MONDIALI 2018 – LE PAGELLE

ottobre 1, 2018
Categoria: Approfondimenti

Alejandro Valverde e la nazionale spagnola promosse a pieni voti dopo i mondiali austriaci. A seguire le pagelle dei principali protagonisti della prova su strada e delle nazionali più attese

I PROTAGONISTI

ALEJANDRO VALVERDE: 10. Corona finalmente il sogno di una vita. Corsa perfetta per Don Alejandro, dove sul temibile Gramartboden scollina con Bardet e Woods e, raggiunti in discesa da Tom Dumoulin, non si fa sorprendere battendo tutti in volata. Dopo quattro bronzi e due argenti arriva finalmente la medaglia d’oro, nell’edizione più dura. Pensare che la prima medaglia fu l’argento ad Hamilton nel 2003. A 38 anni finalmente il murciano può alzare le braccia al cielo. Nella storia dei Mondiali di ciclismo su strada, l’Embatido è il secondo ciclista più anziano ad aver vinto la medaglia d’oro, solo Joop Zoetemelk (vincitore nel 1985 al Montello) lo precede in questa speciale classifica. Leggendario.

ROMAIN BARDET: 8,5. Nelle gerarchie della nazionale transalpina veniva dopo Pinot e Alaphilippe, la strada lo ha promosso a capitano. Uno dei più lucidi sul Gramartboden, in discesa però non riesce a staccarsi da Woods e Valverde. Battuto in volata vede sfumare il sogno di indossare la maglia iridata. Argento vivo.

MICHAELS WOODS: 8,5. Sul muro finale esce tutta la sua attidudine e qualità per questi particolari terreni. Sul Gramartboden è il più brillante, ma non riesce a scollinare in solitaria, portandosi dietro Valverde e Bardet. Terzo posto inaspettato per il canadese, bronzo più che meritato.

TOM DUMOULIN: 8. Nella cronometro di giovedì non aveva lanciato bei segnali, ma l’olandese ha orgoglio e testa e, zigzagando, non naufraga nel punto più difficile del muro finale austriaco. Nel tratto in falsopiano raggiunge e supera Moscon, raggiungendo ad 1,5 km dalla fine il trio di testa. Solo lo sprint lo respinge. Non avrà raccolto vittorie importanti, ma ha sempre dato filo da torcere a tutti, riuscendo a salire nello stesso anno sul podio di Giro d’Italia, Tour de France e prova a cronometro individuale mondiale. 2018 da incorniciare per Tom. Caparbio.

GIANNI MOSCON: 7,5. Il trentino è l’azzurro più in forma e il non aver potuto correre la Vuelta di Spagna ha inciso sicuramente nella preparazione in vista dell’appuntamento di Innsbruck. A volte troppo generoso, il ciclista della Sky dimostra ancora una volta di avere un potenziale spaventoso. Cede sul più bello, ma le speranze azzurre per il futuro ricadono tutte su di lui.

MICHAEL VALGREN: 7. Sull’ultimo passaggio da Igls il danese attacca, e attacca anche bene. Il gruppo fatica non poco per riprenderlo. Settimo posto finale per lui.

GIANLUCA BRAMBILLA, DARIO CATALDO, DAMIANO CARUSO, ALESSANDRO DE MARCHI, FRANCO PELLLIZOTTI: 6,5 Danno il loro contributo per la causa azzurra, peccato per come sono stati gestiti.

OMAR FRAILE: 6,5. Lavora perfettamente per Valverde. Tiene chiusa la corsa nella parte centrale.

ION IZAGIRRE: 6,5. Un’altra pedina fondamentale dello scacchiere iberico. Termina all’undicesimo posto, restando nel gruppetto dietro a coprire le spalle a Valverde.

ROMAIN KREUZIGER: 6,5. Zitto zitto senza farsi vedere, il ceco finisce la gara al sesto posto. Usato garantito.

VEGARD LAENGEN STAKE, KASPER ASGREEN: 6,5. Quanti chilometri si sono fatti in fuga i due! Eroici!

SAM OOMEN: 6,5. Vivacizza i chilometri finali e gli ultimi passaggi sulla salita di Igls. Peperoncino

STEVEN KRUIJSWIJK: 6. Prova ad uscire dall’anonimato accelerando sulla salita di Igls, ma non lo lasciano andare.

