NIBALI LE PROVA TUTTE, MA VINCONO ANCORA GLI SKY
Il forcing impresso dalla Bahrain Merida e dallo stesso Vincenzo Nibali sul Passo Predaia riduce all’osso il gruppetto della maglia ciclamino che si presenta sul traguardo di Cles con quattro unità . Tao Geoghegan Hart (Sky) batte in una volata ristretta proprio Nibali, ottenendo la seconda vittoria personale nella breve corsa alpina. Pavel Sivakov (Sky) conserva con tranquillità prima posizione alla vigilia dell’ultima tappa.
La Forcella di Brez ed il Passo Predaia sono le due difficili salite che caratterizzano la quarta tappa del Tour of the Alps 2019 da Baselga di Pinè a Cles. Il chilometraggio non eccessivo (134 km) invita gli attaccanti di giornata a provarci fin dalla partenza e vedremo se sarà la volta buona per la fuga, dopo che nelle tappe precedenti la vittoria se la sono sempre giocata i big di classifica, con le squadre World Tour (e specialmente il Team Sky) a fare la voce grossa, se si eccettua la “fagianata” di ieri che nel finale ha consentito a Fausto Masnada (Androni Giocattoli) di ottenere una bella vittoria parziale. In effetti, all’inizio la fuga non riusciva a decollare a causa del ritmo molto elevato. Il gruppo trasitava compatto al traguardo volante di Mezzolombardo (Km 30), al quale Matthias Krizek (Felbermayr – Simplon Wels) transitava per primo. Poco dopo la fuga riusciva finalmente a concretizzarsi grazie all’azione di otto ciclisti: Alex Aranburu (Caja Rural), Andrey Zeits (Astana), Alexis Vuillermoz (AG2R), Aldemar Reyes (Manzana Postobón), Antonio Nibali (Bahrain Merida), Élie Gesbert (Arkéa Samsic), Sergio Samitier (Euskadi Basque Country – Murias) ed Edoardo Zardini (Neri Sottoli – Selle Italia – KTM). Al km 50 il gruppo aveva un ritardo di 2 minuti e 40 secondi. Sulla Forcella di Brez, primo GPM in programma, era Samitier a scollinare in prima posizione mentre il gruppo, tirato dal Team Sky, inseguiva a 45 secondi di ritardo. All’inizio del Passo Predaia era la Bahrain Merida a prendere le prime posizioni del gruppo; il ritmo aumentava e Vincenzo Nibali scattava a 4 km dallo scollinamento, raggiungendo e superando i fuggitivi. La Sky con Chris Froome nuovamente in versione gregario si riportava sul siciliano, trainando con sè la maglia ciclamino Pavel Sivakov e Tao Geoghegan Hart. Anche RafaÅ‚ Majka (Bora Hansgrohe) riusciva a tenere il ritmo dei migliori mentre i corridori del Team Astana erano un po’ più dietro. Nibali scattava nuovamente a 2 km e mezzo dal GPM e questa volta Froome alzava bandiera bianca lasciandosi sfilare. In testa alla corsa restavano in quattro, con Majka che scollinava in prima posizione sul GPM di Passo Predaia. Alla fine della discesa, a circa 8 km dall’arrivo, il quartetto di testa aveva 45 secondi di vantaggio sul primo gruppo inseguitore, nel quale l’Astana cercava disperatamente di riportare davanti Jan Hirt, secondo in classifica generale. A meno di 5 km dall’arrivo la strada tornava a impennarsi ed era ancora Nibali a scattare imperterrito. I più immediati inseguitori erano cronometrati a una ventina di secondi di ritardo. A poco più di 3 Km dall’arrivo a scattare era quindi Majka ma, nonostante gli sforzi profusi, veniva ripreso dal terzetto alle sue spalle a 700 metri dal traguardo. La volata ristretta premiava Geoghegan Hart che batteva Nibali e Majka, mentre il gruppo inseguitore era regolato da Froome dopo 40 secondi. Il britannico ottiene così la seconda vittoria al Tour of The Alps 2019 mentre Sivakov resta saldamente al comando della classifica generale con 27 secondi di vantaggio proprio sul compagno di squadra e con 31 secondi di vantaggio su Majka. Chiudono la top five della generale Nibali e Hirt, rispettivamente quarto a 33 secondi e quinto a 48 secondi. Domani è in programma l’ultima tappa della breve corsa alpina da Caldaro a Bolzano. Sono due i GPM che i ciclisti dovranno affrontare: Collalbo, di seconda categoria (Km 84), sale a gradoni e non farà moltissima selezione, mentre sulla salita successiva di San Genesio Atesino, ben più impegnativa, assisteremo agli ultimi attacchi nei confronti della maglia ciclamino.
Giuseppe Scarfone