CAVENTRIS
Terzo sprint vincente di fila per Mark Cavendish sul traguardo di Bourg-lès-Valence. Il britannico ha anticipato nettamente Alessandro Petacchi, che si consola con la maglia verde, sfilata a Thor Hushovd, e Tyler Farrar, danneggiato deliberatamente da Mark Renshaw nei 100 metri conclusivi. Finale animato anche da un tentativo di ventaglio orchestrato dalla Saxo Bank ad una ventina di chilometri dal traguardo, che non ha però mietuto vittime eccellenti.
Foto copertina: Mark Cavendish celebra il terzo successo parziale in questo Tour de France (foto Roberto Bettini)
Mark Cavendish non si ferma più. Dopo due volate sostanzialmente non disputate, una causa caduta, l’altra per via di scarsa prontezza e di un lavoro non all’altezza da parte del treno HTC, Cannonball ha infilato oggi, sull’arrivo di Bourg-lès-Valence, la terza volata vincente consecutiva, precedendo di una bicicletta piena quell’Alessandro Petacchi che, nei primi giorni, ci aveva e si era illuso di poter recitare il ruolo di re degli sprinter di questa Grande Boucle. Il britannico ha saputo destreggiarsi meglio di chiunque altro, forte delle migliori gambe del lotto, in un’altra volata piuttosto caotica, con HTC, Lampre e Garmin impegnate in un testa a testa per pilotare nella posizione migliore le proprie ruote veloci e una curva all’ultimo chilometro a rimescolare le posizioni. A pagare questa situazione è stato ancora una volta, come un po’ troppo spesso accade in epiloghi convulsi, Alessandro Petacchi, comunque prontamente riportato avanti da uno splendido Danilo Hondo. Il tedesco ha anzi approfittato del testa a testa (e questa volta il termine è da intendersi letteralmente) tra Renshaw e Dean per piazzare lo spezzino nella situazione ideale, ma un inusuale attimo di titubanza di Alejet ha consentito a Cavendish di bruciarlo sul tempo, vanificando il disperato tentativo di rimonta finale del nostro portacolori. A neutralizzare il recupero di Tyler Farrar e a relegarlo al 3° posto ha invece pensato l’apripista di Cannonball, che, avvistatolo con la coda dell’occhio, lo ha deliberatamente chiuso lungo le transenne; una manovra certamente scorretta, ma che dovrebbe portare al declassamento del solo Renshaw, per il più che probabile (e legittimo) disinteresse del Team HTC.
Petacchi, ancora una volta battuto, ma anche questa volta lasciando quanto meno l’impressione di potersela giocare con Cannonball se tutti i tasselli dovessero incastrarsi alla perfezione – anche se, come minimo bisognerebbe riuscire a partire davanti o alla ruota del britannico, evitando di perdere posizioni nel finale, vedendosi poi costretti a rimonte al limite dell’impossibile -, potrà consolarsi con la conquista della maglia verde, finalmente ripresa dalle spalle di Thor Hushovd. Anche oggi, infatti, il norvegese ha dimostrato di avere perso lo smalto dei giorni migliori, e di non essere più una seria minaccia in uno sprint di gruppo canonico, esaurendo alla fine il vantaggio avuto in dote dalla frazione del pavé nella classifica a punti. Dote comparabile a quella che Petacchi può ancora gestire nei confronti di Cavendish, staccato di 29 lunghezze (161 a 132), frutto dell’avvio in sordina del britannico. Un margine che, con ancora solo tre frazioni per velocisti rimaste (Revel, Bordeaux e Parigi), fughe permettendo, garantirebbe allo spezzino la maglia verde finale anche piazzandosi sempre 2° alle spalle di Cannonball.
Battaglie fra sprinter a parte, la frazione odierna non ha avuto molto altro da dire, con la tradizionale fuga della prima ora, inscenata quest’oggi da Geslin, Augé e Benitez, ai quali il plotone non ha mai concesso più di 4’ abbondanti, neutralizzandone l’azione ad oltre 20 km dal traguardo. Poco dopo, sono stati gli uomini Saxo Bank ad offrire l’unico vero sussulto di giornata, con uno spettacolare ma piuttosto gratuito e infruttuoso tentativo di ventaglio, che ha distanziato solamente una sessantina di atleti senza pretese di classifica. Dopo un’effimera sfuriata di Chavanel e Popovych ai -8, i treni dei velocisti sono entrati in scena, prima che gli sprinter dessero vita all’acceso finale di cui abbiamo detto in apertura.
Per cercare la rivincita, Petacchi, Farrar e le altre ruote veloci dovranno attendere 48 ore, visto che, fra 24, il palcoscenico spetterà agli attori protagonisti di questo Tour de France, capeggiati ovviamente da Andy Schleck e Alberto Contador. I due, sempre separati da 41’’ in una classifica generale che non ha visto quest’oggi variazioni significative, avranno a disposizione la Cote de la Croix-Neuve per riprendere il loro duello dal punto in cui lo avevano interrotto a 6 km dalla vetta della Madeleine, al momento della decisione di collaborare per mettere fuori gioco tutti gli altri aspiranti al successo finale. Certo, Pailhères, Balès e Tourmalet, solo per citare tre dei dodici colli pirenaici in programma fra domenica e giovedì prossimo, sono ben altra cosa, ma i 3100 metri al 10% di pendenza media in programma 2 km prima del traguardo di Mende saranno un giudice ben poco indulgente con chi avrà scarse gambe, e potrebbero fare danni non troppo distanti da quelli di una tappa di alta montagna. Checché ne dica il lussemburghese, che ha dichiarato in questi giorni di aspettare i Pirenei e di non apprezzare per nulla le caratteristiche del finale di domani (cosa abbastanza strana per uno che ha vinto una Liegi facendo il vuoto sulla Roche-aux-Faucons), in attesa dell’abbuffata di salite sui monti franco-spagnoli, un piccolo pezzo di Tour potrebbe decidersi già domani, sulle torride strade del Massiccio Centrale.
Matteo Novarini