VINO NON INVECCHIA MAI
Il kazako della Astana si è imposto per distacco a Revel, andandosene tutto solo nel tratto in falsopiano dopo il GPM della Côte de Saint-Ferréol, e giungendo sul traguardo con 13’’ di margine sul gruppo, regolato da Mark Cavendish. 3° posto per Alessandro Petacchi, che, grazie all’8° posto di Hushovd, ha ripreso possesso della maglia verde. Tentativi nel finale anche da parte di Alessandro Ballan e Damiano Cunego, che non sono però riusciti a reggere il ritmo di Vinokourov. Invariata la generale.
Foto copertina: Alexander Vinokourov alza le braccia poco prima di tagliare il traguardo di Revel (foto AFP)
Quando un corridore possiede la classe e la fantasia di Alexander Vinokourov, anche l’anagrafe può passare in secondo piano. A due mesi dai 37 anni, Vino resta quello di sempre: spettacolare, attaccante, a volte scriteriato, terribilmente difficile da battere su percorsi e finali nervosi. L’ennesima dimostrazione è arrivata oggi a Revel, a 24 ore dalla cocente delusione di Mende e del gesto di disappunto verso Alberto Contador che aveva dato adito a voci di rapporti tesi con lo spagnolo. Voci forse anche fondate, ma stroncate sul nascere dall’abbraccio fra il kazako e lo spagnolo subito dopo il traguardo, ovviamente immortalato da orde di telecamere e riproposto sino allo sfinimento dalla regia francese. Una riconciliazione – ammesso che veramente una frattura si fosse creata – di vitale importanza soprattutto per il campione uscente, che potrà probabilmente contare, nelle prossime quattro fondamentali frazioni pirenaiche, su un Vino motivato e ben dispost, specie ora che è riuscito a mettere la sua firma sul Tour 2010.
Neutralizzato il tentativo a tre – di gran lunga il numero di fuggitivi più ricorrente in questo Tour de France – orchestrato per l’occasione da tre attaccanti di professione quali Fédrigo, Flecha e Chavanel, che non erano comunque mai riusciti ad andare oltre i 6’ di margine, era stato Alessandro Ballan ad accendere la miccia sulla Côte de Saint-Ferréol, ultimo dei cinque GPM di giornata e delle miriadi di strappetti disseminati lungo i 196 km di questa 13a tappa. Alla ruota dell’iridato di Varese hanno provato senza successo a portarsi prima Damiano Cunego, apparso ancora una volta molto distante dalla condizione dei giorni migliori, su rampe molto adatte alle sue caratteristiche, quindi Carlos Barredo e Nicolas Roche, quest’ultimo anche discretamente piazzato in classifica generale (14° stamane a 6’44’’ da Andy Schleck). È stato quindi Luis Leon Sanchez a promuovere un nuovo tentativo, che ha visto la pronta replica di Vinokourov e la reazione degli uomini Euskaltel, immediatamente portatisi in testa al plotone.
Il kazako è in un primo momento sembrato poco propenso a fornire collaborazione all’iberico, non concedendogli neppure la parvenza di un cambio e voltandosi ripetutamente a controllare la posizione del gruppo. Con un Ballan in palese difficoltà ad una distanza di poche decine di metri, Vino ha invece deciso di passare all’attacco, gettandosi tutto solo all’inseguimento del veneto e passandolo di slancio nel tratto in falsopiano successivo al GPM. L’acido lattico ha allora potuto su Ballan più della prospettiva di giocarsi il successo di tappa in uno sprint a due con l’uomo Astana, capace addirittura di distanziarlo in un tratto pianeggiante, prima di gettarsi a tutta nella discesa finale – non eccessivamente tecnica – che si concludeva ai -3 dall’arrivo. Alle sue spalle, Voeckler, partito in vista del GPM, è naufragato nel tratto pianeggiante, malgrado una scia generosamente concessagli da una moto riprese, mentre il plotone, con le squadre dei velocisti disgregate dai 1900 metri al 6% dell’ascesa di Saint-Ferréol, non è stato in grado di organizzare un inseguimento degno di tale nome.
Per un Vino così è stato allora quasi agevole incrementare il proprio margine fino all’ultimo chilometro, portandolo ad un massimo di 18’’, prima che gli ultimi metri, percorsi senza spingere sui pedali dal kazako, impegnato a riassettare la maglia per mostrare lo sponsor nelle foto di rito, consentissero al gruppo di ridurre il gap a 13’’, complice lo sprint per la piazza d’onore. Sprint che è andato ancora una volta ad un Mark Cavendish che, considerando anche quella di Gap per il 9° posto, è giunto alla quinta volata vincente consecutiva. Subito dietro, ancora una volta, Alessandro Petacchi, che ha provato ad anticipare lo sprint, ma, stretto contro le transenne, è stato costretto a smettere di pedalare per un istante, concedendo a Cannonball la possibilità di rimontare. Poco male per lo spezzino, che domani si presenterà al via in tenuta verde, in virtù del modesto 8° posto di Thor Hushovd, che ha così conquistato 8 punti in meno rispetto al nostro portacolori, vedendosi così costretto a cedergli nuovamente le insegne della leadership nella classifica a punti (2 lunghezze ora il divario a favore di Alejet).
Non ha subito sostanziali variazioni la classifica generale, con il solo Vinokourov capace di recuperare 13’’, non migliorando comunque la 12a posizione provvisoria. Difficile che la cosa si ripeta domani, quando il Tour ripartirà da Revel alla volta di Ax-3-Domaines, secondo arrivo in salita della Grande Boucle 2010 – escludendo dal conteggio Les Rousses -, nonché epilogo della prima delle quattro frazioni pirenaiche che, fra domani e giovedì, intramezzate dal riposo di mercoledì, decideranno gran parte delle sorti della corsa. Già il menù di domani si presenta decisamente interessante, con il Port de Pailhères, a 29 km dal traguado, ad offrire ai big la possibilità – forse la più ghiotta di questo Tour – di muoversi prima della comunque impegnativa ascesa finale. Paradossalmente, fra i grandi, quello che sembra avere il maggior interesse ad attaccare a fondo già da domani è proprio il capoclassifica, Andy Schleck, che correrebbe altrimenti il forte rischio di doversi giocare tutto sul Balès e sul Tourmalet. Maglia gialla che dovrà peraltro anche replicare, anche sul piano psicologico, alla mazzata infertagli da Contador sulla Croix-Neuve. Già fra 24 ore, probabilmente, potremo dunque avere un’idea più chiara dei rapporti di forza nella coppia di nomi dai quali uscirà , al 99%, il trionfatore della 97a edizione della Grande Boucle.
Matteo Novarini