A CONEGLIANO ASSOLO DI VISCONTI
Il 27enne siciliano vince in solitaria il Campionato Italiano Professionisti in linea, grazie ad una bellissima azione iniziata a 22 km dal traguardo, sulla salita delle Coste. Santaromita chiude 2°, davanti a Ballan. Ottime prove anche da parte di Riccardo Riccò, che ha generato la prima vera selezione al penultimo giro, ed Emanuele Sella, protagonista nelle ultime due tornate. Deludenti Nibali e Cunego, tagliati fuori non appena è iniziata la bagarre tra i migliori.
Foto copertina: Visconti festeggia il successo con una bandiera tricolore (foto Riccardo Scanferla)
A tre anni dal primo titolo italiano, con nel mezzo un discreto gruzzolo di vittorie, ma di peso inferiore alle attese di molti, il rischio che il talento che Giovanni Visconti aveva lasciato intravedere qualche anno fa restasse inespresso era estremamente alto. Il siciliano ha invece trovato quest’oggi, sul bellissimo tracciato di Conegliano, le gambe e il percorso adatti a rilanciare le sue quotazioni, cogliendo quella che rischia di essere, al momento, la vittoria più bella ed importante della sua ancora giovane carriera. Un successo frutto di forza – quella indispensabile per staccare tutti e resistere a 22 km di perfetta solitudine e netta inferiorità numerica – e di coraggio – quello necessario per pensare e mettere in atto un’azione individuale che, se naufragata, avrebbe definitivamente affossato le ambizioni dell’alfiere ISD Neri -, che potrebbe forse far rimpiangere ad Angelo Zomegnan la scelta di escludere la sua formazione dall’ultimo Giro d’Italia.
La corsa si è realmente acceso al terzultimo giro, quando Agnoli e Mori hanno dato fuoco alle polveri sull’ascesa di Ca’ del Poggio, autentico muro di 1200 metri, con rampe anche superiori al 15%. I due, ben presto raggiunti da Piemontesi, Magazzini, Marcato (già facente parte di un drappello di 21 atleti sganciatosi nelle battute iniziali, assieme – fra gli altri – ad un successivamente anonimo Francesco Ginanni) e Gatto, hanno raggiunto e staccato Enrico Franzoi, prima di accodarsi a Leonardo Giordani, già all’attacco dai chilometri precedenti. I sette hanno toccato un vantaggio massimo di 45’’, prima della reazione del gruppo, trainato per gran parte della giornata dagli uomini Liquigas, e dello sparpaglio generato dalla brusca accelerazione di un attivissimo Marcato sul penultimo passaggio sulla salita delle Coste, 800 metri al 7% posti poco dopo il passaggio sul traguardo. Il solo Mori è riuscito, in un secondo tempo, a riguadagnare la ruota dell’uomo Vacansoleil, prima del rientro di un brillantissimo Emanuele Sella, mentre gli altri ex fuggitivi venivano riassorbiti.
È stato però a 32 km dal traguardo, durante la penultima scalata a Ca’ del Poggio, che la gara è esplosa definitivamente, sotto i colpi del forcing di Riccardo Riccò, al quale i soli Matteo Carrara e Giovanni Visconti sono stati in grado di replicare prontamente. E mentre un drappello comprendente, fra gli altri, Baliani, Pozzovivo, Ballan, Capecchi, Failli, Nocentini, Muto e lo stesso Sella, scollinati a 16’’ dal terzetto di testa, si rifaceva sotto, fino a ricongiungersi in corrispondenza della conclusione della decima delle undici tornate in programma, si registravano la preventivabile débacle di Ivan Basso e le molto meno attese défaillances di Cunego e Nibali, forse i principali favoriti della vigilia.
Anche alla luce di quanto avvenuto al penultimo giro, era molto facile ipotizzare una tattica attendista da parte di tutti i membri del drappello al comando fino ai piedi dell’erta finale. Previsione che si sarebbe probabilmente avverata, se non fosse stato per Giovanni Visconti, che, come preannunciato fra le righe dal team manager Luca Scinto ai microfoni Rai poco prima, ha scelto di anticipare tutti, muovendosi già sull’ascesa delle Coste, a 22 km dal traguardo. La sorpresa e il poco coraggio degli altri attaccanti hanno consentito al siciliano di mettere subito da parte una ventina di secondi nei confronti degli inseguitori, alle prese con enormi difficoltà nell’organizzare uno straccio di collaborazione. Il margine del battistrada è così lievitato nel breve volgere di mezzo giro, fino a sfiorare il minuto (56’’) ai piedi dell’ultimo muro.
Soltanto allora Riccò è partito con decisione, tentando di ripetere la splendida progressione della tornata precedente. La scarsa abitudine del modenese a distanze superiore ai 250 km (259,6 quelli complessivamente in programma) ha però probabilmente giocato un brutto tiro a quello che, un giro prima, era automaticamente divenuto il favorito numero uno per la maglia tricolore, tanto che Leonardo Bertagnolli, unico a tenere la sua ruota in un primo tempo, ha dato a tratti l’impressione di poterlo staccare, malgrado una flessione anche da parte sua, che ha consentito il rientro di Fortunato Baliani. Il terzetto formatosi alle spalle di Visconti non ha tardato a trovare l’accordo, ma le non eccelse doti di passisti degli inseguitori e la giornata di grazia del leader hanno fatto sì che il divario, calato a 38’’ in vetta all’ultima ascesa, tornasse addirittura a salire, tornando al di sopra del muro dei 40’’ (42’’ a 3 km dal termine). I tre sono stati anzi riassorbiti dagli ex compagni di avventura, dai quali è evaso, mentre Visconti già celebrava il secondo tricolore in carriera, Ivan Santaromita, rientrato sul secondo drappello all’ultimo giro, dopo aver ricevuto il via libera di uno spento Nibali, e capace di andare ad occupare la piazza d’onore. Ballan, precedendo Baliani allo sprint, è andato a completare il podio, al termine di una prestazione che fa ben sperare circa le possibilità dell’ex iridato di disputare un buon Tour de France.
Restando in ottica Grande Boucle, ci pare giusto, in conclusione, spendere due parole sulla anonima prestazione di quell’Ivan Basso che resta la nostra maggiore speranza per il secondo GT della stagione. A pochi giorni di distanza dal via da Rotterdam, sarebbe infatti sicuramente facile abbandonarsi ad eccessi di pessimismo, ora come ora, a nostro giudizio, del tutto ingiustificati. Certo, il varesino ha alzato bandiera bianca non appena i migliori hanno iniziato a fare sul serio, ma non troppo dissimile era la situazione di un paio di mesi fa, in occasione del Giro del Trentino. E tutti abbiamo avuto modo di vedere, poi, come le cose siano finite sulle strade della Corsa Rosa.
Matteo Novarini