DAI TRABOCCHI AI TRABOCCHETTI

maggio 17, 2019
Categoria: News

La risalita verso il nord della nazione riparte con una tappa che ha talvolta riservato sorprese al Giro d’Italia. In un paio d’occasioni il traguardo all’Aquila, infatti, è conciso con l’approdo di fughe bidone: quella del 1954 fu determinante per gli esiti della corsa rosa, mentre nel 2010 si corse il rischio di ripetere l’impresa di Carlo Clerici di 56 anni prima e sarà solo nel tappone del Mortirolo che Ivan Basso riuscirà a ristabilire le gerarchie. Con un pizzico di tremore, dunque, i “girini” si appresteranno ad affrontare questa tappa trabocchetto che, però, stavolta veri e proprio trabocchetti non presenta e molto minore sarà il rischio d’incappare in giornate simili a quella del 2010.

Il nome dell’Aquila lascia sempre un piccolo brivido sulla schiena dell’ascoltatore. Subito il pensiero va ai drammatici giorni del sisma di dieci anni fa – le cui cicatrici ancora oggi sono presenti, e non solo nelle pietre – ma, se si è anche appassionati di ciclismo, non si può non associare il nome del capoluogo abruzzese al ricordo di una tappa che rischiò di terremotare irrimediabilmente anche la classifica del Giro, l’undicesima dell’edizione 2010, che vide andare in porto una corposa fuga, di quelle che si definiscono in gergo “bidone”. Quel giorno tentarono la sortita ben 56 corridori, che arrivarono a guadagnare fino a 18 minuti per poi presentarsi sotto lo striscione del traguardo con poco meno di 13 minuti di vantaggio sul gruppo della maglia rosa Vinokurov, che faticò non poco a gestire la situazione anche a causa del tracciato montagnoso della frazione e perse le insegne del primato a favore dell’australiano Porte, con lo spagnolo Arroyo che si piazzerà al secondo posto per poi prendere la maglia rosa nella prima frazione alpina di Asolo, salvarla sullo Zoncolan e nella cronoscalata del Plan de Corones e perderla definitivamente nel tappone del Mortirolo, quando il favorito per la vittoria finale Ivan Basso riuscirà a ristabilire l’ordine e a neutralizzare gli effetti della giornata aquilana. Non accadde così al Giro del 1954, la cui “sorte” fu decisa da una fuga bidone proprio in una tappa con arrivo all’Aquila, sulla carta decisamente meno impegnativa rispetto a quella del 2010. Al traguardo, era la sesta tappa, si impose lo svizzero Carlo Clerici che precederà allo sprint il compagno d’avventura Nino Assirelli e appiopperà quasi mezz’ora di distacco ai grandi favoriti per il successo in quell’edizione, un vantaggio che neppure le grandi salite inserite nel finale riuscirono a scalfire: Clerici diventerà così il secondo corridore straniero a vincere il Giro d’Italia dopo il connazionale Hugo Koblet (1950), primo dei battuti a 24′16″ mentre al terzo posto a 26’29” si piazzerà Assirelli e quarto a 31’17” sarà Fausto Coppi, che aveva iniziato quel Giro in bellezza imponendosi con la sua Bianchi nella cronosquadre d’apertura a Palermo e che poi rovinerà tutto – si racconta – con un’indigestione di ostriche che lo porterà ad accusare un pesante ritardo al traguardo della successiva frazione.
Detto questo, va anche aggiunto che difficilmente la tappa aquilana del Giro 2019 potrà fornirci emozioni d’egual caratura perché il percorso stavolta approntato non si annuncia particolarmente impegnativo e, dunque, poco foriero di sorprese, anche se chi punta alla vittoria finale dovrà comunque tenere alta la guardia. Al massimo oggi i momenti più palpitanti si vivranno negli ultimi 6 Km poiché lo strappo in cima al quale tradizionalmente si concludono le tappe con arrivo all’Aquila (1.3 Km al 6.9%) sarà preceduto da un’altra ascesa, come questa breve e secca, sulla quale potrebbero verdersi “scintille” in gruppo se qualche pesce grosso dovesse decidere di provare la zampata, un colpo che qualche piccolo danno in termine di secondi – qualcosa in più se si riesce ad accaparrarsi anche uno dei tre abbuoni previsti al traguardo – potrebbe farlo anche perché, una volta terminata la discesa successiva, subito ci sarà da affrontare lo strappo finale.
