CONTADOR STACCA SCHLECK NEL GIORNO DI JRO
Lo spagnolo della Katusha ha battuto quello della Astana in uno sprint a due sul traguardo di Mende, cogliendo la prima vittoria di tappa in carriera al Tour. Contador si consola con i 10’’ guadagnati in classifica su Andy Schleck, in difficoltà sulla Croix-Neuve. 3° posto per Vinokourov, giunto a 4’’ dalla coppia iberica, reduce della fuga della prima ora, riagguantato a meno di 2 km dal termine. Buona difesa di Samuel Sanchez, Menchov e Van den Broeck, poco più indietro Leipheimer. Male Basso e Sastre, che lasciano per strada 31’’.
Foto copertina: Joaquin Rodriguez brucia Contador nello sprint a due che gli è valso il primo successo in carriera al Tour de France (foto AFP)
Alla fine ha avuto ragione Andy Schleck, anche se siamo certi che ne avrebbe fatto volentieri a meno. Ieri ci eravamo infatti detti sorpresi della poca fiducia mostrata da Andy Schleck nei confronti del finale odierno, che ci pareva invece adattissimo ad un corridore che annovera nel suo palmarès una Liegi – Bastogne – Liegi vinta con un’azione sulle tremende rampe della Roche-aux-Faucons. Non possiamo sapere se le parole del capoclassifica derivassero anche da sensazioni peggiori rispetto a quelle delle giornate alpine, ma certamente le sue previsioni si sono rivelate quanto mai azzeccate: quella che pensavamo potesse essere una buona occasione per incrementare il divario nei confronti di Alberto Contador si è infatti tramutata nella riscossa dello spagnolo, in difficoltà ad Avoriaz, sulla difensiva a Saint-Jean-de-Maurienne, all’attacco – con successo – sulle rampe della Croix-Neuve. Certo, scossoni non ce ne sono stati, e non saranno probabilmente i 10’’ incamerati dal vincitore della passata edizione con l’accelerazione prodotta a 3 km scarsi dal traguardo a decidere il Tour de France. Ciò che è però realmente significativo è il cambio di rotta rispetto ai precedenti confronti in salita: da un primo round favorevole a Schleck, si è passati ad una giornata pro-Contador, passando per la sostanziale parità di valori e condizione sulla Madeleine.
Abbiamo già detto, nei giorni scorsi, di quanto Schleck rischi di rimpiangere, a fine Tour, i secondi non guadagnati ad Avoriaz. Il fatto è ora però ancora più chiaro: a Contador è bastato 1 km di salita, un istante di appannamento di Schleck, peraltro brillantemente superato già prima della vetta della Croix-Neuve, per recuperare interamente quanto concesso in occasione del primo arrivo in quota di questa Grande Boucle. Tutto da rifare, dunque, per un Andy che a questo punto dovrà tassativamente attaccare sui Pirenei sin da domenica, forse già sulle rampe del Pailhères, dal momento che, anche alla luce della crescente condizione di Contador, il lussemburghese dovrà presentarsi all’ultima cronometro con non meno di 3 minuti vantaggio per poter partire da Bordeaux con la concreta speranza di vestirsi di giallo a Parigi. Tutto questo malgrado si stia facendo sempre più concreto il rischio (per il leader Saxo) di assistere ad una fedele riproduzione del duello di dodici mesi fa: Andy che attacca ad ogni pendenza, e Contador che non gli concede un metro. Tanto più che, lo scorso anno, di Schleck ce n’erano due.
Il Tour 2010 non è comunque solamente Schleck contro Contador. È per esempio anche il coraggio e il carattere, la spavalderia e la follia di Alexander Vinokourov, che, in virtù della scarsa marcatura in classifica generale, sta tornando libero, in questa Grande Boucle, di dare libero sfogo al suo spirito battagliero, interpretando la corsa con l’aggressività e la spregiudicatezza che hanno fatto innamorare di lui gli appassionati di mezzo mondo, e rende qualsiasi spettatore più incline all’indulgenza in merito a parte del suo passato, non sempre all’insegna del ciclismo pulito. Dopo essersi mosso già a Les Rousses ed averci provato sin dalle battute iniziali della frazione di Saint-Jean-de-Maurienne, per poi muoversi per primo (fra i big) sulla Madeleine, il kazako, stamane 14° a 6’ e mezzo dalla maglia gialla, è riuscito ad inserirsi nella fuga faticosamente sganciatasi dopo una cinquantina di chilometri, al termine di una prima ora condotta ad oltre 49 km/h di media, malgrado un GPM di 3a categoria. Con lui altri 17 corridori, fra cui spiccavano Kloden, 20° in classifica a poco più di 9’, e Hesjedal, il meglio piazzato in classifica generale, 12° a 5’42’’, oltre ad un Thor Hushovd che, grazie ai 10 punti accumulati in due traguardi volanti, ha ripreso possesso della maglia verde, sfilandola nuovamente ad Alessandro Petacchi.
