VENARIA REALE – BARDONECCHIA (JAFFERAU): FINESTRE CON VISTA SULLO SPETTACOLO
Non sono mancate le critiche anche su questa tappa e stavolta gli organizzatori sono stati messi in “croce” per la collocazione del Colle delle Finestre, piazzato a 73 Km dall’arrivo. È un bel rischio perché ciò potrebbe non invogliare i corridori alla battaglia, rimandandola all’ascesa finale. Ma vogliamo pensare positivo, perché il Finestre provocherà comunque una bella selezione naturale e qualche nome già lassù potrebbe pagar dazio. E se qualcuno dei corridori che ambiscono alla maglia rosa dovesse decidere di dissotterrare l’ascia di guerra da quelle parti oggi se ne vedranno davvero delle belle. Altro che la vittoria di Merck nel 1972!
L’Italia è un popolo di santi, poeti e navigatori…. e di lamentatori, aggiungiamo noi. Non possiamo negarlo perché, forse mai come da noi, ci si lamenta di tutto, dal governo al vicino di casa molesto passando anche per le tappe del Giro. Dopo la frazione di Pratonevoso, infatti, criticata per la tanta pianura prima dell’ascesa finale, c’è chi ha borbottato anche per il disegno della tappa che si concluderà sul Monte Jafferau e che prevede il Colle delle Finestre a 73 Km dal traguardo. È stata proprio la notevole distanza che separa la cima del passo piemontese dall’arrivo a stimolare i “lamentatori” che, a dire il vero, stavolta non hanno tutti i torti. Considerato l’andazzo di molte corse viste nel recente passato, con i “big” in azione solamente negli ultimi chilometri prima del traguardo, effettivamente ci sarebbe il rischio che sul Finestre si assista a quel che viene definito “greggismo”, ossia a un’ascesa affrontata dal gruppo dei migliori senza azioni da parte di qualche uomo di classifica. In realtà tappe come queste devono, invece, servire proprio a smuovere il gruppo dalla sonnolenza e a motivare i corridori alle azioni in salita che tanto piacciono ai tifosi, nonostante la notevole mole di chilometri che poi si dovranno percorrere per andare al traguardo. Va, però, detto che, anche se non si dovessero muovere i grandi primattori della corsa rosa, l’ascesa rimarrà sicuramente nelle gambe perché è dura, lunga e, com’è noto, presenta un considerevole tratto sterrato e, sicuramente, in vetta qualche grosso nome potrebbe transitare con distacco più o meno lieve. Recuperare non sarà per nulla facile perché il tracciato non lo consentirà nell’immediato, dovendosi subito affrontare le docili pendenze del Sestriere e oramai lo sanno anche i muri che una salita pedalabile affrontata di seguito a una molto più dura finisce spesso per far lievitare i distacchi. È vero che poi ci saranno quasi 40 Km di strada agevole, parte in discesa e parte in falsopiano, grazie ai quali si potrebbe anche annullare completamente il gap, ma lo sforzo fatto potrebbe essere pagato a caro prezzo nel momento nel quale si tornerà a fare i conti con una salita impegnativa come quello della Jafferau, 7,2 Km al 9,1% che hanno nel “curriculum” un precedente di lusso datato 1972 quando, salendo sul monte che domina Bardonecchia, Eddy Merckx castigò tutti e in particolare lo scalatore spagnolo José Manuel Fuente, favorito per il successo quel giorno dopo aver già staccato il belga sul Blockhaus e che sullo Jafferau chiuderà terzo con 47 secondi di ritardo. È un precedente che fa ben sperare perché la tappa del 1972 era molto più lunga – si partiva da Savona percorrendo 256 Km mentre stavolta ne sono in programma 184 – ma anche molto meno esigente di quella odierna a causa della presenza del solo Sestriere prima dell’ascesa finale e, dunque, a dispetto di un disegno che qualcuno ha giudicato infelice, potrebbe invece risultare molto più dura del previsto, con distacchi al traguardo ben maggiori di quelli fatti registrare il giorno dell’impresa del “Cannibale”.
