando da quella più recente, vinta lo scorso anno dal norvegese Alexander Kristoff
Interminabile. Se dovessimo trovare un aggettivo per la Gand-Wevelgen di quest’anno, vissuta in apnea per tutti i chilometri di una gara resa dura dal vento del nord a soffiare, per lunghi tratti, contrario al senso di marcia del gruppo, impotente quando, dopo circa 60 Km di gara, il vento proveniente dalla costa attraverso le Fiandre Occidentali ha dato spunto agli uomini della Jumbo-Visma di accelerare, spezzare il plotone e così rendere entusiasmante l’intera corsa. L’azione degli olandesi, infatti, porta via un drappello di uomini, tra i quali spiccano loro nomi di spessore per vittoria finale. Gli ardimentosi sonio Wout van Aert, Maarten Wynants e Mike Teunissen della Jumbo-Visma, Matteo Trentin (Mitchelton-Scott), Fernando Gaviria (UAE Team Emirates), Peter Sagan, Pascal Ackermann e Rüdiger Selig della Bora-Hansgrohe), Tim Declercq (Deceuninck-QuickStep), Jan-Willem Van Schip (Roompot-Charles), Niki Terpstra (Direct Énergie), Cees Bol (Sunweb), Mads Pedersen, Jasper Stuyven, John Degenkolb ed Edward Theuns del Trek-Segafredo), Mathieu van der Poel (Corendon-Circus) e Luke Rowe (Sky). Il vantaggio, favorito inizialmente dal vento, arriva subito a toccare il minuto e mezzo. Dietro la corazzata Deceuninck-QuickStep inizia ad organizzare l’inseguimento per Elia Viviani, secondo lo scorso anno e capitano unico fin dalla vigilia, chiamato a prendersi la rivincita sull’ex campione del mondo Peter Sagan. Non è un’impresa semplice quella che deve compiere lo squadrone belga per via del vento, spesso contrario al senso di marcia. Al passaggio sul muro del Kemmelberg, ai meno 75 dal traguardo, il capitano della Jumbo-Visma, Van Aert, prova a forzare l’andatura e l’unico a tenere le ruote del belga è Trentin; appaiono in difficoltà tutti gli altri, anche Peter Sagan, a dimostrazione, qualora ancore ve ne fosse bisogno, di una condizione di forma ancora non al meglio. Allo scollinamento del muro, mentre i fuggitivi rimasti si ricompattano, sono 35 i secondi di vantaggio sul gruppo, ulteriormente spezzato da un’accelerazione di Zdeněk Štybar (Deceuninck-QuickStep). In testa alla corsa un’accelerazione di Theuns è seguita soltanto da Teunissen, Sagan e Trentin. E’ questa la nuova testa della corsa che ai meno 65 Km conserva 30” di vantaggio sul grosso del plotone, tirato da un inesauribile Tim Declerq (Deceuninck-QuickStep) a spendere le ultime energie rimaste per poi lasciare il compito dell’inseguimento ai suoi compagni di squadra. In questa fase di controllo il ritmo in testa al gruppo cala e così il vantaggio dei quattro al comando aumenta e supera il minuto. Ad approfittarne è Luke Rowe, che riusce tutto solo a riportarsi sulla testa della corsa, segno evidente di come il gruppo non voglia avvicinarsi troppo per favorire possibili contrattacchi. Questa situazione di stallo sino ai piedi del Baneberg, affrontato dai fuggitivi con 50” di vantaggio mentre dietro ci sono da registrare gli allunghi di Matej Mohorič (Bahrain-Merida) prima e di Alexander Kristoff (UAE Team Emirates) poi. Ai meno 35 Km, con il solo Kemmelberg da affrontare, i cinque di testa conservano un vantaggio di 42”, che salgono a 55” ai piedi dell’ultima asperità in pavè, presa in testa da Rowe. Cede terreno Van Aert, ripreso da uno scatenato Zdenek Štybar, che nella successiva discesa va a formare un terzetto con dentro Kristoff. La nuova situazione di corsa, ai meno 30 Km dall’arrivo, vede il quintetto di testa al comando con 26” sugli immediati inseguitori e 39” su ciò che è rimasto dal gruppo, spezzatosi in due tronconi. E’ ancora la Deceuninck ad organizzare le operazioni di inseguimento, questa volta con Yves Lampaert che aspetta Elia Viviani nel secondo gruppo pronto a ricongiungersi, dopo pochi chilometri, con il primo di cui fa parte il belga. Il gruppo inseguitore riassorbe in prima battuta Van Aert, Štybar e Kristoff tornando compatto; successivamente, ai meno 17 Km, viene riacciuffato anche il quintetto al comando grazie al lavoro dei compagni di squadra di Elia Viviani. È, però, troppo presto e, infatti, Terpstra prova un allungo, subito annullato dal gruppo. Nel lungo rettilineo da percorrere ai meno 5 Km va in scena un altro attacco, portato da Sebastian Langeveld (EF Education First), Jack Bauer (Mitchelton-Scott), Amund Grøndahl Jansen (Jumbo-Visma) e Jasper Stuyven (Trek-Segafredo). I quattro appaiono fin da subito imprendibili e dietro un attimo di incertezza fa sì che davanti guadagnano secondi su secondi. Per l’ennesima volta l’onere di ricucire tocca alla Deceuninck, con Philippe Gilbert e l’inesauribile Štybar a lavorare per un Elia Viviani costretto ancor di più a premiare gli sforzi dei compagni di squadra che lo hanno protetto per tutto il percorso. Il gruppo piomba sui quattro nei 300 metri finali per una volata caotica da cui emerge imperioso l’uomo con più energie rimaste, il norvegese Alexander Kristoff, uomo di fondo che va a disintegrare nell’uno contro uno tutti i presenti, andando ad inscrivere il suo nome nell’albo d’oro della corsa. Salgono sul podio in seconda posizione John Degenkolb (Trek-Segafredo) ed in terza Oliver Naesen (AG2R La Mondiale). Al quarto posto si piazza un fantastico Mathieu Van Der Poel (Coredon-Circus). Il migliore italiano è Matteo Trentin (Mitchelton-Scott) mentre soltanto diciassettesimo, e primo della Deceuninck-QuickStep, Elia Viviani, risultato che lascia ancora una volta l’amaro in bocca al campione italiano.
Antonio Scarfone