MIKEL NIEVE: 6. Tredicesimo posto per lo spagnolo, anche lui come Izagirre nel gruppetto dietro il capitano Valverde, pronto a fare da stopper.

RUI COSTA: 6. Decimo posto finale per il portoghese, esperienza che lo aiuta dove le gambe non arrivano.

PETER SAGAN: 6 (Di stima). Dopo tre Mondiali vinti di fila, corre questa edizione sapendo che dovrà lasciare lo scettro ad un altro ciclista. Si ritira presto, dopo pochi chilometri. Si rivede sul palco dove si complimenta con Alejandro Valverde e gli mette anche la medaglia d’oro al collo. Personaggio e Campione che avremo la fortuna di vedere l’anno prossimo sulle strade del Giro d’Italia.

PAVEL SIVAKOV: 6. Tiene la corsa chiusa nei primi chilometri.

GREG VAN AVERMAET: 6. Il corridore belga della BMC corre su un terreno che non è proprio nelle sue corde. Prova ad attaccare con Caruso, ma senza esito positivo. Rispetto a tanti altri illustri colleghi, almeno prova ad inventarsi qualcosa.

JAKOB FUGLSANG: 5,5. Fantasma. La medaglia d’argento alle Olimpiadi di Rio non lascia nessun segno e termina la corsa solo al ventesimo posto.

BAUKE MOLLEMA: 5,5. Una delle punte olandesi, non riesce a tenere le ruote dei migliori sul Gramartboden. Termina comunque al 12° posto. Anonimo, come del resto in tutto questo 2018.

THIBAUT PINOT: 5,5. Era una delle punte più attese della nazionale francese, le pendenze dell’asperità finale purtroppo gli fanno perdere terreno. Nono al traguardo.

NAIRO QUINTANA: 5,5. Fantasma. Terminerà il Mondiale al 15° posto, ma era logico aspettarsi qualcosina in più, date le sue caratteristiche.

PRIMOŽ ROGLIČ: 5,5. Uno dei favoriti alla vigilia. Scivola, si rialza e rientra dopo vari chilometri. Pagherà lo sforzo nei chilometri finali. Il dubbio che anche senza la caduta non avrebbe lottato per la vittoria comunque c’è.

JULIAN ALAPHILIPPE: 5. Era il favorito dai bookmakers per la vittoria finale. Ai piedi del Gramartboden la nazionale francese contava ben 4 ciclisti, solo uno scollinerà nel trio di testa: non è lui, però. Solo ottavo al traguardo finale, delusione.

MICHAŁ KWIATKOWSKI: 5. Dopo la bella prova a cronometro di giovedì, il polacco era uno dei favoriti per la vittoria finale. Si perde appena il gruppo fa sul serio.

RAFAŁ MAJKA: 5. Come tutto il 2018, fantasma.

DOMENICO POZZOVIVO: 5. Nelle ultime ore era uscita la voce che lo scalatore lucano sarebbe stato il capitano designato della nazionale italiana. La strada ha detto di no.

RIGOBERTO URÁN: 5. Trentatreesimo posto per lui. Anonimo.

TIM WELLENS: 5. Il belga era uno delle punte della sua nazionale, si perde sull’ultimo passaggio da Igls

ADAM YATES: 5. Sempre nella coda del gruppo, termina al 37° posto. Era uno degli outsider più papabili. Peccato per lui.

ILNUR ZAKARIN: 5. Fa lavorare i suoi nella parte iniziale della corsa, ma di Ilnur si perdono le tracce quando la corsa si accende.

MIGUEL ÁNGEL LÓPEZ: 4,5. Dopo aver corso Giro d’Italia e Vuelta di Spagna il colombiano arriva la mondiale con le batterie scariche. Sparisce subito.

DANIEL MARTIN: 4,5. Non era nelle migliori condizioni e lo si vede subito.

WOUT POELS: 4,5 Uno dei favoriti, sparisce e si ritiraappena la corsa entra nel vivo.

SIMON YATES: 4 Lui e Alaphilippe erano i più quotati per la vittoria finale. Purtoppo, dopo aver corso una stagione a tutta birra, arriva all’appuntametno mondiale fuori forma e deve ritirarsi quando mancano 40 km all’arrivo.

