UNO SVIZZERA D’”ALTRA” MONTAGNA

giugno 12, 2010
Categoria: Approfondimenti

Foto copertina: la strada verso il Passo dell’Albula
Altimetrie dal sito ufficiale www.tds.ch


1a TAPPA: LUGANO – LUGANO (7,6 Km)

Lo scenario è abbastanza simile a quello visto una settimana fa al Delfinato: ouverture a cronometro sulle rive d’un lago (stavolta il Ceresio), chilometraggio tipico per questo genere di prove e salita da superare subito dopo il via. Simile ma non identico e basta la denominazione della frazione, già considerata prima vera e propria tappa e non più semplice prologo, a captarne la differenza: la crono che darà il via alla 74° Tour de Suisse sarà molto più impegnativa rispetto a quella andata in scena ad Évian-les-Bains, che proponeva una modesta côte a 2800 metri dal via. Non si possono, invece, definire tali i 2,1 Km dell’ascesa verso il quartiere luganese di Ruvigliana, che sono connotati da una pendenza media del 6,4% e da un “cuore” di 200 metri al 10,5% (sempre medio). Salendo, inoltre, dovranno essere affrontati 3 tornanti che costringeranno a rilanciare l’azione e, dunque, a decelerazioni e accelerazioni che complicheranno la vita ai passisti. Esclusi i 1400 metri iniziali pianeggianti, nei quali tutti dovranno trovare il ritmo, i passisti troveranno pane per i loro denti solamente nella seconda metà del tracciato, priva di asperità e più regolare planimetricamente. Gli ultimi 4 Km proporranno, infatti, solo un tornante in discesa e tre curve a 90° nel tratto in piano che riporterà sulle rive del Ceresio.

2a TAPPA: ASCONA – SIERRE (167,5 Km)
2005 metri d’altezza, quasi 30 Km d’ascesa, 1473 metri di dislivello, pendenze media del 4,3% e massima del 10%. Attenzione, però: questo sono sì gli scarni dati numerici del primo GPM del Tour de Suisse 2010, il celebre Passo del Sempione, ma non faranno della Ascona – Sierre una frazione di montagna. Anzi, ci arrischiamo a dire che il vincitore quest’oggi potrebbe anche essere un velocista. Non è un’ipotesi tanto peregrina la nostra, essendo suffragata da un precedente datato 1995. Anche quell’anno lo “Svizzera” prendeva le mosse dal Canton Ticino e proponeva la prima tappa in linea da Bellinzona a Visp, con una struttura che era quasi la fotocopia della frazione odierna: risalita delle cosiddette Centovalli, una quarantina di chilometri in territorio italiano (Val Vigezzo, alta Val d’Ossola, Varzo) e il Sempione prima della planata nel Canton Vallese, dove non si arrivò allo sprint per una manciata di secondi: il velocista Giovanni Lombardi sarà quarto a 2”, preceduto di tale lasso di tempo da altri tre nostri connazionali, il “vecio” Furlan – vincitore di giornata” – e i due “bocia” Rebellin e Simoni.
Se si arrivò vicino all’epilogo in volata in quell’occasione, a maggior ragione avremo l’opportunità di assistere a un simile finale in quel di Sierre, col traguardo collocato a una distanza maggiore dalla cima del Sempione rispetto al citato precedente (quest’anno si scollinerà praticamente a metà tappa). Comunque, non è tutto oro quel che luce: se da una parte i velocisti avranno a loro favore sia la lontanzana del principale ostacolo, sia la possibilità di prendere una prima volta le misure del rettilineo d’arrivo, dall’altra dovranno fare i conti con un ostacolo che potrebbe respingere qualche sprinter. Infatti, a circa metà strada del circuito di 25 Km che chiuderà questa frazione spicca un secco scoglio di terza categoria, il GPM di Valençon, 4300 metri al 6,2%, dei quali i primi 1,2 Km sono inclinati al 9,1% media. Dunque, un finale per molti ma non per tutti.

3a TAPPA: SIERRE – SCHWARZENBURG (196,6 Km)
La terza sarà una delle frazioni più delicate del Tour de Suisse 2010. Apparentemente è innocua, anche per la struttura generale del percorso, molto simile a quella della tappa precedente, con la salita “faro” (in questo caso, i 1445 metri del Col des Mosses, che ricordiamo affrontato anche in occasione della tappa di Verbier dell’ultimo Tour de France), piazzata ad anni luce dal traguardo. Il finale, invece, sarà notevolmente impegnativo, anche se non s’incontreranno grandi salite, ma un circuito di una trentina di chilometri caratterizzato da una planimetria tortuosa e da uno skyline particolarmente frastagliato. Ci si ritroverà a pedalare su una vera e propria lama di sega, con strappi brevi ma secchi e ravvicinati che, complici le velocità vorticose tipiche dei finali, si potrebbero rivelare più selettivi del previsto. Tra l’altro, in quei frangenti di gara saranno concentrati il GPM di terza categoria di Kalchstätten (8,3 Km al 4,3%) e due traguardi volanti “Probon”, con la loro dote di preziosissimi abbuoni. È facile immaginare che, con la consapevolezza di un tracciato privo di grandi occasioni di selezione, chi si troverà davanti tirerà a tutta per far acuire lo svantaggio di chi avrà perso le ruote. La mancanza di tratti di respiro tra una difficoltà e la successiva contribuirà a elevare il livello di “pericolosità” di questa frazione, che in vista dello striscione dell’ultimo chilometro proporrà l’ultima rasoiata di giornata, 1300 metri al 9,6% con un picco all’11%, che i corridori avranno già avuto modo di assaggiare in precedenza, al primo passaggio dal traguardo di Schwarzenburg.

