TOUR DE FRANCE 2019: LE PAGELLE
luglio 31, 2019
Categoria: Approfondimenti
Terminato un Tour emozionante come non si vedeva da anni ecco, come di consueto, le pagelle sulla corsa francese made in ilciclismo.it
EGAN BERNAL: Vincitore del Tour de France, il primo colombiano a farlo, il più giovane dal secondo dopoguerra ad oggi. Solo record per il predestinato ciclista del Team INEOS. La frana nella discesa dell’Iseran, e solo la frana, gli toglie la gioia di una vittoria di tappa. Il futuro delle corse a tappe ha messo radici nel presente: signori ecco a voi il futuro dominatore delle corse a tappe per i prossimi dieci anni. VOTO: 10
JULIAN ALAPHILIPPE: Sorprende tutti, anche se stesso. Che riuscisse a vincere una tappa ci stava, ma che facesse sua una cronometro impegnativa come quella di Pau e che addirittura portasse la maglia gialla per 14 giorni no. Termina incredibilmente al quinto in classifica generale sorprendendo tutti per la sua resistenza nelle lunghe salite montane. Ha fatto sudare sette camicie ai rivali del Team INEOS. VOTO: 9
PETER SAGAN: Vince una tappa, ed è già un gran bel risultato, ma siccome ti chiami Peter Sagan e sei il tre volte Campione del Mondo questo non ti basta e vuoi strafare vincendo per la settima volta la classifica a punti, superando Zabel e diventando il ciclista ad aver vinto più maglie verdi nella storia del Tour de France. VOTO: 8,5
CALEB EWAN: L’australiano ci mette un po’ ad ingranare e, infatti, le prime volate vanno ad altri velocisti, poi prende le giuste misure e ne vince addirittura tre, compresa la passerella finale a Parigi. Il velocista della Lotto Soudal risulterà alla fine del Tour come il ciclista che ha vinto più tappe di tutti, appunto 3. Tiranno. VOTO: 8,5
GERAIN THOMAS: Passaggio di consegne col compagno di squadra Bernal, per il gallese ‘’solo” un secondo posto sul podio. Non sembra avere il passo decisiso e veloce dello scorso anno, ma regge e tiene botta ad Alaphilippe e alla Jumbo-Visma. VOTO: 8
STEVEN KRUIJSWIJK: Il rosso olandese è un gran regolarista, quest’anno ha potuto contare anche in uno squadrone che gli ha fatto vincere la cronosquadre e dtttare il ritmo sulle montagne. Grazie al suo team, infine, ha potuto raggiungere il tanto agognato podio della classifica generale. VOTO: 7,5
SIMON YATES: Doveva partire come gregario di lusso per il gemello Adam, ma quando esce di classifica lui si mette a cercare la vittoria di tappa e ne centra addirittura due. VOTO: 7,5
EMANUEL BUCHMANN: Il tedesco classe ‘92 è una sorpesa nonché un ottimo regolarista. Sfiora il podio e termina al quarto posto a 1′56” dal vincitore Bernal. VOTO: 7,5
GIULIO CICCONE: Il giovane abruzzese dopo aver fatto vedere di che pasta è fatto al Giro d’Italia si ripete anche al Tour de France, riuscendo a strappare la maglia gialla ad Alaphilippe grazie alla fuga e al secondo posto nella tappa della Planche des Belles Filles. Maglia che porterà due giorni. Sorpresa italica. VOTO: 7,5
MIKEL LANDA: Il basco era reduce dal Giro d’Italia; nonostante ciò appare come il più fresco e in palla della Movistar, mettendo ancora più in ombra Nairo Quintana. VOTO: 7
LAURENS DE PLUS: Il talentino olandese risulterà alla fine come il gregario più forte in salita di questo Tour. Spiana letteralmente l’ascesa di Val Thorens, una buona parte del podio di Kruijswijk è sua. VOTO: 7
THIBAUT PINOT: Sempre uno dei più propositivi, vincitore di tappa sul Tourmalet e in lotta per il podio, deve arrendersi ad un brutto infortunio muscolare. VOTO: 7
MIKE TEUNISSEN: Groenewegen non riesce a partecipare alla volata e allora lui, ultimo uomo designato nel “trenino”, si mette in proprio regolando tutti gli altri velocisti nella prima tappa, vestendo così la prima maglia gialla del Tour de France. VOTO: 7
THOMAS DE GENDT: Il passistone belga è sempre in prima fila quando c’è da andare in fuga o si tratta di attaccare. Riesce a vincere una tappa e a raccogliere un altro podio di giornata animando diversi attacchi. VOTO: 7
RIGOBERTO URÁN: Vittima illustre dei ventagli, termina comunque il Tour al settimo posto; senza infamia e senza lode sulle montagne. VOTO: 6,5
ALEJANDRO VALVERDE: Il campione del Mondo in carica a 39 anni riesce a far ancora classifica finendo la sua corsa al nono posto. Highlander. VOTO: 6,5
