STAGIONE 2019, ROMBANO I PEDALI
gennaio 14, 2019
Categoria: Approfondimenti
È già giunta l’ora di ripartire. Il 15 gennaio inizia ufficialmente la stagione 2019 dek ciclismo che conta con il Santos Tour Down Under, prova d’apertura dell’UCI World Tour, la serie A delle corse ciclistiche, il circuito di gare che affianca corse blasonate come Giro, Tour e le grandi classiche ad altre competizioni meno prestigiose ma non meno attraenti. Subito dopo l’attenzione dei media ciclistici si sposterà dall’Australia all’Argentina, dove andrà in scena la Vuelta a San Juan Internacional con la partecipazione del colombiano Nairo Quintana.
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L’Epifania tutte le feste si porta via, recita un vecchio adagio. Ma non è del tutto vero poiché la grande festa del ciclismo, quella che accompagna calorosamente lo svolgimento delle competizioni fino alla fine della stagione, deve ancora cominciare e bisognerà attendere la metà del mese di gennaio per la prima grande corsa dell’anno. Come puntualmente avviene dal 2008, il sipario sull’UCI World Tour – la “serie A” delle corse su strada – si alzerà con il Santos Tour Down Under, il giro a tappe dello stato dell’Australia Meridionale che nel 2019 vedrà ai nastri di partenza “stelle” del calibro del tre volte campione del mondo Peter Sagan e della medaglia d’oro a Rio Elia Viviani, mentre per la vittoria finale sarà sfida tra quattro degli ultimi cinque vincitori della corsa, l’olandese Tom-Jelte Slagter (2013), il sudafricano Daryl Impey (2018) e gli australiani Rohan Dennis (2015) e Richie Porte (2017) mentre non sarà della partita il plurivincitore della corsa Simon Gerrans (2006, 2012, 2014, 2016), ritiratosi dall’attività agonistica lo scorso autunno. Per i corridori italiani, oltre a Viviani va segnalata la presenza di Diego Ulissi, che nelle ultime due edizioni è stato il migliore dei nostri in classifica generale, e Domenico Pozzovivo, fresco reduce da una caduta che, però, non ha compromesso la sua presenza.
Martedì 15 gennaio l’atto d’apertura del Down Under sarà la “Ziptrack Stage”, frazione di 129 Km che condurrà il gruppo da North Adelaide a Port Adelaide e che, movimentata da una fase centrale collinare ma totalmente pianeggiante negli ultimi 20 Km, costituirà la prima delle quattro riservate ai velocisti, resa più impegnativa dal vento che, ancor prima di partire, ha costretto gli organizzatori ad accorciare il tracciato tagliando il circuito finale. Anche la Novatech Stage – 122 Km da Norwood ad Angaston – dovrebbe terminare allo sprint, stavolta con qualche insidia in più perché negli ultimi 2000 metri la strada tenderà leggermente a salire. Più accidentato appare il percorso della Subaru Stage perché i 146 Km che si dovranno percorrere tra Lobethal e Uraidla sono costellati da tanti piccoli saliscendi, in particolare nel circuito finale di una quindicina di chilometri che dovrà essere ripetuto sei volte e mezza: anche in quest’occasione, però, l’arrivo in volata sarà molto probabile e tra i “papabili” vincitori potrebbe esserci lo stesso Sagan, che sul traguardo di Uraidla si è imposto lo scorso anno precedendo allo sprint il futuro dominatore della classifica finale Impey. Quella tappa, però, era decisamente più impegnativa rispetto a quella disegnata quest’anno e così, in attesa della frazione regina, chi punterà alla vittoria finale metterà per la prima volta fuori il naso dal gruppo l’indomani nel finale della “100% Stage”, che prevede a 6 Km dal traguardo della Unley – Campbelltown (129 Km) la breve ma ripida ascesa di Montacute, 2.3 km di salita all’8.9% di pendenza media. Archiviata la poco impegnativa SouthAustralia.com Stage (149.5 Km da Glenelg a Strathalbyn, quarta e ultima “preda” per gli sprinter), quest’anno il Tour Down Under non concluderà il suo cammino ad Adelaide perché l’organizzazione ha deciso di posticipare all’ultimo giorno di gara la frazione più impegnativa e attesa, l’immancabile “Be Safe Be Seen MAC Stage” che prenderà il via da McLaren Vale per concludersi dopo 151.5 Km in vetta alla salita simbolo della corsa australiana, Willunga Hill. Sono 3.6 Km al 7.1% che dovranno essere presi di petto due volte negli ultimi 25 Km e che hanno trovato un vero e proprio mattatore in Richie Porte, che negli ultimi cinque anni ha sempre fatto suo questo traguardo.
