GIRO D’ITALIA 2019 – LE PAGELLE
Qualche giorno dopo la conclusione della Corsa Rosa ecco le pagelle della 102a edizione del Giro d’Italia
RICHARD CARAPAZ: Dopo il quarto posto dello scorso anno, è stato dai più sottovalutato, da addetti ai lavori e non. Carapaz è il primo ecuadoregno a vincere il Giro d’Italia, corsa conquista meritatamente nella quale ha dimostrato di non essere inferiore a nessuno in salita. Due tappe vinte, la prima di astuzia, la seconda di potenza, otto giorni da leader della classifica generale, si mette anche a disposizione di Landa per aiutarlo nella lotta per il gradino più basso del podio. Grandissimo. VOTO: 10
VINCENZO NIBALI: Sesto podio di fila conquistato al Giro d’Italia, undicesimo considerando anche Tour de France e Vuelta di Spagna: sono numeri che solo i grandissimi della storia del ciclismo possono vantare. Poteva fare di più? Sicuramente, ma contro questo Carapaz e una solidissima Movistar c’era poco da fare. A 34 anni lo Squalo fa ancora paura. Peccato non abbia vinto nessuna tappa. VOTO: 8
GIULIO CICCONE: L’abruzzese vince meritatamente la classifica degli scalatori, attacca sempre al momento giusto e riesce a vincere una grande tappa a Ponte di Legno, il giorno del Mortirolo. Soffre ancora a crono, ma se riuscirà a migliorarsi in questa disciplina potrà diventare un’interessante uomo da classifica. VOTO: 8
PRIMOŽ ROGLIČ: Era uno dei principali favoriti per la vittoria finale e inizia subito a mettere le cose in chiaro nella cronoscalata sul San Luca. Rivince a San Marino, ma va poi calando e termina al terzo posto. Non ha avuto una squadra di altissimo livello al suo fianco, poi sfortuna e cadute gli fanno perdere altro tempo. È un buon ciclsta che può diventare davvero grande, ma ancora gli manca la costanza nella terza settimana. Va detto che sta andando fortissimo sin da gennaio e c’era da aspettarsi un calo fisiologico. VOTO: 8
MIKEL LANDA: Riuscirà a trovare una squadra che gli affiderà finalmente i gradi di capitano indiscusso? Gira e rigira si ritrova sempre a fare il gregario di lusso! Il basco perde il podio per un soffio nella crono finale, ma il suo contributo nella vittoria di Carapaz è enorme: forse era l’unico realmente più forte dell’ecuadoregno in salita. VOTO: 7,5
FAUSTO MASNADA: Il corridore dell’Androni-Sidermec è una delle più belle sorprese di questa edizione del Giro d’Italia. Vince una tappa difficile a San Giovanni Rotondo e ne sfiora un’altra a Ponte di Legno, ma un’incidente meccanico lo mette fuori dai giochi. Sempre all’attacco e propositivo, una bella sorpresa. VOTO: 7,5
PASCAL ACKERMANN: Vince due tappe allo sprint dimostrando di non essere inferiore a nessuno nelle volate di gruppo. Cade, si fa male, resiste dolorante fino a Verona e conquista la maglia a ciclamino nella volata di Santa Maria di Sala. Cuor di Leone. VOTO:7,5
PELLO BILBAO: Quest’anno rinuncia alla classifica generale per puntare alla vittoria di tappa e ne ottiene addirittura due, l’ultima nel tappone del Monte Avena. Quando parte in fuga non lo tiene nessuno. VOTO: 7,5
ANDREY AMADOR: Quando si mette in testa al gruppo a tirare son guai per tutti. Concentrato e sempre attento a difendere il proprio capitano verso il trionfo del Trofeo Senza Fine. VOTO: 7
DAMIANO CIMA: Gli piace andare in fuga e lo si era capito, ma che potesse anche vincere… e invece Damiano va a vincere nella tappa di Santa Maria di Sala beffando i velocisti e regalando al suo team manager Francesco Pelosi e a tutta la Nippo Vini Fantini Faizanè la prima storica vittoria al Giro d’Italia. VOTO: 7
CALEB EWAN: Uno dei velocisti più continuo come numeri in questo Giro d’Italia. L’australiano vince di forza due tappe (Pesaro e Novi Ligure) e sale altre due volte sul podio, dimostrando una caratura internazionale non indifferente. VOTO: 7
