L’ÉTAPE DU JOUR: VITTEL – COLMAR

luglio 17, 2009
Categoria: News

Dopo una settimana di noia, il Tour torna ad addentrarsi tra le montagne, con una tappa apparentemente facile. Invece, il tracciato della Vittel – Colmar è uno dei più insidiosi di quest’edizione, pronto ad intrappolare i sogni di molti pretendenti alla “maillot jaune”. Una trappola che non sarà facile far scattare: occorrerà una sapiente strategia di squadra, gambe e fortuna. La tortuosità del percorso potrebbe dare una mano agli ardimentosi, il maltempo pure (ma le previsioni della vigilia, sembrano siano state smentite in queste ore da versioni più “edulcorate”).

Piège. Con questo termine Christian Prudhomme ha definito la tappa che ha disegnato tra le alture dei Vosgi, creando un percorso che, a prima vista, parrebbe tracciato sulla falsariga delle recenti frazioni pirenaiche. Attenzione a non sottovalutarla, invece, questa Vittel – Colmar, una tappa che potrebbe fare vittime a sorpresa, stritolate dalla “trappola” (questa la traduzione di “piège”) a tenaglia costituita dall’altimetria e dalla planimetria. Per poter valutare questa tappa, infatti, occorre fare un’anamnesi completa, non limitandosi ad esaminare il grafico, che dichiara un percorso di media montagna, caratterizzato da cinque traguardi GPM non insormontabili e da un finale senza respiro, perché scesi da un colle si rimonterà subito sul successivo, ritrovando strade filanti solamente negli ultimi 15 Km. Proprio laddove si incontreranno le principali difficoltà altimetriche la planimetria, fin lì priva di particolari disagi, si farà assai sinuosa, seguendo strade poco note, perché sono finiti da anni i tempi gloriosi dei “ballons” al Tour, che oggi predilige altre mete e raramente attraversa queste zone. Questa la trappola, un percorso che, pur non essendo durissimo, agevola più chi sta all’attacco rispetto agli inseguitori. Ora sta ai corridori saperla farla scattare, imbastendo attacchi che non siano scriteriati e nemmeno troppo tardivi. La strategia migliore per sorprendere (o meglio, tentare di sorprendere) sarebbe quella di far muovere qualche compagno di squadra, allo scopo di saggiare gli avversari e magari di farli reagire, sul colle della Schlucht e poi di cercare di sfruttare al meglio il successivo colle di Platzerwasel, il più impegnativo di giornata e non solo per la pronuncia del nome. L’ascesa è molto lunga, quasi 16 Km, e presenta tutta la prima parte in falsopiano, un tratto ideale per continuare l’operazione di sfiancamento dei rivali; solamente negli ultimi 6 Km il capitano si potrà muovere con sicurezza ed in prima persona, per sfruttare appieno una pendenza media che, in quel finale, si annuncia particolarmente interessante (8,8%). Dovesse fallire l’attacco, si sarà, però, riusciti a stancare gli avversari e quindi si potrebbe far leva sulla fatica altrui per un nuovo tentativo sul Firstplan, che non è proprio un colle di primo piano come lascerebbe intuire il nome (sono appena 7 Km al 5,5%), ma che, a quel punto, potrebbe rivelarsi più tosto delle previsioni. E la pioggia, attesa lungo tutto l’itinerario, potrebbe rivelarsi benvenuta, un’alleata davvero preziosa.

SOUVENIRS DU TOUR 1
Quest’anno Colmar accoglierà il suo settimo traguardo del Tour, a 78 anni di distanza dalla prima volta: correva l’anno 1931 quando il francese Leducq vinse la Belfort – Colmar, frazione di media montagna che portava la carovana sul colle della Schlucht, previsto anche nella tappa odierna, e sul quale transitò il gruppo compatto (all’epoca non si usava ancora stilare gli ordini di passaggio, la classifica del GPM verrà istituita due anni dopo, mentre la maglia a pois è un’invenzione del 1975). Nessun italiano è mai riuscito a mettere la propria firma in quel di Colmar; chi andò più vicino al successo fu Giovanni Ausenda che nel 1949 si piazzò quarto nella Losanna – Colmar, vinta da francese d’origine italiana Geminiani. Magra consolazione, ma italiani lo stesso contenti: vestiva la maglia gialla Fausto Coppi che l’indomani si impose nella crono Colmar – Nancy (137 Km!) e , 48 ore più tardi, conseguirà la prima, storica doppietta Giro – Tour.