A questo punto ci sarà la prima grande novità della stagione 2019 poichè tutte le corse successive al Down Under – e sarà così fino al Tour de France – si disputeranno con una settimana di ritardo rispetto al 2018 e questo, in particolare, costituirà un vantaggio per il Giro d’Italia che, spostato in avanti, correrà meno rischi di trovare la neve sui passi alpini. La prima corsa a subire questo slittamento in avanti sarà la Vuelta a San Juan Internacional, che scatterà il 27 gennaio e che avrà al via il colombiano Quintana, il francese Alaphilippe e l’atteso giovane talento belga Remco Evenepoel, passato direttamente dalla categoria juniores a quella dei professionisti – saltando quindi gli under23 – grazie ai successi conseguiti lo scorso anno prima ai campionati europei e poi ai mondiali di Innsbruck, dove si era imposto sia nelle prove in linea, sia in quelle a cronometro. In quanto al tracciato, salvo qualche piccolo ritocchino, il percorso della prova argentina sarà molto simile a quello proposto nelle ultime due edizioni e avrà i suoi momenti cardine nella tappa a cronometro del terzo giorno e nell’arrivo in salita sull’Alto Colorado. Come in Australia il primo giorno sarà favorevole ai velocisti, che si sfideranno al termine dei 159 Km che dalla capitale della provincia di San Juan conduranno a Villa Aberastain, capoluogo del dipartimento di Pocito. Ci sarà poi spazio per i finisseur, chiamati alla ribalta dall’Alto Punta Negra, ascesa di 1 Km all’8,3% che dovrà essere affrontata ben 5 volte, l’ultima a 3 Km dal traguardo fissato presso l’omonimo lago artificiale, percorsi 160 Km dalla partenza da Chimbas. Si farà quindi ritorno a Villa Aberastain per la disputa della cronometro individuale, 12 velocissimi chilometri da percorrere sul medesimo rettilineo, 6 Km per l’andata e altrettanti per il ritorno, sempre in condizione di pianura. L’indomani sarà in programma la lunga ascesa verso il parco naturale di Ischigualasto, ma la docilità della sua pendenza (14.5 Km al 3.5%) e i quasi 90 Km che, privi d’ulteriori difficoltà, si dovranno poi percorrere per completare i 186 Km della San José de Jáchal – Villa San Agustín torneranno ancora a vantaggio dei velocisti che, infatti, lo scorso anno giunsero a giocarsi questa stessa tappa, vinta dal corridore di casa Maximiliano Richeze davanti agli italiani Giacomo Nizzolo e Matteo Pelucchi. Ben più impegnativa sarà l’ascesa che il gruppo dovrà affrontare 48 ore più tardi, dopo avver osservato una giornata di riposo: il primo febbraio sarà, infatti, in programma l’arrivo ai 2624 metri dell’Alto Colorado, percorsi 169 Km dei quali gli ultimi diciannove in costante ascesa, pur se facilissima nelle pendenze (la media è del 4,4% appena). Sono, infatti, le alte quote a rendere selettiva questa salita, il cui “potere” è anche testimoniato dai distacchi fatti registrare negli scorsi anni, quando questo traguardo è stato conquistato dal portoghese Rui Costa nel 2017 e dallo spagnolo Óscar Sevilla nel 2018. Chi uscirà da questa frazione con la maglia di leader sulle spalle ben difficilmente se la vedrà sfilare perché poco o nulla potrà succedere nelle due rimanenti frazioni, la penultima con il traguardo fissato sulla pista del nuovissimo Autódromo El Villicúm, inaugurato il 14 ottobre scorso, e l’ultima in circuito a San Juan, disegnata con il solito “format” delle passerelle di fine corsa.
Mauro Facoltosi
I SITI DELLA CORSE
Santos Tour Down Under
http://www.tourdownunder.com.au/
Vuelta a San Juan Internacional

Inizia la stagione 2019 del ciclismo grandi firme (foto ASO)