DAMIANO CARUSO: Soffre a causa della febbre alta nella prima settimana, ma non cede e cresce di condizione fino a diventare una pedina fondamentale per Nibali nell’ultima settimana. Per lui anche un secondo posto di tappa a Pinerolo. VOTO: 7
VALERIO CONTI: Porta sei giorni la maglia Rosa sulle spalle e la difende egregiamente. Non centra la vittoria di tappa ma sarà ben più che soddisfatto. VOTO: 7
DARIO CATALDO: Lotta per la vittoria, si ferma per ordini di scuderia, non batte ciglio, non mugugna, ci riprova, nessuno lo ferma e va a vincere una grande tappa a Como. VOTO: 7
HÉCTOR CARRETERO: Non ha un passo devastante, ma c’è sempre sulle salite a dettare il passo nel trenino di Carapaz, pedina importante nella Movistar di Unzué. VOTO: 6,5
CHAD HAGA: Dopo il terribile incidente avvenuto in allenamento nel 2016, lo statunitense riesce ad esprimere finalmente il suo potenziale vincendo con determinazione la crono finale di Verona. Prima vittoria nel World Tour per lui. VOTO: 6,5
MATTIA CATTANEO: A Como sfiora la vittoria di tappa a causa di un grande Cataldo, ma corre comunque un Giro d’Italia sempre all’attacco, dimostrandosi un ciclista che farebbe comodo a molte squadre del World Tour. VOTO:6,5
CESARE BENEDETTI: La classe operaia va in Paradiso. Questo è il titolo perfetto per descrivere la sua vittoria nella tappa di Pinerolo dopo una lunga fuga di giornata. Sempre a disposizione dei capitani, finalmente una gioia personale. VOTO: 6,5
DOMENICO POZZOVIVO: Arriva al Giro dopo una brutta caduta alla Freccia Vallone, non sembra faticare troppo la prima settimana, mentre nella seconda e nella terza il lucano si dimostra un ottimo gregario per Nibali. VOTO: 6,5
PAVEL SIVAKOV: Il ventunenne russo, al suo primo Grande Giro corso in carriera, riesce a centrare una top ten nella classifica generale finale. Se non è un predestinato lui… VOTO: 6,5
ESTEBAN CHAVES: Ci sono volute diciannove tappe per vederlo finalmente in azione, ma ne è valsa la pena. Non riesce ad esprimersi come vorrebbe, ma la vittoria a San Martino di Castrozza fa ben sperare per il futuro. Rigenerato. VOTO: 6,5
BAUKE MOLLEMA: Decide di fare classifica e corre da ciclista esperto qual è. Con la sua regolarità e la sua forza a cronometro riesce a terminare il Giro d’Italia al 5° posto. Costante. VOTO: 6,5
JAN POLANC: Prende parte in varie di fughe di giornata E grazie ad una di questa diventa leader della classifica generale portando la Maglia Rosa per due giorni. VOTO: 6,5
NANS PETERS: Il giovane corridore transalpino è una delle belle sorprese di questo Giro. La vittoria ad Antholz, di potenza visti i distacchi, è stata un’azione straordinaria. VOTO: 6,5
RÜDIGER SELIG: Uomo importantissimo del treno Bora-Hansgrohe. Ackermann è stato fortunato ad averlo con lui. Quando il capitano non c’è si mette in proprio e raccoglie un buon terzo posto. VOTO: 6,5
RAFAŁ MAJKA: Il polacco è così: o decide di far classifica e non si fa vedere mai a favore di telecamera stando nell’ombra, o si disinteressa dando spettacolo alla ricerca di vincere qualche tappa di montagna. A questo Giro ha deciso di far classifica terminando al 6° posto. VOTO: 6
ANTONIO NIBALI: In questo Giro d’Italia ha dimostrato ai più di non essere il ‘’solito” fratello raccomandato ma di avere le qualità per stare nel World Tour. Lavora bene per il fratello, specie sul Mortirolo dove dimostra di essere un discreto scalatore. VOTO: 6
FERNANDO GAVIRIA: Non è sicuramente il miglior Gaviria che abbiamo mai visto, però una tappa riesce a vincerla (anche se solo grazie alla squalifica di Viviani). VOTO: 6
ARNAUD DÉMARE: Vince a Modena e sale altre volte sul podio. La pagnotta, pardon, la baguette se la porta a casa. VOTO: 6
VICTOR CAMPENAERTS: Da il meglio di se nelle cronometro (in questa edizione della Corsa Rosa ce n’erano ben tre) nelle quali arriva due volte sul podio, beffato da Roglič prima e da Haga dopo. VOTO: 6
MARCO FRAPPORTI e MIRCO MAESTRI: Sempre in fuga per lo sponsor. VOTO: 6