La tappa con la quale il gruppo inizierà la risalita dello stivale italico prenderà le mosse da Vasto e nei primi 40 Km pianeggianti costeggerà l’Adriatico nel tratto noto come “Costa dei Trabocchi” per la diffusa presenza di queste antiche macchine da pesca su palafitte. A una ventina di chilometri dal via i “girini” giungeranno sulle strade di Fossacesia Marina, località balneare situata non distante dal complesso romano-gotico dell’abbazia di San Giovanni in Venere e dal borgo principale di Fossacesia, ciclisticamente ricordato per aver dato i natali ad Alessandro Fantini, velocista che vinse sette tappe al Giro e due al Tour e la cui carriera terminò drammaticamente al Giro di Germania del 1961, quando perse la vita dopo due giorni d’agonia in seguito ad una caduta sul traguardo di Treviri, dove subì una fatale frattura al cranio.
Il tratto di pianura iniziale terminerà con il passaggio dalla “Stalingrado d’Italia”, come il primo ministro inglese Winston Churchill ebbe a definire Ortona a causa delle distruzioni patite durante la battaglia qui combattuta tra alleati e tedeschi nel dicembre del 1943 e che provocò ingenti danni anche al patrimonio artistico cittadino, sul quale spiccano la basilica di San Tommaso Apostolo, Palazzo Farnese e il Castello Aragonese. A questo punto il percorso lascerà le rive dell’Adriatico per addentrarsi nell’entroterra dove si affronterà il dolcissimo falsopiano, la cui pendenza non arriva al 2%, che conduce ai quasi 300 metri di Poggiofiorito, il comune più giovane d’Abruzzo, istituito nel 1901. Si scenderà quindi a Tollo, nel cuore di una delle principali aree vinicole della regione e anche una delle più piccole d’Italia, terra di produzione del DOC Tullum.
Superato lo strappo di Miglianico – vi si trova il venerato Santuario di San Pantaleone, al quale Gabriele d’Annunzio dedicò una delle “Novelle della Pescara”, opera pubblicata in sei volumi nel 1902 – si andrà verso il primo GPM giornaliero, previsto dopo 4.7 Km d’ascesa al 2.9% nel centro di Ripa Teatina, che fu teatro di un grave massacro durante la campagna napoleonica, quando i frati del monastero di Santa Maria della Pietà furono uccisi per rappresaglia dopo che alcuni rivoltosi, contro i quali stavano combattendo e che avevano ottenuto ospitalità dai religiosi, erano riusciti a fuggire.
Più impegnativa, ma non valida per la classifica degli scalatori, è la successiva salita di 5 chilometri e mezzo che, al 4.2% di pendenza media, condurrà il gruppo a Chieti, l’antica Teate che il 16 maggio del 1909 ospitò il traguardo della seconda frazione del primo Giro d’Italia, l’unica in quell’edizione a proporre l’arrivo in salita, conquistato dal piemontese Giovanni Cuniolo, corridore passato al ciclismo dopo aver gareggiato nel podismo e che in precedenza si era imposto tre volte ai campionati nazionali mentre lo stesso anno vincerà anche il Giro di Lombardia. Scesi alla moderna frazione di Chieti Scalo – sviluppatasi alla fine dell’Ottocento attorno alla stazione della linea Pescara – Sulmona e sede del campus dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” – inizierà il secondo settore pianeggiante di questa frazione, un’altra quarantina di chilometri durante i quali il percorso rimarrà costantemente nella valle del fiume Pescara. All’inizio di questo tratto si toccherà il centro di Manoppello Scalo, nei cui pressi si trovano l’interessante abbazia cistercense di Santa Maria Arabona e la deviazione per Manoppello, dove è possibile visitare un altro importante luogo di culto, il Santuario del Volto Santo, così chiamato perché vi è conservata la “Veronica”, il velo che asciugò il volto di Cristo durante la salita al Calvario e sul quale sarebbero rimaste impresse le sue fattezze.
