GIRO 2018 – LE SQUADRE AL VIA
Mettiamo a confronto i roster delle formazioni – che a partire da questo 2018 saranno ridotti a 8 elementi sia per questioni legate alla sicurezza, sia per tentare di dare maggiore imprevedibilità alla corsa – che si schierano al via del prossimo Giro d’Italia con quelli dell’edizione 2017. Purtroppo la concorrenza del Tour de France è sempre fortissima e, come sempre avviene negli ultimi anni, molti big rinunciano alla corsa rosa in quanto, secondo la concezione in voga in quest’epoca storica del ciclismo, ciò comprometterebbe la preparazione per la Grande Boucle. Ciò non toglie che diversi atleti di spicco siano presenti, a partire da Chris Froome, che per la prima volta in carriera tenterà la doppietta, e dal campione uscente Tom Dumoulin che ha accettato di difendere il titolo conquistato un anno fa. Dal canto suo Fabio Aru costituirà la grande speranza italiana per l’assalto alla maglia rosa finale di Roma. Il confronto è effettuato non in base ai risultati effettivi conquistati nel Giro 2017 ma in base alle aspettative della vigilia, che per Dumoulin, ad esempio, sono maggiori ora rispetto a quanto lo erano un anno fa.
TEAM SUNWEB 2017: Tom Dumoulin, Phil Bauhaus, Simon Geschke, Chad Haga, Wilco Kelderman, Sindre Skjøstad Lunke, Georg Preidler, Tom Stamsnijder, Laurens Ten Dam.
TEAM SUNWEB 2018: Tom Dumoulin, Roy Curvers, Chad Haga, Chris Hamilton, Lennard Hofstede, Sam Oomen, Laurens Ten Dam, Louis Vervaeke.
Così come nel 2017 – e a maggior ragione ora che ha dimostrato di poter vincere un Giro, mentre allora era solo un possibile outsider per il podio – la formazione è strutturata attorno a Dumoulin con Oomen che sostituisce Kelderman nel ruolo di ultimo uomo per la salita mentre per il resto non ci sono grandi cambiamenti. Forse la presenza di Preidler dava qualcosina in più in montagna nel 2017, ma la crescita di Dumoulin fa sì che una leggera preferenza vada assegnata alla formazione del 2018.
AG2R LA MONDIALE 2017: Domenico Pozzovivo, Julien Bérard, François Bidard, Clément Chevrier, Hubert Dupont, Ben Gastauer, Alexandre Geniez, Quentin Jauregui, Matteo Montaguti.
AG2R LA MONDIALE 2018: Alexandre Geniez, François Bidard, Mickaël Chérel, Nico Denz, Hubert Dupont, Quentin Jauregui, Matteo Montaguti, Clément Venturini.
Le due formazioni sono sostanzialmente identiche, se non fosse per il fatto che lo scorso anno Pozzovivo si presentava alla vigilia come un atleta in grado di chiudere quantomeno tra la 5a e la 10a posizione in classifica generale. Tra i presenti attuali, invece, nessuno è all’altezza del lucano e colui che dovrebbe essere sulla carta l’uomo di classifica, ovvero Geniez, è reduce da una stagione difficile ed è dunque un’incognita. Chiara, dunque. la preferenza per il roster del 2017.
ASTANA PRO TEAM 2017: Dario Cataldo, Pello Bilbao, Zhandos Bizhigitov, Jesper Hansen, Tanel Kangert, Luis León Sánchez, Paolo Tiralongo, Andrey Zeits.
ASTANA PRO TEAM 2018: Miguel Ángel López, Pello Bilbao, Jan Hirt, Tanel Kangert, Alexey Lutsenko, Luis León Sánchez, Davide Villella, Andrey Zeits.
