VIVIANI, TRICOLORE MERITATO A BOARIO TERME
A Boario Terme Elia Viviani (Quick Step) si laurea nuovo campione italiano di ciclismo su strada. Su un percorso per nulla adatto ai velocisti il veneto, supportato da un’ottima condizione fisica, è stato abile ad attaccare al momento giusto, a circa 40 km dall’arrivo, insieme ad un’altra decina di ciclisti. Giovanni Visconti e Domenico Pozzovivo (Bahrain Merida) completano il podio.
Boario Terme ha accolto nuovamente i Campionati Italiani di Ciclismo su Strada dopo l’edizione disputata due anni fa e che era stata conquistata da Giacomo Nizzolo. Il percorso riservato ai professionisti sfiorava i 234 km e presentava diverse trappole che avrebbero garantito spettacolo e soluzioni di corsa aperte a numerosi scenari. Si gareggia lungo circuiti concentrici da ripetere in totale 8 volte, caratterizzati da due asperità principali: la salita di Berzo Inferiore, lunga 5 km, e il breve ma insidioso strappo di Cornaledo, con pendenze che arrivano al 17%, tra l’altro ultima asperità in programma a circa 3 km dall’arrivo. Assente il campione uscente Fabio Aru (UAE Team Emirates), ancora ai box dopo i problemi fisici che lo hanno costretto al ritiro dal recente Giro d’Italia, i fari erano puntati su quei ciclisti che, sulla carta, potevano fare bene, anche in considerazione della buona condizione fisica che li sosteneva. Ad una prima analisi uno dei principali favoriti era Diego Ulissi (UAE Team Emirates), già terzo nel 2015 e secondo lo scorso anno e che, dopo un deludente Giro d’Italia, è cresciuto di condizione disputando un buon Giro di Svizzera, che lo ha visto anche vincere la quinta tappa. Gianni Moscon (Sky) dopo il titolo a cronometro dello scorso anno ritornava questa volta al campionato nazionale per tentare il colpaccio su strada, anche in considerazione della una buona forma che lo supporta e delle sue indubbie abilità sui diversi tipi di percorso: da gregario insostituibile (o quasi) per i fortissimi capitani del Team Sky, può ambire al sogno tricolore senza se e senza ma. Discorso a parte merita il Team Bahrain Merida che porta in Val Camonica tutti i suoi calibri da 90, con diverse soluzioni di corsa: Sonny Colbrelli, recente vincitore nella terza tappa del Giro di Svizzera, regge bene su brevi strappi e può sfruttare il suo spunto veloce; Vincenzo Nibali sta ultimando la preparazione in vista del Tour de France e strizza l’occhio al tris tricolore dopo i successi del 2014 e del 2015. Enrico Gasparotto e Giovanni Visconti, già campioni d’Italia su strada, possono essere valide alternative mentre lo stesso Domenico Pozzovivo potrebbe dire la sua su un percorso che gli si addice molto. Altri ciclisti da tenere in considerazione, leggendo l’elenco iscritti, sono Damiano Caruso (BMC), Daniel Oss e Davide Formolo (Bora Hansgrohe), Matteo Trentin (Mitchelton Scott), Davide Villella (Astana), Enrico Battaglin (Lotto NL Jumbo), Fabio Felline e Gianluca Brambilla (Trek Segafredo) ed Elia Viviani (Quick Step), che in un arrivo in volata non avrebbe rivali. Fin qui abbiamo stilato un elenco dei ciclisti di squadre World Tour, ma anche le Professional – prime fra tutte, per numero di iscritti, Androni Giocattoli, Bardiani CSF, Wilier Triestina e Nippo Vini Fantini – hanno tra le loro fila ciclisti in grado di dare battaglia ai più quotati avversari delle squadre della “serie A” del ciclismo. Venendo alla cronaca, in una giornata afosa e soleggiata l’inizio della corsa era caratterizzato da diversi attacchi. Dopo una dozzina di chilometri si concretizzava la fuga di giornata grazie all’azione di cinque ciclisti: Mirko Maestri (Bardiani CSF), Alessandro De Marchi (BMC), Jacopo Mosca (Wilier Triestina), Enrico Logica (Biesse Carrera) ed Andrea Garosio (D’Amico Utensilnord). Dopo 15 km il quintetto in testa aveva 3 minuti di vantaggio su di un gruppo nel quale regnava ancora la calma. Alla conclusione del primo giro di circuito il vantaggio dei fuggitivi era di poco superiore ai 3 minuti. Le cose non cambiavano dopo la fine del secondo giro, con un ritardo invariato tra testa della corsa e gruppo inseguitore. Durante il terzo giro la Bahrain Merida, squadra faro della corsa tricolore, aumentava il ritmo in testa al gruppo ed il vantaggio della fuga scendeva sotto i due minuti. La fuga riprendeva vigore tra il km 80 ed il km 90, poiché il suo vantaggio si assestava nuovamente intorno ai due minuti e mezzo. Al termine del quarto degli otto giri in programma il vantaggio era di 2 minuti e mezzo e in quel momento iniziava la seconda parte della corsa, sempre all’interno di quattro giri di un circuito questa volta leggermente differente, movimentato dal’asperità di Belzo Inferiore e, soprattutto, dal durissimo strappetto di Cornaledo che, nel finale, avrebbe garantito lo spettacolo. Nel frattempo la fuga raggiungeva il vantaggio massimo di 5 minuti ed era ancora la Bahrain Merida a dettare il ritmo in testa al gruppo, riducendo in poco tempo il ritardo a meno di 3 minuti. A circa 80 km dall’arrivo il vantaggio della fuga sul gruppo era di 3 minuti e 5 secondi. In testa De Marchi e Mosca prendevano del margine sui compagni di fuga, mentre alle loro spalle il gruppo pedalava adesso ad un ritmo decisamente elevato. A due giri dal termine a causa dell’andatura forsennata il gruppo si spezzava in più tronconi mentre Enrico Gasparotto (Bahrain Merida) era vittima di una caduta senza conseguenze che lo metteva fuori gioco a circa 60 km dall’arrivo. Tra i contrattaccanti si segnalava la presenza di Nibali, Ulissi e Oss Le cose erano in costante evoluzione e alle spalle della coppia di testa Mosca – De Marchi si formava un drappello di una decina di ciclisti tra cui si segnalavano Oss, Pozzovivo, Ivan Santaromita (Nippo Vini Fantini), Enrico Barbin (Bardiani CSF), Salvatore Puccio (Sky), Fabio Felline e Nicola Conci (Trek Segafredo). A 40 km dall’arrivo il gruppo aveva un ritardo di 1 minuto e 40 secondi sulla coppia in testa, che infine veniva raggiunta a 38 km dall’arrivo. Il drappello di testa aveva 30 secondi di vantaggio su un altro gruppetto di contrattaccanti comprendente Viviani, Marco Marcato (UAE Team Emirates), Battaglin e Visconti, Matteo Busato (Wilier Triestina) ed Oscar Gatto (Astana). Quest’ultimo drappello raggiungeva il gruppetto di testa a 28 km dall’arrivo. Nel frattempo rientravano anche Marco Canola (Nippo Vini Fantini), Barbin e Mattia Cattaneo (Androni Giocattoli). Il gruppo, a oltre 2 minuti di ritardo, sembrava ormai tagliato fuori dai giochi. Tra gli uomini di testa una foratura metteva fuori gioco Marcato. A 5 km dall’arrivo Oss, Viviani e Pozzovivo prendevano qualche metro di vantaggio sul resto del gruppetto. Sull’ultima ascesa al Cornaledo era Pozzovivo a scattare per primo. Oss cedeva di schianto ma lo stesso non valeva per uno straordinario Viviani, che non mollava lo scalatore lucano. Nella discesa verso l’arrivo Visconti rientrava sulla coppia di testa. Pozzovivo si sacrificava per il compagno di squadra scattando più volte negli ultimi 2 km ma Viviani era sempre vigile e trionfava in volata su Visconti, a dimostrazione di una forma eccezionale che gli consentiva così di ottenere la sua 14° vittoria stagionale e di vestirsi con il tricolore.
Giuseppe Scarfone