PRIMAVERA D’ORO DI QUINTANA SULLE STRADE DELLA PROVENZA
La 52esima edizione del Tour des Alpes Maritimes et du Var va ad uno scatenato Nairo Quintana, già dominatore del Tour de la Provence. Il colombiano dell’Arkéa-Samsic, vincitore della seconda tappa con arrivo in cima al Col d’Èze, precede nella classifica finale Romain Bardet (Ag2r La Mondiale) e Richie Porte (Trek-Segafredo).
La corsa francese, precedentemente nota come Tour du Haut Var, quest’anno si è allargata anche al Dipartimento delle Alpi Marittime. Il percorso che ne è venuto fuori è stato a dir poco impegnativo con tre arrivi in salita su tre tappe. La start-list è stata di conseguenza caratterizzata dalla presenza di numerosi scalatori, tra cui spiccavano i nomi di Nairo Quintana (Arkéa-Samsic), recente vincitore sulle stesse strade del tour regionale, Romain Bardet (Ag2r La Mondiale), Thibaut Pinot (Groupama-FDJ) e Richie Porte (Trek-Segafredo).
La prima frazione, la più semplice delle 3 in programma, da Le Cannet a Grasse per un totale di 186,8 km, prevedeva un percorso molto vallonato grazie alla presenza di due GPM di 3a categoria e numerosi altri strappi. La salita finale, circa 3 km al 5,7%, non era di quelle che potevano accendere la bagarre tra i favoriti.
La fuga formatasi nei primi chilometri di gara vedeva la presenza di Anthony Perez (Cofidis), Reinardt Janse van Rensburg (NTT Pro Cycling Team), Nigel Ellsay (Rally Cycling) e Anthony Turgis (Total Direct Énergie). Il vantaggio dei fuggitivi è salito rapidamente, toccando i 6′ dopo circa 50 km, e si è mantenuto più o meno costante nei chilometri successivi. Il risveglio del gruppo è avvenuto solo negli ultimi 50 km. L’azione di Ag2r La Mondiale, EF Pro Cycling e Arkéa-Samsic ha ridotto il gap solo parzialmente: ai -20 i fuggitivi potevano vantare ancora quasi 4 minuti sul gruppo. I battistrada, rimasti nel frattempo in 3 visto che il canadese Ellsay aveva perso le ruote, sono quindi transitati ai -10 con un vantaggio di 2′20”. Il trio ha così avuto modo di approcciare la salita finale con un margine molto rassicurante (ben 1′20” ai -3) che li metteva al sicuro da rimonte.
Ad inizio salita un allungo di Perez riusciva a mandare in difficoltà Janse van Rensburg, che si staccava. I due francesi rimasti al comando si sono a lungo controllati, perdendo buona parte del vantaggio. Alla fine a spuntarla è stato il corridore della Cofidis che ha quindi preceduto di 2” Turgis e di 4” l’australiano Michael Storer (Sunweb). Quarta piazza per Pinot (a 6”), che ha regolato il gruppo dei migliori.
La seconda tappa, 175,7 km da Pégomas al Col d’Èze, era più corta ma anche altimentricamente più dura della prima. Il percorso presentava dopo 75 km il GPM di Levens (3a cat), seguito dal Col de Saint Roch (6,5 km al 6,4%, 2a categoria) al km 119 e dalla Côte de Peille (6,5 km al 6,7%, non valida per la classifica degli scalatori) al km 154. La salita finale, abitualmente affrontata alla Parigi-Nizza, rappresentava il primo banco di prova per i big.
La fuga di giornata, partita dopo 50 km, era composta da 8 corridori: Arnaud Courteille (B&B Hotels-Vital Concept), Georg Zimmermann (CCC Team), Michael Gogl (NTT Pro Cyling), Sean Bennett (EF Pro Cycling), Alessandro Fedeli (Nippo Delko One Provence), Matthijs Paasschens (Bingoal-Wallonie Bruxelles), Emil Vinjebo (Riwal Readynez) e Damien Lüscher (Swiss Racing Academy).
I fuggitivi hanno raggiunto un vantaggio massimo di circa 4′ (ai -70), dopodichè è iniziata la lenta rimonta del gruppo principale. Ai 30 è stata l’Arkéa-Samsic a prendere la testa del plotone imponendo un ritmo che li ha portati a raggiungere i battistrada lungo la salita di Peille, in cima alla quale anche il leader della classifica Perez aveva perso contatto dai migliori.
