SULLE ROTTE DELLA PASSIONE
L’ultima tappa di montagna del Giro 2019 ricalca il tracciato di una delle più note e impegnative gran fondo italiane, la Sportful Dolomiti Race. Il percorso è da tappone con tutti i crismi: Cima di Campo, Manghen, Rolle, Croce d’Aune e Monte Avena potrebbero scatenare un autentico terremoto in classifica generale!
Non è mai successo che una tappa del Giro coincidesse perfettamente con il tracciato di una gran fondo, le frequentate manifestazioni ciclistiche che vedono al via solo amatori o agonisti che pedalano esclusivamente per passione. Questa lacuna sarà colmata il primo giugno quando la penultima frazione della Corsa Rosa ricalcherà il percorso di una delle più celebri e dure Gran Fondo italiane, la Sportful Dolomiti Race, giunta quest’anno alla 25a edizione e talvolta ancora nota con il vecchio nome di “Campagnolo” poiché fino al 2007 era intitolata a Tullio Campagnolo, l’imprenditore della bicicletta che negli anni giovanili fu anche corridore ed è in quell’epoca che ebbe l’idea di creare, in seguito ad un incidente di corsa capitatogli sulla salita del Croce d’Aune, il mozzo a sgancio rapido, primo prodotto della sua blasonata azienda di componentistica. In realtà quella che affronteranno i “girini” sarà una versione in parte ritoccata della “Sportful” perché gli organizzatori non hanno voluto proporre la discesa finale dal Croce d’Aune verso Feltre della gara amatoriale, che avrebbe potuto vanificare le difficoltà affrontate in precedenza. In un primo momento si era pensato a un arrivo in cima al passo, ma per la mancanza di spazio in vetta si era deciso di aggiungere l’appendice verso il Monte Avena, arrivo in salita particolare perché si sarebbe finito di salire un chilometro e mezzo prima del traguardo. Presentato questo tracciato a ottobre, dopo i sopralluoghi di rito si è optato per un nuovo finale, ancora più impegnativo, che prevede di percorrere dopo il Croce d’Aune la prima parte della planata su Feltre per poi raggiungere la zona degli impianti invernali del Monte Avena da un altro versante, decisamente più appetitoso sotto l’aspetto delle pendenze. Ecco così partorito un “mostro” di 4629 metri di dislivello (limitando il calcolo ai cinque GPM ufficiali), che dovrà essere vinto in 76 Km di salita complessiva mentre la pendenza media globale sarà del 6%: a sole 24 ore dalla conclusione della Corsa Rosa e al termine di una settimana molto impegnativo ecco che questa frazione, già dura di suo, potrebbe davvero per molti tramutarsi in una giornata d’autentica passione, leggasi calvario, e far terremotare la classifica del Giro.
L’ultimo tappone di questa edizione prenderà le mosse con 8 Km pianeggianti che termineranno con il pasaggio da Arsiè, centro nel cui territorio si trovavano diversi fortilizi che furono utilizzati durante la Prima Guerra Mondiale, come il Forte di Cima Campo, costruito allo scopo di controllare le mulattiere che, in un raggio di 12 Km, salivano verso l’Altopiano di Asiago. Sarà nei pressi di questo fortilizio che si “consumerà” la prima salita di giornata, la Cima Campo per l’appunto, raggiunta la quale si saranno messi alle spalle quasi 19 Km d’ascesa al 5,9% e ci si lancerà in discesa verso l’altopiano del Tesino e l’osservatorio astronomico del Celado, inaugurato nel 2010. Lunga quasi 30 Km, la planata dalla Cima Campo s’interromperà per qualche chilometro subito dopo il passaggio da Castello Tesino, centro presso il quale si trova l’unica grotta carsica del Trentino aperta al pubblico, quando si dovrà superare la breve e pedalabile ascesa della Forcella, all’inizio della quale il percorso toccherà Pieve Tesino, paese natale di Alcide De Gasperi, l’uomo politico che viene considerato sia uno dei padri