Il gruppo non ha giustamente concesso spazio ai diciotto, rimasti al di sotto dei 3’ di vantaggio fino a 50 km circa dal traguardo, quando Vinokourov, Hesjedal, Kloden e Kiryienka hanno ritenuto di poter fare a meno degli altri quattordici attaccanti. Complici dei rilevamenti errati forniti al gruppo da radiocorsa, il plotone ha allora concesso fino a 4’ ai battistrada, prima che l’azione di Saxo Bank, Liquigas e Cervélo riportasse il margine sotto la barriera del minuto ai piedi dell’erta finale. Kiryienka e Vino hanno preso il largo nei confronti del tedesco e del canadese non appena la strada si è impennata, prima che il vincitore dell’ultima Liegi tentasse l’assolo a 2 km dalla vetta. Un tentativo in solitaria che pareva destinato al successo, finché, neutralizzato il tentativo di Gadret, evaso dal plotone per poche centinaia di metri, la fucilata di Joaquin Rodriguez, la pronta replica di Van den Broeck, e soprattutto la più tardiva ma assai incisiva risposta di Contador hanno fatto definitivamente esplodere il drappello dei migliori. Il leader Astana ha riagganciato JRo, riagguantando in sua compagnia Vino in vista del GPM, per poi distanziarlo poco dopo, al termine di un’ultima generosissima tirata dell’ex battistrada. Schleck, colto di sorpresa dalla sparata dell’iberico, dopo aver vanamente tentato di guadagnarne la ruota, ha vissuto qualche centinaio di metri di evidente difficoltà , venendo quasi staccato da Van den Broeck e ripreso da Samuel Sanchez e Menchov, salvo poi reagire d’orgoglio, non concedendo neppure un secondo alla coppia iberica negli ultimi 1500 metri.
Dopo la netta affermazione di Rodriguez su Contador nello sprint per il successo parziale, e il transito sul traguardo di Vinokourov, con 4’’ di ritardo, è stato il momento di quantificare in termini cronometrici i danni prodotti dalla Croix-Neuve: Sanchez, Menchov e Van den Broeck, assieme a Schleck, sempre in giallo con 31’’ di margine, hanno lasciato per strada 10’’, confermando l’impressione di essere i principali pretendenti al gradino più basso del podio, suffragata dalla classifica generale (l’olimpionico è 3° a 2’45’’, il russo 4° a 2’58’’, il belga 5° a 3’31’’); Kreuziger e Gesink hanno accusato 15’’ di distacco, confermandosi stabilmente fra i 10; Leipheimer, ora 6° a 4’06’’, ha limitato i danni a 17’’ su un’ascesa lontanissima dalle sue preferenze; Basso e Sastre, fuori dalla top 10 in graduatoria, e Luis Leon Sanchez, sulla carta molto adatto ad un finale come quello odierno, hanno pagato 31’’, rispetto ai quali appare comunque più grave la difficoltà mostrata al momento dell’azione dei migliori.
Sono stati dunque verdetti significativi quelli emessi dal Massiccio Centrale, e ancor di più lo saranno quelli che i Pirenei produrranno a partire da domenica. Nell’attesa, il Tour proporrà domani 196 km nervosi – ma nulla più – da Rodez a Revel. L’unico vero ostacolo tra i velocisti, fra i quali non sarà Tyler Farrar, ritiratosi durante la frazione di oggi, e un nuovo sprint a ranghi compatti, fughe permettendo, sarà lo strappo di Saint-Ferréol, poco meno di 2 km al 6% di media, con vetta a meno di 8 km dal termine. Certo, saremmo decisamente sorpresi di vedere qualche big muoversi (ad eccezione, ovviamente, di Vinokourov, del quale non è mai lecito meravigliarsi), ma è prevedibile che qualcuno provi a sventare la volata di gruppo, che resta comunque la soluzione più probabile.
Matteo Novarini