4a TAPPA: SCHWARZENBURG – WETTINGEN (192,2 Km)
Sarebbe la seconda giornata destinata ai velocisti ma, come abbiamo già ripetuto, a causa del disegno complessivo prescelto dagli organizzatori elvetici, nemmeno le tappe che paiono più tranquille potranno dirsi al sicuro. Gli scalatori che non vorranno attendere il tappone di La Punt e i passisti che temeranno di non farcela con la solo crono dell’ultimo giorno correranno guardinghi, pronti a cogliere il giornaliero “carpe diem” e finendo per rompere le uova nel paniere alle squadre dei velocisti. Queste nel finale di Wettingen dovranno destreggiarsi lungo un anello di 28,5 Km che dovrà essere ripetuto due volte e che, come avvenuto il giorno prima, sarà un concentrato di occasioni di bagarre: due traguardi volanti ad abbuoni, tra l’altro piuttosto ravvicinati e la doppia ascesa al facile GPM di 3a categoria del Regensberg. Rispetto al finale di Schwarzenburg il tracciato si presenterà più scorrevole, ma la presenza di un ulteriore zampelotto a una decina di chilometri dal traguardo, immediatamente dopo l’ultimo sprint, interverrà a rendere più dura la vita ai treni dei velocisti. E anche nel caso non si verifichino scatti importanti in testa, sicuramente questi “bocconcini” finali daranno comunque una sfoltita al gruppo, che si presenterà meno nutrito in dirittura d’arrivo, con qualche sprinter escluso dai giochi per il successo parziale.

5a TAPPA: WETTINGEN – FRUTIGEN (172,5 Km)
Alla vigilia dell’unica tappa alpina, il Tour de Suisse proporrà un’altra frazione aperta a molteplici soluzioni. Stavolta, però, i treni dei velocisti dovrebbero avere meno problemi a lanciare i loro missili sul traguardo di Frutigen, sebbene questo non si presenti agevolissimo. Il finale, infatti, può essere paragonato a quello della tappa giunta a Cava de’Tirreni all’ultimo Giro d’Italia e vinta dall’australiano Goss davanti ad un gruppetto forte di 47 unità, seguito da altri 14 corridori giunti a pochi secondi di ritardo. Rispetto all’epilogo campano questo sarà un pelo meno impegnativo (100 metri di dislivello negli ultimi 6 Km), ma sarà preceduto di una manciata di chilometri dallo scollinamento sul secondo dei due GPM giornalieri (Aeschi, 4,8 Km al 5,2% con 1400 metri al 7,3%), a sua volta anticipato dai due traguardi volanti “Probon” giornalieri. Poca influenza, se non per qualche tentativo di fuga, dovrebbe avere l’ascesa ai 1167 metri dello Schallenberg, classificata di 2a categoria ma collocata a quasi 60 Km dalla meta.


6a TAPPA: MEIRINGEN – LA PUNT (213,3 Km)

È la frazione più attesa, quella che guarda tutte le altre dall’alto in basso, dall’alto dei 2315 metri dell’Albulapass, il quarto per altitudine dei passi grigionesi (quote più elevate sono raggiunte, in ordine crescente, sul Bernina, sul Flüela e sull’Umbrail o Giogo di Santa Maria che dir si voglia). Di ascese over 2000 il percorso di questa frazione ne proporrà altre due, ma la collocazione dei passi Susten e Oberalp nelle battute iniziali, farà dell’arrampicata all’Albula l’unica sfruttabile dagli scalatori. Le possibilità di successo per loro, se riusciuranno a isolarsi al comando nel tratto più ostico dell’ascesa (vale a dire negli ultimi 12,5 Km, che salgono al 7,3% medio, di una salita che si protrae complessivamente per oltre 30 Km), saranno elevate poiché la planata verso il traguardo di La Punt è una delle meno idonee agli inseguimenti e non solo per il traguardo oramai a portata di mano. Oltre a tagliare la linea d’arrivo ad appena 9,7 Km dalla cima dell’Albula, nei primi 3500 metri della discesa s’incontreranno pendenze talmente lievi al punto che sarà meno faticoso procedere pedalando, piuttosto che tentare di lanciarsi in funambolismi “savoldelliani”, nei quali si potrà invece esibirsi nella seconda parte della picchiata.

