TRENTO – ROVERETO: TIC-TAC, ROMBANO I CRONOMETRI
Non sarà la solita “wine stage” che gli organizzatori hanno proposto negli ultimi anni. In primis perché stavolta la “tappa dei vini” sarà quella che si disputerà l’indomani sulle strade della Franciacorta; e poi perché la tappa a cronometro disegnata fra Trento e Rovereto presenterà una fisionomia più snella rispetto a quelle proposte dai tracciati ondulati visti tra i vigneti del Sagrantino e del Chianti, che avevano costretto i grandi cronomen a “contenere” le loro cilindrate. Oggi gli scalatori rischiano grosso e i minuti voleranno nei luoghi dove, 100 anni, si spegnevano gli echi delle cannonate della Grande Guerra.
Fino alla scorsa edizione era stata soprannnominata “wine stage” la tappa a cronometro della corsa rosa, in grado di far “perdere la testa” alla classifica. Sarà così anche stavolta, anche se il titolo di “tappa del vino” è stato trasferito a quello della frazione in linea in programma il giorno successivo tra i vigneti della Franciacorta, perché i 34.5 Km che si dovranno percorrere contro il tempo fra Trento e Rovereto potrebbero per davvero stravolgere i piani alti della classifica a tutto vantaggio dei cronomen. I percorsi proposti lo scorso anno sulle strade del Sagrantino in Umbria e nel 2016 nel Chianti erano resi complicati da saliscendi e curve, elementi che strizzavano leggermente l’occhio agli scalatori e che, invece, scarseggeranno nel tracciato predisposto dagli organizzatori nella valle dell’Adige e che è scomponibile in cinque fasi distinte dal punto di vista altimetrico. I primi 15 Km saranno i più snelli per via di un profilo che ricorda quello del mare quando è perfettamente calmo e non è movimento da quelle lievi increspature che, al contrario, si notano nei successivi 9 Km. È a quel punto che si affronterà il tratto più arduo di questa crono che, per continuar a ragionare in termini marinari, è poco più di un’ondata che, trasposta sulla strada, prende la forma di uno strappo lungo poche centinaia di metri e neanche troppo impegnativo, superato il quale l’altrimetria riprendere una fisioniomia dolcemente beccheggiata per circa 4 Km. E poco meno di 4 Km misurerà la quinta e ultima fase di questa tappa, nella quale la strada tornerà quasi perfettamente piatta, con la tendenza leggermente a salire in direzione del traguardo. D’insidie, dunque, la strada ne presenterà ben poche mentre i problemi maggiori potrebbe proporli il vento, correndo in una valle stretta tra le montagne, e abbiamo chiesto di “illuminarci” al proposito a un ex corridore che ben conosce queste terre, il due volte vincitore del Giro Gilberto Simoni: “Il vento cambia a mezzogiorno e soffia verso Trento, verso nord, pressochè costante con le punte forti nel pomeriggio centrale e si fa sentire per poi calare sul tardi, quando scenderanno in strada i primi della classifica. Sicuramente sono avvantaggiati i veri cronomen, un po’ meno quelli che nei grandi giri sopportano più la fatica che la prestazione del momento”. E non sarà l’unico problema quello del vento perché questa tappa si correrà l’indomani del giorno di riposo ed è risaputo che questa sosta “forzata” – il regolamento dell’Unione Ciclistica Internazionale obbliga gli organizzatori a inserirne due (tre quando si parte dall’estero) – viene spesso pagata da quei corridori che mal sopportano i cambi di ritmo imposti dal riposo e che talvolta incappano in giornate di crisi quando si tratta di riprendere la gara.
Scendiamo ora nei dettagli di questa frazione che scatterà dalla centralissima Piazza Duomo e che vedrà i corridori pedalare sul porfido del centro storico di Trento nelle prime centinaia di metri, da affrontare con attenzione in caso di pioggia per la natura scivolosa di questo tipo di pavimentazione stradale. Sbarcati sull’asfalto i “girini” transiteranno quindi di fronte ad una delle più celebri chiese trentine, la Basilica di Santa Maria Maggiore, famosa per aver ospitato la terza sessione del Concilio di Trento, la riunione di cardinali che riformò la Chiesa Cattolica in seguito allo scisma protestante di Martin Lutero. Usciti dal centro cittadino si pedalerà velocemente verso la frazione di Mattarello, presso la quale si trova un complesso fortificato costruito dagli austriaci nella seconda metà del 1800 e che era inserito nel sistema difensivo della “Festung Trient” (Fortezza di Trento): è l’occasione per ricordare che questa sarà la terza e ultima tappa con la quale il Giro ricorderà il centenario della fine della Prima Guerra Mondiale, vincendo la quale l’Italia riuscì ad annettere al regno le città di Trento e Trieste, fino al 3 novembre 1918 – giorno dell’armistizio di Villa Giusti – situate nel territorio dell’Impero austro-ungarico.