Rimamendo in tema, più avanti la corsa transiterà dal bivio per Torre de’ Passeri, a breve distanza dall’abbazia romanica di San Clemente a Casauria, innalzata a partire dall’871 in seguito ad un voto espresso da Ludovico II “Il Giovane”, imperatore del Sacro Romano Impero dall’855 all’875, mentre si trovava prigioniero dei longobardi a Benevento.
Raggiunta la cittadina di Popoli – in epoca medioevale nota con il soprannome di “Chiave dei tre Abruzzi”, importanza strategica testimoniata dalla presenza del Castello ducale Cantelmo – arriverà il momento di misurarsi con il tratto più impegnativo di questa frazione, la salita di quasi 8 Km al 6,2% nota con il nome di “Strada delle Svolte” e che è più conosciuta agli appassionati di automobilismo: il suo curriculum ciclistico è, infatti, scarno (soli cinque GPM dal 1960 a oggi) mentre dal 1963 accoglie annualmente una cronoscalata riservata alle quattro ruote, la cui 57a edizione si disputerà ad agosto 2019 e il cui recordman di vittorie è stato il pilota toscano Mauro Nesti, 11 volte primo e soprannome di “Re delle montagne” ampiamente meritato. Le “Svolte” rappresentano anche la porta d’accesso allo spettacolare altopiano di Navelli, rinomato per i campi nei quali è coltivata una delle più pregiate qualità di zafferano, tra i quali spuntano, come improvvise apparizioni, vetuste chiesette come quella di Santa Maria dei Cintorelli, realizzata nel ‘500 all’altezza di un nevralgico snodo di tratturi, percorsi in occasione delle tradizionali “transumanze”: nel 1989 fu in parte scoperchiata per esigenze di copione da Mickey Rourke, il divo di Hollywood che quell’anno girò in questo luogo alcune scene del film che Liliana Cavani diresse sulla figura di San Francesco d’Assisi, ruolo interpretato proprio dall’attore reso celebre da “9 settimane e ½”. L’attraversamento dell’altopiano avverà quasi costantemente in linea retta, mentre la strada tornerà dolcemente a salire lasciando ai margini le deviazioni per i borghi di San Pio delle Camere e Prata d’Ansidonia, meritevole d’una escursione per visitare l’area archeologica della città italica di Peltuinum, presso la quale si trova un’altra interessante chiesa, dedicata a San Paolo e costruita tra il sesto e l’ottavo secolo. Raggiunto lo scollinamento in prossimità del bivio di Barisciano s’imboccherà la veloce discesa verso la conca aquilana, dove alle porte della città si sfiorerà la frazione di Onna, il centro simbolo del terremoto del 2009, nel quale si registrò il numero massimo di vittime (40) oltre al crollo della maggior parte degli edifici, mentre nella chiesa di San Pietro Apostolo il sisma riportò “involontariamente” alla luce preziosi affreschi risalenti al 1400, dei quali s’ignorava l’esistenza.
Toccata Bazzano, dove si trovano la più vasta necropoli abruzzese e la romano-gotica chiesa di Santa Giusta fuori le mura (riaperta al culto nel 2018 al termine dei restauri dei danni provocati dal terremoto), si giungerà alle fasi calde di questa frazione, che ora proporrà la salita dell’Acquasanta, 1600 metri al 7,4% (con una media dell’8,8% mei primi 500 metri) che conducono verso l’omonimo quartiere aquiliano, nel dove si trovano il cimitero monumentale cittadino (vi è sepolta Ondina Valla, prima donna italiana a vincere l’oro alle olimpiadi) e lo Stadio Gran Sasso d’Italia, inaugurato nel 2016 e intitolato al centrocampista Italo Acconcia. Lambito l’impianto sportivo, costruito a breve distanza dal rinascimentale Forte Spagnolo, inizierà la discesa che transiterà ai piedi del colle sul quale sorge uno dei simboli della città, la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, poco prima di ritrovare il classico finale aquilano con lo strappo conclusivo verso la città, ennesimo abbraccio tributato dal Giro alle genti che, ancora oggi, portano nell’animo i segni del terremoto. Il Giro non è solo sport, non è solo festa… è anche amore.