La tragica scomparsa di Michele Scarponi a pochi giorni dalla partenza dA Alghero ha fatto sì che la formazione kazaka presentasse già un anno fa 8 atleti, ma anche se lo scalatore marchigiano fosse stato al via le attese su di lui sarebbero state certamente inferiori rispetto a quelle che ci sono oggi su López, corridore che all’ultima Vuelta e al recente Tour of Alps ha dimostrato di poter essere uomo da podio se troverà costanza di rendimento. Per quanto riguarda il resto della squadra Bilbao è cresciuto rispetto al 2017 e inoltre vengono aggiunti un ottimo scalatore come Hirt e un eccellente cacciatore di tappe come Lutsenko. Per tutto questo la formazione del 2018 si lascia preferire.
BAHRAIN MERIDA 2017: Vincenzo Nibali, Valerio Agnoli, Manuele Boaro, Enrico Gasparotto, Franco Pellizotti, Luka Pibernik, Kanstantin Siutsou, Giovanni Visconti
BAHRAIN MERIDA 2018: Domenico Pozzovivo, Manuele Boaro, Niccolò Bonifazio, Matej Mohorič, Antonio Nibali, Domen Novak, Kanstantin Siutsou, Giovanni Visconti.
Sebbene il Mondiale di Innsbruck sia adattissimo alle sue caratteristiche e sebbene l’accoppiata Giro-Vuelta sia forse il modo migliore per prepararlo, quest’anno Vincenzo Nibali ha deciso di puntare sul Tour e viene sostituito nel ruolo di capitano da Pozzovivo, che ha fatto molto bene un anno fa e che potrebbe puntare anche al podio ma chiaramente non è allo stesso livello dello “Squalo”. Per il resto la formazione attuale ha probabilmente qualcosa in più nelle frazioni intermedie con Mohorič e in volata con Bonifazio e qualcosa in meno in salita, dove non si vede un sostituto all’altezza di Pellizotti. È comunque l’assenza di Nibali il fattore che faccia sì che la compagine del 2017 sia superiore.
BARDIANI-CSF 2017: Stefano Pirazzi, Vincenzo Albanese, Simone Andreetta, Enrico Barbin, Nicola Boem, Giulio Ciccone, Mirco Maestri, Lorenzo Rota, Nicola Ruffoni.
BARDIANI-CSF 2018: Giulio Ciccone, Simone Andreetta, Enrico Barbin, Andrea Guardini, Mirco Maestri, Manuel Senni, Paolo Simion, Alessandro Tonelli.
Ancora una volta questa formazione si presenta con uno schieramento interamente italiano che, sulla carta, dovrebbe fare meglio di un anno fa quando Pirazzi e Ruffoni furono estromessi dalla corsa alla vigilia della partenza per vicende di doping. Sulla carta Senni ha qualcosa in meno in salita rispetto al laziale mentre Guardini potrebbe avere qualcosa in più in volata rispetto al bresciano ma a fare la differenza in favore della formazione attuale è Ciccone che, dopo una stagione difficile, ha dimostrato al Tour of Alps di poter stare in scia dei migliori in salita.
BMC RACING TEAM 2017: Tejay Van Garderen, Rohan Dennis, Silvan Dillier, Ben Hermans, Manuel Quinziato, Joey Rosskopf, Manuel Senni, Dylan Teuns, Francisco Ventoso.
BMC RACING TEAM 2018: Rohan Dennis, Alessandro De Marchi, Jean-Pierre Drucker, Kilian Frankiny, Nicolas Roche, Jürgen Roelandts, Francisco Ventoso, Loïc Vliegen.
Sebbene fosse un’incognita e abbia in effetti fallito la prova per quanto riguarda la classifica generale, aggiudicandosi comunque una delle tappe più dure in quel di Ortisei, Van Garderen si presentava alla vigilia come un possibile uomo da top ten, posizione alla quale nessuno dei componenti della compagine attuale può aspirare sebbene Dennis, peraltro costretto da subito al ritiro un anno fa, e Roche potranno giocare le proprie carte nelle frazioni più impegnative e, per quel che riguarda l’australiano, anche a cronometro. Sebbene siano due atleti diversi, De Marchi potrà avere in salita un ruolo simile a quello di Hermans e Roelandts potrà far valere le sue doti di finisseur così come Teuns, ma l’assenza di Van Garderen fa sì che una preferenza – seppur lievissima – vada accordata alla formazione del 2017.
