SUDAMERICANI ALL’ATTACCO SULL’ALTOPIANO

giugno 15, 2010
Categoria: News

L’altopiano di Asiago, teatro di aspri combattimenti durante la Prima Guerra Mondiale, ha visto ieri scatenarsi l’offensiva dell’armata sudamerica. I verdetti della prima battaglia alpina parlano di uomini provenenti dall’America Latina, rivelatisi in grado di sgominare l’agguerrita concorrenza nostrana sulle salite di giornata. Scrollatisi di dosso i compagni d’armi sulle impegnative ascese che precedevano l’ingresso in altopiano, i tre “guerrieri” sono andati di comune accordo fin sul traguardo, dove hanno ridisegnato le gerarchie del BioGiro. E rimanendo in tema di guerra, oggi si fa sul famoso Grappa.

Foto copertina: il trio di attaccanti arriva fino al traguardo di Gallio (foto Riccardo Scanferla)

Il GiroBio ha trovato sul suo percorso le prime salite e la strada con destinazione Gallio ha portato alla ribalta la Colombia e il Sudamerica, continente che storicamente ha sempre generato fior di scalatori. Si pensi ai Lucho Herrera, Chepe Gonzalez, Cacaito Rodriguez, Josè Rujano, Julio Alberto Pérez Cuapio e alla miriade di ciclisti che hanno e continuano ad infiammare le gare appena la strada comincia a salire. Ed è proprio sulle orme di quei ragazzi che continuano ad arrivare in Europa fior di ciclisti che si esaltano nella fatica di un’ascesa verso il cielo.
E siccome il menu odierno prevedeva 4 GPM i sudamericani del gruppo non si sono lasciati scappare l’opportunità di portare l’America Latina in testa al GiroBio.
La prima tappa “importante” è stata affrontata a viso aperto dai 164 partenti, con continui scatti e controscatti. Ma è stata la fuga di Salvatore Puccio, Manuele Boaro, Daniele Cavasin, Marco Prodigioso, Alexandru Gradinaru, Davide Orrico, Edward Beltran, Mark Christian, Igor Romero, Andrei Nechita, Ronan Van Zandbeek, Michele Torri, Pim Ligthart, Leandro Cotesta, Davide Bonomi, Mirko Tedeschi, Sebastiano Dal Cappello, Antonino Parrinello e Marco Amicabile ad avere dato, dopo 25km di gara, l’impronta decisiva alla tappa.
La prima salita di giornata, quella che portava al Passo del Sommo, ha cominciato a chiarire la situazione. Con alterne vicende il gruppo di testa si è assottigliato e ricompattato a seconda dell’orografia del terreno, mentre il gruppo principale è sembrato quasi che riuscisse a rientrare, ma si è trattato solo di un’illusione.
Dai 19 originari, i fuggitivi si sono ridotti prima a 10, poi a sette, infine sono rimasti solo in 3: i colombianiani Edward Beltran e Carlos Betancur e il venezuelano Jonathan Monsalve (Mastromarco), si sono così andati a giocare la tappa e la leadership.
Betancur, vice campione del mondo, ha preceduto allo sprint il compagno di squadra Beltran e Monsalve e, come previsto, il vincitore odierno è balzato anche al comando della classifica generale.
«Una giornata vissuta all’attacco: quando la strada s’inerpica mi sento a casa mia. Abbiamo fatto un bel lavoro di gruppo, non è retorica dire che condivido questa maglia con i miei compagni. E con chi mi ha portato in Italia per coltivare un sogno: sono l’unico ciclista della mia famiglia, non era scontato credere in me……Per indole non sono portato a correre in difesa: cercherò altri numeri, tenendo però d’occhio Monsalve. Il venezuelano sta andando a mille, al momento è l’avversario più pericoloso. E poi spero che qualche formazione professionistica si interessi a me: è l’obiettivo di tutti noi colombiani quando sbarchiamo in Europa». Il ds del team colombiano Gini scommette sui suoi ragazzi «Anche Jaramillo e Gomez vanno molto forte» e ritiene Betancur un candidato credibile alla vittoria finale: «A cronometro si difende bene: quella di Urbino è in salita, quindi adatta a lui».
Dietro ai tre dominatori della tappa si sono classificat quarto Winer Anacona (Colombia), quinto Antonio Santoro (Mastromarco) a 20”; sesto Manuele Boaro (Trevigiani) a 49”, settimo Stefano Locatelli (Colpack De Nardi), ottavo. Edoardo Zardini (Mantovani) a 1’22”, nono Erick Rowesell (Great Britain) e decimo un altro colombiano. Robingzon Oyola .
La prima tappa alpina è andata così in archivio avendo lasciato il previsto segno sulla classifica generale, che vede in testa Betancur, con 4” su Beltran e 5” su Monsalve 4. A seguire Winer Anacona (Colombia) a 10”, Antonio Santoro (Mastromarco) a 30”, Stefano Locatelli (Colpack De Nardi) a 59”, Erick Rowesell (Great Britain) a 1’19”; Manuele Boaro (Trevigiani) a 1’51”, Moreno Arredondo (Team Scap) a 1’52” ed Enrico Battaglin (Zalf Desiree) a 1’53”.
Ma la tappa di domani potrebbe rimettere tutto in discussione e assottigliare notevolmente il gruppo dei pretendenti al successo finale.

Mario Prato

LE MAGLIE

Classifica generale (maglia Regione Toscana): Carlos Betancur (Colombia)
Classifica a punti (maglia Regione Lombardia): Carlos Betancur (Colombia)
Classifica dei GPM (maglia Regione Emilia Romagna): Edward Beltran (Colombia)
Classifica traguardi volanti (maglia Regione Marche): Piotr Gawronski (Polonia – MGK Vis)
Classifica corridori stranieri (maglia Regione Veneto): Carlos Betancur (Colombia) Classifica etica (maglia Fondazione L’Eroica): Gianfranco Zilioli (Colpack De Nardi)

LA TAPPA DI OGGI

Tre settimane dopo la scalata dei grandi, toccherà ai “biogirini” misurarsi con le pendenze del Monte Grappa, ma stavolta la tappa risulterà sicuramente più incisiva sulla classifica, rispetto a quella conquistata il 22 maggio scorso da Vincenzo Nibali. Oggi non ci sarà spazio per prodezze in discesa, emulando quanto compiuto dallo “Squalo dello Stretto”, poiché una volta raggiunta la cima non si dovrà scendere a valle: l’arrivo sarà proprio lassù, a 1710 metri di quota, al termine di un’arrampicata meno ripida rispetto a quella affrontata alla corsa rosa, ma non meno impegnativa, caratterizzata com’è da ben 28 Km d’ascesa piuttosto variegata, dove s’alternano con frequenza tratti pedalabili e contropendenze ad altri sensibilmente più pendenti. In precedenza si dovrà salire anche ai 720 metri del Passo di San Boldo, seguendo una strada molto spettacolare, stretta, ripida, con tornantini in galleria scavati nella roccia: poca influenza, però, dovrebbe avere sull’esito della corsa, complice un tracciato che la colloca ad una quarantina di chilometri dall’attacco del Grappa. Il previsto maltempo, invece, potrebbe aumentare la selettivà del percorso, anche se non dovrebbero verificarsi gli autentici nubifragi che si paventano per oggi pomeriggio.
Segnaliamo, infine, che la tappa del Grappa sarà intitolata al primo vincitore italiano del Tour de France, Ottavio Bottecchia, che sarà ricordato anche con l’effettuazione del traguardo volante giornaliero nella sua città natale, Colle Umberto.

Mauro Facoltosi

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