Mauro Facoltosi

RINGRAZIAMENTI

Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

I VALICHI DELLA TAPPA

Valico (746 metri). Privo di nome sul testo di riferimento “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo), è l’ascesa che sulle cartine del Giro è segnalato come “Le Svolte di Popoli”. Valicato dalla SS 17 “dell’Appennino Abruzzese e Appulo Sannitica” tra Popoli e Navelli, finora è stata GPM in cinque occasioni, mentre altri passaggi non sono stati considerati validi per la classifica degli scalatori. Primo a transitarvi in questi cinque precedenti sono stati Aurelio Cestari nel 1960 (tappa Pescara – Rieti vinta da Gastone Nencini), Claudio Bortolotto nel 1980 (tappa Roccaraso – Teramo vinta da Tommy Prim), il colombiano Alvaro Lozano Moncada nel 1991 (tappa Scanno – Rieti, vinta da Vladimir Pulnikov), il belga Jan Bakelants nella citata tappa del 2010 (Lucera – L’Aquila, vinta da Evgenij Petrov) e, infine, dall’elvetico Stefan Küng nel 2016 (tappa Sulmona – Foligno, vinta da André Greipel).

Sella di Barisciano (870 metri). Valicata dalla SS 17 “dell’Appennino Abruzzese e Appulo Sannitica” tra Castelnuovo e Poggio Picenze, all’inizio della discesa verso la conca dell’Aquila. Coincide con il bivio per Barisciano e Santo Stefano di Sessanio.

FOTOGALLERY

Vasto, Palazzo D’Avalos

Un caratteristico trabocco abruzzese: questi si trova nelle vicinanze di Vasto, la città sede di partenza della tappa

Fossacesia, Abbazia di San Giovanni in Venere

Ortona, Castello Aragonese

Chieti, Cattedrale di San Giustino

Manoppello Scalo, Abbazia di Santa Maria Arabona

Castiglione a Casauria, Abbazia di San Clemente a Casauria

Una delle “svolte” della “Strade delle Svolte”

Altopiano di Navelli

Caporciano, chiesa di Santa Maria dei Cintorelli

Mickey Rourke sul tetto della chiesa di Santa Maria dei Cintorelli nel film “Francesco” del 1989 (www.davinotti.com)

Mickey Rourke sul tetto della chiesa di Santa Maria dei Cintorelli nel film “Francesco” del 1989 (www.davinotti.com)

Mickey Rourke sul tetto della chiesa di Santa Maria dei Cintorelli nel film “Francesco” del 1989 (www.davinotti.com)

Bazzano, la chiesa di Santa Giusta come appariva fino a non molto tempo fa, ancora “imballata” dalle impalcature dei restauri

L’Aquila, Basilica di Santa Maria di Collemaggio

Il Forte Spagnolo dell’Aquila e, in trasparenza, l’altimetria della settima tappa del Giro 2019 (viaggi.fidelityhouse.eu)

Il Forte Spagnolo dell’Aquila e, in trasparenza, l’altimetria della settima tappa del Giro 2019 (viaggi.fidelityhouse.eu)

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