BORA-HANSGROHE 2017: Jan Bárta, Cesare Benedetti, Sam Bennett, Patrick Konrad, José Mendes, Gregor Mühlberger, Matteo Pelucchi, Lukas Pöstlberger, Rüdiger Selig.
BORA-HANSGROHE 2018: Davide Formolo, Cesare Benedetti, Sam Bennett, Felix Grossschartner, Patrick Konrad, Christoph Pfingsten, Rüdiger Selig, Andreas Schillinger.
Il principale cambiamento nel roster attuale è quello di Formolo che cercherà di migliorare il 10° posto del 2017 con Konrad che, da uomo di classifica quale era un anno fa, passa al ruolo di spalla per il veronese in montagna. Per le volate viene riconfermato Sam Bennett (che, però, non potrà più contare su un uomo di appoggio come Pelucchi) e per la montagna il supporting cast attuale ai leader è leggermente inferiore, però la presenza di Formolo fa comunque propendere per il roster del 2018.
FDJ 2017: Thibaut Pinot, William Bonnet, Matthieu Ladagnous, Tobias Ludvigsson, Rudy Molard, Steve Morabito, Sebastien Reichenbach, Jérémy Roy, Benoit Vaugrenard.
GROUPAMA-FDJ 2018: Thibaus Pinot, William Bonnet, Matthieu Ladagnous, Steve Morabito, Georg Preidler, Sebastien Reichenbach, Anthony Roux, Jérémy Roy.
Ancora una volta il faro della compagine transalpina sarà Pinot che avrà nuovamente in Reichenbach e, in seconda battuta, in Morabito gli angeli custodi in montagna. Sullo stesso terreno Preidler potrà dare qualcosa in più di Molard mentre Roux sarà uno dei principali gregari per la pianura, così come lo era Ludvigsson nel 2017. Sulla carta le due formazioni sono nel complesso equivalenti ma a fare la differenza in positivo per quella attuale è un Pinot che al Tour of Alps è apparso ancora più forte e più consapevole dei propri mezzi rispetto alla passata stagione e potrà puntare al podio mancato di poco un anno fa.
LOTTO SOUDAL 2017: André Greipel, Lars Ytting Bak, Sean De Bie, Jasper De Buyst, Bart De Clercq, Adam Hansen, Moreno Hofland, Tomasz Marczynski, Maxime Monfort.
LOTTO FIX ALL 2018: Tim Wellens, Sander Armée, Lars Ytting Bak, Victor Campenaerts, Jens Debusschere, Frederik Frison, Adam Hansen, Tosh Van Der Sande-
Sebbene Wellens sia uno dei migliori cacciatori di tappe in assoluto e sia reduce da un’eccellente primavera, nella formazione attuale non ci sono atleti in grado di piazzarsi discretamente nella classifica generale come De Clercq, Marczynski e soprattutto Monfort. Soprattutto manca un velocista vincente quale lo era Greipel: per tutto questo il roster del 2017 era chiaramente superiore.
ORICA-SCOTT 2017: Adam Yates, Alexander Edmondson, Caleb Ewan, Michael Hepburn, Christopher Juul-Jensen, Luka Mezgec, Rubén Plaza, Svein Tuft, Carlos Verona.
MITCHELTON-SCOTT 2018: Johan Esteban Chaves, Sam Bewley, Jack Haig, Christopher Juul-Jensen, Roman Kreuziger, Mikel Nieve, Svein Tuft, Simon Yates.
Rispetto ai primi anni nei quali si è affacciata nel grande ciclismo. la formazione australiana si presenta ipercompetitiva soprattutto in salita con Chaves, Simon Yates, Nieve, Kreuziger e Haig. tutti in grado potenzialmente di essere nei migliori 15 in montagna; inoltre il colombiano e il britannico, sebbene il primo sia un’incognita dopo un 2017 difficile per via di un infortunio e il secondo non sia forse cresciuto come ci si attendeva, sono entrambi corridori quantomeno da top five finale, cosa che un anno fa valeva solo per Adam Yates. L’altra faccia della medaglia è costituita dall’assenza di un velocista di spicco come Ewan: però la Mitchelton attuale in montagna è davvero tra le formazioni da battere e per questo è superiore rispetto a quella di un anno fa.