A Mattarello ci sarà un “cambio di fronte” anche per i corridori perché si varcherà per l’Adige spostandosi sulla destra orografica del fiume poco prima di giungere al primo dei due punti di rilevamento cronometrico dei distacchi di gara, fissato alle porte di Aldeno, centro che nel periodo della Grande Guerra diede accoglienza a numerosi profughi costretti a lasciare le loro abitazioni perché venute a trovarsi nel bel mezzo della linea di fuoco. Siamo ai piedi del mitico Bondone, al quale da Aldeno sale il meno noto tra i tre versanti d’accesso, realizzato per scopi militari (così come quello più conosciuto che sale da Trento, tracciato nel 1907) e che oggi è asfaltato ma che rimase a lungo sterrato ed è in quella “veste” che il Giro d’Italia lo affrontò il 7 giugno del 1973, nell’unica occasione nella quale la “montagna di Trento” fu “assaltata” da questo lato. La tappa era la Verona – Andalo – vinta da Eddy Merckx, quell’anno maglia rosa sin dalla prima tappa – per la quale fu predisposto un servizio di spargimento di sale sullo sterrato del Bondone perché, essendo questo particolarmente polveroso, si volle evitare in questo modo che si sollevasse un bianco polverone accecante al passaggio di corridori e ammiraglie.
Ritorniamo al presente con il successivo tratto di questa cronometro che vedrà i “girini” fare ingresso in Val Lagarina – terra ugualmente conosciuta per i suoi vini, per non far mancare anche quest’anno una sfaccettatura da “wine stage” alla sfida contro il tempo – attraverso la “stretta dei Murazzi”, che si percorrerà sul lato dell’Adige opposto a quello dove si trovano i centri abitati di Besenello e Calliano, dominati dalla mole di Castel Beseno, il più grande del Trentino-Alto Adige, costruito nel XII secolo e oggi divenuto una delle quattro sedi “esterne” del museo che fa capo al celebre Castello del Buonconsiglio di Trento.
Con il passaggio dai “Murazzi” ha inizio il secondo settore di questa frazione, quello delle dolcissime ondulazioni – praticamente impercettibili – a cavallo delle quali ci sarà il passaggo dal centro di Nomi, presso il quale si trova Palazzo Vecchio, teatro nel 1525 della drammatica uccisione del nobile Pietro Busio, arso vivo durante la cosiddetta “Guerra Rustica” che infiammò l’intero Trentino e che ebbe origine dalla ribellione dei contadini contro la servitù feudale. Poco più avanti, allo scoccare del 26° chilometro di gara ci sarà la seconda postazione di rilevamento degli intermedi che i corridori raggiungeranno subito dopo aver “cavalcato” l’ondata più decisa del tracciato e che sarà posizionata a Nogaredo, centro che ha legato il suo nome ai processi alle streghe che si tennero tra il XVII e il XVIII secolo nel “Castelnuovo”, maniero noto anche con il nome di Castel Noarna e che oggi è sede di un’azienda vinicola biologica.
Quando mancheranno 7 Km alla conclusione i “girini” transiteranno esattamente di fronte a Rovereto, sulla riva opposta dell’Adige rispetto a quella verso la quale si affaccia la città sede d’arrivo, poco prima di giungere a Isera, la capitale enologica della Val Lagarina, celebre in particolare per il Marzemino, vino che incantò Mozart al punto che ne inserirà una citazione nel “Don Giovanni”, quando farà pronunciare al protagonista la fase “Versa il vino! Eccellente Marzemino”. Toccato questo centro, dov’è anche possibile visitare il singolare Museo della Cartolina e ammirare i resti di una villa romana scoperta poco dopo la fine della seconda guerra mondiale, inizierà uno dei tratti più veloci dell’intero tracciato, una discesa di quasi un chilometro che terminerà in corrispondenza del secondo e ultimo passaggio sull’Adige. Nel corso della breve planata si raggiungerà anche il “giro di boa” del tracciato, che fin lì si era costantemente snodato in direzione sud e che tornerà a far pedalare i corridori verso nord nei conclusivi 3,7 Km, durante i quali la strada tornerà pianeggiante, anche se non perfettamente perché negli ultimi 3700 metri si dovrà in concreto superare un modesto dislivello, che non raggiunge i 30 metri complessivi ma che potrebbe pesare leggermente nelle gambe di quei corridori che avranno osato troppo nei velocissimi tratti precedenti.
Oggi la battaglia sarà a colpi di minuti in quella che, persi per una volta i connotati della “wine stage”, potrebbe rivelarsi a tutti gli effetti una “war stage” in grado di cambiare la faccia della classifica a poche ore dal trittico alpino che decreterà definitivamente le sorti del 101° Giro d’Italia.
Mauro Facoltosi
FOTOGALLERY
Trento, Piazza Duomo
Trento, Basilica di Santa Maria Maggiore
A Mattarello si transita per la prima volta sul fiume Adige in direzione del Monte Bondone
La stretta dei Murazzi e, in alto a sinistra, Castel Beseno
Nomi, Palazzo Vecchio
Nogaredo, Castel Noarna
Rovereto vista dai vigneti del Marzemino che sovrastano Isera
Il secondo ed ultimo passaggio sull’Adige a poco meno di 4 Km dall’arrivo
Il cortile del MART (Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto), presso il quale si concluderà la tappa
Rovereto, Campana dei Caduti