7a TAPPA: SAVOGNIN – WETZIKON (204,1 Km)
Il Tour de Suisse volta le spalle alle montagne e riprende con decisione la strada per le vallonate terre settentrionali della Confederazione Elvetica. Anche la frazione che terminerà nel centro zurighese di Wetzikon presenterà un finale interessante, che non può certo definirsi montagnoso, ma che si presenterà comunque mica poco accidentato. Negli ultimi 60 Km si affronterà una versione “large” del finale collinoso che aveva caratterizzato la tappa giunta a Wettingen, con ostacoli più ampi nel chilometraggio, ma non insormontabili. Se il TdS avesse presentato un percorso in sintonia con la sua storia, questa tappa avrebbe visto senza difficoltà il felice approdo di una fuga da lontano, anche perché con un percorso simile difficilmente i treni dei velocisti riescono a estrarre frecce dalle loro faretre. Invece, si può facilmente dedurre che, anche dopo La Punt, ancora parecchi saranno i possibili vincitori e, di conseguenza, ciascuna delle tre salite situate a ridosso del traguardo potranno essere utilizzate per dare una zampata alla classifica da parte dei corridori meno avvezzi alle pendenze impegnative. Per lo stesso motivo, sarà più difficoltoso andare in avanscoperta nei chilometri iniziali, totalmente sgombri da asperità, col gruppo che metterà la museruola a tutti coloro che saranno in aria di maglia oro. Si annuncia, dunque, un finale di corsa al cardiopalma e in questo agevola molto la strategica decisione degli organizzatori, già vista nelle frazioni precedenti, di concentrare GPM e traguardi volanti nei chilometri conclusivi.

8a TAPPA: WETZIKON – LIESTAL (172,4 Km)
Per l’ultima frazione in linea si potrebbe ripetere, parola per parola, quanto scritto per illustrare la giornata precedente. I percorsi sono abbastanza simili, anche se oggi le salite saranno meno “appariscenti”. Si faranno comunque sentire, in un finale di tappa tracciato come se fosse un toboga: salire e scendere, scendere e salire sarà il ritornello del finale, che si giocherà in un circuito di una ventina di chilometri quasi completamente privo di tratti nei quali poter fiatare un attimo. Anche la marcia d’avvicinamento, soprattutto il tratto più prossimo all’ingresso nell’anello di Liestal, si presenta piuttosto frastagliata mentre le fasi iniziali, come avvenuto ventiquattrore prima, dovrebbero scorrere via abbastanza filanti. Il momento cruciale del finale dovrebbe essere rappresentato dall’ascesa allo Windenthaler Höhe, la più interessante delle tre asperità (sono 2,9 Km al 6,3%) che spiccano sull’altimetria del circuito conclusivo. Bisognerà comunque prestare attenzione anche ai 1200 metri al 7,1% dell’Olsberg, lo zampellotto che accoglierà l’ultimo sprint “Probon” dell’edizione 2010.

9a TAPPA: LIESTAL – LIESTAL (cronometro individuale – 26,9 Km)
A imitazione della scorsa edizione, anche nel 2010 la tappa conclusiva del Giro di Svizzera sarà contro il tempo. Dodici mesi fa il pronosticatissimo Cancellara non tradì le attese e, proprio ad un passo dalla conclusione, tolse le insegne del primato allo sloveno Valjavec “fagocitando” i 39,5 Km dell’impervio circuito di Berna a una media poco inferiore ai 51 orari. Tutt’altra musica stavolta potrà suonare il “diretto di Berna” sul circuito tracciato attorno alla cittadina di Liestal, la capitale del Canton Basilea Campagna, già sede di tappa il giorno precedente. Se ieri avevano caratterizzato il tracciato saliscendi a go-go, nella prova individuale si procederà quasi sul velluto e sarà sicuramente un invito a nozze per il campione olimpico in gara, che certamente predilige percorsi simili per mettere in campo tutte le sue potenzialità. Dovrà solo stare attento a non sprecare troppe energie nelle giornate precedenti, evitando di andare alla caccia di tutti i mosconi che gli s’involeranno sotto il naso, e anche nei chilometri iniziali di questa cronometro. La prima parte, infatti, sarà costituita da un lieve falsopiano costantemente ascendente che si protarrà per una dozzina di chilometri. Spingere troppo sui pedali in quel tratto nel quale né l’occhio, né la gamba tendono a non avvertire al momento la dolce pendenza (più sensibile solamente nei 3,5 Km sommitali, inclinati al 3,6%), rischia di mandare incontro a un inutile affaticamento e anche a una clamorosa débâcle nella seconda metà gara, quella più consona ai passisti.

Mauro Facoltosi

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