MOVISTAR 2017: Nairo Quintana, Andrey Amador, Winner Anacona, Daniele Bennati, Victor De La Parte, José Herrada, Gorka Izagirre, José Joaquín Rojas, Rory Sutherland.
MOVISTAR 2018: Carlos Betancur, Richard Carapaz, Victor De La Parte, Rubén Fernández, Antonio Pedrero, Dayer Quintana, Eduardo Sepúlveda, Rafael Valls.
Purtroppo, evidentemente ingolosita dal fatto che Froome potrebbe non essere al top in Francia dopo aver disputato il Giro, quest’anno la Movistar – che pure ha un rapporto storico con la corsa rosa a comiciare dai tempi nei quali si chiamava Banesto e aveva la sua punta in Miguel Indurain – ha decisamente snobbato l’evento rinunciando, oltre che a Quintana, lo scorso anno presentatosi al via come favorito assoluto, anche ad una valida spalla come Amador, a Landa e a Valverde, tutti dirottati sulla Grande Boucle. Ciò non significa che la formazione del 2018 sia debole perchè Betancur, se si conferma sui livelli della prima parte dell’ultima Vuelta, può essere la grande sorpresa della corsa rosa. Inoltre, tutti e 8 i corridori della formazione attuale, su tutti Carapaz e Pedrero oltre al colombiano, sanno farsi valere: è chiaro, però, che la compagine del 2017 era superiore-
QUICK-STEP FLOORS 2017: Bob Jungels, Eros Capecchi, Laurens De Plus, Dries Devenyns, Fernando Gaviria, Iljo Keisse, Davide Martinelli, Ariel Maximiliano Richeze, Pieter Serry.
QUICK-STEP FLOORS 2018: Elia Viviani, Eros Capecchi, Rémi Cavagna, Michael Mørkøv, Fabio Sabatini, Maximilian Schachmann, Florian Sénéchal, Zdeněk Štybar.
Così come nel 2017 e in linea con la sua filosofia storica la formazione belga, assoluta dominatrice della prima parte di stagione, punterà essenzialmente alle tappe con Viviani nel ruolo di velocista principe. Lo sprinter veronese avrà una formazione pressochè interamente al suo servizio e su di lui ci sono attese forse superiori a quelle che c’erano un anno fa alla vigilia su Gaviria, che pure allora fu dominante nelle volate. D’altro canto, però, il solo Capecchi è in grado di essere discretamente competitivo in montagna e l’assenza di un uomo da top ten come Jungels pesa, pertanto è la formazione del 2017 ad avere qualcosa in più, sia pure di poco.
DIMENSION DATA 2017: Nathan Haas, Igor Antón, Natnael Berhane, Omar Fraile, Ryan Gibbons, Jacques Janse Van Rensburg, Kristian Sbaragli, Daniel Teklehaimanot, Johann Van Zyl.
DIMENSION DATA 2018: Louis Meintjes, Igor Antón, Natnael Berhane, Ryan Gibbons, Benjamin King, Ben O’Connor, Jacques Janse Van Rensburg, Jaco Venter.
A differenza della formazione del 2017, che era principalmente votata ai successi di tappa un po’ in tutti i terreni, quella attuale è votata alla classifica generale con Meintjes, che in verità ha combinato pochino nelle corse di avvicinamento e che non è un’aquila dal punto di vista tattico ma che in salita ha un potenziale ancora tutto da scoprire ed è certamente più adatto al Giro rispetto a quanto non lo sia al Tour. Per quanto riguarda il resto della squadra non ci sono più un discreto velocista come Sbaragli e un attaccante come Fraile, ma vengono rimpiazzati da due promettenti scalatori come Gibbons e soprattutto O’Connor: per tutto questo il roster del 2018 ha qualcosa in più.