VINCENZO NIBALI : s.v. Lo aveva detto Vincenzo, ma tutti speravamo si trattasse solo di pre-tattica. Maledetta caduta al Tour!

Una menzione per i fuggitivi di giornata Michael Kukrle (Repubblica Ceca), Laurent Didier (Lussemburgo), Jacques Janse Van Rensburg (Sudafrica), Ilia Koshevoy (Bielorussia), Ryan Mullen e Conor Dunne (Irlanda), Daniil Fominykh (Kazakistan), Rob Britton (Canada) e Tobias Ludvigsson (Svezia): 6 di stima per loro.

LE NAZIONALI

SPAGNA: 10. Corsa perfetta per la nazionale iberica. Sulla carta erano una delle selezioni più attrezzate e con intelligenza hanno fatto la corsa perfetta con la tattica giusta: tutti per Valverde!. Nella parte centrale Fraile e Mas controllano e fermano i possibili attacchi, senza svenarsi più di tanto arrivano sul Gramartboden con ancora Izagirre, Nieve e De La Cruz alle spalle di Don Alejandro. Efficienza e intelligenza. Chapeau!

DANIMARCA 6,5. Le azioni più belle sono tutte ad opera dei danesi. Asgreen fa nascere la fuga di giornata e, tra i suoi protagonisti, è  anche l’ultimo ad arrendersi. Valgren prova ad uccellare il gruppo all’ultimo passaggio da ‘Igls. Peccato la condizione non ottimale di Fuglsang. Fantasiosi.

FRANCIA: 6,5. Avevano tante freccie nel loro arco, ma sprecano troppi gregari nei chilometri iniziali. Perdono anche Barguil a causa di una caduta. Si portano a casa la medaglia d’argento, ma col potenziale che avevano si potevano inventare qualcosa sull’ultimo passaggio da Igls.

OLANDA: 6. Aspettano solo le ultime due asperità di giornata per mettere il naso fuori dal gruppo. Oomen, Kruijswijk, Mollema e Kelderman non fanno la differenza, la fa solo la caparbietà di un Tom Dumoulin indomito, che riesce a recuperare nel tratto più duro del Gramartboden per finire quarto. Scarichi.

ITALIA: 5,5. Aru si era fatto tirato fuori dai giochi. Nibali, a causa della negligenza di un tifoso e della “dis”organizzazione del Tour de France, partiva già battuto. Formolo e Visconti fuori forma non venivano selezionati. Gianni Moscon veniva, invece, da un lungo stop e prima di Innsbruck aveva corso solo poche gare in Italia. Detto ciò, non erano rosee le aspettative per l’Italia, ma la tattica di Cassani non è sembrata nemmeno così geniale. Brambilla, Caruso, Cataldo e De Marchi spremuti per fare corsa dura, ma per chi? Nazionali più quotate si risparmiavano, mentre i nostri venivano spremuti tantoché sull’ultima asperità di giornata il generosissimo Moscon non poteva contare su nessun compagno di squadra. Un Pozzovivo anonimo ed un esausto De Marchi galleggiavano in fondo al gruppo mentre Spagna, Francia e Olanda erano ben rappresentate da più corridori. Troppo generosi!

SLOVENIA: 5,5. Quando la fuga di giornata superava i 15 minuti di vantaggio è toccato a loro l’onere dell’inseguimento. Purtroppo a casa di una caduta il loro capitano, Roglič, è stato costretto a dire addio ai sogni di gloria.

COLOMBIA: 5. Quintana, López, Urán, Henao, chi li ha visti in corsa?

RUSSIA: 5. Ad un certo punto Beppe Conti avrà pensato “Per chi tira la Russia? Sicuramente non per l’ombra di Zakarin.

GRAN BRETAGNA: S.V. Come si può dar un voto ad una selezione dove non si convoca il vincitore dell’ultimo Tour de France, il vincitore dell’ultimo Giro d’Italia, mentre il vincitore della Vuelta di Spagna è l’ombra di se stesso? Spuntata!

Luigi Giglio

Esplode la gioia di Valverde subito dopo la vittoria al mondiale (foto Justin Setterfield/Getty Images Sport)

Esplode la gioia di Valverde subito dopo la vittoria al mondiale (foto Justin Setterfield/Getty Images Sport)

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