della Repubblica Italiana (ne fu il primo Presidente del Consiglio per ben sette mandati consecutivi, dal 1946 al 1953), sia uno dei fondatori dell’Unione Europea. Terminata la discesa ci sarà solo un attimo di requie, un paio di chilometri di pianura, prima di riprendere a puntare verso l’alto e inerpicarsi in direzione dell’ultimo 2000 metri del Giro 2019, il Passo di Manghen. Si salirà dal versante più impegnativo, quello della Val Calamento, seguendo la strada che fu tracciata nel 1958 ampliando una preesistente mulattiera e che rimase per diversi anni sterrata e tale l’affrontarono i “girini” il 10 giugno del 1976, quando si salì per la prima volta ai 2047 metri del passo trentino, inserito da Vincenzo Torriani nella tappa diretta alle Terme di Comano, vinta dal gregario Luciano Conati. Si tratta di un valico decisamente “voluminoso” per via dei suoi 19 Km d’ascesa al 7.6%, nel corso dei quali si devono superare quasi 1500 metri di dislivello, con l’unico apparente difetto della lontanza dal traguardo, poiché vi si scollinerà ben prima della metà di questa frazione, quando mancheranno ancora 116 Km alla conclusione; è certo che, però, rimarrà nelle gambe al momento di misurarsi con le ultime due salite in programma. Nell’attesa di questo gran finale, terminata la discesa dal Manghen si dovranno percorrere una dozzina di chilometri di pianeggiante fondovalle, introdotti dalla dolce ascesa verso Cavalese, il capoluogo della Val di Fiemme, il cui simbolo è il Palazzo della Magnifica Comunità, ospitato dal XIX secolo nell’edificio dalla facciata affrescata che un tempo era la residenza dei vescovi che avevano eletto questa località a meta delle loro villeggiature. Si transiterà quindi per Tesero, centro dal quale parte la ripida strada diretta all’Alpe di Pampeago, più volte affrontata al Giro, risalendo la Val di Stava, tragicamente nota per la catastrofe che il 19 luglio 1985 causò 270 vittime in seguito al cedimento dei bacini di decantazione della miniera di fluorite di Prestavèl. La “pacchia” finirà con il passaggio da Predazzo, dove il Giro andrà incontro al suo “primo amore”, quello che non si scorda mai: è il Passo Rolle, che fu la prima salita dolomitica della storia del Corsa Rosa, affrontata il 27 maggio nel 1937 nel corso della Vittorio Veneto – Merano, tappa che prevedeva anche l’ascesa al Passo di Costalunga e che fu fortemente voluta dall’allora direttore di corsa Armando Cougnet per solennizzare la venticinquesima edizione del Giro. Il versante di quella storica prima ascesa, che accese la scintilla di un fuoco ancora oggi ardente, fu quello più impegnativo che sale da San Martino di Castrozza, mentre stavolta si salirà dal meno difficile versante occidentale, che si compone di una prima balza di 5.7 Km al 6.3% verso Bellamonte e da una conclusiva di 6.6 Km al 6.5%, in mezzo alla quale s’interpone un tratto in falsopiano di quasi 7 Km che si snoda nello scenario della Foresta di Paneveggio, nella quale Antonio Stradivari veniva a cercare gli abeti con i quali realizzare i suoi celebri violini e dove si trova, affacciato sull’omonimo lago artificiale, il Forte Buso, costruito alla fine dell’800 dall’esercito austro-ungarico e nel quale potevano trovare posto a pieno regime quasi 140 militari. Raggiunti i quasi 2000 metri dal valico – che nel 1981 fu set dello spassoso finale de “L’onorevole con l’amante sotto il letto”, film con Lino Banfi e Alvaro Vitali – ci si lancerà in direzione del Primiero, dove si andranno a ripercorrere a ritroso gli ultimi 30 Km della tappa del giorno prima, nuovamente toccando San Martino di Castrozza e Fiera di Primiero prima di far rientro in Veneto. È in località Ponte Oltra, a poco meno di 14 Km dal traguardo, che si aprirà