GEORGE BENNETT: Da il suo bel contributo nel trenino montano della Jumbo-Visma. VOTO: 6,5
MATTEO TRENTIN: Il corridore italiano anche quest’anno riesce a vincere una tappa in Francia, tre tappe vinte al Tour in carriera per lui. VOTO: 6,5
VINCENZO NIBALI: Non voleva e non doveva partecipare; alla fine corre, non riesce a far classifica e prova a lasciare il segno, riuscendoci solo nell’ultima tappa alpina con un azione solitaria ai meno 13 chilometri. Lo “Squalo” è duro a morire. VOTO: 6,5
WOUT VAN AERT: Il talento belga riesce a vincere una tappa in questo Tour de France, oltre alla cronosquadre, nella quale è è uno dei protagonisti. Lascia sul più bello a causa di una caduta durante la cronometro individuale. VOTO: 6,5
ENRIC MAS: Prezioso il suo lavoro per Alaphilippe. VOTO: 6,5
DYLAN TEUNS: Dove meno te lo aspetti spunta lui, nel primo arrivo in salita del Tour, alla Planche des Belles Filles. VOTO: 6,5
ELIA VIVIANI: Il segno lo lascia, uno sprint vincente riesce a farlo, ma se uno lo centra altri 5 li sbaglia alla grande perdendosi nel finale. Può fare molto di più. VOTO: 6
LENNARD KÄMNA: il ventiduenne tedesco del Team Sunweb è una bella sorpresa, va sempre in fuga e si fa vedere ben attivo quando la strad spiana. VOTO: 6
JAKOB FUGLSANG: Le gambe e la convinzione per far classifica c’erano, la fortuna no. VOTO: 6
NAIRO QUINTANA: Si è passati da Nairo che vincerà l’anno prossimo a Nairo che ormai non vincerà manco l’anno prossimo. Il colombiano sembra ormai aver imboccato la parte discendente della sua carriera. Sul Galibier abbiamo visto sprazzi di talento e di orgoglio, ma il treno per vincere la Grande Boucle è passato anni or sono. VOTO: 6
ROMAIN BARDET: Esce subito dalla lotta per il podio e allora con successo punta alla prestigiosa maglia a pois. L’anno prossimo lo vedremo finalmente al Giro d’Italia. Svolta. VOTO: 6
WARREN BARGUIL: Riesce in extremis a centrare la top ten, in vista di un futuro dove ancora non si è capito che ruolo avrà: cacciatore di tappe o uomo da classifica? VOTO: 6
DYLAN GROENEWEGEN: Non riesce a vincere la prima tappa dove, a causa di un contrattempo, non può prendere parte allo sprint che vincerà il suo compagno di squadra Teunissen. Vince a Chalon-sur-Saône, ma dopo non saprà più ripetersi. Ci aspettavamo di più nelle volate da lui. VOTO: 6
TIM WELLENS: Cerca di conquistare la mglia a pois animando e partecipando a quasi tutte le fughe di giornata. VOTO: 6
FABIO ARU: Ormai eterna incognita, il sardo cerca di resistere con le unghie e con i denti. Termina un Tour dove non riesce a diramare le ombre sul suo prosieguo di carriera ad alti livelli. VOTO: 5,5
MICHAEL MATTHEWS: L’australiano prova a vincere una tappa o a lottare per la maglia verde, ma non riesce a raccogliere i risultati sperati. VOTO: 5,5
GUILLAUME MARTIN: Il giovane ciclista della Wanty – Gobert si mette a curare la classifica generale, ma termina dodicesimo a oltre 22 minuti dalla maglia gialla. VOTO: 5,5
RICHIE PORTE: Nell’ultima tappa alpina riesce ad uscire persino dalla top ten. Perennemente bocciato. VOTO: 5
JESÚS HERRADA: Prova a far classifica e finisce ventesimo a quasi 52′ di ritardo da Bernal. VOTO: 5
MICHAŁ KWIATKOWSKI: Lontano dai fasti degli anni passati, quando spianava le salite scortando Froome. Quest’anno non lo si vede mai lavorare in testa al gruppo e quando gli altri aumentano il passo è quasi sempre il primo degli INEOS a mollare. VOTO: 5
LILIAN CALMEJANE: Il francese rampante non si accende mai, presente senza convinzione in alcune tappe ma nulla più. VOTO: 5
DANIEL MARTIN: L’irlandese non riesce a far classifica, 18° a Parigi, e non riesce a puntare ad una tappa. Tra lui e Fabio Aru, il team degli Emirati Arabi non sa dove andare a parare. Rimandato. VOTO: 5
GREG VAN AVERMAET: Terzo posto di giornata nella tappa con arrivo a Gap, per il resto non pervenuto. VOTO: 5
ADAM YATES: Era il gemello che doveva far classifica, ma naufraga velocemente lontano dai primi posti abbastanza presto. Puntare e provare a vincere una tappa manco a parlarne. VOTO: 4,5
ILNUR ZAKARIN: Arriva in Francia con le fatiche del Giro d’Italia sulle spalle, e si vede. Quello che non si vede è proprio lui. VOTO: 4,5
ANDRÉ GREIPEL: Un fantasma. Si fa vedere lontanamente solo a Parigi con un sesto posto di giornata. VOTO: 4
Luigi Giglio