In questo terzultimo giorno di gara la carovana si radunerà presso la reggia di Venaria Reale, la residenza di caccia voluta dal Duca Carlo Emanuele II di Savoia che ha ospitato il “Big Start” del Giro nel 2011, quando la corsa rosa scattò da Torino, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, con una cronometro a squadre vinta dalla HTC-Highroad, formazione statunitense che si sciolse al termine di quella stagione. Nel tratto da percorrere fuori gara verso il “chilometro 0”, l’effettivo avvio della tappa, i corridori transiteranno lungo i confini di un’altra tenuta venatoria sabaudia, il Parco della Mandria, oggi area naturale protetta nel cui cuore si erge un castello, celebre per esser stato il nido d’amore di Re Vittorio Emanuele II e della sua consorte morganatica Rosa Vercellana. I primi 20 Km si snoderanno dritti in direzione delle montagne del Canavese, percorrendo in dolce falsopiano ascendente la statale che conduce a Lanzo Torinese, il principale centro delle tre “Valli di Lanzo”: la più settentrionale è la Val Grande, quella mediana è la Val d’Ala mentre il gruppo risalirà il tratto iniziale della più meridionale delle tre, la Valle di Viù, percorrendo la quale è possibile arrivare in auto fino al Lago di Malciaussia mentre gli escursionisti possono raggiungere anche il Lago della Rossa, la cui diga è la più alta d’Europa, costruita a una quota di 2718 metri. I “girini”, come detto, percorreranno solo il primo tratto di valle e poi, appena attraversato il comune di Viù – conosciuto dagli appassionati di “bob kart” in quanto sede sin dal 1959 di un gran premio di questa particolare gara che ricorda le “Soapbox Race” americane – svolteranno a sinistra per tornare verso Torino attraverso il Colle del Lys. È un’ascesa inedita per la corsa rosa, che sarà affrontata dal suo versante più pedalabile (13,8 Km al 4,3% con un tratto intermedio di 5,4 Km al 7,1%) e che vedrà i corridori in vetta transitare prima davanti all’omonimo e panoramico rifugio – set nel 2013 di una scena del film “Aspirante Vedovo” con Fabio De Luigi e Luciana Littizzetto, remake di un quasi omonimo film del 1959 con Alberto Sordi e Franca Valeri – e poi al cospetto del monumento che ricorda i 26 partigiani che lassù furono catturati e fucilati dai tedeschi il 2 luglio del 1944. Pendenze molto più sostenute – sono 13 Km al 6,7% – presenterà la discesa sull’altro versante, che ricondurrà la corsa in pianura dopo il passaggio da Almese, centro presso il quale negli anni ’80 sono stati rinvenuti i resti di una villa eretta in epoca romana a breve distanza dalla strada consolare che da Augusta Taurinorim (Torino) conduceva prima a Segusium (l’attuale Susa) e poi al Mons Matrona, il valico che oggi chiamiamo Monginevro. Sarà proprio questa la direzione che ora andrà a imboccare il gruppo, che prima di arrivare all’appuntamento con il Colle delle Finestre dovrà percorrere una trentina di chilometri agevoli, toccando all’inizio di questo tratto Sant’Ambrogio di Torino, il centro nel cui territorio comunale ricade uno dei monumenti simbolo della regione Piemonte, l’Abbazia di San Michele della Chiusa, costruita tra il X e il XIII secolo sulla cima del monte Pirchiriano e che è più nota con il nome di “Sacra di San Michele”. Alle porte di Susa, che in quest’occasione non sarà attraversata dalla corsa ma il giorno successivo ospiterà la partenza del tappone di Cervinia, si attaccherà l’atteso Colle delle Finestre, che proprio all’inizio propone il suo tratto più aspro (14%), unica impennata di una salita che sale sempre costante attorno al 9% per 18 chilometri e mezzo, movimentata da ben 44 tornanti e resa unica dallo sterrato che s’incontrerà negli ultimi 7,8 Km, un fondo che un tempo caratterizzava l’intera strada, tracciata nel XVIII secolo dal genio militare per collegare le numerose fortificazioni erette su quelle montagne: tra queste la più celebre è quella monumentale di Fenestrelle, mentra un’altra, oggi in cattivo stato di conservazione , era stata innalzata nel 1891 proprio in prossimità del valico. Raggiunta la Cima Coppi dell’edizione 2018 – un “titolo” che al Fineste era toccato anche nel 2015, quando lo speciale premio dedicato al Campionissimo fu conquistato dallo spagnolo Mikel Landa – si ritroverà l’asfalto nella ripida discesa verso la Val Chisone, dove si attraverserà Pragelato, la località di sport invernali che ospita lo Stadio del Trampolino, costruito per le Olimpiadi Invernali del 2006 e successivamente utilizzato anche in occasioni di gare della Coppa del Mondo di combinata nordica e di Coppa del Mondo di salto con gli sci. A questo punto già da qualche chilometro si sarà ripresi a salire per affrontare i 16,2 Km al 3,8% che conducono al Sestriere, inserito per la prima volta nel percorso del Giro nel 1911, quando ancora non esisteva la celeberrima stazione di sport invernali, sviluppatasi negli anni ’30 su iniziativa del fondatore della FIAT Giovanni Agnelli (padre dell’avvocato), e questo era ancora un semplice valico di passaggio sfruttato sin dal tempo dei romani, epoca nella quale vi era stata posizionata la “petram sextarium”, il cippo miliare dal quale poi derivò il nome di Sestriere.