il sipario sul finale di questa difficilissima frazione che proporrà ora l’ascesa al Passo di Croce d’Aune, 11 Km al 5,5% (con i passaggi più impegnativi negli ultimi 4 Km che salgono all’8.3%) che fecero terribilmente penare i partecipanti al Giro del 1964, quando questa salita era ancora sterrata, di uno sterrato talmente brutto che fu paragonato al letto di un fiume e che causò una vera ecatombe di copertoncini: le cronache parlarono di qualcosa come 300 forature, una delle quali colpì anche l’ammiraglia della Saint-Raphaël, la formazione della maglia rosa Jacques Anquetil, che quel giorno riuscì a conservare quelle insegne del primato che aveva conquistato tre giorni prima nella crono di Busseto e che poi porterà indisturbata fino a Milano. Per la cronaca quella tappa, partita da Lavarone e terminata a Pedavena, fu conquistata da Marcello Mugnaini con 48” di vantaggio su Italo Zilioli e di 50” Gianni Motta mentre il leader Anquetil perse un minuto e sei secondi conservando il primato con 17” su Guido De Rosso. Transitati al cospetto del monumento a Tullio Campagnolo, luogo dal quale partono i sentieri diretti verso le cime delle Vette Feltrine, il gruppo più meridionale delle Dolomiti, s’imboccherà la pendente discesa che riconduce a Feltre transitando per Pedavena, centro famoso per la sua storica fabbrica di birra, qui impiantata nel 1897 da tre fratelli originari di Forno di Canale (l’odierna Canale d’Agordo), Sante, Luigi e Giovanni Luciani, appartenenti alla stessa famiglia di Albino Luciani, che nel 1978 salirà per soli 33 giorni sul soglio pontificio con il nome di Papa Giovanni Paolo I. Ma a Pedavena i “girini” non ci arriveranno perché, percorsi i primi 4 km della picchiata, svolteranno bruscamente a destra per tornare nuovamente a pedalare in direzione della montagna e affrontare i conclusivi 6.9 Km che salgono sul Monte Avena al 7.3% di pendenza media, raggiungendo una punta massima dell’11% a 4 Km dalla linea d’arrivo. Non son certo inclinazioni “mortiroliane”, ma nemmeno “fiocchi d’avena” e qualcuno oggi potrebbe farne indigestione….
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Sella di Santa Lucia (319 metri). Attraversata dalla SS 50 “del Grappa e del Passo Rolle” tra Feltre e Arten, coincide con il bivio per Caupo. Toccata anche il giorno precedente nel corso della frazione di San Martino di Castrozza, oggi i “girini” vi transiteranno durante il tratto di trasferimento verso il “chilometro zero”, previsto alle porte di Fonzaso.
Sella di Arten (319 metri). Si trova nei pressi dell’omonima località, frazione del comune di Fonzaso. Toccata anche il giorno precedente nel corso della frazione di San Martino di Castrozza, oggi i “girini” vi transiteranno durante il tratto di trasferimento verso il “chilometro zero”, previsto alle porte di Fonzaso.
Selletta di Col Perer (1026 metri), Passo d’Agnela (1311 metri), Colle del Cavallo (1365 metri). Valicati dalla strada che sale da Arsiè alla Cima Campo. Questa salita vanta un solo precedente al Giro d’Italia, inserita nel 1999 nel tracciato della Castelfranco Veneto – Alpe di Pampeago, vinta da Marco Pantani dopo che a Cima Campo era transitato in testa Mariano Piccoli.
Passo Valnappe (1244 metri), Sella di Valmonte (1240 metri), Passo di Prato di Valbusa (1222 metri), Selletta di Bailù (1175 metri), Passo di Celado (1166 metri). Valicati nel corso della discesa da Cima Campo a Castello Tesino.
Sella Castello Tesino (861 metri). Coincide con l’omonimo centro, situato nell’insellatura che separa il Colle di Sant’Ippolito dal Monte Picosta.
La Forcella (910 metri). Valicata dalla SP 78 Pieve Tesino e Pradellano. Per questo motivo viene chiamata sia “Forcella di Pieve Tesino”, sia “Forcella di Pradellano”.