CANNONDALE-DRAPAC 2017: Pierre Rolland, Hugh Carthy, Joe Dombrowski, Davide Formolo, Alex Howes, Kristijan Koren, Tom Jelte Slagter, Davide Villella, Michael Woods.
EF EDUCATION FIRST-DRAPAC 2018: Nathan Brown, Hugh Carthy, Mitchell Docker, Joe Dombrowski, Sacha Modolo, Thomas Scully, Tom Van Asbroeck, Michael Woods.
A differenza di un anno fa, quando vi erano diversi battitori liberi ma senza un vero e proprio capitano (sebbene Formolo fosse l’uomo designato per fare classifica generale), in questo Giro la compagine statunitense si presenta con due uomini faro: il primo è Woods, che nel 2017 era considerato solo un cacciatore di tappe ma che alla Vuelta ha effettuato il salto di qualità confermato in questa stagione ad esempio con il podio alla Liegi, per una possibile top ten, obiettivo che era anche di Formolo; l’altro uomo è Modolo, che potrà contare nelle volate soprattutto su Van Asbroeck e Docker, mentre un anno fa non erano al via sprinter di rilievo. D’altro canto senza Villella, Slagter e soprattutto Rolland la formazione attuale ha qualcosa in meno in montagna, dove il solo Dombrowski sembra in grado di supportare Woods. Dunque le due compagini possono essere considerate equivalenti.
KATUSHA-ALPECIN 2017: Ilnur Zakarin, Maxim Belkov, José Gonçalves, Robert Kišerlovski, Pavel Kochetkov, Viacheslav Kuznetsov, Alberto Losada, Matvey Mamykin, Ángel Vicioso.
KATUSHA-ALPECIN 2018: Maxim Belkov, Alex Dowsett, José Gonçalves, Viacheslav Kuznetsov, Maurits Lammertink, Tony Martin, Baptiste Planckaert, Mads Würtz Schmidt.
Dopo il 5° posto di un anno fa, seguito dal 3° alla Vuelta, Zakarin ha scelto in questa stagione di puntare tutto sul Tour e, al di là del fatto che Gonçalves ha fatto piuttosto bene nelle ultime uscite, l’intera formazione ha perso molto di qualità in salita, non solo per via dell’assenza del russo ma anche, ovviamente in misura minore, per quelle di Kišerlovski, Mamykin e Losada. D’altro canto nel roster del 2018 vi è un grosso nome come Tony Martin, che non è più quello di qualche stagione fa ma sarà comunque tra gli uomini da battere nelle crono, così come potrebbe eventualmente esserlo anche Dowsett. Al via la formazione elvetica schiera anche un discreto sprinter come Planckaert, ma nel complesso il team del 2017 era nettamente superiore.
LOTTO NL-JUMBO 2017: Steven Kruijswijk, Enrico Battaglin, Victor Campenaerts, Twan Castelijns, Stef Clement, Martijn Keizer, Bram Tankink, Jurgen Van Den Broeck, Jos Van Emden.
LOTTO NL-JUMBO 2018: Enrico Battaglin, George Bennett, Koen Bouwman, Jos Van Emden, Robert Gesink, Gijs Van Hoecke, Bert-Jan Lindeman, Danny Van Poppel.
Nonostante il buon feeling avuto in passato con la corsa rosa e l’eccellente stato di forma dimostrato al Giro di Romandia, quest’anno Kruijswijk ha deciso di puntare sul Tour e la sua assenza è decisamente pesante, dal momento che un anno fa si presentava come atleta quantomeno da podio. Detto ciò la formazione del 2018 è ben assortita schierando un corridore da top ten finale come Bennett, uno scalatore come Gesink – che non ha mantenuto le attese dei primi anni da professionista ma che è in grado di imporsi nelle tappe più dure con fughe da lontano – un emergente come Bouwman, un cronoman che ha dimostrato di poter vincere come Van Emden, e un buon velocista come Danny Van Poppel. Dunque le due formazioni possono essere messe sullo stesso piano.