In discesa, tra le due strade possibili, s’è scelto di percorrere il vecchio itinerario che transita per Sauze di Cesana, località di villeggiatura situata all’imbocco della solitaria Valle Argentera, frequentata sia d’estate, sia d’inverno, quando le sue cascate ghiacciano e gli appassionati di sci fuoripista trovano parecchio pane per i loro denti. Ufficialmente la discesa avrà termine con il passaggio da Cesana Torinese – il paese del quale secondo alcuni studiosi sono originari gli antenati del celebre pittore francese Paul Cézanne, il cui cognome altro non sarebbe che una “francesizzazione” del toponimo Cesana – anche se poi si continuerà a perdere quota più gradatamente percorrendo la statale del Monginevro in direzione di Oulx, nel cui borgo superiore si trova la medioevale Torre Delfinale, detta anche “dei Saraceni” e restaurata da non molti anni. È da questo centro che ha inizio il falsopiano di una dozzina di chilometri che, costeggiando l’autostrada diretta al traforo stradale del Frejus (aperto nel 1980 affiancandosi a quello ferroviario, in esercizio fin dal 1871), condurrà la corsa nel cuore di Bardonecchia, una delle stazioni sciistiche più “anziane” d’Italia, nell’inverno del 1904 teatro delle prime gare. Oggi ben due comprensori ricadono all’interno del comune piemontese e uno di questi è realizzato sulle pendici dello Jafferau, il monte che accoglierà le ultime fasi di gara e sulla cui cima si trovano gli scarsi resti dell’omonima batteria, seconda fortezza più alta della catena alpina (2775 metri), costruita 120 anni fa con lo scopo di poter colpire da lontano la vicina Francia. Altri tempi, altri bellicismi, oggi scongiurati dal trattato di pace firmato con la Francia dopo la Seconda Guerra Mondiale e che prevedeva di bombardare e distruggere il forte. Ma sul far della sera del 25 maggio 2018 su quelle pendici si tornerà cruentemente a battagliare, stavolta per la pacifica conquista della Rosa.
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Col San Giovanni (1116 metri). Valicato dalla SP 197 “del Colle del Lys” nel corso della salità da Viù al Colle del Lys.
Colle del Lys (1311 metri). Aperto tra i monti Arpone e Pelà, è valicato dalla SP 197 “del Colle del Lys” e mette in comunicazione Viù con Almese. Talvolta il suo nome viene scritto “Lis”.
Colletto di Meana (1455 metri). Valicato dalla SP 172 “del Colle delle Finestre”, che mette in comunicazione Meana di Susa con Fenestrelle passando per il Colle delle Finestre. Il valico si trova sul versante di Meana (quello che il Giro affronterà in salita) e s’incontra nel punto nel quale inizia il tratto sterrato. Quotato 1456 sulle cartine del Giro 2018.
Colle delle Finestre (2176 metri). Quotato 2178 sulle cartine del Giro 2018, è costituito dai monti Carlei e Pintas ed è valicato dalla SP 172 “del Colle delle Finestre”, che mette in comunicazione Meana di Susa con Fenestrelle. Il Giro d’Italia l’ha valicato per la prima volta il 28 maggio del 2005, nel finale della tappa Savigliano – Sestriere, che vide Danilo Di Luca transitare primo in vetta mentre il successo di giornata andò al venezuelano José Rujano. Successivamente si è tornati sul Finestre in altre due occasioni, sempre con il traguardo finale fissato al Sestriere: nel 2011, partendo da Verbania, il bielorusso Vasil’ Kiryenka fece man bassa conquistando prima il GPM e poi il traguardo di tappa; nel 2015 la tappa, partita da Saint-Vincent, sarà dominata dagli Astana con Mikel Landa primo sul Finestre e Fabio Aru vincitore di tappa bissando il successo conseguito ventiquattrore prima a Cervinia.
Colle di Sestriere (2033 metri). È un’ampia depressione che separe il Monte Fraitève e dalla Punta Rognosa di Sestriere. Vi transita la SS 23 “del Colle di Sestriere” tra Cesana Torinese e Pragelato. Da Cesana vi sale anche il vecchio tracciato della statale, che transita per Sauze di Cesana e che quest’anno sarà percorsa in discesa dai “girini”. È quotato 2035 sulle cartine del Giro, dov’è riportata l’erronea grafia francese spesso utilizzata di Sestrière. La corsa l’ha superato per la prima volta nel 1911, nel corso della Mondovì – Torino vinta dal francese Lucien Georges Mazan, più conosciuto con il soprannome di “Petit Breton”. Dal 1933, anno dell’istituzione della classifica GPM, è stato inserito 16 volte sul tracciato della corsa rosa: l’ultimo conquistatore è stato Fabio Aru, vincitore della Saint-Vicent – Sestriere nel 2015.
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
FOTOGALLERY
Reggia di Venaria Reale
Castello della Mandria
Lanzo Torinese, Ponte del Diavolo
Valle di Viù, Lago di Malciaussia
Lago della Rossa
Il rifugio del Colle del Lys in notturna nel film “Aspirante vedovo” (www.davinotti.com)
Lo scollinamento del Colle del Lys con il monumento ai partigiani caduti nell’eccidio nazista
Resti della villa romana rinvenuta alle porte di Almese
La Sacra di San Michele vista da uno degli ultimi tornanti della discesa dal Colle del Lys
Sacra di San Michele
Un tratto sterrato del Colle delle Finestre
Vista aerea sullo scollinamento del Colle delle Finestre; al centro si riconosce uno scorcio del Forte
Pragelato, Stadio del Trampolino
Sestriere, il piazzale intitolato a Giovanni Agnelli senior
Sauze di Cesana, testata della Valle Argentera
Oulx, Torre Delfinale
Bardonecchia, Forte Bramafam
Bardonecchia, Palazzo delle Feste