VALENTIN MADOUAS: il ventiduenne francese della Groupama-FDJ si fa vedere molto, attacca e contrattacca; anche se i risultati non sono arrivati non tarderanno ad arrivare. VOTO: 6
SHO HATSUYAMA: Il nipponico è la maglia nera di questo Giro d’Italia, per lui una vera impresa, ad oltre cinque minuti dal penultimo, Will Clarke. Anche se la vera impresa è stata quella di terminare la corsa…. VOTO: 6
EROS CAPECCHI: Si rivede il buon Eros in azione; saltato Jungels per la classifica generale si mette in proprio in cerca di una vittoria di tappa. I risultati non sono buoni ma l’impegno c’è stato. VOTO: 6
MARCO CANOLA: La Nippo Vini Fantini si aspetta qualche piazzamento in più da lui, come tutti gli addetti ai lavori, però questi piazzamenti non arrivano. Partecipa attivamente alla vittoria di Cima quando si mette a rompere i cambi in testa ai trenini dei velocisti. VOTO: 6
DIEGO ULISSI: Si ritrova prima Conti e poi Polanc in maglia rosa e allora deve lavorae per loro; ma quando ha carta bianca non va oltre un terzo posto di tappa. VOTO: 5,5
GIOVANNI CARBONI: La qualità c’è, ma deve crescere. VOTO: 5,5
GIANLUCA BRAMBILLA: Lo scalatore della Trek-Segafredo cerca di vincere qualche tappa, ma non ha la gamba dei giorni migliori. VOTO: 5,5
MIGUEL ÁNGEL LÓPEZ: L’anno scorso lottava per il gradino più basso del podio con Carapaz, quest’anno invece l’uno puntava alla vittoria del Giro, l’altro a difendersi dalle varie sventure. Termina la corsa al settimo posto della classifica generale, non è in formissima e non riesce a sfruttare lo squadrone che ha disposizione, ed è un peccato. Sfortunatissimo quando un tifoso lo fa cadere a terra nell’ultima tappa in linea. VOTO: 5,5
ILNUR ZAKARIN: Decimo con oltre dodici minuti di ritardo da Carapaz, vince la tappa con arrivoi al Lago Serrù, ma ha potenzialità maggiori. Il problema che una tappa si e una no finisce a terra. VOTO: 5,5
DAVIDE FORMOLO: Il trentino è un corridore che mi piace molto, ma purtroppo quest’anno non riesce a trovare lo spunto buono per vincere una tappa; il problema poi che non riesce nemmeno a far classifica. Un passo indietro. VOTO: 5,5
ALEXIS VUILLERMOZ: Un Giro in vacanza… VOTO: 5
JAKUB MARECKZO: Doveva riscattarsi dopo la brutta prova offerta l’anno scorso, dove dopo un secondo posto in Israele andò calando inesorabilmente fino al ritiro anticipato. Quest’anno fa peggio: coglie come miglior risultato un 6° posto ad Orbetello poi va fuori tempo massimo nella prima tappa sulle Alpi. VOTO: 5
ENRICO BATTAGLIN: Primo Giro d’Italia nel quale il buon Enrico non si vede… peccato. VOTO: 5
ELIA VIVIANI: In questa edizione della Corsa Rosa non gli va bene niente. Non riesce a vincere una volata e quando ci riesce viene declassato dai giudici con delle scelte molto opinabili. Non è lo stantuffo dell’anno scorso, più per demerito suo che per merito degli avversari, non corre sereno e si vede, come se dovesse sempre dimostrare a qualcuno il suo valore. VOTO: 5
SIMON YATES: Si presenta al Giro con fare minaccioso, ma ben presto si ritrova con le gambe appesantite o vuote; sicuramente è un lontano parente del ciclista che ha vinto l’ultimo Grande Giro, la Vuelta di Spagna 2018, e che l’anno scorso al Giro fece sognare il Mondo intero nelle prime due settimane. VOTO: 5
TONY GALLOPIN: Un fantasma. E pensare che tappe adatte alle sue caratteristiche ce n’erano… VOTO:4,5
GIACOMO NIZZOLO e SACHA MODOLO: Una volta c’erano anche loro a contentersi le vittorie di tappa che si decidevano in volata, ora entrare nei primi cinque sembrerebbe già un grande risultato… VOTO: 4,5
ENRICO GASPAROTTO: Fantasma. VOTO: 4,5
BOB JUNGELS: Non riesce a far classifica e ci dispiace, ma il fatto che non riesca nemmeno a far delle crono degne del suo nome non glielo potremo perdonare mai. VOTO: 4
TOM DUMOULIN: Il suo ritiro dovuto ad una caduta nella quarta tappa ha tolto alla Corsa Rosa un grande protagonista. SENZA VOTO
Luigi Giglio