TEAM SKY 2017: Mikel Landa, Philip Deignan, Kenny Elissonde, Michal Golas, Sebastián Henao, Vasil Kiryienka, Salvatore Puccio, Diego Rosa, Geraint Thomas.
TEAM SKY 2018: Christopher Froome, David De La Cruz, Kenny Elissonde, Sergio Luis Henao, Vasil Kiryienka, Christian Knees, Wout Poels, Salvatore Puccio.
Vedremo se finalmente la corazzata britannica riuscirà a sfatare il tabù del Giro d’Italia e, sebbene già quella del 2017 fosse una formazione di prim’ordine con Thomas e soprattutto Landa in grado sulla carta di salire sul podio se non di vincere, quella attuale è una vera e propria “armata”: Poels, De La Cruz, Henao e un Elissonde che ha fatto benissimo al Tour of Alps, sono atleti in grado di chiudere quantomeno nella top ten se potessero correre da capitani e che invece andranno a supportare un Froome che, dati alla mano, è il miglior corridore da corse a tappe degli ultimi anni, sebbene in questa primavera non sia stato brillantissimo e sebbene vada verificato quanto il caso salbutamolo potrà incidere su di lui soprattutto dal punto di vista mentale. Anche Kiryienka, Knees e Puccio hanno più volte dimostrato di essere valide spalle nelle tappe intermedie e per tutto questo la formazione del 2018 è chiaramente superiore a quella di un anno fa.
TREK-SEGAFREDO 2017: Bauke Mollema, Eugenio Alafaci, Julien Bernard, Laurent Didier, Jesús Hernández, Giacomo Nizzolo, Mads Pedersen, Peter Stetina, Jasper Stuyven.
TREK-SEGAFREDO 2018: Gianluca Brambilla, Laurent Didier, Niklas Eg, Markel Irizar, Ryan Mullen, Jarlinson Pantano, Mads Pedersen, Boy Van Poppel.
La formazione ormai orfana di Contador, che ha abbandonato l’attività agonistica al termine della scorsa stagione, si presenta con uno schema simile a quello del 2017 con Brambilla, che torna al Giro dopo l’esperienza di un anno fa al Tour, nel ruolo di uomo di classifica e con Boy Van Poppel che è il velocista di punta della squadra. È, però, chiaro che i due danno meno garanzie di quelle che davano un anno fa rispettivamente Mollema e Nizzolo, sebbene il milanese avesse avuto diversi problemi fisici che ne misero a rischio la partecipazione. Per il resto Pedersen ha fatto grandi cose, soprattutto al Fiandre, Pantano e l’emergente Eg sono scalatori quantomeno al livello di Stetina ed Hernández, ma nel complesso la formazione di un anno fa aveva qualcosina in più.
UAE-TEAM EMIRATES 2017: Rui Costa, Valerio Conti, Roberto Ferrari, Marco Marcato, Sacha Modolo, Matej Mohorič, Edward Ravasi, Simone Petilli, Jan Polanc.
UAE-TEAM EMIRATES 2018: Fabio Aru, John Darwin Atapuma, Valerio Conti, Vegard Stake Laengen, Marco Marcato, Manuele Mori, Jan Polanc, Diego Ulissi.
Dopo la pausa di un anno fa in cui, quando non vi era un vero e proprio uomo di classifica (a differenza di quanto avveniva tradizionalmente per la Lampre di cui questa formazione ne costituisce l’erede), l’UAE-Team Emirates torna a puntare al bersaglio grosso con Aru che, se si eccettua forse Ulissi che potrà fare da battitore libero come lo era stato nel 2017 Rui Costa, potrà contare su una formazione completamente al suo servizio sebbene, complice la caduta al Giro di Catalogna, le corse di avvicinamento abbiano destato diversa perplessità sulla condizione del sardo. Rispetto allo scorso anno manca un velocista di spicco come Modolo e il suo pesce pilota Ferrari, ma in salita la formazione attuale si farà rispettare con Conti, da cui ci si attende una crescita rispetto alla passata stagione, Polanc, reduce dal buon 11° posto nel 2017 oltre che dalla vittoria in cima all’Etna, e soprattutto Atapuma, che quando si superano i 2000 metri di altitudine è cliente ostico per chiunque. Pertanto nel complesso la compagine del 2018 è superiore.