Colmar, uno scorcio della Piccola Venezia (www.crociereonline.net)

Colmar, uno scorcio della Piccola Venezia (www.crociereonline.net)

SOUVENIRS DU TOUR 2
Col mar non c’entra niente (perdonateci l’orrido gioco di parole), ma girare per le vie della terza città dell’Alsazia potrebbe, ad un certo punto, dare l’illusione di trovarsi tra le calli e i rii di Venezia. Uno dei quartieri più affascinati di Colmar, infatti, è quello definito “Petite Venise”, per le pittoresche abitazioni affacciate sulla Lauch, fiume che ha le sue sorgenti sui Vosgi e conclude il suo breve cammino (42 Km) proprio in questo centro, alla confluenza con l’Ill, a sua volta affluente del Reno. Ovviamente, non c’è solo questo da vedere a Colmar: il capoluogo del dipartimento dell’Alto Reno conserva diversi edifici eretti tra il XV ed il XVI secolo – periodo di massima fioritura artistica per questo centro – tra i quali spiccano la collegiata di San Martino e la Maison Pfister, uno dei simboli della città vecchia. Da non perdere l’interessante Museo di Unterlinden che, ospitato in un convento domenicano duecentesco (tra 300 e 400 fu un celebre centro culturale), espone pregevoli capolavori della pittura alto-renana, come il polittico di Insenheim e il dossale di Jean d’Orlier.
“Colmariens” celebri sono il pittore – incisore Martin Schongauer (noto in Italia come “Martino d’Anversa”), Jean-François Reubell (importante protagonista della Rivoluzione Francese), il generale Jean Rapp, l’ex allenatore dell’Auxerre (che ha guidato per ben 44 anni) Guy Roux e lo scultore Frédéric Auguste Bartholdi. Passato alla storia per aver realizzato, assieme al più celebre Gustave Eiffel, la Statua della Libertà di New York, è meno noto come simpatizzante dei garibaldini: non solo vestiva comunemente la giubba rossa, ma affiancò anche le truppe impegnate nella Guerra Franco – Prussiana (1870), operando anche come aiutante di campo dell’”Eroe dei due mondi”.

LA MÉTÉO
Bollettini meteo della vigilia rispettati ma, fortunatamente per i corridori, la pioggia dovrebbe limitarsi a bagnare solo le fasi di partenza, dopo aver perversato per tutto il mattino ed in previsione di riprendere nelle ore serali, a tappa conclusa. Al via da Vittel le precipitazioni dovrebbe alternarsi alle schiarite, con tassi d’umidità più bassi (86%) rispetto a quelli registrati nelle ore precedenti, temperature sui 18°C e, principale insidia, vento moderato (fino a 32-33 Km/h). Al passaggio per Gérardmer (Km° 88), la località dove inizieranno le principali difficoltà altimetriche, il cielo si aprirà e potrebbe anche tornare a splendere il sole, pur rimanendo stabile la temperatura. Nelle ore successive il cielo tornerà coperto e tale rimarrà quasi certamente fino alle 17.00, ora prevista per l’arrivo. In quel momento la temperarura sarà assestata sui 19° C, sarà aumentato il livello dell’umidità (80%, dopo che nel pomeriggio la situazione si era asciugata, scendendo al 62%), mentre si attenueranno i venti, che spireranno ad un massimo di 15 Km/h.
Ci sarà più probabilità d’inzupparsi domani, andando verso Besançon.

BOULE DE CRISTAL
Tappa di montagna. Questa volta potremo vedere un attacco da parte di gente di classifica. L’ultima salita non è lontanissima dall’arrivo e sicuramente i corridori che stazionano attorno la 10a posizione in classifica non aspetteranno i tapponi, ma approfitteranno di quest’occasione per guadagnare posizioni e secondi. Non escludo attachi di alta classifica.

LA TERNA SECCA DI LUCA ZANASCA
1° Sastre
2° Armstrong
3° A. Schleck

Mauro Facoltosi & Luca Zanasca

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