FRANCOFORTE PARLA ANCORA NORVEGESE: KRISTOFF VINCE PER LA QUARTA VOLTA CONSECUTIVA
Alexander Kristoff (UAE-Team Emirates) ottiene la quarta vittoria consecutiva nel Gran Premio di di Francoforte battendo in una volata piuttosto anomala Michael Matthews (Sunweb) e Oliver Naesen (AG2R), al termine di una corsa caratterizzata da molti attacchi, soprattutto nel finale, con il ricongiungimento definitivo del gruppo avvenuto a soli 3 km dalla conclusione. Ottimo quarto posto per Andrea Pasqualon (Wanty – Groupe Gobert)
L’Eschborn-Frankfurt, la cui denominazione è cambiata molte volte negli anni è che meglio nota dalle nostre parti come Gran Premio di Francoforte, giunge quest’anno alla sua 56° edizione. E’ una corsa di un giorno che ha visto protagonisti nel tempo ciclisti da grandi giri, finisseur e velocisti. Questa varietà è testimonianza della stessa diversità del tracciato, che negli ultimi anni ha preferito strizzare l’occhio agli uomini più veloci. Infatti, le ultime tre edizioni sono state vinte dallo sprinter norvegese Alexander Kristoff che, seppur assente dalle corse da un po’ di tempo, aspirava oggi al poker nonostante la presenza di un parterre di velocisti di prima fascia, tra i quali non possiamo non citare Marcel Kittel (Katusha), Fernando Gaviria (Quick Step) e Nacer Bouhanni (Cofidis). Nei 212 km del percorso non mancano comunque insidie altimetriche, soprattutto nella prima metà della corsa che presenta anche l’impegnativa scalata del Feldberg al km 57. Meno difficili, ma comunque degne di nota, sono le duplici ascese del Billtalhöhe e di Mammolshain che si faranno sentire nella parte finale della corsa. Dopo la partenza si formava la fuga di giornata grazie all’azione di sette ciclisti: Aleksejs Saramotins (Bora Hansgrohe), Daniel Teklehaimanot (Cofidis), Yukiya Arashiro (Bahrain Merida), Floris Gerts (Roompot), David Tanner (Veranda’s Willems), Antoine Warnier (WB Aqua Protect) e Aaron Gate (Aqua Blue Sport).
Il gruppo lasciava fare pur mantenendo un ritmo costante, con in testa gli uomini dell’UAE-Team Emirates e della Sunweb. Dopo una quarantina di chilometri il vantaggio dei sette era di circa 5 minuti. A 120 km dall’arrivo il vantaggio della fuga si manteneva sui 4 minuti, con le uniche note di cronaca portate dai duelli di Gate e Teklehaimanot che si contendevano i GPM via via affrontati. Ai 100 km dall’arrivo il gruppo aveva ridotto il suo ritardo a 3 minuti e mezzo. Sulla seconda ascesa a Mammolshain si staccava Kittel, primo dei grandi nomi alla partenza. A circa 80 km dall’arrivo il vantaggio della fuga era di poco superiore al minuto. Dal gruppo nel frattempo uscivano Michael Gogl (Trek Segafredo), Gregor Mühlberger (Bora Hansgrohe) e Bjorg Lambrecht (Lotto Soudal). Questo terzetto riusciva a raggiungere la testa della corsa ma, nel frattempo, il gruppo aveva aumentato l’andatura e ridotto il ritardo a 30 secondi a meno 70 di km dall’arrivo. Sulla successiva scalata verso Mammolshain il gruppo inseguitore si sgranava leggermente ed anche Rick Zabel (Katusha) doveva alzare bandiera bianca. Mühlberger, Gogl e Lambrecht restavano in testa mentre alle loro spalle il gruppo si spezzettava in più tronconi. I tre venivano raggiunti da un gruppo di sette ciclisti, tra i quali si distingueva la coppia Katusha formata da Simon Å pilak e Nils Politt. A 40 km dall’arrivo era Michael Matthews (Sunweb) in prima persona a cercare di riportarsi sulla testa della corsa, trainando con sé un altro gruppetto di ciclisti, precisamente Amaro Antunes (CCC Sprandi), Pieter Weening (Roompot), Marco Canola (Nippo Vini Fantini), Merhawi Kudus (Dimension Data). Politt si sfilava dal gruppo di testa, che comprendeva anche Laurens De Plus (Quick Step), Grega Bole (Bahrain Merida), Emanuel Buchmann (Bora Hansgrohe) e il figlio d’arte Julien Bernard (Trek – Segafredo), il cui padre è quel Jean-François Bernard che corse tra i professionisti tra il 1984 e il 1996, vestendo la maglia rosa per tre giorni al Giro d’Italia del 1988. A 22 km dall’arrivo il gruppo inseguitore comprendente Matthews veniva ripreso dal gruppo principale. A 20 km dall’arrivo il vantaggio degli otto di testa era di 1 minuto. Il gruppo inseguitore, tirato da UAE Emirates e Quick Step, recuperava terreno chilometro dopo chilometro e ai meno 12 il vantaggio si era ridotto a 25 secondi. Bernard, Å pilak, Bole e Buchmann restavano in testa a meno di 10 km dall’arrivo con 15 secondi sul gruppo, che riprendeva infine il quartetto a 3 km dal traguardo. Volata doveva essere e volata sarebbe stata, anche se non a ranghi compatti. Dopo un allungo abbastanza incomprensibile di Gaviria a circa 400 metri dall’arrivo, forse ingannato da uno striscione, si imponeva Alexander Kristoff su Michael Matthews e Oliver Naesen (AG2R). In questo modo il norvegese fa poker vincendo per la quarta volta consecutiva la semiclassica tedesca. Da segnalare il quarto posto di Andrea Pasqualon (Team Wanty Groupe Gobert), primo degli italiani, che ha tagliato la linea d’arrivo con un secondo di ritardo rispetto ai primi tre. Inolte Kristoff ottiene la terza vittoria stagionale dopo essersi già imposto nella prima tappa dell’Abu Dhabi Tour e nella sesta tappa del Tour of Oman.
Giuseppe Scarfone