Passo di Manghen (2047 metri). Vi transita la SP 31 “Passo Manghen” tra Telve e Molina di Fiemme. Il Giro l’ha affrontato per la prima volta nel 1976 durante la tappa Vigo di Fassa – Terme di Comano vinta da Luciano Conati mentre sul Manghen fu lo spagnolo Celestino Prieto a transitare per primo. Bisognerà aspettare vent’anni per rivedere il Giro su questo passo, inserito nel 1996 nel percorso della tappa Marostica – Passo Pordoi, che vide Enrico Zaina primo al traguardo e Mariano Piccoli al comando sul Manghen. Nel 1999 sarà Marco Pantani a scollinare in testa, prima d’imporsi nella Castelfranco Veneto – Alpe di Pampeago, una doppietta che sarà replicata da Emanuele Sella nel 2008 durante la Verona – Alpe di Pampeago. La quinta e finora ultima volta sul Manghen risale al 2012, sempre in occasione di una tappa con arrivo sull’Alpe, quando Stefano Pirazzi conquisterà il GPM mentre al traguardo si imporrà Roman Kreuziger.
Passo di Rolle (1970 metri). Depressione prativa aperta tra i monti Cavallazza e Castellazzo, sfunga da partiacque tra la Val Cismon (Primiero) e la Val Travignolo. Vi transita la SS 50 “del Grappa e del Passo Rolle” tra San Martino di Castrozza e Paneveggio ed è quotato 1989 sulle cartine ufficiali del Giro. Dal 1937, anno della prima scalata, a oggi è stato inserito 24 volte nel percorso della Corsa Rosa. Qui ci limitamo a segnalare i corridori che hanno conquistato questo valico: Gino Bartali (1937, 1939, 1946, 1949), Bernardo Rogora (1938), Jean Robic (1950), Giancarlo Astrua (1954), Gastone Nencini (1955, 1957), Charly Gaul (1956, 1959), Vincenzo Meco (1962, tappa interrotta in vetta al Rolle per l’impossibilità di raggiungere il traguardo di Moena a causa della neve), Vito Taccone (1963, 1964), Aurelio González (1967), Santiago Lazcano (1974), Faustino Fernández (1977), Ueli Sutter (1978), Pedro Muñoz (1986), Nelson Rodríguez (1991), Freddy Excelino González (2001, 2003) e Carlos José Ochoa (2009). Il Rolle era previsto anche nel tracciato della Trento – Marmolada del 1969, interrotta a causa del maltempo.
Sella di Servo (609 metri). Coincide con l’omonima località, toccata dall’ex SS 473 “di Croce d’Aune” durante l’ascesa al Valico di Croce d’Aune.
Valico di Croce d’Aune (1011 metri). Vi transita l’ex SS 473 “di Croce d’Aune”, tra Aune e Pedavena. Quotato 1015 sulle cartine ufficiali del Giro, in due occasioni è stato GPM alla Corsa Rosa. Il primo passaggio risale alla tappa citata nell’articolo, la Lavarone – Pedavena del 1964 vinta da Marcello Mugnaini dopo che in vetta al valico era transitato Franco Balmamion. Nel 2009 fu inserito nel percorso della Padova – San Martino di Castrozza, che vide Francesco Bellotti conquistare il traguardo della montagna mentre a San Martino s’impose Danilo Di Luca (vittoria poi assegnata a Stefano Garzelli). Anche nel 2000 il Giro transitò dal Croce d’Aune nel finale della Bibione – Feltre vinta da Enrico Cassani, ma si saliva dal versante di Faller, che preveda lo scollinamento al Valico Le Laste, a qualche chilometro di distanza, dove scollinò per primo lo spagnolo Óscar Sevilla.
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
FOTOGALLERY
Il Forte di Cima Campo
Osservatorio astronomico del Celado
Pieve Tesino, il museo allestito nella casa natale di Alcide De Gasperi
Il piccolo Lago Cadinello, posto poco sotto lo scollinamento del Passo Manghen
Cavalese, Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme
Stava, il centro di documentazione sulla catastrofe che colpì la Val di Stava nel 1985
Foresta di Paneveggio
Croce d’Aune, il monumento a Tullio Campagnolo
La storica Birreria di Pedavena