LA ROUTE D’OCCITANIE, SOSA SI IMPONE NEL TAPPONE
Iván Sosa (Team INEOS) ha conquistato la terza frazione riuscendo a battere in volata Alejandro Valverde (Movistar ) e Rigoberto Urán (EF Education First). Il migliore degli italiani è stato Giovanni Carboni (Bardiani CSF) concludendo all’ottavo posto e restando nella top 10. Valverde ha difeso la maglia di leader e ipotecato la vittoria finale.
La tappa regina della quarantatreesima edizione de La Route d’Occitanie prevedeva un percorso di 175 chilometri da Arreau ad Hospice de France, sopra la celebre località termale di Luchon, con ben cinque salite da affrontare. A inizio tappa era prevista la difficile scalata dell’Hourquette d’Ancizan (10.4 Km al 7.5%), mentre nel finale il Port de Balès (19.3 Km al 6.1%) e la salita conclusiva ad Hospice de France (10.9 Km al 6.8%) apparivano in grado di mettere a dura prova Alejandro Valverde (Movistar), che doveva difendersi dagli attacchi di Rigoberto Urán (EF Education First) e della coppia del Team INEOS costituita da Iván Sosa ed Eddie Dunbar.
Sulla prima salita di giornata, la Côte de Lançon, si creava una fuga di 14 atleti comprendenti Stéphane Rossetto (Cofidis), Pierre Rolland (Vital Concept – B&B Hotels), José Rojas (Movistar), Sebastián Henao (Team INEOS), Julen Amezqueta (Caja Rural – Seguros RGA), Hubert Dupont e Nans Peters (AG2R La Mondiale), Franck Bonnamour (Arkéa- Samsic), Delio Fernández (Delko Marseille Provence), Óscar Rodríguez, Fernando Barceló e Sergio Samitier (Euskadi Basque Country – Murias), Francesco Romano (Bardiani CSF) ed Hernán Aguirre (Interpro Cycling Academy). Samitier transitava in testa sul primo GPM mentre dal gruppo provavano L’inseguimento Jonathan Hivert (Total Direct Énergie) e Cyril Gautier (Vital Concept – B&B Hotels), senza però riuscire nell’intento. Rolland, Rossetto e Peters riuscivano ad avvantaggiarsi lungo l’Hourquette d’Ancizan e Rossetto transitava per primo sulla cima. Durante la discesa Peters perdeva contatto dai compagni di fuga venendo ripreso dal resto dei fuggitivi, attardati di 1’30” al passaggio dal traguardo volante di Bagnères-de-Bigorre, conquistato da Rolland. Rossetto riusciva a passare in testa anche sulla Côte de Capvern-les-Bains, mentre il gruppo viaggiava con un ritardo di poco superiore ai tre minuti. Nel tratto di pianura che conduceva ai piedi del Port de Balès il gruppetto inseguitore smetteva di collaborare e arrivava ad accusare oltre due minuti di ritardo ai piedi del GPM. Lungo la salita il ritmo cambiava decisamente e un gruppetto scremato riusciva prima a riprendere e poi a staccare Rossetto e Rolland; al comando della corsa erano rimasti quindi Henao, Peters, Dupont, Fernández, Rodríguez, Barceló e Aguirre, mentre dietro il gruppo dei migliori veniva ridotto ad una quarantina di unità dall’impulso dei gregari di Valverde. Da quest’ultimo era Pavel Sivakov (Team INEOS) ad attaccare ed Henao, in testa alla corsa nel gruppetto dei fuggitivi, si fermava per aiutarlo nella sua azione. A 34 chilometri dall’arrivo al comando restavano Dupont, Peters, Aguirre e Rodríguez con 1’30” su un gruppo di una dozzina di corridori guidato dalla EF Education First. Con una grande scalata Sivakov riusciva a riportarsi sui fuggitivi proprio sulla cima del Balès, dove transitava in testa Rodríguez. Una trentina di secondi dopo scollinava anche il gruppo, ridotto a otto corridori: Giovanni Carboni (Bardiani CSF), Tony Gallopin (AG2R La Mondiale), Sosa, Dunbar, Valverde e Antonio Pedrero (Movistar), Urán e Joseph Dombrowski (EF Education First). In discesa Aguirre perdeva contatto dai fuggitivi e veniva ripreso dal gruppo, che doveva recuperare ancora un minuto quando al traguardo mancavano dodici chilometri. Sivakov transitava al comando allo sprint di Luchon, mettendosi poi a guidare la testa della corsa mantenendo un passo elevato e ricevendo qualche aiuto da Rodríguez, mentre Dupont che perdeva contatto. Quando il gruppo stava per rientrare su di loro, Rodríguez attaccava ai -3, in un finale caratterizzato da una pendenza del 10%; il corridore spagnolo doveva, però, arrendersi al ritorno di un quintetto formato da Valverde, Urán, Dunbar, Sosa e Dombrowski. In quel momento partiva secco Sosa e soltanto Urán era in grado di rispondergli, mentre Valverde provava a salire col suo passo staccando Dunbar. A 500 metri dall’arrivo Valverde riusciva a rientrare sulla coppia colombiana tenendo il suo passo, ma facendosi sorprendere da Sosa chem anticipando Valverde a 150 metri dalla conclusionem riusciva a conquistare il successo davanti all’iberico, con quest’ultimo che che riusciva però a mantenere la leadership, mentre al terzo posto chiudeva Urán. Carboni concludeva in ottava posizione confermandosi nella top 10. Domani l’ultima tappa non dovrebbe riservare sorprese presentando un percorso favorale ai velocisti, ma visti i distacchi limitati tra Valverde, Sosa (8” da recuperare) e Urán (17” da recuperare) non vanno esclusivi dei tentativi, soprattutto perchè ha ridosso del traguardo di Clermont-Pouyguillès dovrà esser superato il secco strappo della Côte de Moncassin (1 km al 6%).
Carlo Toniatti