WILIER TRIESTINA-SELLE ITALIA 2017: Filippo Pozzato, Julen Amezqueta, Matteo Busato, Giuseppe Fonzi, Ilia Koshevoy, Jakub Mareczko, Daniel Felipe Martínez, Cristian Rodríguez.
WILIER TRIESTINA-SELLE ITALIA 2018: Jakub Mareczko, Liam Bertazzo, Marco Coledan, Giuseppe Fonzi, Jacopo Mosca, Alex Turrin, Edoardo Zardini, Eugert Zhupa.
Il capitano della formazione veneta, forse più a livello di uomo immagine che dal punto di vista del rendimento agonistico visto che ormai gli anni migliori per lui sembrano passati, sarebbe dovuto essere Pozzato ma gravi problemi familiari lo hanno costretto a dare forfait all’ultimo momento. Pertanto sarà Mareczko, sprinter dal potenziale importante ma ancora discontinuo, la principale carta per un successo di tappa e, per il resto, avremo come un anno fa tanti uomini da fuga ma, sebbene Zardini sembri aver ritrovato almeno in parte lo smalto di qualche anno fa in salita, la qualità media della formazione del 2017 sembra leggermente superiore.
GAZPROM-RUSVELO 2017: Sergey Firsanov, Pavel Brutt, Alexander Foliforov, Dmitry Kozonchuk, Sergey Lagutin, Ivan Rovny, Ivan Savitskiy, Evgeny Shalunov, Alexey Tsatevich.
ANDRONI-SIDERMEC-BOTTECCHIA 2018: Francesco Gavazzi, Davide Ballerini, Manuel Belletti, Mattia Cattaneo, Marco Frapporti, Fausto Masnada, Rodolfo Andrés Torres, Andrea Vendrame
Dopo l’inusuale assenza di un anno fa, l’Androni torna al Giro grazie al successo nella passata edizione della Coppa Italia e prende il posto della formazione russa Gazprom. A livello di nomi la compagine italiana ha forse qualcosa in più con gli sperimentati Cattaneo e Torres e gli emergenti Masnada e Ballerini per la salita e i non meno esperti Gavazzi e Belletti per le tappe meno impegnative. La Gazprom, invece, schierava atleti meno conosciuti a parte il veterano Lagutin e gli scalatori Firsanov e Foliforov, sui quali però c’erano ottime aspettative dopo che avevano fatto bene nel 2016. Pertanto possiamo considerare le due formazioni all’incirca equivalenti
CCC SPRANDI POLKOWICE 2017: Jan Hirt, Marcin Bialoblocki, Felix Grossschartner, Maciej Paterski, Simone Ponzi, Branislau Samoilau, Michal Schlegel, Jan Tratnik.
ISRAEL CYCLING ACADEMY 2018: Ben Hermans, Guillaume Boivin, Zakkari Dempster, Krists Neilands, Guy Niv, Rubén Plaza, Kristian Sbaragli, Guy Sagiv.
La novità dell’edizione 2018 è costituita dalla compagine israeliana, chiaramente invitata in virtù della partenza da Gerusalemme. Detto ciò non si tratta affatto una formazione da buttare via e, se confrontata con la polacca CCC Sprandi in gara del 2017, manca uno scalatore del livello di Hirt e nel complesso, per quanto riguarda i tracciati più impegnativi, gli israeliani hanno qualcosina in meno ma Hermans è atleta di discreta classe in grado di ben destreggiarsi su tutti i terreni, Plaza ha fatto molto bene nelle ultime corse e malgrado l’età avanzata è in grado anche di vincere con fughe da lontano e Sbaragli può dire la sua in volata, cosa che nessun atleta della CCC era in grado di fare. Per tutti questi motivi è la Israel Cycling Academy ad avere qualcosina in più
Marco Salonna