Si è giunti quindi al Col d’Èze con un gruppo già selezionato. Ai -3 il primo atteso attacco di Quintana, a cui ha risposto Pinot. Poco dopo un nuovo attacco del colombiano faceva il vuoto. Quintana ha rapidamente accumulato un vantaggio importante, vincendo la tappa con 40” su un gruppo di ben 22 corridori regolato da Simon Clarke (EF Pro Cycling) davanti a Lilian Calmejane (Total Direc Énergie), Pinot e Fausto Masnada (CCC Team). Quintana è così salito anche in testa alla classifica generale con un margine di 38” su Storer e di 40” su Clarke, Pinot e altri 15 corridori.
La terza ed ultima tappa, solo 136 km da La Londe-les-Maures al Mont Faron, prevedeva l’arrivo in cima allo storico traguardo del defunto Giro del Mediterraneo, 5,7 km all’8,4% a concludere una tre giorni molto impegnativa. I primi 100 km, a differenza di quanto visto nelle prime die tappe, erano abbastanza semplici e prevedevano il GPM del Col du Corps de Gardes, collocato pochi chilometri prima dell’arrivo sul Mont Faron, la salita più dura della corsa francese.
La corsa, partita con un Quintana saldamente al comando della classifica generale, ha visto protagonisti 12 fuggitivi: Adrien Garel (B&B Hotels-Vital Concept), Lars van der Berg (Groupama-FDJ), Julien Trarieux (Nippo Delko One Provence), Jesper Schultz (Riwal Readynez) e Julien Bernard (Trek-Segafredo), partiti al chilometro zero e ai quali si sono poi aggiunti Nans Peters (Ag2r La Mondiale), Fabien Grellier (Total Direct Énergie), Reinardt Janse van Rensburg (NTT Pro Cycling), Eddy Fine (Cofidis), Kenny Molly (Bingoal-Wallonie), Samuel Leroux (Natura4Ever-Roubaix) e Nicholas Zukowsky (Rally Cycling).
Il fuggitivi hanno raggiunto un vantaggio di oltre 5 minuti prima che la formazione del leader, l’Arkéa-Samsic, iniziasse a lavorare in testa al gruppo, riducendolo a 3′30” ai 30 dall’arrivo. Sul Col du Corps de Gard un’azione di Bernard ha spezzato il gruppo di testa. Il francese è riuscito a scollinare da solo, lanciandosi in solitaria verso l’imbocco dell’ascesa finale a cui è giunto con 3′40 “sul gruppo e una ventina di secondi sui primi inseguitori, ovvero Finè, Van der Berg, Peters, Grellier, Molly e Janse van Rensburg.
Lungo la salita finale Peters è scattato dal gruppetto degli inseguitori riportandosi sul connazionale ai -2. Peters e Bernard hanno così dato vita ad una serie di attacchi a ripetizione, finchè il corridore della Trek non ha avuto la meglio su quello dell’Ag2r con un attacco avvenuto ai -500. Bernard ha concluso la tappa con 3” su Peters, 42” su Lars van der Berg , 1′18” su Molly, 1′38” su Eddy Fine e 2′10” su Janse van Rensburg. Da segnalare che il vincitore della tappa è figlio dell’ex professionista Jean François Bernard, che proprio sul Mont Faron ha ottenuto due vittorie, la prima al Giro del Mediterraneo del 1986 e la seconda alla Parigi-Nizza dell’anno successivo, anche se in entrambi questi casi non si era trattato di tappe in linea come questa ma di cronometro.
Nel gruppo dei migliori Quintana si è nuovamente prodotto in un attacco a cui hanno resistito solo Bardet e Porte, trio giunto a 2′15” dal vincitore.
Nella classifica finale Quintana chiude con 40” di vantaggio su Bardet e Porte, che completano il podio. Seguono Tanel Kangert (EF Pro Cycling) a 56”, Nicolas Edet (Cofidis) a 59”, Pinot a 1′04”, Nicolas Roche (Sunweb) e Julien El Fares (Nippo Delko One Provence) ad 1′05”, Masnada ad 1′09” e Attila Valter (CCC Team) a 1′13”.
Il colombiano, così come aveva fatto pochi giorni fa nel Tour de la Provence, è stato letteralmente più forte degli avversari in salita dimostrando uno smalto che sembrava ormai perso negli ultimi anni in maglia Movistar. La facilità con cui ha fatto il vuoto sul Col d’Èze fa il paio con la perfomance di cui è stato protagonista appena 8 giorni fa su Mont Ventoux.
Difficile dire se Nairo sarà nuovamente in grado di lottare per la vittoria al Tour de France, ma sembra che la strada imboccata con il cambio di maglia sia quella buona.
Pierpaolo Gnisci

La vittoria di Quintana sul Col d'Èze (foto Bettini)